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Autore: Darkshin    29/03/2012    8 recensioni
Piccolo momento di relax in casa Shikamaru e Temari, anche se il padrone di casa non la pensa proprio allo stesso modo... riuscirà la ninja di Suna e far cambiare idea al genio?
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Anche le seccature non sanno fare tutto


Shikamaru non osava nemmeno guardarsi attorno, ma continuava a tenere lo sguardo fisso allo specchio del bagno davanti alla sua faccia che doveva ammetterlo, nonostante ci provasse a sembrare la solita era venata da una sottile ansia.
Kami, perché era toccata a lui una donna del genere?
Era appena uscito dalla doccia e si sentiva particolarmente in pace con il mondo; magari si sarebbe messo una maglietta di cotone e s sarebbe fiondato sul divano preferito, lasciandosi cullare da un sottile alito di vento. La sua immaginazione, quando concerneva riposi, sonnellini, penniche e annessi e connessi aveva un che di straordinario.
Però, però.... c’è sempre un però nella vita di un uomo che convive con una donna.
Il prolungato periodo di pace post-guerra doveva averlo rammollito, oppure Temari era semplicemente una ninja cento volte migliore di lui, come gli ricordava di continuo: fatto sta che, appena messo piede fuori dal box doccia, non aveva fatto in tempo a prendere nemmeno un asciugamano per coprirsi che la sua dolce -dolce?- metà l’aveva scaraventato su una sedia.
Sedia su cui sedeva in quel preciso momento, proprio davanti ad uno specchio che rifletteva la sua immagine sconsolata e quella della sua donna, con l’espressione di un grosso gatto che stia sadicamente pensando a come infierire su un piccolo topolino alla sua mercè.
“Tem...” piagnucolò il moro.
Il ragazzo non provò nemmeno a chiamarla “seccatura” o con un altro dei numerosi epiteti che aveva coniato per lei nel corso degli anni, puntando sulla dolcezza di un diminutivo.
Speranza vana.
La ragazza alzò un indice, ammonendolo di fare silenzio prima di abbassarsi.
Shikamaru strinse gli occhi quando sentì le sue mani su un punto particolarmente delicato: non capiva che gusto ci provasse, anche se aveva ormai capito che costringerla a desistere avrebbe portato solo a ripercussioni più gravi la prima volta utile.
In fondo al cuore, amava quei momenti di intimità e non avrebbe fatto tante storie.... se solo Temari fosse stata capace!
Ormai cercava di accontentarla il più possibile, perché sapeva che la colpa era solamente la sua: era stato lui, dopo la prima volta, a suggerire nemmeno troppo velatamente di lasciar perdere e che c’erano cose in cui lei non eccelleva. Grande errore. Grandissimo errore.
L’aveva capito circa tre secondi dopo, troppo tardi perché potesse difendersi dall’assalto della bionda e da allora ogni momento, secondo la contorta psiche della dolce metà, era stato buono per dimostrargli che lui si sbagliava e chelei aveva ragione.
“Ahia! Ah...! Fai piano, seccatura!”
“Quante storie...” sbuffò con sufficienza la consorte “Sei ancora un ragazzino, credi di avercelo solo tu? Sai quante volte l’ho fatto ai miei fratelli? Loro non si sono mai lamentati...”
“L’hai fatto prima o dopo che Gaara si convertisse a santo protettore del villaggio?”
Frase un po’ indegna di lui, dettata più dal fastidio delle mani di Temari dove non doveva che dal fatto che lo pensasse sul serio; comunque si era meritato l’ennesimo strattone che gli fece stringere gli occhi in una smorfia da tortura medioevale.
Almeno, doveva riconoscerlo, si metteva d’impegno per renderlo soddisfatto del risultato: lui non sarebbe mai stato capace di tanto: se Temari gli avesse mai detto che non era in grado di fare qualcosa, avrebbe risposto che avrebbe cercato uno adatto a farla o avrebbe alzato le spalle.
Finalmente il moro sentì che l’opera era conclusa: incerto, si risolse ad aprire gli occhi.
Temari era raggiante, convinta di avere compiuto il suo capolavoro più grande; lui non la pensava esattamente allo stesso modo e si passò sconsolato una mano dietro la nuca, dove spuntava un obbrobrio di forma indefinita.
Se Temari non avesse imparato a fargli il codino come si deve, sarebbe diventato calvo a trent’anni, ne era convinto.


ndDark: come direbbero con un meme... "true story": la realtà è la più grande fonte di ispirazione per uno scrittore.
Spero perdonerete il piccolo momento demente :-)
  
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