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Autore: Severa Piton    31/03/2012    3 recensioni
E' brutto là dove sei, fratello. Torna accanto a me, saprò proteggerti. Come ho sempre fatto.
Farò di tutto per farti essere felice. Basta che torni da me.

Perché, in fondo, Sirius amava suo fratello.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Perché voi lo sappiate, questa è la mia trentesima storia. **
Spero tanto che lascerete tante recensioni e tanti consigli!
Buona lettura.





TORNA DA ME, FRATELLO!





But if you could hide beside me,

Maybe for a while.

And I won't tell no one your name.




Con la testa piena di pensieri, Srius Black si dirigeva verso i dormitori maschili di Grifondoro.
I suoi amici erano già andati in Sala Grande per l'ora di pranzo, ma lui voleva prima mettere a posto tutti i libri: non aveva intenzione di portarseli dietro anche quando non era necessario. Quest'affermazione aveva fatto ridere gli altri Malandrini.
Mentre camminava a passo svelto, suo fratello, Regulus Black, gli passò accanto con un gruppo di suoi amici Serpeverde. Evidentemente, a giudicare dalla parte dalla quale venivano, erano appena usciti dall'aula di Divinazione.
Non appena vide suo fratello, i battiti di Sirius accelerarono e lui non poté che rimanere deluso quando Regulus non alzò gli occhi per incontrare il suo sguardo.
Andava avanti a testa bassa. E Sirius non si voltò a guardarlo quando lui lo sorpassò, era troppo orgoglioso per farlo. Ma non riuscì ugualmente a resistere alla tentazione di sbirciare da sopra la spalla. Forse sperava che Regulus lo stesse guardando, magari facendo finta di niente, proprio come stava facendo Sirius. Con una stretta al cuore, vide che non era così. So fratello girò l'angolo e Sirius rimase a fissare il punto in cui lui era sparito.


Quando Sirius arrivò in Sala Grande il pranzo era già stato servito. Tacchini succulenti e patate arrosto riempivano l'aria con il loro profumo. Salutò i suoi amici con pugni scherzosi e si sedette tra James e Remus. Il suo sguardo corse velocemente al tavolo dei Serpeverde e i suoi occhi incontrarono quelli di Regulus.
Capitava spesso che Sirius pensasse al fratello. Lo ricordava con malinconia e con una stretta al cuore.
Ma succedeva molto raramente che i loro sguardi si incontrassero. Così, in quell'attimo, cercò di trasmettere a Regulus tutto ciò che provava, che pensava.
Ma Regulus interruppe quel contatto visivo troppo presto, lasciando Sirius amareggiato e frustrato. Per l'ennesima volta.
Come faceva a comportarsi così? Non sentiva la sua mancanza? Non capiva che, per quanto l'idea lo terrorizzasse, erano orfani? Nessuno si era mai occupato veramente di loro.
Non appartenevano a nessuno.
Non vedi che scempio, fratello?
Regulus allungò una mano per prendere la brocca dell'acqua.
Sirius sapeva come, in quel momento, la pelle delle sua schiena si tendeva. Come si tendeva sulle cicatrici che Orion gli aveva fatto con la cinghia dei pantaloni.
Ricordava il giorno in cui si era messo in mezzo e aveva lasciato che suo padre facesse del male a lui, invece che a Regulus. Ricordava come, dopo, erano rimasti in camera a parlare e a sfiorarsi con pacche gentili, senza mai avere il coraggio di abbracciarsi davvero
La cosa che consolava Sirius - almeno in parte - era che i segni indelebili che portava sulla schiena erano souvenir che tenevano intatto il ricordo del loro amore fraterno.
Souvenir che non avrebbe mai perso.
Lo sguardo di Regulus, intanto, era perso nel vuoto.
A cosa pensi, fratello?
Ti sei smarrito lontano da me, non è vero?  Pensi di essere grande? Ma non ti rende triste sapere che la vita è molto più di quello che loro vogliono fare di te? Molto più di quello che siamo.
Sirius sentiva la mancanza di suo fratello. La sentiva mentre si divertiva a torturare il suo cuore.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di James.
- Ehi, Sirius, tutto bene?
- Certo - annuì lui. Non sapeva perché, ma per il momento non aveva voglia di dire a James cosa provava.
Si riempì il piatto con il tacchino e le patate e lasciò che i suoi amici portassero via la tristezza.

E' brutto là dove sei, fratello. Torna accanto a me, saprò proteggerti. Come ho sempre fatto.
Farò di tutto per farti essere felice. Basta che torni da me.

And I won't tell 'em your name.








Rachel*
Ciao a tutti!
Allora, come avrete capito, le frasi in corsivo sono i pensieri di Sirius.
La storia è volutamente scritta con uno stile veloce, come se fosse metafora di un pensiero.
Visto che, alla fine, questa FF è il pensiero di un attimo. Capita spesso di pensare molte cose in poco tempo.
Spero che abbiate apprezzato, almeno un po'. :)
La canzone alla quale mi sono ispirata è "Name" dei "Goo Goo Dolls".
A presto. :)



  
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