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Autore: meiousetsuna    31/03/2012    10 recensioni
Care e belle amiche! L'episodio 3x18 mi ha provata profondamente, costringendomi a scrivere questa OS sul momento della tortura di Rebekah a Damon... C'è tutta la sua malvagità, ma anche, come riconosce lui, la sua sconfinata solitudine...
Dal testo: "Allora, come ci si sente da quella parte, stavolta? Essere ferito e tradito?" Bisbigliava con voce sensuale, mentre faceva scorrere di taglio il pugnale sul suo collo, schernendolo per le smorfie che il suo orgoglio gli imponeva invece di lasciarlo urlare come avrebbe voluto, perché era troppo anche per lui sopportare tutto questo.
Grazie a chi si fermerà a dare un'occhiata... in attesa di tempi migliori!
Love, Setsuna
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Klaus, Rebekah Mikaelson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Damon/Rebekah + Klaus
Contesto: 3 x18
Rating: Arancione
Avverimenti: Angst, UST

A Dead Woman in search of Lovers *

 

Rebekah intinse il coltello nella verbena, pregustando quanto dolore gli avrebbe provocato, quanto lo avrebbe fatto urlare. Lui era al centro della sala, immobilizzato da quelle orrende catene che terminavano in due tagliole, un angelo maledetto con le braccia rivolte verso il cielo, sapendo di non poter chiedere né sperare in un aiuto.

La lama affondò nell'addome, strappando al vampiro un grido di agonia, malgrado stringesse i denti per non darle la soddisfazione di controllarlo. La camicia azzurra - di qualche gradazione più scura dei suoi occhi - era lacera e sporca, ma questo lo rendeva ancora più tragicamente meraviglioso.

"Allora, Damon, com'è stare da quella parte, stavolta? Essere ferito e tradito?"
Bisbigliava con voce sensuale, mentre faceva scorrere di taglio il pugnale sul suo collo, recidendo delle arterie secondarie, schernendolo per la smorfia che l'orgoglio gli imponeva invece di lasciarlo urlare come avrebbe voluto, perché era troppo anche per lui sopportare tutto questo. Era alla sua mercé e lei non intendeva terminare il gioco tanto presto.

"La tua pelle è davvero morbida, è un peccato rovinarla così. - Una mano della bionda passò al centro del petto di Damon, scendendo lungo i suoi addominali, fermandosi sulla cinta dei pantaloni - Se me lo chiedi potrei smetterla di farti male e passare a qualcos'altro".

Lui prese dei respiri profondi, che bruciavano i polmoni crepitanti, ma voleva riguadagnare un'espressione sarcastica che fosse convincente.
"Mi dispiace, dovrai provarci meglio di così".
"Non ho fretta".

Un taglio stillante sangue ridisegnò lo stesso percorso accarezzato pochi secondi prima dalle unghie curate, coperte di smalto rosa pesca .
"Tra poco il tuo corpo comincerà a diventare freddo se ti dissanguerai troppo, o potrei toglierti l'anello e lasciarti ardere, magari costringendo Elena a guardare... già non ti vuole, lo sai, chissà come sarebbe nauseata di sentire l'odore che manderesti mentre ti disintegri... io invece resterei qui a godermelo".

"Perché sei pazza, come tutta la tua famiglia del resto, avete un concetto vostro del divertimento..." Damon stava mascherando alla perfezione la paura che si era impadronita di lui, aveva vissuto abbastanza, visto abbastanza, ucciso, bevuto, conosciuto l'animo umano, amato... ma mancava ancora qualcosa, non poteva finire quel giorno, senza Stefan, senza Elena, non voleva morire vedendo per ultimo il viso di Klaus Barbie. Sorrise tra sé e sé, finché riusciva a prendere in giro qualcuno, fosse solo se stesso, aveva le sue risorse, forse poteva cavarsela.

"Quando ero solo una ragazzina, andavamo nelle grotte, io e i miei fratelli, per incidere i nostri nomi sulle pareti; eravamo fieri di essere i discendenti di un grande guerriero e marcavamo quello che era nostro".
Un colpo deciso dal basso verso l'alto tracciò una linea diritta dall'ombelico alla base della gola del ragazzo, che mugolò serrando le labbra, si era distratto con quelle chiacchiere e non aveva potuto concentrarsi per restare in silenzio.

"Certo se sapessi di non averne bisogno, potrei fermarmi". Un taglietto alla sinistra e uno a destra formarono un tridente sul petto del vampiro.
"Una R, suppongo. In una lingua adatta a una della tua età". Stavolta fu pronto a soffocare i lamenti, mentre lei piantava la lama tra le sue costole estraendola subito dopo, per leccare il sangue, pulendosi col dorso della mano.

"Dolce come le tue false parole. Come quei marshmallows che mi hai imboccato, solo la prima delle tue lusinghe, vero?" Lui le dedicò uno sguardo seduttivo, gli veniva naturale, anche in un momento del genere.
"Le mie attenzioni non ti sono mai dispiaciute, mi pare di ricordare che me ne chiedessi di più, non credo di aver potuto equivocare tutti quei versi, come ti contorcevi addosso a me..." In un secondo il coltello stava premendo sul cavallo dei pantaloni di Damon, dandogli un brivido di panico.

"Forza, non lo faresti mai. Se alla fine non mi ucciderai ti pentiresti, non hai mai fatto del buon sesso come con me, magari le cose perverse mi piacciono, potresti slegarmi e provare cosa succede". Lei sorrise con la sua espressione più oscena, non c'era bisogno che atteggiasse i lineamenti in un modo particolare, era una cosa che le nasceva da dentro.
"Hai ragione, è l'unica parte di te che valga qualcosa, credo! Potrei sempre avere la fantasia di usarti... se uscirai mai di qui sulle tue gambe, ma non illuderti troppo, devo ancora pensarci. Molto tempo".

