Londra, marzo 1943.
La luna si rifletteva pigra e perfetta sulle acque torbide del Tamigi. Sulle stradine che si affacciavano sulle sponde nel silenzio facevano a volte capolino alcuni gatti randagi in cerca di cibo. All'improvviso il silenzio fu interrotto da un seguirsi di spari e, successivamente, da dei passi di corsa.
Da uno dei vicoletti apparve un ragazzo: sotto la pallida luce della luna apparve un giovane sulla trentina, con i capelli biondi e vestito con abiti abbastanza costosi. Il suo viso era contorto in una smorfia di dolore: una mano la teneva premuta sul fianco destro per bloccare l'emorragia.
« Non puoi andare molto lontano freak. Il proiettile che ti ha colpito era benedetto e non puoi scappare a lungo con una ferita che non puoi rimarginare.»
Un uomo uscì dal vicoletto da dove era corso fuori il ragazzo: era alto, vestito con un completo che rimandava allo stile vittoriano, con tanto di cappotto lungo fino ai polpacci di un rosso cardinale accompagnato da un cappello dello stesso colore e, infine, nonostante fosse notte inoltrata, portava un paio di occhiali da sole con le lenti sull'arancio. Nella mano destra portava una pistola e sul volto aveva stampato un ghigno feroce e divertito. Stese il braccio e puntò la pistola contro la sua preda e sparò nuovamente. Il proiettile tranciò di netto la gamba sinistra del vampiro che scappava. Tra le urla di dolore riuscì a dire "Bastardo. Sei un mostro!" L'uomo si fermò un attimo e, dopo aver guardato la sua preda, scoppiò in una fragorosa risata.
« Perchè ridi? Chi sei? Cosa vuoi da me!? »
« Rido perchè mi diverto. Sono venuto a mettere fine alla tua esistenza poichè io, Alucard, sono l'arma del Casato Hellsing. E tu sei solo spazzatura difronte a noi.
Ti saluto, stupido freak. Muori! »
Sparò un unico colpo mirato alla testa e, dopo qualche secondo, del ragazzo rimase solo polvere.
Alucard osservava la luna alta nel cielo. Si era andato a sdraiare per godersi lo spettacolo sulle tegole di un tetto, poco lontano da dove era finita la sua missione.
« La luna stasera è davvero bella. Forse 60 anni fa me la sarei potuta godere al pieno con te, Mina. »
Si alzò, diede un ultimo sguardo malinconico alla luna, e scomparve nel buio della notte, pronto ad affrontare una nuova missione.