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Autore: Mushroom    27/03/2012    5 recensioni
Il cuore compie settantacinque battiti al minuto. La frequenza può aumentare o diminuire, ma è assurdo, se non totalmente impossibile, perdere un battito cardiaco.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Settantacinque battiti al minuto
Fandom: Sherlock (BBC)
Personaggi: Sherlock Holmes; John Watson 
Rating: Verde
Avvertimenti: Slash, ma forse è più pre-slash; nonsense; probabilmente assurdo
Wordcount: 313
Note: Secondo me lo studio della biologia fa male D: Buona (?) lettura.

 

Il cuore è una macchina perfetta; l’esempio lampante dell’esemplare ingegneria umana.
A ogni battito corrisponde un adeguato apporto di ossigeno, un giusto rigetto di anidride carbonica, un buon funzionamento del cervello. L'alternarsi di sistole e diastole forma una frequenza cardiaca, composta da settantacinque battiti al minuto. Logico. Comprensibile. Giusto.
Se i battiti sono superiori ai novanta, si tratta di tachicardia; inferiori ai sessanta, bradicardia.
(L’eccesso o il difetto del battito cardiaco deve essere sempre soggetto a contesti e l’insorgere di altri fattori).
Sherlock conosce le funzioni del cuore e ne ammira la logica; trova rilassante, quasi rassicurante, sapere che esiste qualcosa di puramente soggetto alle leggi della ragione.
Per questo non capisce.
(Settantacinque battiti al minuto)
Non soffre di problemi cardiaci.
(Settantacinque battiti al minuto).
Il cuore non commette errori.
(Settantacinque batti al minuto).
Perché il cuore è perfetto. Logico. Razionale. Funzionale.
Il cuore compie settantacinque battiti al minuto. E non può perdere un battito. La frequenza può accelerare, diminuire, ma non può scomparire.
Nonostante questo (E Sherlock non lo ammetterà mai, neanche nell’angolo più remoto della sua immensa psiche) qualche volta John è in grado di far perdere un battito al suo cuore.
Sherlock ha deciso di indagare sulla perdita di questo battito e sulla frequenza – sempre maggiore – di quest’anomalia; forse farà anche qualche esperimento.
John ritorna a casa e il consulente detective si meraviglia di non aver sentito i passi; entra rumorosamente, con la busta della spesa, annunciando di aver vinto la lotta contro la cassa automatica. Sembra euforico. Avanza fino alla cucina e Sherlock sente il rumore di plastica, tipico delle buste biodegradabili.
Pensa di voltarsi dall’altro lato del divano, ma John si affaccia dalla porta della cucina. Sorride «E ho anche comprato il latte» dice, sventolando la confezione bianca.
Il cuore effettua settantacinque battiti al minuto.
Grazie a John Watson, però, quello di Sherlock Holmes ne ha sempre uno in meno.

 

   
 
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