Avevo scritto questa fic per il contest di "San Valentino" del Detective Conan Forum, forse avrei dovuto pubblicarla in un periodo più inerente, ma spero sia lo stesso di vostro gradimento.
Buona lettura,
myellin
13 Febbraio
- Osaka, Parco Sakuranomya, ore 18.31
-Mi dispiace,
proprio non riesco a venire, c'è bisogno di un grande
detective!
Ci sentiamo domani!-
Kazuha chiuse la
chiamata e guardò sconsolata il cellulare che teneva stretto
nelle mani calzate dai guanti, come se potesse cambiare qualcosa.
L'aria fredda le
pungeva fastidiosamente le gote e una gelida folata di vento
le scompigliò i capelli, eccezionalmente sciolti sotto il
capello di lana,
facendoli volare assieme ai primi fiocchi di neve che scendevano nella
scura serata di Osaka.
Sospirò:
davvero si era illusa che Heiji non avrebbe trovato un contrattempo
lungo la strada? Davvero non aveva messo in conto la
possibilità che un
omicidio sarebbe stato il contrattempo in questione?
Scosse la testa e
si alzò dalla fredda panchina del parco.
Possibile che un
ragazzo di 17 anni potesse attirare la morte come una calamita? Forse
l'amuleto
che gli aveva fatto proteggeva lui ma causava sfortuna agli altri...
Si
sistemò la borsa in spalla e strinse di più la
sciarpa al collo. La neve
scendeva soffice intorno a lei, piccoli coriandoli bianchi su un mondo
di
illusioni.
"Andiamo, Kazuha!
Non è la prima volta che succede, lo sai bene! E poi
non era mica un appuntamento, no?"
Le labbra si
contrassero in una smorfia, in risposta ai suoi stessi pensieri.
Era vero, non era successo niente di più di quello che
accadeva sempre, eppure
non aveva mai sperato così tanto che Heiji si presentasse.
13 Febbraio
- Osaka, Casa Toyama, ore 21.45
Nel caldo della
sua stanza, Kazuha continuava a fissare il piccolo pacchetto
rosso che aveva riposto sulla pila di libri di scuola, la testa
appoggiata al
braccio sulla scrivania. Forse non era stata una buona idea, forse
doveva fare
le cose come le aveva sempre fatte.
Accidenti,
maledetta Sonoko! Come aveva fatto a lasciarsi convincere da quella
pazza ragazza di Tokyo a comprare gli Honmei choco* per Heiji? Tutta
colpa sua
e dei suoi sdolcinati racconti sulla storia d'amore con Makoto!
"Ci vuole una mossa
decisa, mia cara!"
le aveva detto la
settimana passata, poco prima che le porte del Tokaido-Shinkansen si
chiudessero tra di loro "Adesso o mai
più!",
e Kazuha, come
una sciocca, ci aveva riflettuto per tutto il viaggio di ritorno verso
Osaka,
arrivando alla -insensata- conclusione di darle retta.
E così
eccola là, a guardare di traverso una confezione di
cioccolatini che, da
quando li aveva comprati un paio di ore prima, prendevano sempre di
più la
forma di una pessima idea.
Sbuffò,
la scatola che girava frenetica tra le sue dita. Ormai non poteva fare
più di tanto, il danno era fatto.
L'assordante
suoneria del cellulare la fece alzare di scatto. Con una grande
falcata raggiunse la borsa e si affrettò a cercare la fonte
di quel fastidioso
rumore.
-Sì?-
rispose annoiata, sedendosi sul letto.
-Indovina un po'?
Caso risolto! - La squillante voce di Heiji risuonò nelle
sue
orecchie. - Sto tornando a casa e...-
-Aspetta!- lo
interruppe Kazuha, un'idea segnata a fuoco nella mente - Dove sei
di preciso? -
-Eh? Nei pressi
del parco dove giocavamo da piccoli, ma perché me lo chiedi?
-
Kazuha non
badò alla sua domanda, concentrata a quantificare la
distanza da
casa sua a quel parco: se non si sbagliava, dovevano essere meno di
dieci
minuti a piedi.
