Ma chi incastra chi? ~

prompt: #062, kohl

 

 

 

Ora, vediamo di essere razionali. Gerald ‘Jerry’ Lewis non è a capo della World Organization Of Human Protection tanto per dire o tanto per fare. Il suo sangue britannico al cento per cento gli è servito fino all’ultima goccia, nei lontani anni Settanta, per arrivare a gestire una tale posizione, per cui, non è che sia poi tanto disponibile a lasciare che una qualche ragazzina appena reclutata gli faccia fare la figura dello sciocco.

No, neppure se la ragazzina in questione è graziosa quanto lei.

«Posso fare qualcosa per te, Samantha?»

La presenza che gli è arrivata silenziosa alle spalle sembra vicina, ma la sorpresa la immobilizza.

«Come hai capito che ero io?»

«Dettagli. Sottigliezze. Istinto.» Muove la mano in un cenno distratto, continuando a sfogliare i rapporti sulla scrivania. «Il tuo profumo, credo.»

«Oh.»

Lei non indaga, ma basta quel monosillabo a far sussultare impercettibilmente le spalle dell’uomo. Il suo profumo?

«Be’, io...»

«Sì?»

«Uhm...»

«Cosa, Samantha?»

La sente sbuffare forte. «Ancora con questo ‘Samantha’! Tu ci hai detto di chiamarti Jerry, no?»

Jerry sorride ed è inspiegabilmente grato al fatto che Samantha – uhm, Sam – è ancora alle sue spalle e non può vedere quel sorriso.

«Cosa posso fare per te?» ripete, impeccabile. «Trovo quantomeno strano che tu sia tornata indietro senza Alex e Clover.»

«Non sono ‘tornata indietro’. Mi sono aggrappata al divano per non venire risucchiata dal tuo stupido tunnel.»

«Capisco.»

«Sì, beh... Perché è una cosa che riguarda soltanto noi due.»

Sorpreso suo malgrado, e, deve riconoscerlo, persino un filo lusingato, Jerry alza gli occhi e si guarda oltre la spalla. E Samantha – Sam – è lì a un passo, ad attorcigliarsi una ciocca dei lunghi capelli rossi intorno a un dito, con un’espressione a metà turbata, a metà sorridente.

«N-noi due?»

Ecco. Ora, in nome del cielo, perché ha dovuto balbettare? Perché esita?

«Oh, Jerry!» Sam sospira e scuote la testa, come di fronte a un bambino cocciuto che fatichi a seguire un ragionamento elementare. «Hai appena spedito la mia preside in Siberia, soltanto per salvarmi la faccia a scuola. Volevo ringraziarti, non ci arrivi?» Sbuffa di nuovo. «E anche chiederti perché l’hai fatto, in realtà. Cioè... Non eri mica costretto.»

Jerry si volta ancora, raccoglie i documenti in un unico fascio, quindi torna a fronteggiarla appoggiandosi alla scrivania – e sorride. Senza nascondersi, stavolta.

«Ho solo pensato di farti un favore. Come tu ne hai fatto uno a me, accettando la missione...»

Ridacchia cupa. «Io non ho accettato la missione. Voglio dire, non prima di ritrovarmici incastrata.»

«L’avresti fatto comunque.»

«Come fai a dirlo?»

La sogguarda. Per lo stesso motivo per cui ho capito che eri tu, vorrebbe risponderle, ma stavolta ci pensa due volte e alla fine ricorre vigliaccamente al silenzio.

«Giacché sei qui, ho una cosa per te.»

Gli occhi di Sam si accendono di curiosità mentre Jerry afferra dal piano il nuovo accessorio messo a disposizione dalla W.O.O.H.P. per le sue tre giovani reclute: un piccolo laser sapientemente truccato da matita per gli occhi. Le spiega gli usi e le utilità, un po’ perplesso dal modo in cui lei continua a sbirciarlo di sotto in su, e sinceramente sbalordito, alla fine, di vederla ridere.

«Non stai prendendo la cosa seriamente.»

«Non è per il laser, Jerry.» Senza preavviso, lo abbraccia e gli stampa un bacio sulla guancia. «È adorabile il modo in cui hai evitato la mia domanda, sai?»

Questo è un sussulto che neppure il purissimo sangue britannico di Gerald Lewis potrebbe mai sopprimere, e dopotutto il suo sconcerto è perfettamente rintracciabile nei rapporti che di colpo rovinano al suolo in una risma disordinata.

«Ops!» Sam si ritrae e si copre le labbra con le mani. «Scusa! Mi dispiace! Colpa mia!»

Jerry ostenta disinvoltura, si porta il pugno davanti alla bocca simulando un colpetto di tosse, ma in realtà, si rende conto, sta solo cercando di trattenere sul volto il calore della vicinanza della ragazza. Inaudito. Tutto ciò è talmente inopportuno. Insomma, quell’adolescente potrebbe essere sua figlia, forse persino sua nipote... Oh, beh, via. Non è poi così vecchio.

«Non è un problema, Sam.»

Lei si è già precipitata in ginocchio, a tentare di arginare il disastro raccogliendo i fogli alla rinfusa, ma al sentirlo cedere alza gli occhi e sorride, luminosissima.

Jerry sospira e la raggiunge sul pavimento per toglierle di mano i rapporti e impilarli nel giusto ordine. E intanto si dice che santo cielo, lui è Gerald ‘Jerry’ Lewis, non è a capo della W.O.O.H.P. tanto per dire o tanto per fare, e non può lasciare che una qualche graziosa ragazzina appena reclutata gli faccia fare la figura dello sciocco – e che deve ricordarsi di commissionare ai suoi scienziati più accessori, e dirgli che il laser-matita è davvero ottimo.

 

 

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Nota: Se la settimana scorsa qualcuno mi avesse detto che oggi mi sarei ritrovata a scrivere su Totally Spies! non gli avrei creduto. xD Ma vedete, negli ultimi giorni mi è capitato sotto gli occhi questo lungometraggio ispirato alla serie animata, che mostra come Jerry abbia reclutato per la prima volta le tre liceali e poi risolto un problemino scolastico di Sam spedendole la preside in Siberia – e mi sono davvero appassionata a questo amabile personaggio o__ò Adoro quel suo fare prettamente british♥ e non nascondo di averlo davvero immaginato alle prese con un’infatuazione per Sam. u__ù