Sì, questa è una one-shot che contiene una velata MakaxGiriko, velatamente -pure- un po' porno.
Sì, lo so...ho qualche problemino con la mia dipendenza dalla crack-pairing.


Order

Giriko era pienamente consapevole che il suo stile di vita era poco consono alle leggi di ordine pubblico.
Ed era ancora più consapevole che tutto ciò, un giorno, lo avrebbe portato ad avere seri problemi con la legge ed i loro tutori. A dire il vero, era certo che sarebbe stato buttato in gattabuia quanto prima.
Ma non gliene fregava un emerito cazzo, quindi proseguiva imperterrito a fare ciò che più gli piaceva.
Come bere, ad esempio.
O meglio: bere schifosamente tanto.
Che, poi, era esattamente quello che aveva fatto fino a due minuti prima e se avesse avuto modo avrebbe proseguito ancora, se solo la bottiglia che teneva in mano non fosse stata fastidiosamente vuota.
Ringhiando una mezza imprecazione la buttò per terra e, questa, incassò con un suono sordo il colpo, rotolando, poi, lungo il viale.
L'uomo grugnì, insoddisfatto dal fatto che non si fosse rotta.
Sarebbe stato più divertente vederla andare in pezzi, esplodendo in vari frammenti.
"Hey!" una voce seria lo fermò sul posto, "Non si deve buttare l'immondizia per terra" proseguì la stessa voce, irritandolo mortalmente.
Messo repentinamente di cattivo umore, Giriko si voltò di scatto.
Di fronte a lui, a braccia incrociate, se ne stava una ragazzina di circa quattordici anni con i capelli biondi stretti in due codinetti e la classica divisa scolastica che faceva tanto da scuola prestigiosa.Al fianco pendeva una piccola tracolla.
"Lasciami in pace, mocciosa" commentò rauco, per nulla interessato dalla sua interlocutrice.
"Hey!" lo richiamò di nuovo lei. Con lo stesso identico tono di prima.
Giriko strinse i pugni con forza.
"Non ignorarmi" proseguì, petulante, la ragazza.
L'uomo si voltò un attimo a guardarla di nuovo, ma, ancora non ci trovava nulla che la rendesse degna della sua benchè minima attenzione.Per un attimo vagliò l'idea di imprecarle contro con rabbia, magari per il gusto di spaventarla e vederla tremare come una fogliolina.
Quando, però, vide lo sguardo deciso della fastidiosa interlocutrice sentì un impulso violento partire dalla sua testa ed impossessarsi del suo corpo.
Con un gesto fulmineo e bestiale la raggiunse, coprendo in pochissimo la distanza di tre passi che intercorreva tra loro, e le imprigionò entrambi i polsi con una mano sola, inchiodandola al muro.
"Senti un po', ragazzina" ringhiò, avvicinando il proprio volto al suo, e mettendo tutto il disprezzo che provava in quell'ultima parola "Non accetto prediche nè voglio essere addomesticato" proseguì con lo stesso tono, mentre poggiava la mano libera sopra il lembo di carne appena sottostante al bordo della gonna, giusto per spaventarla un po' "Da una come te" le soffiò sull'orecchio, mentre la mano saliva pericolosamente ad alzare un po' la gonna, di stoffa leggera "Chiaro?"
Quando sillabò l'ultima parola si distanziò un po' da lei ma per sua grande sorpresa Maka non aveva minimamente nè abbassato lo sguardo nè perso quel suo cipiglio deciso, tipico da saputella, che lo mandava tanto in bestia.
Presto da un moto di rabbia interna strinse, per impulso istintivo, la carne della sua gamba ottenendo una piccola reazione da parte sua.
Probabilmente aveva esagerato e le aveva fatto male.
Per un istante accarezzò l'idea di aumentare ancora la pressione, così da vedere che effetto avrebbe sortito. Magari avrebbe perso tutta quella sua sicurezza.
Ma i vistosi occhi verdi della ragazza non mostravano nè segni di cedimento nè le crepe tipiche della paura.
Per un attimo gli venne voglia di sbranarla. Letteralmente.
"É chiaro" replicò, in fine, lei.
La risposta ricevuta mandò Giriko, per un attimo, in confusione e senza farci caso allentò la presa.
"Ma io, come cittadina, ho un dovere morale da compiere!" continuò decisa, approfittando del silenzio dell'interlocutore, "Quindi vorrei chiederle, di nuovo" e qui enfatizzò con una certa convinzione le ultime due parole, a sottolineare tutto l'intento di voler continuare, se fosse stato necessario, ad insistere, "Di raccogliere quella bottiglia. Per cortesia" ancora una volta sottolineò le ultime due parole della frase, marcandole con un enfasi, forse, pure eccessiva.
Giriko per un attimo si ritrovò indeciso se maltrattarla fino a farla piangere o se ridere per la sua, quasi idiota, testardaggine.
Optò per la seconda e scoppiando in una fragorosa risata si staccò dalla ragazzina.
"Sei cocciuta, mocciosa" le ringhiò contro, sorridendole con una ferocia che tradiva quanto poco fosse rassicurante quella sua allegria "Tornata tra sette, anzi no, dieci anni. E poi io e te riparleremo ancora, di questa cosa" concluse, con un ghigno che alludeva che la questione da riprendere non era certo quella della bottiglia, per poi voltarsi ed andarsene.
Prima di sparire dietro all'angolo del vicolo si premurò di dare un brutale calcio alla bottiglia galeotta, mandandola in frantumi.
Maka, piantante la mani sui fianchi, sbuffò sonoramente.
Ora le sarebbe toccato raccogliere i cocci.



Spero, con tutto il cuore, di aver reso Maka IC. Almeno al 20%.
Questa ff l'ho riletta venti volte e in dieci di queste letture mi è sembrata abbastanza IC, anche se con qualche dettaglio da sistemare; nella altre dieci letture l'ho trovata completamente -o quasi- OOC.
Spero, quindi, sia IC anche perchè non amo l'OOC non giustificato, soprattutto quando il mio intento era fare un personaggio IC. E comunque ammetto che le battute che le ho fatto dire non mi convincono tutte, alcune mi sembrano forzatucce.
Su Giriko sono un attimo più sicura, ma anche lì credo sia tutto da vedere.
Insomma, ditemi voi! Io non sono in grado di valutare decentemente questo lavoro (T^T) lascio quindi a voi, miei 23(magari!) lettori l'ardua sentenza.
Ah, quel "la bottiglia galeotta" fa riferimento a "galeotto fu quel libro". Non chiedetemi perchè ho fatto un simile aulico(e qui ringrazio il vocabolario ed il suo supporto, non solo morale) riferimento in tale lavoretto da nulla.
Mi andava e mi ispirava farlo, quindi l'ho fatto.
Ora finalmente levo le tende, arrivederci(forse) miei cari lettori.