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Autore: Luana Genzo Chan    27/03/2012    1 recensioni
One-shot partecipante al contest indetto da Rudy Nazzumi "Say it, with Disney"
L'incontro tra Naruto e una bambina, cosa potrà mai accadere?
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Nick autore: (Forum/EFP); Luana Chan/Luana Chan
Titolo: Resta con me
Citazione scelta: Non te ne andare, ti prego.Nessuno finore è rimasto così a lungo con me

Fandom: Naruto
Avvertimenti: One-sot
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico
Reting: Verde
Introduzione: L'incontro tra Naruto e una bambina... cosa potrà mai accadere?
NdA (facoltativo): ///






Naruto Uzumaki era come sempre seduto sull’altalena. Gli occhi azzurri, solitamente persi a fissare il vuoto, osservavano passivamente tutti i suoi compagni che, usciti da scuola, cercavano i propri genitori . “Forse - pensò il piccolo – un giorno avrò anche io qualcuno che mi verrà a prendere, qualcuno che mi accompagnerà a casa. Però… - una lacrima solitaria fuggì dai suoi occhi, gli percorse la guancia e cadde sulla sua maglietta. -…Però vorrei tanto capire perché sono tutti così cattivi con me, io non ho fatto nulla… almeno credo.” Perso nei meandri di questi pensieri, Naruto non si accorse neanche che qualcuno lo stava osservando da un bel pezzo e che, quel qualcuno, si era avvicinato pericolosamente al suo viso.
-Ciao! – urlò lo sconosciuto, anzi, la sconosciuta, con una vocetta stridula. -Naruto sollevò gli occhi meravigliato. Quasi nessuno gli aveva mai parlato così tranquillamente, ma ora una graziosa bambina dai capelli blu e gli occhi azzurri come i suoi era lì, davanti a lui, che gli rivolgeva un sorriso radioso come pochi.
-C-ciao, tu chi s-sei? Non hai p-paura di me?- balbettò l’Uzumaki, non sapendo come reagire a quella situazione mai sperimentata.
- Paura? Perché dovresti farmi paura? - domandò la bambina.
- Non lo so, qui tutti hanno paura di me. – rispose sospirando Naruto, abbassando subito lo sguardo.
-Oh, mi dispiace. Io sono Ayame Honoka, mi sono appena trasferita qui da Suna…- un “Ehy, Ayame, torniamo a casa” echeggiò nell’aria ed interruppe il discorso della bambina. – Devo andare, mio papà mi sta chiamando. Ciao…- concluse, una nota di delusione mista a tristezza velava la sua voce. Fece per andarsene, ma qualcosa la fermò, afferrandole il polso. Era stato Naruto.
- Non te ne andare, ti prego.  -sussurrò, lo sguardo rivolto verso il basso.   -Nessuno finora è rimasto così a lungo con me… - terminò la frase, poi lasciò andare il polso di Ayame. La bimba sorrise dolcemente e abbracciò l’ Uzumaki. Naruto non seppe far altro che appoggiarsi a lei e piangere, piangere ininterrottamente, consolato dalle braccia di Ayame che si muovevano lentamente lungo la sua schiena.
-Ehy… - sussurrò la bambina, staccandosi leggermente da lui. –Adesso basta piangere. Come ti chiami?-
-Naruto, Naruto Uzumaki.-
-Bene Naruto-kun, ti prometto che ogni giorno verrò qui e giocheremo insieme. – Ayame gonfiò il petto, fiera di poter portare un po’ di felicità a qualcuno.
- Davvero?-
-Certo-
Ayame mantenne la parola. Ogni giorno, all’uscita da scuola lei e Naruto giocavano insieme, non spostandosi mai dal luogo del loro incontro, considerando l’altalena come uno strumento magico portatore di felicità. Però…
 
 

[Tre anni dopo]

 
Tutti erano vestiti di nero, chi piangeva, chi no. Intorno ad una cassa di legno gli amici ed i familiari fissavano un’incisione sul marmo, che recitava:

“Ayame Honoka, la piccola grande kunoichi che si è sacrificata per la sua famiglia.”

Già, perché la famiglia Honoka, durante un viaggio verso Suna, era stata attaccata da degli sconosciuti del villaggio della nebbia, i quali avevano attaccato il Signo Honoka, ma la bambina, per salvare il suo papà, si era messa in mezzo ed era stata colpita dritta al cuore. Non c’era stata neanche una possibilità di salvarla, le era stato trafitto l’organo in profondità.
Naruto, tra un singhiozzo e l’altro, era riuscito a formulare un unico pensiero: tutti avevano ragione a stargli lontano, perché l’unica persona che gli si era avvicinata, aveva perso la vita. E l’Uzumaki, essendo ancora piccolo, si addossò la colpa.
 
 

[Cinque anni dopo]

 
-Naruto! Sbrigati che dobbiamo andare!- una ragazza dai capelli rosa urlò rivolta all’amico.
-Sì, Sakura-chan, arrivo!- rispose l’Uzumaki. Il ragazzo si inginocchiò ed accarezzò con la mano la lastra di marmo con inciso sopra: “Ayame Honoka, la piccola grande kunoichi che si è sacrificata per la sua famiglia.” Perché Naruto, da quel fatidico giorno, quotidianamente andava a salutare la sua Ayami e, pian piano, si era anche reso conto che non era lui la causa della sua morte.




   
 
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