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Autore: Black Air    28/03/2012    5 recensioni
Piccola one-shot senza pretese, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale.
Enjoy!
[Feliciano centric]
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Let me go home ‎~






C’erano momenti, durante l’addestramento con Ludwig, in cui anche Kiku – il timido, efficiente Kiku – aveva bisogno dell’aiuto del tedesco, fosse per un consiglio o per un’informazione – la quale era sempre seria e sempre appropriata.
In quei momenti, Feliciano restava solo e disarmato (Ludwig aveva il giustificato terrore di lasciarlo da solo con un’arma) e allora i suoi occhi color nocciola – così simili eppure distanti da quelli di Lovino - si facevano vacui, e la sua mente scappava via da quegli orrori almeno per un po’.
Tornava a casa.

Casa era svegliarsi la mattina con la luce del sole che entrava dalla finestra in lame sottili – le tende erano sempre dischiuse per permettere a quei primi raggi di filtrare – e scegliere con calma cosa mettersi, non essere obbligati a indossare quella stupida divisa militare.

Casa era quando il rosso apparteneva solo ai pomodori di Lovino – e non al sangue di un soldato, amico o nemico.                           

Casa erano i racconti di Nonno Roma, d’inverno davanti al caminetto e d’estate all’aperto, sotto le stelle – Mentre lì invece i racconti erano solamente aneddoti di guerra, così vividi nel loro orrore da fargli venire gli incubi.

Casa era cucinare la pasta a ogni ora del giorno, nella cucina piena di sole – e non accontentarsi del rancio militare, tanto misero da farlo quasi inorridire.

Casa era suo fratello, sentirlo urlare e lamentarsi – Anche se in realtà voleva solo un abbraccio.

Casa era...



E in quel frangente lo scoppio di una granata più vicina delle altre, o l’urlo di un soldato morente - solo e sul campo di battaglia –  lo risvegliavano da quella pace così fasulla.

E mentre attorno a lui il mondo tornava a scurirsi e il campo di battaglia riprendeva il suo posto – saturo di urla, sangue, lacrime, guerra – il suo viso tornava ad assumere un’espressione infantile, la sua maschera si ripristinava e correva dal suo Doitsu, con le lacrimucce agli angoli degli occhi e le braccia tese – Perché lui era Feliciano, e questo era il suo ruolo.







Okay, sono emozionatissima! Questa è la mia prima fanfiction e vorrei tanto sapere cosa ne pensate!
Per il titolo mi sono ispirata ad una canzone di Michael Buble ( questa: 
http://www.youtube.com/watch?v=1M6Yt3VUh7I )
Grazie mille per aver dedicato anche solo un minuto a questo orrore!
Black Knight

 


 

   
 
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