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Autore: MimiRyuugu    27/03/2012    8 recensioni
"Era pieno inverno e mancavano esattamente due giorni a Natale. Il momento in cui tutte le famiglie sono più unite. Così avevano deciso di fare tre di queste. Iniziate le vacanze ad Hogwarts i genitori si erano subito messi in moto per invitare i parenti delle nuove amicizie formate già dal primo anno. Così avevano fatto i Weasley. Che avevano avuto l’idea di invitare i Wyspet e gli Haliwell alla Tana. Insieme a loro si era stabilita la piccola Hermione ed Harry."
Una fan fiction in stile ricordi per farvi conoscere un pò i futuri Tre Uragani di Hogwarts.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Fred Weasley, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Salvee *_* ebbene si, finalmente la smetto di tediarvi con questa oneshot degenerata in capitoli u.u non ce la faccio proprio a non aggiornare ._. poi magari vi metterò qualche altra oneshot (veramente di un capitolo giuro xD) prima di tutta la saga varia xD o almeno penso che la metterò o.ò

Avvertenze:  come noterete ci vuole un pò ad abituarsi al mio stile di scrittura, che può risultare abbastanza sgrammaticato. Tutto ciò è voluto e spero non me ne vogliate male xD
Altra nota dall'autrice: spesso e volentieri introduco canzoni in ciò che scrivo (scritte in corsivo) in modo da dare un maggiore effetto al momento. Collegare ricordi a canzoni è ciò che faccio anche io nella vita reale e siccome mi immedesimo molto in quello che scrivo l'ho voluto fare anche qui.

In questo capitolo abbiamo solo la canzone che da il titolo a tutta la fic *-* *commossa* anche se è corta mi ci ero affezionata ç_ç
Spero che l'ultimo capitolo piaccia anche a voi <3
Grazie alle bimbe per le recensioni *-*
Buona lettura :3


4. All I Want for Christmas is You

La mattina Bill si svegliò attorniato dal profumo di gianduia. Anna era rannicchiata contro di lui e dormiva ancora. Si succhiava il pollice. Il rosso scosse la testa divertito. Era così piccola da potersela infilare in tasca e portarsela in giro. Cercò di vedersi da una prospettiva esterna. Lui, un ventunenne grande e grosso, abbracciato da una bimba di undici anni sotto le coperte. Era la prima volta che gli succedeva. In genere nemmeno Ginny si era rifugiata in modo così drastico fra le sue braccia. Svegliarsi col profumo di una donna sulle sue lenzuola non era cosa rara. Però accogliere una bambina che conosceva da un giorno nemmeno era la cosa più strana che il suo istinto gli avesse detto di fare. La notte era solo uscito per andare in bagno. Ed era tornato con un fagotto singhiozzante. Eppure Anna lo aveva incantato. Già a cena l’aveva osservata. Così impacciata e tremendamente a disagio. Sapeva quanto le maniere di sua madre potessero risultare invadenti. Gli dispiaceva che la piccola venisse messa da parte così facilmente. Quando risultava chiaro che aveva solo bisogno di una coccola in più. O almeno così pareva a lui. Non era mai stato uno a cui piacessero i bambini in realtà. Però Anna gli faceva proprio tenerezza. Non capiva come suo fratello potesse essere così freddo nei suoi confronti. L’aveva infastidito come l’avesse accusata di fingere così brutalmente la sera prima. La cosa più strana era che questo istinto protettivo non si era mai mostrato in modo così palese. Invece con Anna riusciva solo ad essere dolce. Si sentiva in dovere di proteggerla. Forse perché in quegli occhioni aveva letto questo. Voglia di essere ascoltata. Voglia di essere compresa e non scacciata. Voglia di affetto. Forse la gente si fermava troppo all’apparenza. Ma lui sapeva che sotto quei pizzi e l’headdress da bambolina, la piccola era buona e dolce come ogni bambina della sua età. Lo stava dimostrando anche ora. Stringendosi a lui e dimostrandogli con il respiro tranquillo di star sognando. Lontana dagli incubi. E anche se arrossiva e non riusciva a dirgli grazie non voleva dire che fosse maleducata. Era timida. D’improvviso Bill venne distratto dai suoi pensieri. Dal