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Autore: indiceindaco    31/03/2012    3 recensioni
"Ci sono milioni di sfumature, nella tavolozza del fato, ma non si può mai indovinare di quale colore possa essere la superficie della realtà."
La famosa scena del sesto libro, sì, quella del Sectusempra.
Con l'aiuto di una canzone del recentemente scomparso Lucio Dalla, poeta, cantautore.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Rossargento*Verdoro'
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"Ma come fanno i marinai 
a riconoscere le stelle 
sempre uguali sempre quelle 
all'Equatore e al Polo Nord 
ma come fanno i marinai 
a baciarsi tra di loro 
a rimanere veri uomini però."
Lucio Dalla.

Vele bianche in mezzo al mare. 
Harry sfrega il viso sul cuscino candido, asciugando l'ultima lacrima. L'ennesima di quei giorni, fatta di incubi al tramonto e di rivoli salati all'alba. 
I capelli arruffati e gli occhiali abbandonati sul comodino. 
Non vuole inforcarli quella mattina, per guardare negli occhi l'assenza.
Da quando Sirius è sparito oltre il velo, Harry si sente una zattera di fortuna abbandonata nella corrente.
Il timone gira a vuoto.

***

Come riesca ancora a tenere lo sguardo fisso a Nord, Draco ha smesso di chiederselo.
La sua costellazione sfuma, alle prime luci dell'alba, nemmeno lei potrà guidarlo.
Non ha mai sentito la gravità farsi così insistente.
Uno sguardo all'ago della bussola: non ha ancora smesso di vorticare, smarrito. 
Per un Malfoy la fortuna non aspetta, gli ha detto Lucius quel giorno. Nulla potrà fermare quel ruotare.
Draco è al timone, ma la rotta da seguire non l'ha tracciata lui.

***

Gli specchi mentono. Non può esserci risposta. Malfoy non può piangere. 
Harry è pietrificato sulla porta di quel bagno.
Ed a volte il destino ti incastra in ingranaggi strani.
  Ci sono milioni di sfumature, nella tavolozza del fato, ma non si può mai indovinare di quale colore possa essere la superficie della realtà.
Harry e Draco potrebbero essersi saltati alla gola: l'uno spinto dalla vergogna bruciante, l'altro per difendersi, o forse al contrario?
Quella mano lì, sulla spalla di Malfoy, sembra essere una tinta troppo forte, una stonatura, nella tela.
Con una leggera pressione, Harry fa ruotare Draco su se stesso.
Ora sono faccia a faccia, una manciata di centimetri non può impedir loro di guardarsi negli occhi.
Due sedicenni con occhi da uomini.
Harry poggia la punta delle dita su una goccia salata, lì sulla guancia candida.
Vele bianche, in mezzo al mare.
Il timone viene impugnato con forza e se ne frega di qualsiasi rotta già tracciata.
Quelle guance efebiche poggiano lievemente su quelle di Potter. Le labbra si incontrano e gli occhi si serrano.
Solo  qualche goccia scivola nei lavandini del bagno, infrangendo il silenzio. Ma Harry e Draco non possono sentirlo. 
Poi Malfoy si ritrae, gli occhi asciutti e il cipiglio fiero, nessun segno della precedente debolezza. 
Il timone scivola dalle mani di Harry, di nuovo.
Le coordinate della rotta del destino stanno segnando un percorso  diverso. 
  
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