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Autore: Selene Silver    27/03/2012    0 recensioni
Era stata una vita fatta di farfalle sospese. I colori sgargianti delle ali l'attiravano e le rimanevano appiccicati alle dita. Sugli occhi. Erano appese con fili trasparenti tutt'attorno a lei. Non poteva muoversi troppo bruscamente, o le avrebbe distrutte.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di farfalle sospese e auto che bruciano ~


«Ti alzi?»
Lei si rannicchiò su se stessa, un semplice fagotto di coperte in un letto ormai troppo piccolo. «Oggi no.»
«Cerchi ancora di sparire?»
Lei non rispose. La stanza era vuota e piena di sole. Si strinse come un pugno serrato, nascondendosi alla luce.

I libri parlavano in rumorosi sussurri d'astio e malinconia. Dai muri della stanza su cui erano relegati, si affollavano e le premevano attorno. Le loro voci erano come lo sbattere di mille ali di farfalle. E passavano i giorni, ma non morivano. Non morivano mai.
Poi anche il giradischi prese a grattare, la puntina a percorrere solchi di un disco che non ricordava di aver messo su.
Anche quelle voci ormai abbandonate gridavano di recriminazione e strazio, infrangendo la notte. Non hai dormito abbastanza?
Si alzò e corse fuori, lasciando strascichi della propria ombra dietro di sé. Sbatté la porta perché non potessero seguirla.

L'auto bruciava nel buio della notte. Le scintille che volavano nell'aria avevano sostituito le stelle. Il cofano era esploso ormai da ore, volando nell'aria come un disco volante in fiamme. Lei tossì senza proteggersi il viso dal fumo tossico che si sollevava dalla carcassa del gigante morto.
Il frinire dei grilli ed il gracidare delle rane si udivano a malapena, a frammentare lo scoppiettio del fuoco.
Lentamente l'alba si affacciò dalla curvatura della Terra, ben visibile in quel paesaggio piatto. Campi e nuvole. Nel cielo azzurro e rosato, il nero del fumo ed il rosso-arancione-giallo-blu del fuoco spiccavano con violenza; un mostro che fa a pezzi l'innocenza dell'alba. Lei aveva ancora il fittone per ciò ch'era successo quella notte, l'adrenalina a scorrerle nelle gambe. Se avesse iniziato a correre, non si sarebbe fermata finché non fosse caduta giù dal bordo della Terra. Un nuovo teorema di Einstein. Cadere nello spazio, nella foga di dimenticare (scappare a) una vecchia vita.
Rimase ferma a respirare quel veleno, la cura naturale per quello che aveva ancora nel corpo.

Era stata una vita fatta di farfalle sospese. I colori sgargianti delle ali l'attiravano e le rimanevano appiccicati alle dita. Sugli occhi. Erano appese con fili trasparenti tutt'attorno a lei. Non poteva muoversi troppo bruscamente, o le avrebbe distrutte.
I loro colori racchiusi nei suoi occhi; un topo che ha mangiato formaggio avvelenato.
Finché quella pazzia non era esplosa in copertoni e metallo cromato dati alle fiamme.
Veleno per veleno.
Era balzata giù dalla curvatura della Terra.

Voltò le spalle al fuoco e camminò verso l'alba, i capelli a mulinare nel vento.

Sai che non è ancora abbastanza?
 

Sources: (1) (2) (un'Impala del '67 arrandom e i due che ci viaggiano)
Whoo, Lara Croft mode is on!

  
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