corridoio si sentivano delle voci. La porta della sua camera si aprì piano. E degli occhi alquanto preoccupati fecero capolino. Era Ilary. Scrutò subito il letto di Christian. Con il fiato sospeso. Poi guardando in direzione del rosso tirò un sospiro di sollievo. Lui era un po’ agitato. Non pensava che dei genitori, vedendo loro figlia dormire fra le braccia di uno sconosciuto, fossero felici. Però lo sguardo di Ilary non era arrabbiato. Gli sorrise e gli indicò il corridoio. Doveva essere piuttosto presto. Così Bill sfilò piano il braccio da sotto il fianco di Anna. E le poggiò la testa sul cuscino. Senza far rumore la sorpassò e la coprì con le lenzuola. La bambina si mosse di poco ma non si svegliò. Il rosso uscì dalla camera richiudendosi la porta dietro le spalle. Come previsto ad aspettarlo c’era Ilary. “Mi dispiace…so che sembrerà strano che Anna sia nel mio letto…però posso spiegare…cioè, così sembra ancora più equivoco in effetti…” esordì a disagio Bill. Ma la donna scosse la testa divertita. “Non c’è bisogno che ti giustifichi Bill…Anna soffre molto la lontananza da casa e il fatto che l’abbia trovata tu mi rende abbastanza felice…” rispose. Il rosso la guardò dubbioso. “Sente molto la mancanza del rapporto che aveva col fratello…sai, Christian andando ad Hogwarts ha perso la visione di fratello maggiore protettivo e affettuoso diciamo…è troppo grande per queste cose dice…” spiegò amaramente Ilary. Bill storse il naso. “Quella che ne ha risentito di più è Anna…erano tanto legati…ti sembrerà che anche io ed Andrew ci dimostriamo severi nei suoi confronti, ma lo facciamo solo per lei…abbiamo smesso di accontentare i suoi capricci prima che andasse ad Hogwarts per il semplice motivo di non ferirla ancora di più…” continuò a dire la donna. Il rosso annuì. Ora capiva del perché avessero smesso di farla dormire con loro. “Ho fatto qualcosa di sbagliato?” chiese. Ilary scosse la testa. “No…figurati…Anna è una bambina che ha bisogno di diventare più forte…come vedi è timida e si blocca facilmente…purtroppo sembra scontrosa e il suo modo di vestire non aiuta molto…rifiuta di indossare tutto ciò che è colorato o non sia gothic lolita…ci abbiamo rinunciato su quel verso…” aggiunse. Bill sorrise. “Non si preoccupi…se per voi va bene le starò vicino io…non so perché, ma penso che sia stata lei a scegliermi…io l’ho solo assecondata…” osservò sincero. La donna annuì. “Si fida di te…hai attirato la sua attenzione e non è cosa da poco…” rispose. Conosceva i gusti della figlia. Nonostante fosse ancora piccola riconosceva le persone a cui avrebbe sicuramente voluto bene. L’aveva fatto anche con Hermione e Giulia. “Scusa se ti ho svegliato…” si scusò poi. Il rosso alzò le spalle. “Ero già sveglio…penso che andrò a fare colazione…” concluse. Ilary sorrise e lo lasciò andare. Sollevata almeno un poco per il senso di colpa di aver trascinato Anna alla Tana contro la sua volontà. Qualche secondo più tardi Mary si diresse al piano di sopra. Incrociando Bill che andava nel senso opposto. Poi andò a controllare nella stanza delle bambine. Hermione dormiva ancora profondamente. Come Ginny e Mary Kate. I letti di Anna e Giulia però erano vuoti. La donna scosse la testa. Da chi si sarebbe potuta rifugiare sua figlia? Da Harry e Ron no di sicuro. Percorse il corridoio per andare alla stanza dei gemelli. Come previsto appena aperta la porta fece i complimenti al suo intuito. Il letto di Fred infatti era diviso per due. A sinistra stava il proprietario. Girato su un fianco. La testa appoggiata a quella di Giulia. Che stava beatamente comoda su un braccio del gemello. Le coperte la coprivano fino al naso. Mentre al rosso arrivavano solo fino alla spalla. Mary sorrise divertita e richiuse la porta. Finché Sebastian non l’avesse scoperto sarebbero stati tutti tranquilli. Così se ne tornò in cucina a chiacchierare con Molly ed Ilary. I due si svegliarono qualche ora dopo. Fred per primo. All’inizio guardò Giulia intenerito. Poi sorrise furbo. “Qualcosa mi sta schiacciando il braccio! lo