Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: E22    01/04/2012    3 recensioni
“Sì, scusami tanto”, mormorai, riuscendo a farmi sentire solo ed esclusivamente per via della nostra eccessiva vicinanza, ma quando feci per rimettermi in piedi mi ritrovai un’altra volta contro il suo petto.
Una terza volta. Volevo sotterrarmi.
“Vieni, ti accompagno al bar e chiediamo un po’ di ghiaccio.”
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’attimo che precede l’inizio di un concerto è uno dei momenti che preferisco in assoluto.
Le luci si abbassano, la musica, che accompagnava l’attesa, si spegne, i tecnici smettono il via vai sul palco e tu sei lì, in mezzo ad altre mille persone sconosciute che provano le tue stesse sensazioni, con le famose farfalle nello stomaco, ad aspettare.
Tutto il tuo mondo, in quell’istante, tende verso ed  attende la prima nota che scatenerà le grida di gioia dei fans.
Puoi sentirlo sulla pelle, nell’aria e nel battito del cuore.
L’attimo che precede l’inizio di un concerto è un momento magico.

Anche se questo locale ospita relativamente poche persone, non certo mille, e la band quasi famosa che salirà sul palco non è la mia preferita, sento lo stesso in fondo allo stomaco l’eccitazione e la tensione; dura proprio un attimo, poi la vita riprende ed immediatamente mi trovo a saltellare sul posto, a ritmo con tutta la gente che mi circonda, mentre sul palco il gruppo inizia lo spettacolo.
Subito dopo essere stata rapita dalle prime note della canzone, la gente si rianima ed iniziano gli spintoni per arrivare in prima fila, per scapparci o semplicemente perché vogliono fare un po’ di casino; un pugno sulla spalla mi distrae da queste profonde riflessioni fuori luogo.

“Logan”, urla Vicky sovrastando il casino che ci circonda, per poi iniziare ad indicare convulsamente sé stessa, Gabe, il suo attuale ragazzo, e poi il bar infondo al locale.
Dopo avere fatto un cenno di assenso con la testa riprendo a guardare verso il palco, pensando che  come minimo approfitteranno del fatto di essere venuti in macchine separate e mi lasceranno solo come un cane mentre loro fanno a pomiciare a casa. Devo dire che sono felice del modo in cui Victorie è presa da questo ragazzo, finalmente uno che non è un completo deficiente, quindi penso che la perdonerò se a fine serata non sarà realmente al bar e farò la figura dell’asociale; alla fine mi piace davvero godermi i concerti da solo.

“Spostati”, una spallata di un energumeno pelato mi spinge all’indietro e se non fosse per la persona che si trova dietro di me mi ritroverei sicuramente in terra.

“Ehi!”, sia io che lo sconosciuto ci ritroviamo a pronunciarlo all’unisono, ma mentre io lo rivolgo arrabbiato all’animale che mi ha spinto, lui sembra usare un tono sorpreso, divertito ed un po’ dolce.
Cerco di divincolarmi dalla presa che mi reggeva per il petto ed i fianchi per cercare di urlare qualcosa a quel maleducato, per quanto fossi completamente consapevole del mio totale svantaggio dal punto di vista fisico non ero certo il tipo che rimaneva passivo verso le ingiustizie, ma una fitta alla caviglia e la stretta salda dietro di me mi fanno riappoggiare al petto dello sconosciuto.

“Ehi, pulcino, guarda che quel tipo è il doppio di te!”

Arrossisco completamente mentre dei ragazzi intorno a noi, sicuramente amici dello sconosciuto, iniziano a ridacchiare.
Non era certo la prima volta che qualcuno mi prendeva in giro per il mio aspetto non proprio mascolino, ma nessuno mi aveva mai chiamato pulcino e di sicuro nessuno  di questi appellativi mi aveva mai provocato una piccola contrazione al basso ventre, dovevo assolutamente smetterla di farmi eccitare da qualsiasi cosa. Il tutto fu però dimenticato subito per causa del dolore che provavo alla caviglia, maledetto energumeno!

“Tutto bene?”, ritorno a prestare attenzione al mondo circostante e mi rendo conto che non ho ancora pronunciato alcuna parola oltre all’esclamazione arrabbiata di poco prima, chissà che figuraccia!

“Sì, scusami tanto”, mormorai, riuscendo a farmi sentire solo ed esclusivamente per via della nostra eccessiva vicinanza, ma quando feci per rimettermi in piedi mi ritrovai un’altra volta contro il suo petto. Una terza volta. Volevo sotterrarmi.

“Vieni, ti accompagno al bar e chiediamo un po’ di ghiaccio.”





