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Autore: Dreaming Alone    01/04/2012    2 recensioni
The INFERNO un locale una promessa, due giovani gemelli speciali, una ragazza sola che non riesce a lasciarsi andare... magia mistero violenza e sogni infranti, e tante risate... è bhè una risata ci vuole no?
Genere: Commedia, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Come un fuoco, come una lenta fiamma che quieta si spegne, la vita andava spegnendosi nei grandi occhi verdi dell'umana.
Osservava le labbra carnose, un tempo rosse come una fragola, diventare pian piano esangui, il respiro che muoveva il dolce petto andava spezzandosi in singulti; rotti ogni tanto da un lieve colpo di tosse. Le piccole mani strette convulsamente, come morsa di ragno, al suo giaccone di pelle, pelle azzurra, ora ricamata da mille piccoli fiori di sangue scarlatto.
I capelli corvini rendevano se possibile ancor più pallida la giovane donna, lo sguardo stupito, deluso, ma non una lacrima, sulle labbra un accenno di sorriso. Le ginocchia le cedettero, si accasciò portando una mano al ventre, l' altra protesa verso il suo viso, come a voler dare un ultimo tocco a quella pelle, a quel viso che per mesi aveva adorato.
La osservava come fosse estraneo a quella morte, la guardò come avrebbe fatto un bambino con una nuvola, con fare sognante, come imbambolato osservava lenti rivoli di sangue nerastro scorrere a terra, bagnare le vesti della donna. Le si inginocchò accanto, le accarezzò un'ultima volta il viso, un ultimo bacio sulla bocca prima di prendere la sua arma in mano e scagliarsi sul nemico; un ultima carezza prima di squartare chi lo aveva privato del suo raggio di sole. 
 
 
Molti mesi prima....
 
Rocktown era il tipico borgo di provincia, una piccola cittadina a nord della east-coast inglese, gente tranquilla, un bel posto dove passare le vacanze o la vita.
 
Dopo esser fuggito dall'inferno Vergil ed il suo gemello Dante vi si erano trasferiti, con la speranza di riuscire a vivere i loro giorni in modo più o meno normale.
A trent'anni suonati i due gemelli decisero che era il momento di riporre l'ascia di guerra e tirar fuori qualcosa di buono dalla loro riappacificazione, aprirono un piccolo pub, non troppo in vista, lungo la strada che conduceva al molo e a pochi passi da casa loro, un'imponente villa a picco sul mare, una perla incastonata nei granitici scogli.
 
"The INFERNO"
così recitava l'insegna rosso fuoco, illuminata da torce azzurrine. l'ingresso del locale era semi-nascosto in un sottoscala. Nonostante il luogo fosse pressoché isolato, era sempre pieno di gente nel fine settimana.
Fu li che la  incontrarono per la prima volta, era un uggioso martedì invernale, la pioggia non lasciava tregua, erano tre giorni che pioveva a dritto, Dante e Vergil seduti in silenzio al bancone fissavano la vetrata polverosa che si affacciava sul molo. Il mare burrascoso sembrava sorridergli beffardo.
V - Uff... ma ci pensi che d'estate non si ha un minuto per respirare? guarda ora... - fece un gesto con il braccio, indicando il locale deserto.
D - E che vuoi che faccia? lo sai che qui d'inverno è un mortorio! Devo mettermi a ballare nudo sui tavoli? - rispose piuttosto seccato.
Vergil fece una faccia disgustata
V - Direi proprio di no Dante... anzi... penso che gli affari crollerebbero del tutto! - aggiunse sogghignando
Dante decise di lasciar perdere... più o meno... prese il gemello per la nuca e iniziò a scompigliarli i capelli, poi ridendo si mise in posizione da boxeur.
Vergil sorrise, era così raro vederlo sorridere... iniziarono una giocosa lotta, che divenne ben presto una scusa per vedere chi di loro due era più forte... più svelto...
Mentre Dante era sopra Vergil intimandolo di chiedere pietà, sentiono tosicchiare alle loro spalle
 - Hem hem... scusate...siete aperti? - .
Si voltarono di scatto, davanti a loro vi era una giovane donna, forse sui vent'anni, o poco più. L'ovale del viso era piccolo e delicato, incorniciato da lunghissimi capelli corvini, che la pioggia le aveva appiccicato al volto, la carnagione era quasi lattea tanto era pallida, la bocca sembrava una fragola matura pronta ad essere morsa, ma ciò che più spiccava erano i suoi occhi.
Grandi, di un verde che ricordava i prati delle Higlands scozzesi, con lunghe e folte ciglia nerissime, due occhi carichi di dolcezza e tristezza, un'espressione che Vergil e Dante conoscevano bene... era la stessa espressione che aveva la loro madre quando Sparda sparì...
Dante con il suo piglio da latin-lover le si avvicinò, sfoggiò il suo sorriso da seduttore, si passò una mano fra i capelli...
D - Siamo sempre aperti tesoro... specialmente per le belle ragzze... -
La donna lo fissò alzando un sopracciglio, poi minimamente impressionata dal fare da seduttore, lo fissò dritto negli occhi
 - ho bisogno di un telefono... e di un caffè. -
Vergil si portò dietro il bancone e le passò il cordless
V - prego - la ragazza sorrise e ringraziò prendendo il telefono, compose il numero e si allontanò quel tanto che credeva bastasse a non essere udita.
I due mezzosangue invece avevano i sensi molto più sviluppati di un comune umano... sentirono bene tutta la conversazione...
 
