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Autore: CharlotteSalvatore    31/03/2012    2 recensioni
[One day]
questa storia è uno spin-off del libro trasformato anche in un film One Day di David Nicholls. é la storia di Jasmine figlia di Dexter ormai diventata adolescente.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suona puntuale alle sei e quaranta come ogni giorno. Cerco spegnerla allungando la mano. Mia madre entra in camera sbattendo la porta e dirigendosi verso la finestra. La apre e fa entrare tutta la luce. << Jasmine farai tardi svegliati!>> .La mattina la mamma urla sempre. Ma ho perso la voglia di discutere con lei. Solo uno spreco di tempo. Sempre così irascibile, nervosa, semplicemente insopportabile. Mi alzo e lentamente vado verso il bagno. Chiudo la porta e inizio a prepararmi. Apro il rubinetto e inizio bagnarmi il viso, mi pettino i lunghi capelli biondi e li raccolgo in una coda. Mi trucco e mi lavo i denti e poi uscita dal bagno prendo dall'armadio la divisa della scuola. La indosso. Calze color carne , una gonna blu, una camicia bianca un blazer blu e una cravatta rossa che mia madre odia immensamente, prendo la borsa con i libri, scendo le scale e senza neanche salutare mia madre che è tornata a letto, esco di casa. É una giornata nebbiosa come al solito. Non è particolarmente freddo ma un brivido mi percorre la schiena. Londra è ancora mezza addormentata. Raggiungo la fermata dell'autobus e salgo sul vecchio Double Deck , simbolo di Londra dal 1829.Prendo il telefono e controllo l' ora. Sono solo le sette e un quarto. Le sette e un quarto del quindici luglio duemiladiciassette. Ho ancora quarantacinque minuti. Decido di fare colazione al bar vicino alla mia scuola. Entro e ordino un caffè. Vedo alcuni studenti avvicinarsi al cancello d'entrata. Il mio sguardo si ferma su Trent Bellamy. Il ragazzo più popolare della scuola. Stasera farà una festa ed io sono invitata. Sfortunatamente alle quattro dovrò stare al cimitero per quella stupida commemorazione.Quanto odio il quindici luglio. Vorrei dire a mio padre che non andrò ma non lo faccio. So quanto ci tiene. Non voglio ferirlo.Bevo il caffè e pago.Mi avvio verso l' entrata della scuola. Vedo i miei due migliori amici all'ingresso che appena mi vedono mi vengono incontro. Mike e Phoebe. I miei unici due veri amici. Conosco Phoebe da quando avevamo 2 anni. Mi ricordo che il primo giorno di asilo ero così spaventata che mi nascosi dietro mia madre attaccandomi alla sua gonna pregandola di farmi tornare a casa. Phoebe avendo visto la scena si avvicinò alla scena e avvicinandosi con cautela come fossi un animale selvaggio , mi prese per mano e rassicurandomi mi portò nel suo posto preferito dell'asilo. Una piccola casetta fatta di nella quale ci nascondevamo raccontandoci i nostri segreti più grandi. Siamo sempre state inseparabili. Lei sa tutto di me. L' amica perfetta. Ossessionata con il pianoforte. Cantante mozzafiato. Leale , fedele e affidabile. La persona più vicina alla perfezione che io abbia conosciuto eppure così simpatica e modesta. Mike invece è una persona che definiresti un Nerd. Scrive poesie , voti altissimi , albo d' onore, è bello ma i suoi occhi verdi sono nascosti da occhiali Rayban neri dalla spessa montatura. Diventa nervoso intorno alle ragazze di solito. Usa paroloni che spesso non tutti capiscono ed è fissato con la matematica. Siamo diventati amici il primo anno di liceo. Si è rivelato uno delle persone migliori che io abbia mai incontrato. Mike mi saluta abbracciandomi e così fa Phoebe .Ci avviamo verso il cancello consapevoli che é l' ultima volta che lo attraverseremo.Cammino per i corridoi con una sicurezza che solo quelli dell'ultimo anno hanno, che tutti invidiano, consapevoli del nostro posto, padroni del nostro territorio , con la sensazione di potere che sappiamo non durerà ancora per molto. Un effimero piacere destinato a spegnersi al suono della campanella che porterà un senso di felicità .Questa temporanea felicità però durerà fino al momento in cui dovrai capire cosa fare della tua vita e da quel momento ritornerai a essere confuso e sperduto come una matricola che cerca il suo posto al liceo. Suona la campanella dell' ultima ora. Libertà. Basta libri, professori, compiti in classe. Solo io e l' estate. E i miei due migliori amici che non mi lasceranno mai. Phoebe e Mike decidono di unirsi a una battaglia di gavettoni che è stata organizzata nel cortile della scuola, vorrei