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Autore: La Fefe    28/03/2012    4 recensioni
Perchè loro erano amici, fratelli, sposi, amanti, peccatori e maledetti allo stesso tempo.
I° Classificata al Cloti Contest indetto dal Forum **StrifeHeart*
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tifa Lockheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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Accross The Universe
 
 
 
 
 
 
 
Nella sua vita Cloud Strife aveva sempre avuto poche certezze.
 
-Non tutti realizzano i propri sogni.
-Chi ci riesce non sempre è felice.
 
Almeno lui era originale.
Aveva tradito le proprie aspirazioni e la felicità sembrava fuggirlo ad ogni angolo.
 
Ventitre anni e un'età  ridicola ed insignificante rispetto agl'anni che avrebbero dovuto vivere loro.
 
Zack e Aeris.

Perfette ed indelebili immagini nella sua mente, fotografie smaglianti di un passato stupendo, tinto di grigio dalla crudeltà ironica della vita.
 
Che maniera patetica di stare al mondo la sua.
Sprecava il suo tempo a non vivere.
 
Quei due sorrisi, spenti dalla morte, pesavano sulle sue spalle come macigni seppur di bellissimo marmo bianco.
Renderli polvere sarebbe stato facile, lasciare che il tempo li divorasse sarebbe stato infinitamente semplice. 
Ma nel fondo del suo bieco riflettere Cloud sapeva di non poterselo permettere.
 
Li amava troppo per dimenticarli.
 
E del resto Tifa non si aspettava certo questo da lui. Cloud lo aveva capito da tempo ormai.
 
Certo una piccola parte di lei avrebbe desiderato che quei suoi due angeli non fossero mai esistiti tuttavia non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce perchè in fondo li aveva amati troppo anche lei.
 
Li custodiva nel petto con la stessa tenerezza di una madre, un tesoro raro e prezioso da lasciar risplendere in fondo all'anima.
 
Due che camminano in terra e due in cielo.
 
Così il destino aveva deciso. Insindacabile giudizio il suo.
 
Due immersi nel tempo, due nell'eternità.
 
Significava qualcosa questo, sia per Cloud che per Tifa.
Avevano ancora una vita da giocarsi. Ogni secondo era a loro disposizone.
Potevano ancora modellare il loro avvenire come fosse cera fusa.
 
Eppure...l'infinita possibilità dei casi invece che spronarli li atterriva.
 
Trascorrevano le loro giornate evitando il loro rapporto. Dubbiosi del cammino ed incerti nei passi.
Osservandoli l'uno accanto all'altra parevano tremare, soli sembravano dispersi.
 
Anche a Marlene e Denzel era evidente quella stasi.
Era una partita a scacchi tra sentimenti, una mossa troppo avventata e si sarebbe arrivati inevitabilmente allo scacco.
I bambini, nell'ingenuità della loro infanzia, credevano quindi di fare la cosa giusta lasciandoli una settimana soli andando in visita da Barret.
 
Così ora c'erano solo Tifa e Cloud, una casa vuota e sette giorni per affrontare una vita.
 
 
 
 
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La mattina era diversa ora. Nessuna Marlene agitata per la scuola, nessun Denzel curioso di conoscere i percorsi di Cloud.
 
Solo Tifa che cucinava pancake per due, pensando che è così che una moglie dovrebbe sentirsi preparando la colazione al marito.
Un pensiero distratto e felice che rifletteva per altro quello di Cloud seduto al tavolo con una cartina davanti e una penna tra le mani.
 
 
Guardarla delicatamente china sui fornelli solo per lui lo faceva sentire...ci pensò su un attimo...un uomo fortunato.
 
Ma lui poi lo era davvero un uomo?
 
Anagraficamente forse, di fatto non si poteva certo dire che avesse mai vissuto.
Per quanto sembrasse assurdo non aveva mai davvero imparato a camminare da solo.
 
Prima c'era stato Zack a sorreggerlo, poi Aerith..e adesso??
 
