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Autore: Alexandra McAdams    31/03/2012    2 recensioni
Il principe azzurro? Rigorosamente con gli occhi azzurri e i capelli biondi.
NO NO NO NO CHE?! IO LO VOGLIO CASTANO, RICCIOLO, OCCHI VERDI, UN SORRISO DANNATAMENTE PERFETTO E LO VOGLIO UN Pò PARTICOLARE.
L'avevo sognato un pò di volte, ma pensare che potesse capitarmi davvero mi stava facendo impazzire.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo al di fuori di quell’aeroporto segnava quella primavera che tanto aspettavo.
Il cellulare iniziò a suonare: un messaggio.
Gli occhi di Louis si illuminarono immediatamente, curioso di sapere chi fosse a scrivermi prima di partire.
Gli altri ragazzi continuavano la loro discussione su chi avesse sistemato meglio le cose la sera prima di uscire.
Alzai lo sguardo, la vidi all’ultimo. Fu inevitabile.
La sua borsa era per terra con metà delle cose sparse sul pavimento, i suoi occhi mi guardavano sbarrati sotto quegli spessi occhiali da vista.
Mi scusai subito, tutti ci guardarono storti e una coppia di ragazzine si avvicinò chiamando i nostri nomi a voce alta.
Le salutai cortesemente, feci la foto con loro e appena mi girai per aiutare quella povera ragazza a cui ero andato addosso, non la trovai più.
 
Vidi un ciuffo rosso tra la folla di persone che aspettava di salire sull’aereo, si voltò a guardare un bimbo in preda all’eccitazione di salire e gli sorrise dolcemente.
Poi la persi di vista, ancora.
 
Mi sistemai vicino al finestrino, in prima classe, finalmente.
Un viaggio decente era riuscito a concederselo grazie al duro lavoro.
“un anno sabbatico mamma, non farò nulla” = 2 lavori per potersi permettere un viaggio a Los Angeles.
Spensi il cellulare e lo riposi nella tasca interna della borsa, tirando fuori poi uno dei libri che mi ero portata dietro.
Guardai fuori dal finestrino e salutai con lo sguardo quel posto che stava iniziando a starmi stretto.
Sentì una voce soffice e bassa parlare in quella lingua che prima o poi avrei dovuto imparare perfettamente.
Sorrisi e mi voltai verso chi sarebbe stato il mio compagno di viaggio per le prossime 11 ore di volo.
Gli occhi si sbarrarono ancora, non potevo credere ai miei occhi.
 
La guardai stupito, e i suoi grandi occhi azzurro cielo mi fissavano come poco tempo prima.
-Harry, vuoi venire al posto mio? Tanto sai che io dormo tutto il tempo- disse Zayn sedendosi nel posto davanti assieme a Niall.
Io mossi la testa in segno di negazione e mi sedetti sorridendole.
-ciao!- le dissi cercando una risposta.
-ciao a te!- mi rispose dopo qualche secondo di esitazione con accento straniero.
 
Quegli occhi verdi che immaginavo da un po’ di poter vedere di fronte ai miei mi fissavano e sorridevano assieme a quei denti bianchi e lucidi.
Guardai anche gli altri ragazzi e scossi la testa in cerca di un segnale che quello fosse solo un sogno.
L’avevo detto ad Ale “io all’aeroporto di Heatrow troverò la mia anima gemella che avrà gli occhi verdi, i capelli castani e riccioli, due anni in meno di me e che si chiama Harry Styles”, ma trovarmelo nel posto affianco al mio non era ciò che “desideravo”. Non che io non lo desiderassi davvero, ma la facevo impossibile come cosa.
Zayn disse qualcosa in quella lingua talmente meravigliosa e tanto complicata per me in quel momento e non riuscì a comprendere assolutamente nulla tranne che un accento fantastico.
Arricciai le sopracciglia e lui guardò Harry preoccupato.
-Scusatemi, ma sono Italiana e non parlo bene inglese – accennai mentendo.
Me la cavavo piuttosto bene, ma quella situazione mi metteva in crisi.
Avevo gli occhi di tutti e 5 i ragazzi puntati su di me e le loro labbra sorridevano all’unisono, come se si fossero messi d’accordo per mettermi in agitazione più di quanto lo ero già per il viaggio.
-ho detto di stare tranquilla, ora ci proverà con te per tutto il viaggio- ridisse Zayn più lentamente e con altri termini.
Scoppiai in una risata nervosa e poi porsi la mano verso di lui.
-piacere di conoscerti finalmente, io sono Alessandra-
-ah, quindi suppongo che tu ci conosca già allora – rispose Zayn sorridendo – piacere di conoscere te! –
Annuii imbarazzata e mi ritrovai la mano di Harry verso la mia.
-io sono Harry!- disse.
Tutti e 4 scoppiarono a ridere e Louis disse qualcosa che non riuscì a comprendere, ancora.
 