Passò alle sue spalle, strattonandogli violentemente i capelli, per esporre la gola, tracciandovi un intreccio di ferite superficiali; Damon riuscì a isolarsi dal dolore, per non perdere la capacità di riflettere, solo capire i pensieri di Rebekah poteva offrirgli una possibilità di uscirne vivo.

" É piacevole toccarti, te ne sarai approfittato con tante donne, ma l'hai fatto una volta di troppo e con la persona sbagliata, non tollero di essere sfruttata e detesto sapere che è stata quella miserabile di Sage, poggiandomi addosso le sue sporche mani plebee, sperando di riprendersi quello stupido di Finn: il suo posto non è con noi. Mai hai mentito anche a lei, vero? Sempre bugie, Damon... forse non potrei baciarti, ma la lingua è una parte di te non così indispensabile come l'altra, potrei anche seguire il suggerimento di mio fratello e soggiogarti per fartela staccare a morsi da solo, non mentiresti più".

Rebekah usò la punta del coltello per scavare un piccolo solco tra le labbra piene di Damon, mordendo la ferita, ma quando stava per trasformarlo in un bacio feroce, lui spostò la testa di lato; non era come eseguire un piano, o sfogarsi con lei pieno di alcol e gelosia, adesso sarebbe stato troppo vero.

"Ti conservi per la piccola Gilbert, nonostante tutto... non sottovalutare la vendetta di una donna, stai solo peggiorando la tua situazione". Uno zigomo, poi l'altro, nuove lesioni fiammeggianti di verbena vennero aperte in rapida successione, spezzandogli il fiato, cominciava a sentirsi intorpidito, svenire sarebbe stato conveniente, almeno avrebbe dato modo ai tessuti inzuppati di quel veleno di rimarginarsi, ma la vampira era attenta, e preso un calice da vino sul tavolo, versò direttamente l'essenza sulle sue piaghe, strappandogli il grido più forte da quando lo aveva catturato e stretto i polsi tra le lame d'acciaio.

"Chiedimi di smettere e forse lo farò, potrei darti il colpo di grazia, oppure portarti nella mia stanza, curare le tue piaghe... non pensi che in ogni caso siano offerte tremendamente generose, da parte mia?"

"Quello che non pensavo è che fossi così disperata, lo faresti ugualmente solo per ottenere un po' di attenzione, vero? Non avrai creduto veramente che avessi una specie di cotta per te?" Rebekah si immobilizzò, fissandolo con le pupille così dilatate da riempire tutti gli occhi, rispondendogli un involontario sì.

Un impulso di pietà baluginò degli occhi di ghiaccio bollente del vampiro ma non poteva permettersela, tutte le energie gli servivano per combattere, quando fu soccorso dall'arrivo dell'ultima persona che avrebbe scelto per quel compito.

Klaus entrò, gettandogli uno sguardo di compiaciuta riprovazione, con quel sorrisetto da schiaffi che gli sollevava entrambi gli angoli della bocca.
"Non ti sei ancora stancata del giocattolo nuovo? Sai che se lo appendi a testa in giù, - fece un gesto eloquente, girando le dita, - lo svuoteresti più in fretta vero? E sarebbe più spassoso, love".

"So perfettamente come infliggere dolore, grazie, Nick". L'ibrido la sbeffeggiò con un'occhiata, la conosceva troppo bene.
"In ogni caso, devi darlo a me. Di la c'è suo fratello, che è venuto a consegnare un riscatto per lui. Noioso, prevedibile... e ingrato. Gli ho proposto di essere mio amico, di dividere la mia gloria, ma lui è contro di me, perfino per salvare questo arrogante ragazzo. Staccalo, adesso. E pulisci questo disastro - indicò la pozzanghera di sangue rappreso sul pavimento - detesto le cose brutte. E intendo subito. Tutte e due".

Rebekah sganciò senza riguardo i polsi di Damon, che si accasciò a terra, permettendosi finalmente di sentire tutto, tanto Stefan sarebbe entrato di li a poco a portarlo via.
"Peccato, credo che ti avrei ammazzato, ma la tua famiglia è venuta a reclamarti".
"Io credo di no. Altrimenti non avresti qualcuno che ami tanto odiare".

La vampira non rispose, uscendo di li a passo sostenuto, più in fretta, poi di corsa, chiudendo finalmente a chiave la porta della sua camera, poggiandovi le spalle, respirando in modo affannoso. Si guardò le mani coperte del suo sangue e si graffiò profondamente il viso, unendolo al suo, la pelle guariva troppo in fretta, e lei dovette solcarla più a fondo per provare qualcosa, ma era sempre troppo in superficie, doveva continuare ancora, ancora, ancora...

 

Le lunghe notti nere, le notti in cui non si mostra la
luna, in cui le stelle hanno paura, non sono così nere. Il silenzio che dimora nelle
foreste non è così nero. Nulla v’è al mondo così nero come i tuoi capelli... Lasciami
toccare i tuoi capelli.


* Tutta la rivisitazione dell'episodio 3 x 18 (che è ormai chiaro che mi ha provocato degli scompensi) è basata sulla scena di seduzione della Salomè di Oscar Wilde. E' un disperato ricatto per avere amore invece di dare morte. L'ho trovato molto confacente... e scusate la mia eccessiva presenza!

 




 

 

 

  
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