Non aveva bisogno di una guida se non se stesso.
 
Voleva camminare a fianco di Tifa, non dietro alle sue spalle. L'avrebbe sorretta lui.
L'idea era per lui semplice, del resto bastava ripescarla nella memoria, tuttavia metterla in pratica risultava estremamente complesso.
C'era un fattore imprevedibile.
 
Tifa.
 
Lo voleva al suo fianco?Anche se uomo a metà?
 
Sotto quelle iridi vermiglie Cloud tornava l'insicuro ragazzo di Nibelheim.
Lo affascinava e atterriva quello sguardo, nonostante per lui fosse sempre tinto di infinita dolcezza.
Lo stregava, l'unica cosa che poteva fare era ammetterlo a se stesso.
 
Ma poi lui la meritava?
 
Tifa era meravigliosa con tutti.
Marlene e Denzel la adoravano.
Yuffie la vedeva come una sorella maggiore e persino Vincent le riservava tutta l'attenzione dovuta quando apriva bocca.
 
Nonostante Cloud l'avesse vista più volte in azione sul campo di battaglia, non avrebbe mai smesso di ammirare quell'aura di tranquillità che sapeva emanare.
 
Lei rendeva le cose semplici.
 
Aveva reso normale vivere insieme quando non lo era, aveva accolto due figli benchè non ne fosse madre.
 
Anche le donne del quartiere ne parlavano quasi con lo stesso orgoglio che riservavano alle figlie. E Cloud era anche consapevole delle chiacchere sul suo conto.
La moglie del droghiere, una donna tutta d'un pezzo sulla sessantina, era anche arrivata a chiedergli quando si sarebbe deciso a sposare quella benedetta ragazza.
Una frase che gli era rimasta in testa tutta la mattina .
Ripensava proprio a quell'imbarazzantissima situazione mentre Tifa si sedeva di fronte a lui per versargli il pancake ancora caldo nel piatto.
 
 
Lo vedeva sempre così pensieroso ultimamente.
Però non era la solita faccia da "passato" era un corrucciarsi diverso, nuovo perfino per lei che avrebbe potuto dipingere quel viso perfetto ad occhi chiusi.
 
"A cosa pensi?"
 
Due occhi rossi che spuntavano appena da sopra la tazza di caffelatte in mano alla ragazza, si posarono curiosi su Cloud.
 
"Uhm.." una pausa per scegliere le parole giuste "...al futuro credo"
 
Lo sguardo di Tifa non trattenne la sorpresa, era una risposta inaspettata che instintivamente portò le sue labbra ad incurvarsi dolcemente all'insù.
 
"E' bello vero?"
 
"Cosa?"
 
"Fare progetti. Pensare che ci sia dell'altro ad attenderti. E' qualcosa che prima non potevamo permetterci di fare, non è così Cloud??"
 
Amava il modo in cui Tifa chiamava il suo nome anche quando non era strettamente necessario.
Lo faceva banalmente sentire se stesso, non l'eroe che aveva salvato il mondo, non l'aspirante soldier.

Solo Cloud.
 
Si riferiva a lui e a nessun altro in quel modo e in quei momenti, apparentemente insignificanti, lui la sentiva infinitamente sua.
 
Un leggero sorriso addolcì la sua espressione mentre le rispondeva: " Si è bello...e tu che progetti hai Tifa?"
 
Aveva marcato l'accento su quel suo meraviglioso nome nella speranza di essere suo per quell'istante.
 
Gli occhi cobalto di lui, ora più che mai interrogativi, l'avevano messa a disagio.
 
La verità era che in ogni  progetto di Tifa  l'unica costante era proprio lui, Cloud Strife.
 
Da quando si era alzata non aveva fatto altro che pensare a cosa avrebbero potuto fare insieme durante la settimana.
Idee stupidamente romantiche per lo più.
 
L'unica soluzione era optare per una mezza verità e così fece.
 
