“Cosa sta succedendo, Albus? È stata aperta davvero?”
Il professore di pozioni continuava a camminare avanti e indietro per tutto lo studio del preside.
“Ho paura di sì, Severus. Le scritte sui i muri e le aggressioni mi portano a pensare che la Camera dei Segreti sia di nuovo stata aperta.” Rispose Silente, senza alzare gli occhi da un giornale di lavori a maglia.
“Scommetto che hai già un’idea su chi possa essere il colpevole…”
Il preside fece un mezzo sorriso. “Riponi troppa fiducia in me, ragazzo mio. Comunque, ho le mie ipotesi.”
“Sentiamole, allora! Non mi pare il momento di fare l’enigmatico, come tuo solito!”
“Voldemort, chi altri?!”
A quelle parole, Piton si fermò si colpo e lanciò un’occhiata al suo mentore.
“Il Signore Oscuro non c’è più!”
“Devo ricordarti l’anno passato, Severus? Come Voldemort ha tentato di tornare in vita?”
L’insegnante si pozioni si passò una mano davanti agli occhi.
“Se anche fosse, come hai intenzione di fermarlo?”
“Voglio solo che i miei studenti siano al sicuro…”
“Come?! Se il Signore Oscuro sta attaccando dall’interno, nessuno è al sicuro. Non sanno nemmeno difendersi!”
“A questo si può rimediare.” Disse placidamente il preside, con un mezzo sorriso.
Piton inarcò un sopracciglio. “Cosa…”
Il bussare lieve alla porta dell’ufficio, lo interruppe.
“Avanti!” ordinò Silente, senza smettere di guardare di sottecchi il suo collega, che sgranò gli occhi quando i trovò Gilderoy Allock davanti.
“Buongiorno! Voleva vedermi preside?”
“Sì Giledroy. Alla luce degli ultimi avvenimenti, ho pensato di istituire un Club dei Duellanti con lo scopo di insegnare gli incantesimi base di difesa ai nostri studenti.”
Ci fu un momento di silenzio, nel quale si poteva sentire chiaramente Fanny mentre puliva le sue piume.
“Essendo lei l’insegnante di Difesa contro le Art Oscure, potrebbe fare qualche dimostrazione. Ovviamente il professor Piton si è offerto come suo assistente.”
A quelle parole, Severus spalancò la bocca e incenerì con lo sguardo Albus.
“Bene preside. Spero solo di non fare troppo male al nostro insegnate di pozioni!” e Allock diede una manata sulla schiena di Piton, che strinse le palpebre per trattenere l’istinto di schiantarlo.
“Quando vuole cominciare, preside?”
“Tra un’ora esatta, Gilderoy. Credo che debba andare a prepararsi.”
“Certo! A più tardi Severus!”
Una volta che Allock fu uscito dallo studio, Piton aprì gli occhi e appoggiò le mani sulla scrivania del preside.
“Stai scherzando, vero Albus? Vuoi affidare i tuoi studenti a lui? Lui che non riesce neanche a gestire quattro folletti della Cornovaglia?”
Silente rise di gusto. “Per questo ho deciso che saresti stato tu ad assisterlo: per fare in modo che non faccia disastri.”
Piton fece una smorfia. “Allora, visto che sono così capace, perché non mi dai la sua cattedra? Lo sai quanto sia inutile e deludente quell’uomo!”
“Non ho intenzione di tonare sull’argomento. Avrai la tua cattedra, al momento opportuno. Adesso, credo che tu debba andare a prepararti: hai un duello da affrontare.”
Severus gli lanciò un’occhiata sprezzante e si voltò. Si avvicinò alla porta, la aprì, ma prima di chiudersela alle spalle la voce del preside lo fermò.
“Un’ultima cosa, ragazzo mio: vorrei avere ancora intero il professor Allock dopo questa giornata. Vacci piano con lui, cerca di controllarti: quell’uomo non ha un decimo della tua forza.”
“Vedrò cosa posso fare…” sussurrò Piton a denti stretti, uscendo dallo studio, mentre Albus scoppiava in una fragorosa risata e tornava a concentrarsi sui suoi lavori a maglia.