What a beatiful game
Ciel, ogni singola mattina, si svegliava col sole -il pallido e grigio, raramente davvero brillante sole di Londra - che entrava dalla finestra, la quale veniva premurosamente aperta per permettere un ricambio d’aria - aria umida, gelida d’inverno e soffocante d’estate -.
A quel punto il demone si voltava, gli occhi cremisi che lo squadravano allegri - Ciel sapeva quale tipo di allegria, maliziosa e fintamente riverente nei confronti di colui che un giorno sarebbe diventato il suo pranzo -.
E così cominciava una nuova giornata per il Cane della Regina – un cane, nient’altro che un cane obbediente e fedele verso le sue catene - pronto a investigare in giro per la città di Londra dove, al pari di molte altre, nulla era ciò che sembrava.
Ognuno celava un proprio segreto, e come in una competizione suicida cercava di scoprire quelli altrui – perché quello era l’unico modo per vincere quel gioco intrigante e senza regole -.
E Ciel, che da bravo bambino era sempre pronto a giocare, in quella folle scacchiera era il Re. Lottava contro pezzi folli, e ad ogni vincita, ad ogni distruzione, corrispondeva un sottile piacere perverso.
Lui era un Re, pezzo forte e debole allo stesso tempo.
Un re che ben presto avrebbe dichiarato lo scacco matto.
Ola! Eccomi qui con una nuova storia, naturalmente Ciel centric!
Ed, oh, il finale è volutamente ambiguo.
Spero che sia di vostro gradimente...mi piacerebbe avere un parere!
Sono 211 parole escludendo il titolo...almeno secondo il contatore di Word!
Black Knight