"Pensavo che potremmo andare da qualche parte in questi giorni"
 
Fu il turno di Cloud di sorprendersi.
 
"Intendi una gita?"
 
"Un viaggio più che altro...però se non ti va lo capisco, hai tanti impegni mentre a me basta girare il cartello chiuso e..."
 
Tifa continuava ad addurre pretesti logici per giustificare un suo eventuale rifiuto tanto che nel suo piccolo Cloud si sentì offeso.
A dir la verità la capiva, l'aveva talmente abituata ai suoi no da non aver diritto di biasimarla.

Voleva solo difendersi.
 
Da lui.
 
Quel pensiero gli fece male ma quel dolore in fondo al petto lo spinse a reagire d'istinto.
 
"Va bene."
 
"Cioè se non..." un battito di ciglia "Hai detto "va bene?"
 
Il biondo fece un cenno di assenso con la testa.
 
"Viaggerei senza meta se sei d'accordo?Però tieni presente che dovrò comunque fare qualche consegna qua e là."
 
Tifa annuì contenta cercando di trattenersi dal saltargli al collo entusiasta.
 
"Va benissimo."
 
Detto questo salì di sopra a fare le valigie.
 
 
 
***
 
 
 
La Fenrir giaceva pigramente sul cavalletto.
Una tigre dormiente in attesa di ruggire al comando del padrone.
 
Guardando la moto carica di bagagli Tifa si chiese quanto effettivamente dovesse pesare e quanta forza occorresse a Cloud per tenerla.
 
Con un dito tracciò il profilo della sella fino ad arrivare al manubrio.
La mano indugiò un attimo sulla manopola dell'accelleratore.
 
Le sarebbe piaciuto guidarla doveva ammetterlo.
 
La tentazione era troppo forte.
Con un leggero scatto saltò sulla moto e dopo aver controllato che Cloud fosse ancora dentro il locale a chiudere le varie finestre, tolse rapida il cavalletto.
 
Un errore madornale.
 
Pesava troppo, decisamente troppo per lei.
 
In un attimo ebbe il flash di se stessa che rovinosamente cadeva a terra in un tonfo sordo.
 
Chiuse gli occhi aspettando l'impatto che tuttavia non arrivò mai.
 
Alzò la testa solo per incontrare lo sguardo divertito di Cloud che la teneva praticamente in braccio mentre con la gamba bloccava la moto.
 
Le guance di Tifa andavano a fuoco mentre Cloud le faceva presente: "Sono trecentocinquanta chili comunque"
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
In sella mentre divorava l'asfalto la Fenrir sembrava tutt'altro che pesante. Volava.
 
E Tifa con lei.
 
Adorava la velocità,
 
Più che il vento tra i capelli amava sentire l'aria scivolare sulle guance e il rombo del motore sullo stomaco.
 
La faceva sentire viva.
 
Nella semplicità del viaggio si accorse di divertirsi davvero per la prima volta dopo parecchio tempo e se Cloud avesse potuto girarsi l'avrebbe vista ridere mentre stringeva le braccia attorno al suo petto all'ennesima accellerata.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Cloud doveva fare una serie di consegne a Gongaga e a Wutai pertanto l'itinerario si spostò da subito verso sud-ovest.
 
Avrebbero evitato Nibelheim, nessuno dei due aveva la forza di tornare in quel posto.
 
Tifa in particolar modo non aveva intenzione di ricordare come quella cicatrice si fosse impressa sulla sua pelle.
 
Non voleva affrontare quella parte di sè che ancora provava così tanta rabbia.
 
Cloud lo sapeva.
 
Per questo aveva inventato una consegna inesistente a Wutai.
 
In ogni caso Yuffie sarebbe stata felice di vederli.
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Gongaga era esattamente come la ricordavano: immersa nel verde e dall' aria fresca, perennemente rilassata.
 
Non a caso era la città natale di Zack.
 
Tifa non l'aveva conosciuto a fondo ma si era innamorata della sua spontaneità sorridente.
 
