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Autore: Airaly    30/03/2012    1 recensioni
"La pioggia colpiva insistente la città, una Londra stanca, assopita, ma non del tutto addormentata. Poco lontano dal centro, in una modesta casetta londinese, un Drago stava compiendo il suo destino. Ripose con cura gli strumenti al loro posto, controllò nuovamente la casetta. Era tutto in ordine. Aprì la porta, e subito fu investito dal ruggito del vento e della pioggia battente, quasi come lo stessero accusando. Il Drago ignorò le grida impazzite del vento, invece, incamminandosi, tese le orecchie per ascoltare le urla silenziose della morte che festeggiava nell'appartamento. Quello era il coro che avrebbe accompagnato la sua ascesa."
Perché dovevo rendere onore a Thomas Harris.
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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La pioggia colpiva insistente la città, una Londra stanca, assopita, ma non del tutto addormentata. Poco lontano dal centro, in una modesta casetta londinese, un Drago stava compiendo il suo destino. Camminava per le stanze tranquillo, rilassato, come un padre di famiglia che torna a casa dopo una giornata di lavoro. La mente dell'uomo corse subito alla famiglia Leeds, un'altra che aveva reso partecipe della sua Gloria. Ripose con cura gli strumenti al loro posto, controllò nuovamente la casetta. Era tutto in ordine. Guardò nuovamente la famiglia Leeds. Si sentiva euforico, era sempre più vicino all'Avvento. Aprì la porta, e subito fu investito dal ruggito del vento e della pioggia battente, quasi come lo stessero accusando. Il Drago ignorò le grida impazzite del vento, invece, incamminandosi, tese le orecchie per ascoltare le urla silenziose della morte che festeggiava nell'appartamento. Quello era il coro che avrebbe accompagnato la sua ascesa.

 

John dovette far appello a tutto il suo autocontrollo. Anche stavolta. Il medico si era sempre considerato una persona paziente, ma questa volta il puzzo era allucinante. Questa volta era troppo. Sbatté la porta del bagno con forza, lasciandosi alle spalle il tanfo orribile che gli aveva riempito le narici, poi si diresse con cipiglio assassino in salotto. Ed eccolo li, il suo stramaledetto coinquilino, un uomo assurdo che era entrato con prepotenza nella sua vita, stravolgendola senza ritegno.

"Sherlock" cominciò John, sul punto di esplodere dinanzi all'indifferenza più completa dell'amico nei suoi confronti, nonostante, ne era certo, sapesse benissimo il motivo della sua prossima, ennesima, scenata.

John non si era mai lamentato della sua nuova vita, la vecchia esistenza era decisamente noiosa a confronto, mai una testa in decomposizione nel frigorifero insieme ai pomodori, mai l'ombra di un'occhio nel microonde, mai un braccio amputato sotto le coperte a carezzargli la schiena, decisamente una vita noiosa, la sua, prima di incontrare Sherlock Holmes. Ma ogni tanto anche la normalità non gli sarebbe dispiaciuta.

Il coinquilino alzò gli occhi di ghiaccio dal giornale che stava sfogliando senza particolare interesse, e come sempre lo perquisì con lo sguardo, giusto per ripassare la storia della sua vita in meno di mezzo minuto.

"Qualcosa non va John?" chiese, apparentemente ignaro dello schifo che aveva combinato in bagno. Il medico sospirò:

"Sherlock, hai riempito la vasca di acqua bollente e, a giudicare dal puzzo, candeggina, dopodiché ci hai gettato dentro un mammifero di cui ignoro la specie, suppongo morto, o almeno spero che lo fosse."

"Ah, quello..." rispose atono il collega, gettandosi sul divano in uno svolazzo di vestaglia.