Lei strinse la mia mano e ripetè il suo nome con quell’accento bellissimo.
Lo sapevo, quello sarebbe stato un viaggio da ricordare in tutto e per tutto!
Ci sistemammo tutti, lei prese il libro che aveva in mano già da prima iniziò a leggerlo da dove l’aveva lasciato. Il segnalibro era una foto di un ragazzo e fu inevitabile.
-è il tuo ragazzo?-
Prese la foto e la guardò. I suoi corti capelli non potevano nascondermi le espressioni del suo viso e sembrava proprio che fosse così.
-lo era-rispose a bassa voce ed in quel momento, non so nemmeno io perché, provai gelosia.
Qualche minuto dopo riuscimmo finalmente a decollare, e da li partivano quelle 11 ore di viaggio che speravo potessero allietare la mia paura di affrontare un viaggio così lungo.
 
-sono una vostra fan, sai?- dissi dopo un po’ di silenzio.
Lui si voltò verso di me, si sistemò comodo come pronto a fare una lunga conversazione e allora io chiusi il mio libro e lo riposi nella borsa.
-si, non sono una di quelle pazze scatenate che fa di tutto per vedervi, per abbracciarvi o altro. Ascolto la vostra musica, aspetto un vostro concerto e amo leggere le vostre conversazioni delle interviste- continuai guardandolo -  di voi non conosco tutto. So i vostri nomi e più o meno quanti anni avete.. so delle vostre fidanzate ma solo questo! – iniziai a ridere sentendomi cretina.
-allora sai che io sono single?- rispose.
-si, e so anche che sei più piccolo di me!-
-di quanto?-
-due anni..e per esperienza, anche solo un anno è troppo di differenza ora. Ho sempre avuto brutte esperienze- risposi secca.
Lui scoppiò a ridere –io ho avuto sempre brutte esperienze con quelle più grandi di me-
Scoppiai a ridere anche io e spostai lo sguardo, ero troppo imbarazzata.
-come mai stai andando a L.A.?- mi domandò.
-vacanza, più o meno. Ho deciso di partire, voglio fare qualcosa per me.. ho lo zio che ci abita e allora voglio fermarmi e ricominciare da capo-
-noi andiamo perché siamo stati invitati da due canali televisivi, e già che ci siamo ci fermiamo due settimane in cui faremo il nostro prossimo video. Sei italiana vero?-
-si, abito nel nord italia..-
-siamo stati a Milano-
-si lo so- risposi secca e quasi scortese.
 
Poi non so come, non so perché mi prese la mano, mi sussurrò “sorry” e mi sorrise dolcemente.
-cosa posso sapere di te?- le domandai senza pensarci due volte.
-cosa vuoi sapere?-
-perché arrossisci?-
Scoppiò  a ridere e le sue guancie diventarono rosse rosse.
-perché è una situazione strana. L’avevo immaginata ma non la pensavo proprio così..-mi rispose quasi parlando a se stessa.
-l’avevi immaginata?-
-si.. diciamo che io scrivo e tante volte fantastico su quello che potrebbe succedermi in certi casi. Sono romantica, e adoro queste cose di persone che si incontrano in un aeroporto, sono di due paesi diversi ma si innamorano comunque..-
-e che cosa scrivi?-
 
Mi riempiva di domande, e non sapevo nemmeno a cosa potesse interessargli tutte quelle cose.
-scrivo romanzi. O per lo meno ci provo..- accennai senza andare avanti nella conversazione.
Louis lo chiamò per fargli vedere un qualcosa sullo schermo, io presi il mio ipod e l’accesi su riproduzione casuale.
Moment by One direction.
Feci una risata soffocata e poi chiusi gli occhi lasciandomi trasportare dalla canzone.
 