La faceva ridere. Inoltre le rare volte che l'aveva visto serio aveva capito che era una persona affidabile, una di quelle persone che vorresti al tuo fianco in battaglia.
L'amico che ti guarda le spalle anche con più attenzione di quanto non faccia con le proprie.
 
Cloud non parlava molto dei tempi dei soldier però da quelle poche parole spese per Zack Tifa aveva compreso l'affetto che li legava.
 
Rispettava troppo quel legame per chiedere a Cloud di fermarsi ancora nel piccolo villaggio.
 
Tuttavia fu Cloud a voler vedere i genitori di Zack.
 
Senza neanche bisogno che glielo chiedesse Tifa decise di non accompagnarlo.
 
"Fai quello che devi fare. Io aspetto qui"
 
Cloud la ringraziò con lo sguardo per la comprensione ed aspettò che la signora Fair gli aprisse per entrare.
La porta si richiuse dietro alle sue spalle delicatamente.
 
Nell'attesa Tifa si mise a guardare le nuvole.
 
Bellissime come sempre.

Un cielo limpido come quello non era immaginabile sotto la coltre scura di smog di Edge,  ci  si poteva quasi dimenticare della sua esistenza.
E quel ricordo blu faceva sentire leggero il cuore di Tifa.

Erano tante le cose belle di cui voleva ricordarsi.
 
Dopo circa mezzora la porta della casa si riaprì attirando l'attenzione della ragazza.
 
Tifa non sapeva cosa si fossero detti ma, a giudicare dall'espressione serena della donna, Cloud doveva aver condiviso i propri ricordi di Zack.
Mentre la raggiungeva il ragazzo aveva un' espressione rilassata in viso e per un attimo a Tifa mancò il fiato quando le prese la mano per portarla alla moto.
 
 
 
***
 
 
 
 
 
La tappa successiva fu Cosmo Canyon.
 
Red fu piacevolomente sorpreso della loro visita.
Per accoglierli a dovere organizzò un grande falò, accompagnato da una cena a base di specialità locali.
 
Per un attimo mentre gli abitanti si lanciavano in una danza attorno al fuoco a Tifa parve di vedere due occhi verde smeraldo sorriderle oltre le fiamme.
 
L'ultima volta che erano stati al villaggio Aerith era seduta lì con il suo vestito rosa confetto, tenera come una bambina.
 
Tifa ricordava bene quella scena perchè la ragazza sorrideva dolcemente a Cloud mentre lei ardeva più del fuoco di una gelosia per cui non poteva non provare vergogna ora.
 
Voleva bene ad Aerith.
 
La migliore amica che non aveva mai avuto.
 
Si incupì a quel pensiero.
 
"I falò fanno ricordare le cose più strane non è vero?"
 
La voce di Cloud la fece destare dai suoi pensieri.
 
"Me lo dicesti tu, non dirmi che non te lo ricordi Tifa?"
 
Lei sorrise.
 
In qualche modo non tutto era andato perduto.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
Tre giorni e arrivarono a Wutai.

Era sera e ad ogni porta splendeva una lanterna colorata.
La città era in festa per una qualche tradizione locale e appariva più bella e insolita che mai.
Le strade brulicavano di gente e qua e là erano allestite delle bancarelle.
Un vago aroma di spezie riempiva l'aria di un maggio inoltrato.
 
Parlando con l'oste della locanda in cui volevano soggiornare Cloud e Tifa appresero che Yuffie, o meglio la principessa, non era in Wutai.
Probabilmente era alla ricerca di qualche materia pensarono entrambi.
 
"Perchè non fate un giro alla festa??" insistette l'oste.
 
Tifa e Cloud si guardarono un po' scettici poi lei sorrise.
 
"Che dici Cloud?"
 
La cosa successiva che il ragazzo ricordò era di cammminare con Tifa tra la folla di gente, attento a non perderla di vista neanche un istante.
 
Era bellissimo.
 
Si sentiva... normale.
 