- No, non me ne frega niente... dovevi essere qui tre ore fa! Tesoro un paio di palle! -
<< ma dai Aileen amore...non fare così... ho avuto un imprevisto... fra poco arrivo...>>
A - no non mi freghi più... tanto lo so che sei con quella... quella stronza! resta pure dove sei! anzi, sai che ti dico? va al diavolo! -
<< ma amore dai...non fare la sciocchina...>>
A - impacchetta la mia roba... ti chiamo per dirti dove spedirla in questi giorni... -
riattaccò il telefono, le mani le tremavano... lo sapeva che non era solo, o non ci avrebbe impiegato tanto a venir da lei... sapeva che il bastardo aveva l'amante, ma aveva sempre lasciato correre... fino a quel giorno... sapeva che era rimasta a piedi... sotto la pioggia... eppure preferiva starsene sotto le lenzuola con quella meretrice che con lei...
Guardò verso il bancone, fece solo allora caso al fatto che i due erano gemelli, anche se sembravano due persone diverse...uno calmo e quasi scontroso, l'altro doveva essere una testa calda invece... Quello calmo le chiese se poteva farle il caffè
A - facciamo un bicchiere di rhum... bello stagionato se ce l'ha -
Senza batter ciglio Vergil le posò sopra al bancone un tumbler con il nettare ambrato dentro, la fissava interrogativo
A - lasci stare... oggi è una giornataccia - disse sorseggiando l'alcolico. Per tutta risposta l'uomo le fece spallucce, a indicare che non erano affari suoi.
Dante si diresse verso un porta laterale, ne riemerse con in mano due asciugamani, li porse alla ragazza
D - Se non ti asciughi beccherai una bronchite... il bagno è in fondo, sulla destra -
Aileen gli sorrise, prese gli asciugamani e si diresse in bagno, dove restò una buona mezz'ora.
Quando tornò in sala era più presentabile, e i capelli si erano leggermente asciugati.
A - no so davvero come ringraziarvi, siete stati gentilissimi con me, grazie. Quanto vi devo?
Dante fece per aprir bocca ma Vergil lo zittò V - nulla, offre la casa oggi -
A - non ho parole per ringraziarvi...devo solo farvi un'ultima domanda, c'è un hotel qui? -
D - ci sarebbe, ma d'inverno è chiuso -
A - ma porca putt....- sbuffò - e tanto lo sapevo che sta giornata finiva di male in peggio... vabbè... grazie ancora e arrivederci -
Fece per andare via ma Vergil la bloccò
V - Cerca lavoro? -
A - come? -
V - le ho chisto se cerca lavoro -
Aileen sorrise e annuì col capo A - perchè no, tanto dove stavo prima non son più gradita, se trovo lavoro posso cercarmi un'altra sistemazione -
V - il lavoro comprende anche vitto e alloggio in una dependance... sarebbe troppo umiliante per lei se le dicessi che abbiamo bisogno di una persona che sistemi casa? e sopratutto, con la stagione di una mano qui al locale ? -
A - no, direi di no, il lavoro è lavoro e poi ho già lavorato nei pub, sono una barman professionista. -
V - bene, comincia da domani mattina, stasera dopo chiusura le mostrerò dove lavorerà - le passò un bigliettino, era un'indirizzo con un numero di telefono
V - nel caso debba farsi spedire le sue cose... -
A- non so nemmeno come vi chiamate... voi non sapete nulla di me, ma mi offrite lo stesso un lavoro? - la sua faccia era perplessa, non capiva il perchè di quella proposta.
D - ci serve una mano... e tanto qualcuno dovevamo assumere, comunque io sono Dante, lui è Vergil -
Lei sorrise dolcemente A - piacere di conoscervi, io sono Aileen -
 
