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Autore: VictorianPuppet    28/03/2012    2 recensioni
Titolo originale: Underground (non preoccupatevi, sono sempre io!!)
26 novembre 2011.
Una serata qualunque per molti.
Ma davvero unica per quattro amiche.
Io, Elena, Sophie e Viola e il nostro primo concerto dei ThunderFire, la nostra band preferita!
Una serata qualunque, un posto come un altro, quattro amiche al concerto dei loro idoli.
Amiche che non sanno che l'universo ha una faccia nascosta che non conoscono.
E così si ritroveranno a precipitare nell'abisso per affrontare un mondo sconosciuto, con al loro fianco le persone più improbabili.  
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- WonderGround -



II
FALLING DOWN




 


- Mezzie?- la voce incerta di Elena rimbombava nell'oscurità.

Mi voltai di scatto verso dove proveniva la sua voce, dibattendo le braccia per trovare un appiglio solido, qualcosa, una qualunque cosa che potesse farmi da sostegno.

- Dove sei Elen...? Ah!-

Non feci neppure a tempo a finire la domanda che le tenebre lasciarono spazio a una luce bianca, chiarissima, che mi ferì gli occhi ormai abituati al buio. Mi portai una mano sul viso per ripararmi.

- Ma che diamine...?-

Poi i miei piedi scivolarono nel vuoto.

Con un urlo di stupore guardai in basso e vidi che il ruvido asfalto nero non era più sotto di noi, anzi, qualsiasi cosa ci fosse prima nel backstage era scomparsa. Sparita. Io ed Elena eravamo sospese nel vuoto, in una distesa di nebbia bianca.

Per un istante mi venne in mente quando ero in montagna e le grige nuvole passeggere ci inglobavano nascondendo tutto quello che c'era a distanza pochi centimetri, così che mi sembrava quasi di volare in cielo, in mezzo alle nubi.

Ma non ebbi neppure il tempo di passare dallo stupore alla paura che la forza di gravità iniziò a tirare il mio corpo verso il basso.

- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!-

L'urlo acuto di Elena si unì al mio e improvvisamente uscii da quella specie di torpore che mi aveva investita e mi ricordai di lei. Cercai la mia amica con lo sguardo, ma l'aria violenta che ci sferzava nella caduta mi faceva bruciare gli occhi fino alle lacrime.

- Ma che diavolo sta succedendooo?- sentii urlare la voce della mia amica.

- Credo che stiamo cadendo!- fu tutta l'ironia che riuscii a racimolare. Il cuore mi batteva a mille e il cervello mi si era paralizzato su un'unica idea.

Prima o poi dovevamo arrivare da qualche parte giusto?

Anche Alice, dopo essere caduta nella tana del Bianconiglio, era arrivata in una grande stanza.

Soffocai una risatina isterica per il paragone che mi era venuto spontaneo tra me e l'eroina del Paese delle Meraviglie.

Ma il vento mi sollevava con violenza i lembi della gonna nera a balze e la camicetta a mezze maniche, e mi faceva bruciare la pelle, così dovetti tornare presto alla realtà.

Seriamente... dove saremmo finite?

Quasi in risposta alle mie peggiori paure vidi che il terreno scuro si stava avvicinando progressivamente, prima lontano e sfocato attraverso la nebbia e poi sempre più nitido. Subito la mia stupida mente mi proiettò l'immagine di me che cadevo sfracellandomi al suolo. Cancellai subito quel pensiero.

- Ci schianteremo.- mormorai atona.

Sempre più vicino... Mancavano al massimo trenta metri. Chiusi gli occhi, strinsi forte i denti e mi preparai all'impatto mortale.

Ma tutto quello che sentii fu un leggero colpetto, come se qualcosa mi stesse improvvisamente portando verso l'alto, contrario alla forza di gravità.

Mentre ancora cadevo la mia velocità diminuì considerevolmente e finalmente riuscii ad aprire gli occhi e a guardarmi attorno.

A qualche metro da me Elena aveva la faccia di una che ha appena visto un fantasma, ma una luce speranzosa accendeva i suoi grandi occhi azzurri mentre guardava in basso.

Inaspettatamente toccai il suolo prima con un piede e poi con l'altro, delicatamente, come se avessi fatto solamente un saltello giù dal marciapiede.

Mi buttai a sedere incurante del terreno freddo e mi strinsi forte le ginocchia al petto, cercando di riprendere fiato e di riattivare la circolazione.

Elena atterrò poco dopo e si lasciò cadere sulle ginocchia, scossa da conati per la mancanza d'aria. Era stato un po' come andare su montagne russe a caduta libera, solo con un po' meno protezioni.

- Tutto bene?- le chiesi ancora con il fiatone. Elena annuì appena. - Certo che me lo immaginavo diverso, un backstage!- ribattei cercando di tirarle su il morale.

La mia amica sollevò la testa con un'espressione da zombie, e si passò l'indice sul collo, minacciandomi.

Nascosi il viso tra le ginocchia e iniziai a ridacchiare in modo isterico, ancora scossa per la caduta.

Quando ne ebbi abbastanza sollevai lo sguardo.

Quindi dove eravamo finite?

  
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