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Autore: Aphasia_    27/03/2012    0 recensioni
Spesso la mancanza di coraggio ci porta a fare cose che non sono proprio da noi, persino mentire, o fingere di essere chi non si è. Questa è la storia di Emma, ma non è solo la sua, è quella di tutte quelle ragazze che non sono riuscite a dichiararsi, ad aprirsi verso l'amore. Questa è la storia di chi ha tirato fuori il peggio di sè solo per la paura di essere sè stessa, di chi alla fine non ha avuto un lieto fine, solo per il fatto di non aver agito e di essere stata alla fine, vittima del suo stesso destino.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Caro Diario,
Non so se possa contare ma...ci ho parlato. Sono state solo poche parole, ma ti giuro (e dopo questo non avrei altro da dire) che sono state le più belle che io abbia mai sentito.



Emma pensò che molto probabilmente non sarebbe più stata attenta a nessuna lezione. Non dopo che era stata investita da una supernova, la luminosità e la potenza di quegli occhi.
Insieme a ciò tuttavia era assurdo che non si ricordasse nemmeno il nome del ragazzo, sebbene in un certo senso se ne stesse innamorando. Ma era nuovo, e in un certo senso era giustificata.
"Emma! Emma!" bisbigliò Marzia. Emma tornò dalle fantasie e sosprirò.
"ma a che pensavi? Ti ho chiesto se hai capito cosa dobbiamo studiare" disse l'amica. Ma ad Emma non importava più niente dello studio, voleva solo tornare alla sua fantasia, perchè in quella c'era lui, c'era lei, c'era tutto il necessario per costruire la felicità, anche solo con forbici e colla, baci e carezze, la semplicità di un abbraccio, l'essenzialità di uno sguardo di sfuggita, l'importanza di un sorriso..
Emma rispose distrattamente, e, di nascosto, come faceva sempre, lo guardò ancora una volta.
Parlava con i suoi amici e sorrideva. Una cosa così naturale, così dannatamente naturale che solo lui la rendeva bella.
Lui si accorse che Emma lo fissava, si zittì e poi le sorrise. Ed Emma...sperì.
Era sparita, perchè quel sorriso aveva aperto la porta della fantasia precedente, rendendo quel mondo ancora più vero perchè impresso dell'energie di quel gesto che proveniva dalla realtà. Si, quel sorriso era il diesel del suo piccolo mondo immaginario, il loro piccolo mondo insieme. Proprio ora quel sorriso alimentava una lunga distesa di fiori, man mano costruiva poi un cielo azzurro e gonfiava delle nuvole, esattamente come una scenografia. Dal prato si materializzarono dei piedi nudi, poi delle gambe e pian piano un abito bianco. La figura si completò..era una ragazza. Al suo fianco apparve un ragazzo, come fuso dal chiarore delle nuvole. Porse la mano sulla spalla della ragazza e la girò a sè.
Tu sussurrò dolcemente e la sua mano scivolò sul mento di lei. Il contatto fu bellissimo, ma se solo la sensazione fosse stata reale...


Caro Diario,
E se volessi vivere nella fantasia? Odio la realtà e odio il fatto di non esistere. Per lui.
Forse è solo una cotta, e se così fosse, spero che mi passi. Odio essere vulnerabile e sdolcinata come tutte le altre, ma non posso farci niente caro diario. Mi sembra di non avere più il controllo su niente, perchè i suoi occhi mi comandano. Mi sento una schiava, schiava di qualcosa che forse non è nemmeno reale.
E' tutto vero?



