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Autore: penguin    31/03/2012    3 recensioni
«Le chiavi sono già nella tua giacca, Harold.»
Harry infilò una mano nella tasca della giacca grigia e quando sentì un rumore di chiavi si sentì pieno, completo, rassicurato.
[Louis/Harry ;) ]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hello, hello world.
Sono finalmente diventata penguin, e qui di seguito c'è l'ennesima Larry.
Ringraziamo il prompt #36 che ho preso da qui e zeroschiuma che anche stanotte ha betato per noi.
Il nostro amato gruppo, #THEGAYSHAVEGAYEDAGAIN ormai è droga un po' per tutti, bisogna ammetterlo, ma soprattutto, mie care shippers, siamo bellissime, non c'è che dire. 

Un ringraziamento speciale ai The Script, che mi hanno accompagnata stanotte.
Tra le altre cose, il titolo viene da una canzone dei Florence + The Machine - se non li conoscete, vergognatevi ed andateveli ad ascolatre qua

La frase sottostante, invece, è tratta da Home di Withney Houston (qui).
Basta così, se avete voglio recensite, che tanto è gratis. :D


 


And I've learned that we must look inside our hearts to find a world full of love: like yours, like mine - like home.

 


«Ho un regalo per te, Harry. »
«Hai un regalo per me?»
«Sì, ho un regalo per te.»
Era ormai il 2011.
Si era concluso da poco più di una settimana il tour di X Factor, ed Harry, credeva di essersi innamorato.
Credeva.
Cos'è l'amore? si chiedeva. Chi decide tutto? Esiste il libero arbitrio? È stato già scritto il mio destino?
Harry era un ragazzino pieno di domande, senza la benchè minima idea di dove trovare delle risposte. Eppure lui la sua àncora di salvataggio l'aveva trovata, il suo scoglio, il suo punto fermo. E l'aveva trovata in quello che inizialmente credeva fosse solo il suo migliore amico, il suo compagno di avventure: Louis.
«E, di grazia, potrei sapere cos'è?» Harry alzò un sopracciglio.
«No.»
«A volte mi chiedo ancora il perchè di alcune domande che ti faccio.» rise scuotendo i ricci rassegnato.
E Louis, aspettava la domanda.
E lì gli avrebbe detto di quanto amava la sua pelle liscia, di quanto lo tranquillizzava il suo odore dolce tra le lenzuola, di quanto amava le sue mani e il suo pancino morbido.
Louis, cosa ami di me?
Se solo fosse stato meno insicuro, Harry avrebbe capito al volo il suo potenziale. Ma sarebbe cresciuto, Louis lo sapeva, e si sarebbe reso conto di quanto risultasse affascinante agli occhi del mondo intero.
Proprio come quando cantava What Makes You Beautiful.
«Tu non fai mai le domande giuste.» Louis vomitò fuori quest'affermazione senza pensarci su troppo tempo, inconsapevole, come sempre d'altronde, delle conseguenze.
«In che senso?» Harry lo guardava, spaesato e con l'aria da bambino.
«Dico, che non fai mai le domande giuste. Dovresti partire dalle cose semplici, babe
Harry non capiva. Ed Harry, odiava non capire. La maggior parte delle volte non capiva perchè tendeva a complicare tutto, moltiplicando i problemi, a differenza di Louis, che li semplificava.
Tutto sommato, si compensavano.
Ed anche se nel tempo sarebbero cambiati, avrebbero finito per compensarsi ugualmente: Louis avrebbe imparato ad essere più riflessivo, ed Harry ad essere più spensierato.
«Louis, sii più chiaro.»
Come poteva, Louis, ammettere che aveva bisogno di certezze?
«Lascia perdere Harold.»
E con quest'ultima si voltò dando le spalle ad un Harry confuso, con una mano tra i ricci e l'altra su un fianco.
«No, non lascio perdere Louis. Non lascio perdere perchè non mi piace discutere, non mi piace tenerti il muso - come se poi ci riuscissi per più di tre minuti! - e non mi piace ancora di più vederti triste.»
Louis non si mosse, ma sorrideva.
«Louis, cazzo!»
«Vuoi venire a vivere con me, Harry?» Louis lo chiese in un soffio, ancora voltato.
«Scusami?»
«Se non vuoi, non è un problema. Oddio, per me lo sarebbe, ma non sarebbe poi chissà che tragedia.»
Harry rimase pierificato. Louis voleva.. vivere insieme a lui? Quasi gli mancò il fiato, il cuore perse qualche battito e le mani iniziarono a sudargli nervosamente. Era quella, la realtà?
Si avvicinò a Louis, cingendogli la vita, appoggiando il petto alla sua schiena, cercando di riprendere il controllo e tornare a respirare regolarmente.
Poteva sentirlo, il cuore di Louis, battere forte. Impaziente, matto.
«Sì, Louis. E sai cosa ti dico? Penso di amarti, ma amarti sul serio. Non il classico amore romantico, sdolcinato fatto di fiori e cene a lume di candela. Io parlo dell'amore della vita, quello che senza di esso, si muore, dentro e fuori.»
Louis si voltò, e gli sfiorò leggero le labbra.
«È per questo che voglio vivere con te. Per tutto quello che sei e che fai, per come mi fai sentire vero quando stiamo insieme. Per quello che siamo insieme.»
Harry sorrise, con quelle labbra rosse e carnose, quelle su cui Louis, faceva un sacco di pensieri impuri.
«Le chiavi sono già nella tua giacca, Harold.»
Harry infilò una mano nella tasca della giacca grigia e quando sentì un rumore di chiavi si sentì pieno, completo, rassicurato. Le tirò fuori, e quando vide i due portachiavi scoppiò in una risata fresca.
«Ma diavolo, solo tu puoi Boo Bear.»
Harry continuava ad osservare la piccola carota di metallo verniciata d'arancione tra le sue dita. Continuava a pensare a quanto Louis riuscisse a dimostrargli con un solo gesto, con un solo sguardo, tutto il suo amore. Perchè lui lo sapeva, ne era certo, doveva trattarsi di amore. Se lo sentiva addosso, sulla pelle, nelle ossa, nei muscoli.
Fece roteare la carotina di metallo dall'altro lato del portachiavi, così da poter vedere l'altro ciondolo.
La lettera H in metallo lucido rifletteva la luce del tramonto che si estendeva di fronte ai loro corpi, nascosti da occhi indiscreti in una camera d'albergo del centro città.
Harry la accarezzò gentile con l'indice, come rapito, come se potesse vederci il mondo, in quelle chiavi.
«Girala.»
A Louis quasi tremò la voce, possibile?
Harry lo assecondò e quasi gli venne da piangere.
Together we're invincible – Boo Bear.
Louis gli mostrò le proprie chiavi con la stessa carotina arancione ed una L, la stessa frase incisa e Hazza.
Harry non sapeva cosa dire, ma si limitò ad abbracciarlo nuovamente.
E probabilmente aveva ragione, Louis: insieme avrebbero potuto superare qualsiasi cosa, perchè, forse, solo insieme erano davvero loro stessi, avrebbero potuto cambiare il mondo, se solo avessero voluto.
Harry versò il suo sguardo in quello di Louis, ancora raggiante ed impaziente di vedere il suo Harry nell'appartamento, con lui, per sempre.
Harry si allontanò quel tanto che bastava per far sì che le punte dei loro nasi si sfiorassero delicatamente.
«Chi cucina stasera, Boo Bear?»
  
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