"Esatto, proprio quello Sherlock. Avresti almeno l'accortezza di ripulire quella roba prima che la signora Hudson venga a fare le pulizie? E' abituata ai tuoi esperimenti, ma mi dispiacerebbe rovinarle il vestito della mattina con quell'odore terribile"

"Non vedo perché dovrei" rispose Sherlock "la signora Hudson non è la mia governante, come spesso ribadisce, quindi niente la obbliga ad entrare nel mio bagno per fare le pulizie, non sei daccordo?"

"Lei non è la tua domestica, ma IO sono il tuo coinquilino, lei non condivide il bagno con te, ma io si. E come tale penso di avere il diritto di usarlo in santa pace quando ne ho bisogno! Sai, non mi piace sfogliare una rivista sul cesso mentre un criceto gigante si decompone a mollo nella mia vasca. Mi stai ascoltando?!

Mentre John si sgolava per interessarlo almeno un pò (senza successo) all'argomento, Sherlock aveva afferrato con decisione il telefono, iniziando ad armeggiarvici sopra con rinnovato interesse.

"John!" esclamò all'improvviso "sapevi che ieri dalle parti dell'Essex si è tenuta la fiera dei nachos?

"La fiera dei...che diavolo centra ora?!" "oh, centra tutto invece! E' proprio li che ho trovato il tuo criceto gigante, sai?" Si soffermò un secondo sull'ultima frase, poi continuò borbottando "mmmm, interessante, chissà se i criceti...

Il medico preferì ignorare le farneticazioni dell'amico dovute alla noia, andò invece a prendere il telefono del detective sulla scrivania, abbandonato dopo che il proprietario aveva trovato un'argomento più interessante cui dedicarsi (cosa succederebbe ad un criceto se venisse nutrito continuamente di nachos).

"Sherlock" John lesse il messaggio, ed un brivido gli corse rapido lungo la schiena. "E' Lestrade".

"Lestrade? Cosa vuole adesso?" sbuffò il coinquilino.

"Vuole che tu vada sulla scena di un crimine, poco lontano da qui"

"La mia presenza sulla scena di un crimine qualunque? Figuriamoci, sarò l'ennesimo delitto amoroso di un povero ubriacone divorziato, non è nemmeno degno della mia attenzione!" sbottò il detective, liquidando la faccenda con un gesto irrequieto della mano.

"Sherlock, la vittima non è una povera disgraziata qualunque, ma un'intera famiglia, e Lestrade non ti vuole per l'omicidio in se, quando per quello che l'assassino ha fatto alle vittime dopo la morte".

 

Un'ora dopo un taxi lasciò i due dinanzi all'umido vialetto d'ingresso della famiglia Leeds. La pioggia aveva smesso di frustare la città, ma il vento non accennava a smettere di ruggire, mentre il cielo già prometteva un nuovo temporale. Agenti della scientifica perlustravano inquieti il piccolo giardino inglese intorno all'abitazione, raccogliendo via via piccoli ed invisibili campioni.

Dalla porta aperta della casa uscì Anderson, pallido in viso:

"Adesso tocca a te strambo, sono sicuro che troverai la faccenda molto divertente" disse con una smorfia. Dopodiché li raggiunse Lestrade, anche lui visibilmente turbato.

"Era ora che arrivaste, i ragazzi qui hanno prelevato tutto il possibile, anche se per ora non siamo riusciti a capirci molto" disse.

"Immaginavo" disse Sherlock, entrando nell'abitazione.

La casa era un modesto terratetto, le vittime erano state trovate al piano di sopra.

"Qui sotto è tutto in ordine" spiegò l'ispettore "abbiamo cercato da cima a fondo ma non abbiamo trovato niente di veramente utile".

Il detective ignorò le parole dell'amico, estrasse la sua piccola lente tascabile dalla tesca e si mise al lavoro. Nel frattempo Lestrade presentò al medico la famiglia Leeds prima di morire.

"Padre, madre e due figli, fin'ora hanno avuto una vita regolare, nessun precedente, nessun piccolo reato, niente che li abbia resi noti alla polizia. Una famiglia facoltosa, il garage è pieno di inutili, costose stronzate, e secondo i vicini brava gente educata. Per adesso ignoriamo il movente che ha spinto l'assassino a fare tutto questo e..."