-Fermati
lì, vicino all'entrata, chiaro? - gli disse categorica
mentre si
infilava un maglione sopra il pigiama e calzava un paio di scarpe da
ginnastica
- Ti sto raggiungendo e guai a te se non ti trovo!-
-Ma che..?!-
Chiuse la
chiamata prima che Heiji potesse replicare qualcosa e
indossò il
cappotto. Prese la scatola di cioccolatini e si precipitò
giù dalle scale.
-Torno subito!-
gridò ai genitori prima di uscire dalla porta.
Avvolse con poca
cura la sciarpa attorno al collo e iniziò a correre in
direzione del parco. Certo, non era il miglior modo per consegnare quei
cioccolatini, ma almeno il tormento sarebbe finito e sarebbero stati i
primi
cioccolatini che Heiji avrebbe ricevuto a San Valentino, non un numero
anonimo
tra quelli che le sue ammiratrici gli avrebbero consegnato l'indomani.
E
poi, con
un po' di fortuna, non si sarebbe neanche accorto che si trattava di
Homnei
Choco...
13 Febbraio
- Osaka, Parco, ore 21.52
Non aveva mai
fatto in così poco tempo quella strada, sarebbe stato il suo
nuovo record. Il respiro affannoso agitava la morbida lana della
sciarpa e il
cuore le batteva nel petto come un martello pneumatico, ma non era solo
per la
corsa: aveva appena notato Heiji, la schiena poggiata al muretto, le
braccia
incrociate e l'inseparabile cappellino in testa.
Kazuha si mise di
fronte a lui, le guance arrossate e il pacchetto stretto
nella mano.
Heiji la
guardò accigliato -Ti rendi conto che mi hai fatto aspettare
al freddo
e...-
Un dito di Kazuha
si pose delicato sulle labbra del detective. Il silenzio
arrivò subito e la confusione con esso.
La ragazza
sorrise e ripose la confezione di cioccolatini nelle mani guantate
dell'amico.
-Questi sono i
primi che hai ricevuto, chiaro? -
Detto questo,
Kazuha tornò sui suoi passi; se era possibile, stava
correndo
verso casa ancora più velocemente di quanto avesse fatto
prima, il cuore che
sembrava volerle uscire dal petto da un momento all'altro.
14 Febbraio
- Osaka, Cellulare di Kazuha, ore 00.02
Mai i primi
cioccolatini sono stati così buoni! A domani, -H
Un mese dopo
14 Marzo - Osaka, Parco Sakuranomya, ore 18.13
Kazuha camminava
in silenzio accanto ad Heiji, le sopracciglia aggrottate e la
bocca imbronciata.
-Si
può sapere cosa ti prende, oggi?-
Mai la voce di
quell'idiota dell'amico gli era sembrata tanto seccante come
quel giorno. Se n'era dimenticato, sicuramente! Altrimenti non le
avrebbe fatto
quella domanda! Non che si aspettasse qualcosa di spettacolare per il
White
Day**, ma almeno una piccola sciocchezza, come aveva fatto gli altri
anni, poteva
fargliela! Aveva sempre apprezzato tutto, dal disegno improvvisato che
le
faceva da piccolo, al pranzo che, "stranamente", le offriva solo in
quella ricorrenza, e, invece, oggi niente, zero assoluto.
Si
voltò verso di lui, lo sguardo truce che si mutò
in rassegnazione.
- Non mi hai
fatto proprio niente? - gli chiese, abbattuta, seguendo il filo
dei suoi pensieri.
Heiji
sospirò - Ero sicuro c'entrasse questo stupido White Day!
Sai che le cose
non si regalano per averne in cambio altre?-
-Non l'ho fatto
per un tornaconto!- rispose Kazuha arrabbiata, i pugni stretti
- Io ci tenevo davvero a darti quei cioccolatini, idiota!-
E senza che se lo
aspettasse, Heiji scoppiò a ridere. Lei sbarrò
gli occhi, una
vena cominciò a pulsare pericolosamente sulla sua fronte. E
adesso che aveva
quello stupido? Se non la smetteva gliel'avrebbe fatto ricordare,
"questo
stupido White Day!"
