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Autore: Hoyden    28/03/2012    0 recensioni
Dopo infiniti anni di inattività, mi ritrovo a concepire ancora qualcosa di insensato. Questo è un ringraziamento a colui che è stato il mio appiglio per ritornare alla luce. E questo è solo l'inizio, reale, di questa nostra storia. Una confessione, fondamentalmente, che spero non annoi troppo per il miele che la costituisce.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luce della semplice lampada che illumina la stanza ti fa brillare gli occhi.
Quelle iridi in cui l'oro si mescola allo smeraldo, due gemme preziose che mi hanno abbagliato nell'istante stesso in cui sono riuscita ad incrociarle.
Sorridono, attraverso la nebbia liquida dell'alcool che ancora ti offusca la mente.
E' stata una serata breve ma intensa: improvvisazione, fondamentalmente.
Abbiamo improvvisato un'intimità che non avremmo mai osato avere, in un differente contesto.
In fondo sono passati pochi giorni da quando io e te siamo stati l'inizio di un legame fra opposte fazioni.
Ti osservo, seduta ai piedi del tuo letto: non parli, il silenzio di queste quattro spoglie mura viene inondato dagli schiamazzi vivaci e privi di controllo provenienti dalla cucina, ove i comuni amici stanno ancora seducendo le poche bottiglie rimaste, lasciando che il liquido al loro interno avvolga le loro menti per dimenticare le piccole ansie quotidiane.
Mi guardi, però.
Avrei voglia di distendermi al tuo fianco per lasciare che il tuo abbraccio mi faccia dimenticare tutto.
Sono sbagliata, i miei pensieri sono sbagliati. Non dovrei volerti: ho già qualcuno al mio fianco che a me ha giurato amore, a me ha dedicato tutto se stesso.
Eppure continuo ad errare, su consiglio di quei tuoi occhi felini.
Sorridi, svelando quel lieve difetto che ti rende unico. Quella perfetta imperfezione che non riesce a scoraggiare il mio desiderio di baciarti, finalmente, dopo intere notti di agonia nella speranza che i tuoi sentimenti siano svelati e scoperchino a loro volta il vaso di Pandora che oramai è divenuto il mio cuore.
"Devo dirti una cosa, ma non credere che io sia ubriaco" dichiari ad un tratto, strappandomi, fortunatamente, dal fango vischioso dei miei pensieri.
Inclino leggermente il capo, osservandoti incuriosita, mentre, nel mio petto, quel muscolo involontario ed infido decide di dimostrare la propria dote ginnica.
Annuisco, che altro potrei fare?
Non ricordo esattamente le tue parole: il mio udito si è soffermato su quelle melense quanto immensamente piacevoli sillabe che compongono un chiaro "Mi piaci".
E da esse temo che il mio cervello abbia optato per un black-out.
Lo stomaco, vuoi per la troppa vodka, vuoi per l'agitazione, inizia a contorcersi, avvolgendosi su se stesso in spire che mi impediscono di riprenderne il controllo.
Mi sento male, ma è un dolore sordo e piacevole.
Sposto lo sguardo, non riesco a sostenere il tuo: lo poso sulle mie mani, che avevo lasciato in grembo: come se ne riprendessi coscienza soltanto adesso, ne avverto il gelo. Ho freddo, lo avverto nelle ossa.
Eppure striscia, quella piacevole sensazione di calore, acuita dal fatto che le mie membra siano ghiacciate: striscia, risale la gola, inonda la mia mente di luce, quasi essa fosse un prisma.
Tutto questo è qualcosa che non mi è permesso.
Esiste qualcuno che in me ha fiducia.
Che a me ha concesso di abbandonare la terra natale per inseguire un vago sogno, in una città lagunare che un tempo fu, dei miei avi, nemica.
Il letto geme.
Le lenzuola frusciano.
Un inatteso calore mi circonda in un morbido alone, confortevole. Raggiunge i miei polmoni e ad essi restituisce la capacità di trarre a sé l'aria, della quale da alcuni istanti non si nutrivano.
Il materasso si inclina leggermente, spostandomi all'indietro: è un attimo, ed il tuo petto diventa culla e scudo per il mio corpo scosso.
Nel tuo abbraccio mi perdo, annaspando invano alla ricerca di un appiglio in modo che la ragione continui a condurmi, invece di seguire qualcosa che non riesco a controllare.
Mi sovrasta, quest'onda, mi sommerge ed annega con il proprio sapore dolceamaro.
E' allora che la mia follia viene da te sigillata, prevalendo con prepotenza su tutto ciò in cui ho sempre creduto: un bacio, lieve, su questa mia gola assetata.
Un brivido è ciò che ottieni, un brivido è ciò che rivela la realtà.
Quel bacio rimane impresso a fuoco, un vivido quanto invisibile segreto di ceralacca sulla carta, sulla tua carta, che oramai la mia pelle è diventata.
In questa stanza spoglia e disordinata tu dai vita ad uno spirito che aveva rinunciato a vivere, che s'era rassegnato ad esistere.
Questa stanza spoglia diviene la tela candida dove noi iniziamo a tracciare il primo capitolo della nostra storia.

   
 
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