 
Continuo a sentirmi uno stupido; invece di godermi il concerto sono seduto ad un tavolo del bar, con la caviglia appoggiata sulle gambe dello sconosciuto il quale cerca di farmi passare il dolore appoggiandoci sopra un bicchiere pieno di ghiaccio.
Victorie e Gabriel sono ovviamente spariti, così non ero riuscito a liberarmi delle gentilezze dello sconosciuto neanche una volta che avevamo ricevuto il ghiaccio dal barman.

E’ bello, lo sconosciuto, e questo sicuramente contribuisce ad aumentare di molto la mia agitazione.
Alto, magro, con i capelli castani lasciati un po’ lunghi sulle spalle e degli occhi marroni bellissimi, inoltre la berretta rossa, lasciata molle a coprire un po’ i capelli, e la canottiera nera sopra i jeans lo rendono proprio il mio tipo ideale di ragazzo, stile band punk rock americana degli ultimi anni.

Un ragazzo bellissimo mi sta toccando la gamba, mi sorride e prima mi ha anche abbracciato, a grandi linee e con un po’ di fantasia, certo, però tutto questo rimane pericoloso per la mia mente da diciottenne esaltato dal sesso.

“Comunque mi chiamo David”, dice sorridendo lo sconosciuto.

Stupido Logan, devo smetterla di perdermi nei meandri della mia testa e cercare di rimanere collegato al mondo circostanze, come ho fatto a dimenticarmi di chiedergli il nome?

“Devo chiamarti pulcino veramente o me lo dici il tuo nome?”

“Logan! Mi chiamo Logan, scusami!”, dico tutto d’un fiato, “ e scusami anche per questo casino, vai pure, posso cavarmela da solo! Puoi goderti almeno le ultime canzoni della band!”

“Nah, guarda che le sento anche da qui! Mi spiace per te, sembravi proprio rapito dalla musica. E’ una delle tue band preferite?” Mi aveva notato? Oddio, sarò di sicuro arrossito un’altra volta.

“Mi piace molto, ma non sono i miei preferiti! Sopravvivrò, poi la canzone che mi piace di più l’hanno già suonata!”

“Kids in love? Ti sei incantato quando l’hanno cantata!”, ridacchia lo sconosciuto facendomi arrossire ulteriormente. David, volevo dire David.

“Sì, ma devo confessare che mi è piaciuta molto anche la canzone che hanno fatto in acustica; mi ha colpito molto, è stata molto intensa.”, mi rilasso nel parlare di musica e non mi preoccupo più di cosa l’altro possa pensare di me.

“Anche a me è piaciuta molto quella canzone! Sono stati bravissimi a fare quella versione acustica e la voce del batterista è incredibile. Se non fosse anche molto bravo con il suo strumento dovrebbero farlo affiancare al cantante!”

Sono completamente d’accordo con lui e ci perdiamo a parlare di tutto ciò che ci viene in mente riguardo la musica, ritrovandoci anche a citare gruppi sconosciuti ai più, qua in Italia, ma che entrambi apprezziamo. Scopro anche che è il cantante di una band della zona che ho già sentito, anche se mai dal vivo, e che mi piace molto, mi invita anche ad andare ad un loro concerto che ci sarà settimana prossima in questo locale e prendo mentalmente nota di obbligare Vicky ad accompagnarmi solo per vedere se si ricorderà di me anche allora.

Quando il concerto è ormai finito e pensavo già di mandare un messaggio alla mia migliore amica per farmi venire a prendere, tanto la macchina rimarrebbe al sicuro dentro il parcheggio del locale, David si offre di accompagnarmi e mentre si allontana un attimo per salutare i suoi amici, che ho scoperto essere suoi compagni di band, cerco di autoimpormi di stare tranquillo e di non comportarmi come una checca isterica, anche perché molto probabilmente era solo la sua gentilezza ad averlo spinto ad offrirmi un passaggio.

“Andiamo?”







Note: s
ono in crisi coi verbi. Seriamente. Ho scritto la storia in due momenti e mi sono resa conto di averla iniziata con il presente (ahh, non uso mai il presente,di solito) e ho ricambiato tutti i tempi tre volte entrando in crisi perché passando troppo tempo a rifletterci sopra non riuscivo più a capire niente (ed anche perché ho passato le ultime due settimana a parlare/vivere/scrivere/sentire inglese, quindi scusate). Scusate se ci sono tanti errori, anche l'ora che ho scelto non aiuta nella rilettura!
(Per chi ha già letto le note scritte sotto le fan fiction che ho pubblicato: sì, ora inizio ad autoinsultarmi come al solito)
Sono totalmente insicura e so che ciò che scrivo è ai minimi livelli, dopotutto non ho mai scritto nulla fino a una settimana fa. Quindi aiutatemi, ditemi dove sbaglio e come posso migliorare; è solo un piacere poter migliorare ;D
Spero che la storia vi piaccia e che alla fine non ci siano poi così tanti errori *fingers crossed*, fatemi sapere!
Grazie mille a chi leggerà la storia ;D
 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: E22