-Mi chiedevo
quando saresti scoppiata!- affermò Heiji tra una risata e
l'altra
- Ho aspettato tutto il giorno!-
-Cosa?-
Serrò le palpebre, cercando di trovare un po' di calma. Tra
poco non
avrebbe più resistito, l'avrebbe picchiato. Sicuramente
l'avrebbe picchiato.
Quandò
aprì gli occhi, un lungo nastro rosso dondolava a pochi
centimentri dal
suo viso, tenuto da Heiji che sorrideva sornione.
Kazuha lo prese
in mano, basita.
-E' per me?-
chiese, commossa. Allora non se ne era dimenticato, quell'idiota.
Strano come lo stesso epiteto che gli aveva affibbiato poco prima
suonasse in
maniera così diversa, in quel momento.
-No, scema,
è per tua nonna!- rispose il ragazzo, mentre continuava a
camminare
lungo la strada.
Ok, si era
sbagliata. Rimaneva sempre un vero idiota! Con veloci passi, Kazuha
si portò di nuovo al suo fianco, questa volta raggiante.
-Come mai un
nastro rosso?-
Heiji la
fissò un secondo, poi distolse lo sguardo, posandolo sui
grossi alberi
di ciliegio. Era forse imbarazzo quello che Kazuha leggeva nei suoi
occhi e nel
lieve rossore sul suo viso?
-Be', i tuoi
cioccolatini significavano qualcosa, no? Anche questo.-
La ragazza
divenne paonazza, aveva capito bene? Allora sapeva che quelli che
gli aveva regalato erano Honmei Choco! Sarebbe voluta sprofondare
lì, in quello
stesso punto, se non fosse che il suo cervello le evidenziò
le ultime parole
del ragazzo. Anche il nastro significava qualcosa. Si stava forse
riferendo
a...
-La leggenda del
filo rosso?***- disse in un fiato.
Heiji
scrollò le spalle e si abbassò la visiera del
cappellino da baseball.
-Può
darsi di sì, può darsi di no. Non puoi
semplicemente accontentarti?-
sbottò il ragazzo senza degnarla di uno sguardo.
Kazuha sorrise,
un sorriso a trentadue denti. Si aggrappò al suo braccio e
poggiò la testa alla sua spalla.
-Grazie, stupido
detective!-
Heiji non
rispose, ma era sicura che stesse sorridendo anche lui.
Appena arrivava a
casa, doveva assolutamente chiamare Sonoko per ringraziarla.
NOTE
*In Giappone, per la
festa di San Valentino, le ragazze possono
regalare ai ragazzi due tipi di cioccolatini, a seconda del sentimento
che li
lega. Gli "Honmei choco" sono legati al sentimento d'amore e vengono
regalati dalle ragazze ai ragazzi di cui sono innamorate.
Esistono poi i
"Giri choco": questo tipo di cioccolatini sono legati a
sentimenti meno intensi e vengono regalati ai colleghi, agli amici o al
capo
ufficio perché è considerato piacevole per gli
uomini ricevere anche questo
tipo di cioccolato.
**Sia che si
tratti di "Honmei choco" che di "Giri choco" è
tradizione che il White Day (il 14 marzo) gli uomini ricambino,
offrendo un
regalo alle donne da cui hanno ricevuto la cioccolato.
Fonte: www.sulgiappone.it/feste-giapponesi/san-valentino-giappone
*** In Giappone
si dice che ogni persona, quando nasce, porta un filo rosso
legato al mignolo della mano sinistra. Seguendo questo filo, si
potrà trovare
la persona che ne porta l'altra estremità legata al proprio
mignolo: essa è la
persona cui siamo destinati, il nostro unico e vero amore, la nostra
anima
gemella.
Le due persone
così unite, prima o poi, nel corso della loro vita, saranno
destinate ad incontrarsi, e non importa il tempo che dovrà
trascorrere prima
che ciò avvenga o la distanza che le separa,
perché quel filo che le unisce
non si spezzerà mai e nessun evento o azione
potrà impedire loro di
ritrovarsi, conoscersi, innamorarsi.