"Ispettore, dov'è il cane?" lo interruppe Sherlock, appena riemerso dal suo mondo di deduzione.

"Il cane? Qui non c'è nessun cane!" rispose.

"Acuta osservazione Lestrade, complimenti davvero. Esatto, non c'è alcun cane qua intorno, eppure in cucina ci sono ciotole, croccantini e biscotti, per cane. Dov'è finito il cane?" ripetè spazientito.

"Ascoltami" rispose stanco l'ispettore "quando siamo arrivati qui non c'era nessun cane o altro animale, se i Leeds avevano un cane sarà fuggito quando è entrato l'assassino, cosa ci importa a noi del cane?! Adesso vieni, è rimasta la parte che a me piace di meno, ma che a te piacerà da far impazzire". La risposta di Lestrade non aveva convinto Sherlock, che salì al secondo piano quasi distratto, con la fronte corrugata e gli occhi persi nel vuoto.

"E' così importante questo cane?" gli domandò John sottovoce mentre salivano le scale.

"Estremamente" rispose l'altro, senza aggiungere un'altra parola.

L'ispettore li guidò alla porta della camera da letto dei coniugi Leeds, poi si voltò verso di loro:

"La scientifica ha già preso tutto quello che ci serve, ma vi posso concedere solo cinque minuti.

"Saranno sufficienti" disse il detective, aprendo la porta. Immediatamente Lestrade lo afferrò per un braccio:

"So che trovi tutta la faccenda molto elettrizzante, e so che sarà inutile dirtelo, ma vedi di mantenere un certo contegno. Questa è una faccenda che scotta, le circostanze dell'omicidio fanno pensare ad un serial killer, un serial killer pericoloso che quasi sicuramente non si fermerà qui". Lestrade parlò velocemente, scuro in volto. Sherlock lo squadrò da capo a piedi, poi, senza rispondere, entrò nella camera. L'ispettore alzò gli occhi al cielo:

"Prova a farglielo capire, ti prego" disse rivolgendosì a John.

"Farò il possibile" rispose lui, seguendo poi l'amico in camera.

Quasi immediatamente John pensò alla guerra. Pensò all'Afghanistan. John pensò che di morti violente ne aveva viste parecchie. Era un ottimo medico, pensò, aveva sempre avuto dei nervi d'acciaio, le morti violente non lo aveva mai turbato. Ma quelle quattro figure appoggiate al muro macchiato di sangue, che ricambiavano il suo sguardo con le orbite vuote e sanguinanti, riuscirono quasi ad incrinare la spessa corazza costruita dal medico durante la guerra.

 

__________

 

Ed eccomi qui, mi presento con questa mia prima fanfiction! Diciamo non proprio la prima che scrivo, ma la prima che decido di pubblicare sul web. Partiamo quindi con qualche piccola delucidazione!

Come ho scritto all'inizio, questa storia è basta sugli avvenimenti raccontati in Red Dragon, bellissimo libro di Thomas Harris, che cosiglio a tutti coloro che non hanno ancora avuto modo di leggerlo. In questa storia vedrete i nostri eroi, Sherlock Holmes ed il fedele dottor Watson, alle prese con un particolarissimo serial killer. Come già detto è la prima fanfiction che pubblico, non vi chiedo di esser troppo clementi ma di considerare questo piccolo fattore nelle vostre critiche, che saranno tutte accolte senza problemi! E' un fandom divertentissimo su cui scrivere, ma ammetto che potrei non rendere al massimo i personaggi, data la loro personalità profonda e caleidoscopica, specialmente chiedo perdono ai/alle fans del dottor Hannibal Lecter, personaggio talmente interessante che potrei non riuscire a rendere al meglio la sua personalità con le mie modeste parole. Per oggi concludo qui, aggiornerò al più presto con un nuovo capitolo, scuola ed impegni vari permettendo! :)

Hila

  
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