Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: MissTostaPayne    01/04/2012    3 recensioni
Decido di andare ancora all’osservatorio. L’ascensore sembra essere più lento della sera prima, quando si apre, lascia spazio al solito panorama mozzafiato, che mi appare all’improvviso meno attraente.
Schiaccio gli occhi contro il binocolo per fermare le lacrime che minacciano di cadere.
“Impossibile. Non ci credo. Sto piangendo per un ragazzo che non vedrò mai più in vita mia. Sono proprio senza speranze!”
- Allora non sono l’unico ad essere triste in una notte come questa.
Salto indietro per lo spavento e volto la testa di scatto verso la voce, che mi sembrava quasi familiare, timida e curiosa al tempo stesso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Rabbrividisco nel mio maglioncino blu. Le foglie scricchiolano sotto le mie scarpe.

Malgrado sia una notte d’estate fa piuttosto freddo e il vento leggero mi scompiglia i capelli.

Non so perché me ne stia qui a camminare al buio di questo piccolo parco.

Per dimenticare, forse.

Mi perdo nei miei pensieri finché non arrivo ai piedi di un alto edificio. Sollevo lo sguardo e scopro che si tratta dell’osservatorio di New York. Mi sono sempre piaciute le stelle.

Quasi senza accorgermene, entro e salgo con l’ascensore fino all’ultimo piano. Quando le porte si aprono, il cuore si ferma per un momento alla vista delle luci della città, lontane e vicine al tempo stesso. Il panorama è stupendo, indescrivibile. Mi avvicino alla ringhiera, lungo la quale sono disposti i vari binocoli per scrutare il cielo. Mi perdo osservandolo, mi pare che passino ore.. “ma che importanza ha il tempo quassù?”, penso sorridendo.

Improvvisamente mi scivola la mano, il binocolo si sposta verso il basso e i miei occhi vedono un ragazzo, seduto su una panchina del parco di prima. Sembra preoccupato, sta fermo con le gambe piegate, i piedi sul bordo della panchina e le braccia appoggiate alle ginocchia, lo sguardo perso nel vuoto.

Impossibile non cogliere il dolore nei suoi occhi verdi.

Malgrado l’oscurità in cui era immerso, quel ragazzo misterioso ai miei occhi brillava più di qualunque stella del cielo.

 

È ancora notte, sono ancora nel parco. L’immagine del ragazzo mi ha tormentata tutto il giorno e sono decisa a scoprire chi è. Mi metto quasi a correre, ma quando arrivo alla panchina la trovo vuota.

“Ma cosa mi è saltato in testa? Cosa credevo? Uno non passa tutte le notti sulla panchina di un parco!”.

All’improvviso mi sento strana, mi chiedo cosa ci faccio qui..

Decido di andare ancora all’osservatorio. L’ascensore sembra essere più lento della sera prima, quando si apre, lascia spazio al solito panorama mozzafiato, che mi appare all’improvviso meno attraente.

Schiaccio gli occhi contro il binocolo per fermare le lacrime che minacciano di cadere.

“Impossibile. Non ci credo. Sto piangendo per un ragazzo che non vedrò mai più in vita mia. Sono proprio senza speranze!”

- Allora non sono l’unico ad essere triste in una notte come questa.

Salto indietro per lo spavento e volto la testa di scatto verso la voce, che mi sembrava quasi famigliare, timida e curiosa al tempo stesso.

Non credo ai miei occhi. Davanti a me c’è il ragazzo, proprio lui, appoggiato alla ringhiera con gli avambracci, lo sguardo perso a guardare il cielo davanti a sé, i capelli al vento.

Sembra la scena di un film o di un romanzo Harmony, peccato che non credo più alle favole da quando a cinque anni ho scoperto che Superman non esiste. Si, lo so, è stato un momento molto difficile della mia infanzia.

Sembra accorgersi che rimango a bocca aperta a guardarlo proprio mentre mi cade la borsa che tenevo in mano.

Altra scena classica, ovviamente non poteva durare molto conoscendo i miei standard.

Infatti tutto il contenuto della borsa si rovescia sul pavimento.

Il pavimento di un osservatorio. Al diciassettesimo piano. Vicino a una ringhiera.

Mi sembra quasi di vedere la scena al rallenty: le chiavi che cadono, che rotolano verso la ringhiera, io che mi getto senza contegno. Chiudo gli occhi e quando li riapro le mie dita stringono il mazzo di chiavi e altri mani, calde nel freddo della notte. Le fisso per un po’ per poi alzare gli occhi e incontrarne un paio verde smeraldo, più vicini di quanto mi aspettavo.

Sorride. Anch’io gli sorrido. Della tristezza di prima, non sembra esserci più traccia.

- Queste suppongo siano tue – Mi porge le chiavi, con lo sguardo divertito. Le afferro.

- Grazie – mormoro, quasi con paura di rovinare l’atmosfera che si era creata.

Guardo verso il basso e solo allora mi accorgo di quanto siamo vicini al vuoto. La vista si appanna e inizio ad andare nel panico. Vertigini. Un conto è appoggiarsi ad un binocolo, ma ora a chi mi aggrappo?

Neanche a pensarlo, eccomi che mi lancio, o meglio mi allungo data la distanza, verso il ragazzo e lo stringo in un abbraccio stritolatore, cercando di respirare normalmente.

Chissà cosa starà pensando adesso. Una pazza maniaca a piede libero.

Invece, sembra capire, mi abbraccia a sua volta e mi sussurra qualcosa all’orecchio.

In pochi minuti mi calmo e mi dice: -Non so nemmeno il tuo nome.

- Hope, piacere.

- Harry.

Lo stringo un po’ più forte sotto questo tappeto di stelle, anche se so che la più preziosa di tutte mi tiene qui, stretta fra le sue braccia.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: MissTostaPayne