Visto da fuori sarebbe potuto essere un banalissimo ragazzo di ventanni che usciva la sera con la propria ragazza.
Ed ecco che la frase della vecchia signora tornava a farsi sentire.
 
"Cloud vieni c'è la bancarella dei pesciolini rossi!!"
 

Decisamente da sposare.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
Erano già cinque giorni che viaggiavano eppure nessuno dei due aveva intenzione di tornare.
 
Irresponsabili.
 
Nessuno dei due lo era da molto tempo.
 
Correvano in direzione di Costa del Sol. Ultimo attimo di paradiso prima di affrontare il vero motivo del viaggio.
 
Stretta all'uomo che amava Tifa sentiva i brividi correrle dispettosi sulla pelle.
 
Era il momento.
 
Si fermarono in una spiaggia poco lontano dalla città, era tardi infatti non c'erano più bagnanti e la luna, timida, si affacciava sul mare.
 
"Vuoi dormire qui?" chiese Tifa un po' perplessa.
 
"Non credo abbia importanza dove dormiremo stanotte.."
 
Gli occhi blu cielo di lui strinsero a se quelli rossi di lei.
 
La ragazza comprese che la partita a scacchi era finita.
 
Cloud avrebbe smesso di difendersi e lei avrebbe fatto lo stesso.
 
Con un cenno della testa Tifa si fece seguire mentre toltasi le scarpe si sedeva sulla sabbia leggermente umida.
 
Chiuse gli occhi, lei, le onde e Cloud.
 
Pensò che era un bel ricordo quello, da incorniciare prima che il suo cuore finisse in pezzi.
 
L'avrebbe rifiutata.
 
Cloud le si sedette accanto spaventato tanto quanto lei ma restio a mostrarlo.
Il capo di lei trovò l'incavo della sua spalla.
 
Non era l'ultimo tramonto della loro vita e tanto meno un cielo stellato quello sopra le loro teste...eppure i sentimenti erano gli stessi.
Quell'appartenersi doveva avere un senso.
Cloud ne era sicuro.
 
"Cloud ..noi cosa siamo?"
 
Le parole si erano perse nell'infrangersi di quell'onda davanti a loro tuttavia sia Cloud che Tifa sapevano di non poterle più ignorare.
 
Ne erano consapevoli, non c'era risposta a quella domanda.
Perchè loro erano amici, fratelli, sposi, amanti, peccatori e maledetti allo stesso tempo.
 
All'ennesima onda che terminava la sua corsa sul bagnoasciuga Cloud non riuscì a trattenere l'impeto che gli cresceva dentro.
 
La strinse a sè per poi stenderla sulla sabbia incurante dei granelli che le riempivano i capelli. Perle tra ciocche castane.
 
Tifa perse il respiro e neanche registrò l'attimo in cui Cloud si fermò ad osservare quanto fosse bella la sua Tifa.
 
Sua e di nessun altro.
 
Si sentiva sè stesso ora più che mai mentre la vedeva arrossire all'avvicinarsi dei loro profili.
 
Gli occhi lucidi di lei rendevano le sue labbra tremanti ancora più desiderabili.
 
Le prese il viso tra le mani e le diede quel bacio che da tempo le sua bocca anelava.
 
D'apprima un bacio dolce, quasi stupito di esistere, poi solo passione.
 
Tifa sentiva il proprio corpo fremere sotto quello di lui. Voleva di più.
 
Con quello che rimaneva della sua razionalità riuscì solo a sussurargli all'orecchio "Sono tua Cloud"
 
Poi si perse nel suono profondo delle onde.
 
 
 
***
 
 
 
 
Quando Marlene e Denzel tornarono si sorpresero di trovare il Seventh Heaven ancora chiuso.
 
Barret poco dietro di loro stava già ringraziando la fine di quel babysitteraggio full time quande lesse la targhetta appesa davanti al locale e inorridì:
 
 
 
Staremo via ancora per qualche tempo.
  
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