Aileen prese un taxì e si fece accompagnare nel centro di Rocktown, aveva bisogno di vestiti nuovi... scarpe.. tutto insomma!
La via centrale del paese sembrava un paesaggio da cartolina anche con la pioggia, piccoli negozi gli uni affianco agli altri, davanti fioriere dai colori vivaci, il lastricato era fatto da tanti piccoli mattoncini rossi, le ricordavano le vie delle città italiane...
 
Si ripresentò al locale verso l'ora di cena, per scoprire che dentro vi era davvero l'inferno... Vergil serio e computo come sempre correva dietro al bancone preparando questo o quel cocktail, Dante correva come un pazzo da un tavolo all'altro, sembrava avesse le ali tanto correva.
 
Aileen lanciò un'occhiata interrogativa all'albino al bancone che di rimando le fece cenno di avvicinarsi
 
V - spero che in tutte quelle buste tu abbia qualcosa di decente e comodo... cambiati in magazzino mi servi, ORA. - le indicò con la testa l'entrata del magazzino, la giovane non se lo fece ripetere 2 volte di andare a cambiarsi. Optò per una camicetta celeste ed un paio di jeans beige, scarpe da ginnastica e un grazioso fermaglio fatto di conchiglie preso in un negozietto di chincaglieria mentre tornava al locale... fra se e se pensò " meno male mi è venuto in testa di fare shopping..." uscì dal magazzino e si diresse verso Vergil.
 
neanche la guardò, le indicò gli attrezzi del mestiere e le ordinò una diecina diversa di cocktail.
Aileen si strigò facilmente con i cocktail, tutti molto base, come lo spritz o il manhattan, lo sting... impressionando per velocità e bravura i due gemelli.
 
A fine serata si accasciarono stanchi morti a sedere ad un tavolo, Aileen li osservò A- ma è sempre così la sera? -
D -d'inverno no, è abbastanza raro, ma è passata sta comitiva e...in una sera han fatto fuori almeno almeno un tremila dollari... - aggiunse poi sorridendo D - bhè meglio per noi! -
V - in realtà l'incasso di stasera, tolte le spese...la paga di Aileen... è di circa duemilasettecento dollari... in totale stasera abbiamo fatto sui 4000 dollari!
Aileen sorrise e tirò fuori di tasca una mazzetta, erano almeno almeno 200 dollari A- vi scordate le mance - le appoggiò sul tavolo.
Dante e Vergil si guardarono sorridendo D - perfetto! nel buco delle mance!  - disse tirando fuori dalla giacca un sacchetto di pelle nera, sopa col pennarellone indelebile rosso vi aveva scritto " IL BUCO DELLE MANCE - PROPRIEA PRIVATA!" alla ragazza venne quasi da ridere. mancava una t...
A - hem, capo, ma non manca una T alla scritta? -
Dante girò e rigirò il sacchetto, Vergil lo guardava ghingnando...Aileen non sapeva come fare a trattenere le risate, Dante esplose poi in un " me l'han rubata! giuro che ce l'avevo fatta la T!" fissandola con una facci aebete e buffissima .
 
Aileen non potè trattenersi e si piegò in due per il tanto ridere, Vergil cominciò a canticchiare invece  V - Ana..ana..ana ana-lfabe-etaaaa.... - sulle note di una canzone.. karma karmillion o qualcosa del genere...portando le risa della donna al livello "maldipancia".
Risero assieme come fossero amici di vecchia data, scordandosi ognuno dei suoi piccoli guai...
 
 
 
 
The Autrice!
 
ed ecco finalmente dopo un diciamo annetto di fermo posta nelle bozze la prima fic su Dmc che credo riuscirò a finire ^^ Grazie alla ex scrittrice Devilcancry per i suggerimenti e le idee! stra-mega sorry per eventuali ORRORI ortografici!
 
 
  
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