sto perdendo aiuto!” esclamò. La bambina scattò a sedere. Gli occhi ancora mezzi chiusi. “Ma…cosa…” biascicò. Il rosso scoppiò a ridere. Giulia si stropicciò gli occhi e si stiracchiò. Poi, mentre il gemello abbassava la guardia, prese un cuscino ed iniziò a vendicarsi per la sveglia. Vennero interrotti da George. Che lanciò su di loro il rispettivo cuscino come segno di silenzio. I due si guardarono sorridendo. Poi scesero a fare colazione. Hermione invece fu alquanto contrariata nel trovarsi la sola del trio in camera. Nel pomeriggio lei, Anna e Giulia si riunirono sul letto di quest’ultima per chiacchierare. Così le due raccontarono della notte trascorsa all’amica. Che non evitò di ammonirle sia per essersi intrufolate in letti altrui che per essere andate in giro a tarda ora. La castana la prese in giro dicendole che sembrava la copia di Percy. Hermione rispose con la solita politica dell’indifferenza. Così anche gli ultimi giorni mancanti al Natale passarono. E la mattina del 25 un’orda di bambini esagitati si riversò nel salotto della Tana. Anna scartò veloce il suo regalo. Senza nemmeno rimanere delusa dal non trovare quello che si aspettava. Invece del peluche di Jack Skeletron che aveva chiesto stringeva fra le mani un pinguino. Era di media grandezza. Nero e bianco. E morbido. Lo poggiò a terra e lo schiacciò con una mano. Bill la osservava divertito. I don’t want a lot for Christmas, there is just one thing I need. “Che ti ha fatto di male quel pinguino?” commentò. Inginocchiandosi vicino a lei. “Te lo regalo…” sbuffò la bambina. Scontenta. Il rosso scosse la testa. Prese il peluche e lo avvicino a lei. I don’t care about the presents underneath the Christmas tree. “Non è quello che desideravi…però puoi sempre dargli un nome che ti piace…non vorrai mica far diventare triste un pinguino innocente?” le disse. Anna storse il naso. Di solito in questi trucchetti lei non cadeva. I finti sensi di colpa non le facevano ne caldo ne freddo. Però non voleva dispiacere Bill. Così allungò una mano e fece una carezza in testa al pinguino. I just want you for my own, more than you could ever know, make my wish come true. “Così va meglio bambolina…però non credere che sia finita…” aggiunse il rosso. La castana lo guardò dubbiosa. Lui le indicò un pacchetto li accanto. Anna si stropicciò gli occhi. Eppure prima non c’era! Curiosa lo prese e lo scartò. Era un libro blu. Sulla copertina stava un uomo pallido con una candela fra le mani. Il titolo in rilievo. “Intervista col vampiro…” lesse. Bill sorrise. Compiaciuto di se stesso per l’idea avuta giusto in tempo. “È il libro di cui ti parlavo…dove c’è la piccola vampira che ti somiglia…” raccontò. La castana guardò prima lui poi il libro. Stupita. “Però…è…è tuo…” boccheggiò. Il rosso scosse la testa. “Ora è tuo…te lo regalo…così ogni volta che ti sentirai sola ad Hogwarts potrai leggerlo…e pensare al tuo fratellone Bill…” sorrise. Anna spalancò gli occhi. Baby all I want for Christmas is you. “Fratellone…” ripetè. Stringendo il libro al petto come fosse un tesoro. Bill annuì. “E mi raccomando, quando sarai a scuola non ti dimenticare di me…” le raccomandò. La bambina scosse la testa veloce. Poi gli si buttò fra le braccia. “Grazie fratellone…grazie!” esclamò. Pigolando come un pulcino. Il rosso le fece una carezza sulla testa. Ilary ed Andrew si guardarono. “Avevi proprio ragione cara…” commentò quest’ultimo. La donna sorrise. “Sono una McGuire, ho sempre ragione tesoro…” rispose finta saggia. Il marito la prese a braccetto e la condusse ai regali. Qualche passo più in la l’agitazione cresceva sempre di più. “Grazie mille Herm!” esclamò Giulia. Buttandosi letteralmente al collo dell’amica. Quest’ultima cercò di liberarsi dall’attacco. I don’t want a lot for Christmas there is just one thing I need and I don’t care about the presents underneath the Christmas tree. “Sono contenta che ti piaccia…però così mi soffochi Giulia!” la pregò. L’altra aveva appena scartato il suo regalo. Era un semplice quaderno viola la oramai