Prologo

Era una giornata fresca, quando giunsi a Milano. Uscii dall’aeroporto e il vento mi scompigliò i capelli e mi fece rabbrividire.
-Copriti, non hai freddo?- chiese mia madre in italiano.
-No, sono a posto- risposi in inglese. Mia madre sbuffò.
Salimmo su uno dei taxi fermi davanti alle porte. Era bianco, non nero.
Passai parte del viaggio in silenzio, con le cuffie alle orecchie e lo sguardo fisso al paesaggio che cambiava fuori dal finestrino. A metà strada tolsi le cuffie –Dove diavolo abitano i nostri parenti?- chiesi in inglese per non far capire all’autista, stringendo il bordo del sedile.
-Ti ho già detto di parlare in italiano in Italia, se fossimo a Londra potresti parlare in inglese. Qua no!- mi urlò. Per tutta risposta mi rimisi le cuffie.
Mia madre è italiana. Ha vissuto in Italia fino all’età di 25 anni, poi ha deciso di lasciare tutto e tutti e di cercare fortuna in Inghilterra. Solitamente, la fortuna si cerca in America, ma se avesse fatto così, probabilmente non sarei nato. Infatti, invece del lavoro, mia madre ha trovato mio padre e quindi l’amore. Fin dalla nascita i miei hanno deciso di parlarmi sia in inglese che in italiano. All’inizio pensavo sarebbe stato figo conoscere due lingue, adesso penso sia una grandissima cazzata. E’ solo perché so due lingue che mia madre ha suggerito a mio padre di andare a vivere in Italia, solo perché so due lingue che sono obbligato a frequentare una scuola italiana, solo perché so due lingue che i miei non si sono fatti molti scrupoli a scombussolare la vita di un adolescente, fatta di feste, amici e risate. Non capiscono tutto quello che mi hanno tolto. Gli occhi mi diventarono lucidi, ripensando all’Inghilterra.
-Oh, honey, non devi fare così- sussurrò mia madre al mio orecchio. L’autista ci guardava dallo specchietto retrovisore.
-Lasciami stare- le dissi divincolandomi. Sospirai e nel più preciso italiano le chiesi –Dove hai detto che abitano i nostri parenti?- Mia madre sorrise –Abitano in Liguria, a Genova, dove abitavo io prima di conoscere tuo papà. Sai, Genova è una splendida città di mare- esclamò, dandomi una piccola gomitata. “Fantastico, puzza di pesce tutto l’anno” pensai, senza aprire bocca.
-Dai, tesoro, non devi essere così giù.- mi abbracciò. –Tra poco, quando sarà estate, potrai fare il bagno e prendere il sole in spiaggia. E potrai mostrare il tuo fisico alle ragazze italiane, eh!- stava cercando di tirarmi su di morale o di affossarmi ancora di più? Avevo una ragazza a Londra, Lisa, che mi mancava terribilmente. “Sciocchezze! In Italia, con tutte le bellezze che ci sono, ti dimenticherai presto della tua Lisa, che sembra un latticino!” aveva risposto, con molto tatto, mio padre quando gli avevo fatto presente uno dei problemi più grandi. Lisa era bella, molto chiara di carnagione e bionda. Aveva degli occhi azzurri in cui mi ci potevo specchiare e un sorriso dolce. Sbuffai.
In lontananza apparve un’alta torre grigia, a picco sul mare. La indicai, schiacciando il dito sul vetro –Ma quella…- -E’ la Lanterna, il simbolo di Genova.- disse mia madre, asciugandosi una lacrima –Siamo arrivati.-

Mio angoletto privato:
Eccomi! Spero vi piaccia :) questo è solo il prologo. Se vi piace continuo, altrimenti ditemelo e…mi butterò giù da un ponte! xD Il protagonista è uno dei One Direction, questo lo avete capito, però non dirò ancora per qualche capitolo chi è dei cinque…voglio farvi morire di curiosità! In più questa è la mia prima storia quindi non potete ancora sapere quale prediligo (che parola difficile!) u.u Quindi…baci!!! Fatemi sapere Roxy