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Autore: Flaviuz    31/03/2012    2 recensioni
Una serie di episodi censurati dai libri della Meyer.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Il giorno successivo il sole sorse inevitabilmente, come un’irritazione intestinale dopo una cena dal messicano. Edward era nel suo letto, e la sua pelle catarifrangente sbrilluccicava, come neve tra le tegole d’un tetto sgarrupato, di una casa sgarrupata in un quartiere sgarrupato. Bella era lì accanto a lui, immancabile come un crampo mattutino che ti colpisce mentre sei ancora a letto a chiederti in che posizione eri quando ti sei addormentato la notte prima. Edward, da vero gentiluomo voleva stupire la sua bella portandole la colazione a letto, ed emozionarla come un bambino che ha appena visto Babbo Natale fregarsi una bottiglia di bourbon dal frigobar di papà. Era a petto nudo, e i suoi peli virili e crespi ricoprivano tutto il suo torace. Edward invece aveva una maglietta. Si alzò lentamente, come le foglie si alzano sulla brezza mattutina che le spinge via dal loro letto di sonno notturno ove hanno riposato finché non le ho dovute usare per questa frase. Edward camminava ondeggiando in modo suadente, facendo ballonzolare le sue parti intime da un lato all’altro dei boxer, come vi se stesse palleggiando.
Per non destare dal sonno la sua amata, il vampiro si muoveva con la lentezza di chi sta facendo il moonwalk su un tapis roulant in slow motion.
Con cautela e cercando di evitare di produrre anche il minimo rumore, Edward aprì la porta del bagno, producendo un suono simile a quello di un frullatore pieno di patatine fritte e ondulate. Per un istante guardò lo specchio sperando di non trovare brufoli o imperfezioni: nulla poteva rovinare quella giornata perfetta come la luna in una notte di mezza estate, che soavemente si specchia nel mare autunnale, e ammirando il suo fresco riflesso porge omaggio alle creature marine, che ogni notte la deliziano con la loro compagnia e i loro racconti di marinai solitari, galeoni pirata e navi affondate, i quali relitti giacciono nel profondo dell’oceano con le anime dei loro equipaggi che ogni notte ululano il loro canto di disperazione alla luna.
Quando la stupida metafora fu conclusa, Edward si ricordò di essere nonostante tutto un vampiro, e che quindi gli specchi lo snobbano.
Dopo essersi recato in cucina, il vampiro preparò una sostanziosa colazione per sua moglie. L’odore che si diffuse nell’aria era piacevole come l’odore della campagna dopo la prima pioggia estiva, che bagna i campi in fiore dove il bestiame ha appena pascolato, lasciando i segni del proprio passaggio. Quando Bella si svegliò, la prima cosa che vide fu lo sguardo sgonfiabile di Edward vigile su di lei.
<Ti ho portato la colazione, Bella> disse lui, con voce parallela al pavimento.
<…?> rispose lei, in preda all’eccitazione.
<Ti ho preparato la colazione, Bella>, continuò lui, come se qualcuno lo stesse realmente ascoltando.<Come sei bella appena sveglia, Bella>. I loro sguardi s’incrociarono come due treni merci impazziti che viaggiano su binari coperti di caramello.
<Deo fa p-pì> disse lei, esprimendosi come se avesse appena avuto un ictus.
<Oh Bella, non ti muovere. Ecco, bevi questo latte. L’ho munto io da una mucca importata illegalmente dalla svizzera. Anzi no, Bella, bevi questa spremuta d’arancia: ho colto io stesse le arance che poi ho strizzato sui miei capezzolini piccini picciò. Bruciava, ma l’ho fatto per il tuo amore, Bella>
<M… ma che cazz… io pì… pipì> disse lei, con una faccia degna di un meme.
<Bella, bevi questo caffè. Per averlo ho dovuto uccid… Bella, dove vai Bella?> disse lui con la sua voce friabile come fette biscottate tenute troppo tempo a mollo nel tè. <Me povero e tapino, lasciato di nuovo solo nell’immensità del tempo. Bella, perché sei andata via?> continuò lui in tono fin troppo drammatico, ignorando l’imminente pericolo a cui stavano per andare incontro. 
   
 
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