famosa stella della Converse davanti. Hermione sapeva che l’amica impazziva per ogni cosa avesse quello stemma. E dai suoi racconti si era immaginata che i suoi genitori non le avrebbero regalato nemmeno quell’anno le scarpe. Così aveva cercato di rimediare coi pochi soldi tenuti da parte. D’improvviso Giulia si sentì trascinare via e sollevare da terra. I don’t need to hang my stocking way above the fireplace, Santa Clause will make me happy with a toy on Christmas day. “Se uccidi la nostra So-Tutto-Io poi da chi si copiano i temi? Dobbiamo proprio dirti tutto Giulia!” sbottò George. Tenendola a qualche cm da terra. La bimba iniziò a scalciare per protesta. Fred scosse la testa divertito. La andò a salvare dal fratello e la portò da parte. “Purtroppo non ti ho comprato un regalo…spero non mi picchierai…” la punzecchiò il rosso. Giulia sbuffò ed incrociò le braccia al petto. And I just want you for my own, more than you could ever know. “Non fa niente…” rimbeccò subito. Fred ridacchiò. E si chinò. In modo che solo lei potesse sentire. “Però ti ho nascosto un pacchetto di biscotti speciali…doppio cioccolato e cialda…” confessò. La bambina non cercò di nascondere un sorriso. “Davvero?” chiese contenta. Il rosso annuì. Make my wish come true, oh baby all I want for Christmas is you, you baby. “Ci vediamo a mezzanotte in cucina...nemmeno George lo sa…” rispose. Il sorriso di Giulia si allargò ancora di più. Facendosi coraggio si avvicinò. E con le guance rosse dall’imbarazzo abbracciò Fred. La sera i due si incontrarono davvero in cucina. Mangiando l’intera scatola di biscotti. La sera dopo i gemelli e Giulia attuarono lo scherzo. Che non si trattò d’altro che far credere a Percy ed Hermione che i loro libri fossero spariti. Lo scherzo riuscì così bene che entrambe le vittime caddero in crisi dopo nemmeno mezzora. Il caos di quella bravata fu tanto che il trio ricevette una bella ramanzina. Eppure mentre venivano rimproverati sia Giulia che Fred sorridevano. E da dietro la schiena si stringevano una mano.
I giorni passarono e le famiglie tornarono alle proprie case. Mentre i ragazzi viaggiavano verso Hogwarts. Sull’Espresso di ritorno Hermione, Anna e Giulia stavano tranquille nel loro scompartimento. La prima rileggeva gli appunti per le lezioni dei giorni successivi. La seconda teneva fra le braccia un pinguino di peluche. Con in valigia un libro in più. La terza guardava fuori dal finestrino dondolando le gambe. “Non sono stati male questi giorni alla Tana…” osservò. Hermione alzò di poco lo sguardo. “Parla per te…” sbottò. Anna invece nascose il viso dietro al peluche. “Sarà così tutti gli anni secondo voi?” chiese ancora la bambina. La castana alzò le spalle. “Speriamo…” sussurrò. Hermione alzò il libro per mascherare un sorriso. D’improvviso la porta dello scompartimento si aprì. “Buongiorno donzelle!” esclamò Fred. Le tre si voltarono. “C’è una certa cosa da portare a termine infondo al corridoio…c’è qualcuno che vuole partecipare?” chiese il rosso. Facendo l’occhiolino a Giulia. Quest’ultima non se lo fece ripetere e saltò giù dal sedile. “Non riuscite mai a stare tranquilli voi?” sospirò esasperata Hermione. Anna alzò timidamente la mano. “C’è posto anche per me?” si fece coraggio. Fred annuì divertito. “Tutte le donzelle che vogliono partecipare sono le benvenute! Anche i pinguini…” rispose gentile. La castana ghignò e raggiunse Giulia vicino alla porta. “Tu non vieni Herm?” la chiamò quest’ultima. Ma la bambina scosse la testa. “Non vorrei far perdere punti alla mia casa ancor prima di essere arrivata a scuola…quindi, no grazie…” rifiutò. Le amiche alzarono le spalle e seguirono il rosso Weasley. Hermione si guardò attorno oramai arresa. “Sarà così per i prossimi sei anni?” sospirò spazientita. Per poi tornare alla lettura degli appunti. Senza effettivamente sapere come sarebbe stata la fine di quel primo anno di scuola. E nemmeno come sarebbe potuta cambiare la situazione nel corso del tempo.
  
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