- Tipologia: Triple-Drabble (310 Parole)
- Binomio scelto: La Metafora e... il Portinaio
- Genere: nonsense
- Avvertimenti: /
- Rating: verde
- Credits /
- Note dell'Autore: è una storia assurda in modo esagerato, lo comprendo. Però, da quando mi è venuta in mente si è bloccata nella testa e se non la buttavo giù e pubblicavo non ero contenta. Probabilmente non piacerà, e quasi sicuramente la metafora non è descritta bene... ma ci ho voluto provare, anche se penso che come luogo non lo userò più XD Spero che si capisca chi sia il portinaio e che sia originale... Be', non tiratemi pomodori ç_ç
- Introduzione: Una sala scura che racchiude un grande tomo. Un portinaio particolare deciso a mettere ordine tra gli "strani inquilini" che arrivano a chiedere responsi.
Questione di ordine!
Quel mattino
c’era un vero e proprio caos nel corridoio centrale della
Società Grammatica e Sintassi. Parole di tutti i colori e
forme creavano un flusso ininterrotto in attesa che la porta della sala
Metafora si aprisse. Non dovettero attendere molto: con un tonfo i
battenti scarlatti si spalancarono e le parole entrarono provocando
ancor più confusione. La sala era scura e al centro
troneggiava un grosso tomo lucente sulle cui pagine bianche sostava una
grande piuma d’oca dorata. Il brusio prodotto dalla
moltitudine dei presenti fu interrotto dal tono imperioso di una voce
che sembrava provenire da ogni angolo del luogo. Seguì il
silenzio e la piuma d’oca si mosse, intinse la sua punta
sull’inchiostro nero e iniziò a vergare
freneticamente qualcosa sulla carta e, come per magia, la voce
risuonò ancora forte tutt’intorno.
« Suvvia, un po’ di ordine! Formate brevi frasi e comparite dinanzi a me, solo così potrò indicarvi la vostra dimora! »
Le parole iniziarono a mescolarsi tra di loro e, una volta pronte, avanzarono fino al tomo. La piuma d’oca sembrò guardarle e, per ogni frase, scriveva il suo responso.
« Nessun come è ammesso qui. Voi dovete uscire e recarvi da Similitudine, quella è la vostra sede! » disse una volta, facendo tinger di giallo la povera parola incriminata.
« Oh, ma qui c’è un errore! Gomma intervieni!!!! » strillò con voce acuta, scrivendo sulla pagina bianca tanti punti esclamativi colta da una strana frenesia.
La forma morbida e bianca di Gomma giunse rapidamente per fare il suo lavoro: cancellare la parola sbagliata. Questa impallidì, ma ben presto fu eliminata.
Così la piuma d’oca continuò nel suo lavoro di portineria e tutte le parole furono destinate alla loro rispettiva dimora, o cancellate.
A fine di giornata il tomo si chiuse e sulle pareti della gran sala brillarono parole dorate che costituivano deliziose metafore.
« Suvvia, un po’ di ordine! Formate brevi frasi e comparite dinanzi a me, solo così potrò indicarvi la vostra dimora! »
Le parole iniziarono a mescolarsi tra di loro e, una volta pronte, avanzarono fino al tomo. La piuma d’oca sembrò guardarle e, per ogni frase, scriveva il suo responso.
« Nessun come è ammesso qui. Voi dovete uscire e recarvi da Similitudine, quella è la vostra sede! » disse una volta, facendo tinger di giallo la povera parola incriminata.
« Oh, ma qui c’è un errore! Gomma intervieni!!!! » strillò con voce acuta, scrivendo sulla pagina bianca tanti punti esclamativi colta da una strana frenesia.
La forma morbida e bianca di Gomma giunse rapidamente per fare il suo lavoro: cancellare la parola sbagliata. Questa impallidì, ma ben presto fu eliminata.
Così la piuma d’oca continuò nel suo lavoro di portineria e tutte le parole furono destinate alla loro rispettiva dimora, o cancellate.
A fine di giornata il tomo si chiuse e sulle pareti della gran sala brillarono parole dorate che costituivano deliziose metafore.