Mi voltai per ricominciare a parlarle ma notai che le cuffie erano diventate più interessanti di me.
Sbircia verso lo schermo dell’ipod per sapere che canzone stesse ascoltando e sorrisi felice leggendo che era una delle mie preferite del nostro album.
-sei sempre il solito- disse Niall alzandosi dal suo posto per andare in bagno.
Tutti scoppiarono a ridere e poi le luci si soffusero, era il momento in cui, in teoria, si poteva dormire senza alcun problema.
 
Delle risate rumorose mi svegliarono da un sogno fin troppo bello, e appena riuscii ad aprire gli occhi mi ritrovai un ciuffetto rosso, uno nero e uno biondo nei due sedili davanti a me.
Mi alzai un poco per vedere chi fosse e non mi stupii nel notare Niall, Zayn e Alessandra intenti a guardare delle foto private di noi ragazzi.
-ben svegliato! Siamo quasi arrivati..- disse Louis dandomi un pugno sulla spalla.
 
-finalmente! Hai dormito per 7 ore.. contando che ci manca un’oretta e atterriamo.. – dissi fissando quegli occhi verdi smeraldo.
-manca così poco? Di già???- quasi urlò.
Io annuii e continuai a guardare quelle foto che mi facevano morire dal ridere, dovevo godermi quegli ultimi istanti di un volo meraviglioso.
-ragazzi, posso chiedervi un favore?- domandai con occhi dolci.
 
Anche Louis e Liam si avvicinarono a quella ragazza troppo bella per essere vera e le sorrisero.
-volevo chiedervi un autografo di tutti e 5 e anche una foto con voi, se volete e potete..- concluse quasi imbarazzata.
Niall fu il primo che si precipitò verso la sua macchina fotografica e la diede a Zayn per fargli la foto. Così poi con Liam, Louis, Zayn e si fece fare gli autografi di tutti e cinque su di un quadernino  che teneva nascosto in quella borsa.
-prima di atterrare la fai una foto con me? Così almeno poi questo volo da sogno sarà perfetto- mi disse giocando con la macchina fotografica.
Mi avvicinai, e nel mentre dello scatto le diedi un bacio sulla guancia.
Poi le rubai la macchina fotografica e ne scattai un’altra, con entrambi sorridenti. Un’altra ancora con entrambi intenti a fare espressioni stupide.
La voce della hostess avvisò che nei prossimi minuti avremmo iniziato ad atterrare.
Tutti ci sistemammo nei nostri posti, lei sistemò l’ipod, la macchina fotografica e tutto e poi si sedette tranquilla, guardando fuori dal finestrino.
 
Guardare il paesaggio sotto di me mi metteva tranquillità in quei momenti delicati del volo.
E non facevo altro che pensare al fatto che nel giro di poco non avrei più visto quei dolci ragazzi e soprattutto non avrei potuto più trovare un’altra volta un ragazzo così carino con me nonostante il suo “essere conosciuto”.
Presi un bigliettino ed una biro, scarabocchiai e poi glielo diedi in mano.
-non aprilo fin quando non ci salutiamo, per favore-
Lui annuii e sorrise.
 
La salutai per ultimo. Le presi la valigia e poi la guardai andare via.
I ragazzi mi chiamavano a loro, dovevamo andare o avremmo fatto tardi.
Le sorrisi e tirai fuori dalla tasca il foglietto che mi aveva dato sull’aereo:
“è stato un piacere conoscerti. Questo è il mio numero, tentare non nuoce. Un bacio e in bocca al lupo per ogni cosa. A presto spero, Ale”

Lo salutai per ultimo, mi prese la valigia e camminai in direzione opposta dalla loro.
Mi rigirai sperando di vederlo ancora li intento a fissarmi andare via, aveva il mio foglietto tra le mani.
Mi fermai, lui mi guardò e sorrise. Prese il cellulare e poco dopo sentii squillare il mio.
-pronto?-
-a presto Ale, te lo prometto- 
  
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