unirmi a loro ma vedo la macchina di mio padre parcheggiata vicino al cancello principale. Saluto i miei amici e mi dirigo verso di lui. Salgo in macchina. << Buongiorno Jazz >> Mi saluta mio padre fingendo il sorriso più falso del mondo. Capisco che questo è un giorno triste per lui ma ogni anno si trasforma in un vero incubo.Non so personalmente cosa voglia dire perdere qualcuno che ami veramente, sono sicura che mio padre amava veramente Emma, avrebbe fatto tutto per lei , lasciare il lavoro, lasciare gli amici , lasciare mia madre, lasciare me... sono convinta infatti che sia lei la causa per la quale i miei genitori abbiano divorziato. Anche se capisco che la convivenza con mia madre può essere difficile non si abbandona qualcuno che si ama. Dopo la morte di Emma mio padre è impazzito , per qualche anno è stato penoso. Piangevo pregando mia madre affinché non mi facesse andare a casa sua per passare il weekend. Ero terrorizzata da quello che avrebbe potuto fare. L' alcool , la droga , il fumo lo rendevano irascibile, emotivo, psicopatico e sopratutto depresso. Anche se personalmente non mi ha mai fatto niente di male. A sei anni però o capito che aveva bisogno del mio aiuto e con pazienza calma ho sviluppato un legame con lui indissolubile. Lui aveva bisogno di me per superare i suoi problemi e io avevo bisogno di un padre. Iniziammo a passare più tempo insieme facendo le cose che , secondo lui, facevo spesso con Emma , come andare allo zoo o al parco , andare al cinema e al luna-park. Mio padre accosta la macchina sotto casa. << Vai a cambiarti e ci vediamo tra 10 minuti >>. Scendo dalla macchina e salgo le scale il più veloce possibile. Apro la porta di casa con le chiavi che mamma ha messo sotto lo zerbino e corro di sopra a prepararmi. Indosso un vestito nero a maniche corte di pizzo e sciolgo i capelli spazzolandoli velocemente. Mi sistemo il trucco , preparo una borsa con dentifricio spazzolino , un cambio di vestiti e il cellulare e riesco di casa. Rientro in macchina. << Sei bellissima Jazz, la mia bambina >> esclama mio padre con un sospiro,accarezzandomi i capelli. Accende l' auto e si avvia verso il cimitero. Parcheggia la macchina. Scendiamo e lo prendo per mano. Percorriamo il vialetto mano nella mano come sempre. Raggiungiamo la tomba. C'è già il parroco , vedo mio nonno, i genitori di Emma, Callum l' ex miglior amico di mio padre ed ex ragazzo di mia madre , multimilionario, con ormai 130 punti vendita di stupido cibo biologico , Tilly con suo marito Colin , due cari amici di Emma, Ian,che viene sempre alla commemorazione anche se non ho mai capito bene chi sia esattamente. Mia madre come al solito non c'è. Non è mai venuta a questa “cosa” come la chiama lei .Non la capisco. Il prete inizia a parlare e mio padre fa fatica a trattenere le lacrime. La messa è breve , veloce , piena di sentimenti , lacrime , singhiozzi. Non lascio mai la mano di mio padre.E lui la stringe sempre più forte.Dopo la cerimonia è prevista una cena in una villa che mio padre ha affittato. Io e lui dormiremo lì gli altri in albergo. Non so perché ha deciso di fare così quest'anno.La casa è a un ora dal cimitero che è appena fuori da Londra.Il viaggio è tranquillo. Non pronunciamo una singola parola. Si sente solo la musica di sottofondo. I Nickelback cantano “ If today was your last day
and tomorrow was too late
Could you say goodbye to yesterday?Would you live each moment like your last?
Leave old pictures in the past
Donate every dime you have?
”. Arriviamo alla casa. Nel portico vi è un ricco buffet e foto che ripercorrono la vita di Emma ovunque. Le copertine dei suoi libri , le locandine dei film tratti da essi , le sue canzoni preferite e altre piccole cose. Parlo con sconosciuti per lo più . Mi stampo una faccia malinconica in viso e mangio qualcosa dal buffet. Sto vicino a mio padre e mi limito ad annuire. Alle undici il ricevimento non è ancora finito e io esausta dsaluto tutti e torno in camera.vado in bagno , mi faccio una doccia , mi asciugo i capelli, mi infilo il pigiama e mi infilo tra le coperte cercando di dormire. Ad un tratto squilla il telefono. Controllo: é l' una. Cerco il telefono nella valigia. È Mike. Cosa vorrà all'una ?. Rispondo. << Pronto.....Pronto …..Mike?>> Non si sente bene , c'è un rumore di sottofondo, urla , grida, sirene.. << Mike cosa è successo>> Grido nel panico. <> Grida Mike singhiozzando. << è morta.>>
  
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