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Autore: boll11    30/03/2012    1 recensioni
"Non ricordava di essere mai stato così furioso.
Se fosse stato uno che si gettava in terra a scalciare come un cavallo con le coliche, quello sarebbe stato proprio il momento giusto..."

(si svolge durante la puntata 3x14)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note: Prima flash su Glee. Ogni volta che inizio a scrivere su un nuovo fandom mi sembra come se dovessi scalare l’Everest a mani nude! Una fatica improba. Se poi la tua beta adorata ne scrive già così bene da tempo, subentra anche una certa timidezza e l’ansia da prestazione. Eppure, dopo aver fatto una maratona concentrata di tutte le puntate girate finora (58?) qualcosa dovevo fare. Scrivere mi sembrava la più praticabile.
Ci riproverò? Non so.
Grazie Ny per aver aggiustato questa cosettina che già definisco un’estrazione dentale self made.  E speriamo di non aver sfigurato!


 

Miele



Non ricordava di essere mai stato così furioso.
Se fosse stato uno che si gettava in terra a scalciare come un cavallo con le coliche, quello sarebbe stato proprio il momento giusto, visto che sentiva la rabbia scalpitare proprio al centro dello stomaco in un nodo doloroso.
Ma aveva costruito redini robuste per esercitare la sua pazienza. Solo sul palco lasciava uscire insieme alla voce, la sua inquietudine e la sua voglia di poter esagerare. Almeno per il tempo di una maledetta canzone, fosse una zuccherosa o quel dannato fiele.
Eppure a volte non gli bastava.
Se solo provava a chiudere gli occhi mentre cercava di sputare fuori il dolore, vedeva il volto di Sebastian e provava una vergogna così furiosa e cocente che gli bruciava la gola come fuoco liquido.
Si era fidato di lui, diamine, era uno dei Warblers!Quando si è vissuto in un mondo praticamente perfetto come la Dalton una vigliaccata come quella ha il potere prorompente di un terremoto.
Se non ci fosse stato Kurt forse la sua rabbia avrebbe tracimato, ma lui era lì ad ascoltarlo. Così solido. Il suo punto fermo.

Era talmente rabbioso che quando chiuse la gola sulle ultime note serrando la mascella con uno scatto secco non si sentì per nulla meglio.
Solo tanto stanco e tanto arrabbiato.
Rimase fermo, le braccia lungo i fianchi, e allacciò due dita all’asta del microfono con l’impulso di afferrarla e di gettarla lontano, combattendolo nello stesso istante in cui lo sentì nascere.
Non riusciva neanche ad alzare lo sguardo.
Sentiva la scarica di adrenalina sciogliersi liquida sotto le suole e lasciarlo esausto, spento.
Avrebbe mai imparato?
Se lo diceva sempre, ogni volta.
Sarebbe riuscito ad essere più accorto, più scaltro, un po’ meno fiducioso, un poco meno idiota, insomma?
Strinse le dita con forza attorno all’asta e poi le sciolse con un sospiro.
Mai.
«Appunto!»Ogni volta se lo chiedeva con stizza e ogni santa volta era pronto a tornare a ridere e ad aver fiducia in tutti e a non comprendere perché mai volessero, alla fine, cacciargli a viva forza un cucchiaio di dannato sciroppo giù per la gola.
Scosse la testa e, a dispetto di tutto quel livore, sorrise amaro.
Era irrecuperabile.
Sollevò il viso a cercare Kurt, ma la sedia era vuota.
Percepì il suo respiro prima ancora che le sue braccia gli si allacciassero ai fianchi.
Si abbandonò contro il suo petto reclinando la nuca sulla sua spalla.
«Sei sicuro di star bene?»
Annuì.
«Mi sembrava non volessi preoccuparti di Sebastian…»  Gli soffiò all’orecchio Kurt.
«Infatti. Pensavo a me»sospirò Blaine di rimando. «Sono un tale disastro!»
Lo sentì ridere e solo per questo gli sembrò che tutte le sue inquietudini fossero inconsistenti.
«Sei adorabile, invece»gli rispose Kurt stringendolo a sé con più forza. «Proprio così come sei.»«Inconsistenti…»pensò ancora Blaine mentre avvertiva le labbra di Kurt premere contro l’orecchio in un bacio lieve.
«E poi, non sono io la tua fortuna?»lo ascoltò bisbigliare ancora muovendo le labbra talmente vicine all’orecchio da farlo rabbrividire.
Non c’era bisogno di rispondere. Kurt doveva saperlo come lo faceva sentire.
Doveva sapere che a stare con lui era come mandar giù ogni cattiveria con un bel cucchiaio di miele.

  
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