Il bus era quasi pieno, ed Emma contò due posti liberi. Uno era a fianco a lei, l'altro in fondo. Sperava che nessuno le si sedesse accanto. Adorava starsene da sola, magari canticchiare le canzoni che si susseguivano nel suo mp3..fantasticare..
Aveva ancora gli occhi chiusi quando sentì una voce che la chiamava.
"Scusa, è libero?"
Emma aprì gli occhi e rimase in silenzio, pietrificata. Fiumi di parole erano nella sua testa, ammucchiati davanti alla porta del linguaggio, pronte per essere pronunciate. Ma la porta non si aprì mai, vi passò solo un sussurrò debole. Un si, poco percettibile che il ragazzo interpretò come una affermazione poco convincente.
Ha un odore buonissimo pensò Emma e ne assaporò tutte le note, vergognandosi.
Non mi vuole a fianco a lei pensò il ragazzo divertito.
"Ti chiami Emma giusto?" chiese lui, ancora divertito e bramoso di continuare il gioco.
Lei arrossì terribilmente e si morse un labbro per aver ceduto in quel modo. Finalmente la porta si parì, forzata dalla razionalità di una ragazza che non voleva passare per una sciocca.
"Si. E tu?" rispose Emma. Ora penserà che non mi importa di lui..
"Oh..Chris" rispose lui.
"Scusa se non mi ricordavo... Io dimentico troppe cose" disse all'improvviso lei e si stupì di essere riuscita a dire una frase di senso compiuto. Il gelo imposto dalla sua razionalità finalmente, a poco a poco, stava svanendo. La stessa razionalità che la stava inchiodando nelle tenebre della negazione, e che la stava relegando alle fantasie, quando invece..avrebbe potuto avere di più.
"Figurati. Non mi aspettavo niente di più" la giustificò lui.
Non si aspettava niente da me, è ovvio. pensò Emma, avvilendosi. Era così assurdo pretendere qualcosa di più? In fondo ufficialmente si erano appena conosciuti.
Emma non riuscì a dire altro, ma grazie ad una mano divina riuscì a sorridere, ottendendo un gesto uguale di rimando.
Un sorriso non significa nulla, è solo un altro pò di carburante per le mie sciocche fantasie.
Alla fermata Emma scese subito senza dire una parola e delusa si incamminò. Come poteva essere stata così sciocca e infantile? Sbavare per quei pochi gesti tra estranei? Innamorarsi a prima vista? Non era da lei. Ma cosa le stava accadendo? Quel ragazzo -pensò- era una maledizione, la stava trasformando. Non era più lei.
Per alcune era la cosa più bella del mondo, innamorarsi, cambiare persino sè stesse per un'altra persona. Ma per lei no, per Emma innamorarsi equivaleva a restare fregata, a ricevere solo delusioni, a soffrire.
Stavolta non pianse, ma con occhi tristi fissò il cielo scuro sopra di lei e sperò che piovesse.. a prova che sugli occhi l'acqua può scendere, e non sempre di dolore.
Era solo delusione. E di colpo, con quei pensieri che si impadronivano di lei, quelli così familiari e comodi che l'aveva sempre pervasa, il gelo tornò su di lei, intorno al suo cuore triste. Quello che non sapeva amare, quello che aveva una paura tremenda.


Caro Diario,
Chi è la ragazza che scrive su di te? Sono io? Non so che mi succede. Conosco tutti i sintomi dell'innamoramento, ma ancora non posso credere di averli proprio io. Mi sento così..imbarazzata, così..stupida. Non sopporto l'idea di provare questi sentimenti, perchè sento che sono inutili, che sono da buttare. Perchè infatti dovrei essere ricambiata proprio io? Io non sono bella. Io sono strana, no? Non è quello che dicono tutti? La risposta è che io non sono ricambiata. Ma non perchè non lo meriti... La verità è che forse non sono destinata a vedere l'amore dai due lati dello specchio, perchè se lo guardo ora vedo solo me stessa, è sempre stato così. E fa male, caro diario, perchè vorrei che dall'altra parte ci fosse qualcun altro, che ci fosse lui.
Ma mi rendo conto che è impossibile. Ci sarò sempre e solo io, ci guarderemo entrambe tristemente e lentamente ci diremo parole di disprezzo, le stesse per entrambe..
Ci diremo che il vero amore...non ci è concesso.
  
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