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Autore: Alycina Fiammy    28/10/2006    6 recensioni
In una fredda notte d'inverno, Ron e Hermione si ritrovano in cima alla Torre Est del castello a confidarsi, dopo molto tempo, i loro sentimenti. E' una Ron/Hermione con un breve accenno Harry/Ginny. Vi sarei grata se mi diceste alcuni possibili errori. Questa è la mia prima storia, spero che vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUANDO NON SI COMANDA AL CUORE

Quella sera la Sala Comune del Grifondoro era molto affollata. Era pieno inverno e molti studenti

preferivano starsene al calduccio: chi davanti al caminetto a parlare del più e del meno, chi a leggere un libro, chi a giocare a scacchi, chi a fare compiti e chi, come qualcuno di nostra conoscenza, impegnato nell’ennesimo litigio.

“Insomma, Ronald! Quando crescerai un po’?” sbottò Hermione.

“Ma cosa ho sbagliato stavolta?” rispose un seccato Ron.

“Il discorso non è cosa hai sbagliato stavolta, Ron! Il discorso è che tu sbagli ogni volta!” rispose la

ragazza.

“Ti ho solo fatto un complimento!”

“I tuoi -complimenti-, visto che così li vuoi chiamare, sono le stupidaggini che ti ha messo in testa quella piccola idiota con cui stavi prima!”

“Cosa c’entra Lavanda, adesso?”

“Che succede qui?” disse Harry, appena entrato in Sala Comune, con Ginny vicino a lui.

“Niente!” risposero in coro Ron e Hermione.

“Oh…proprio niente vero?” disse Ginny “Non sapete fare altro che litigare, voi due?”

“Ginny, fatti gli affari tuoi.” disse Ron, ancora più arrabbiato di prima.

“Perfetto, allora non venire a piangere da me come tutte le altre volte che litigavi con Hermione!”

“Stai zitta, Ginny!” le gridò Ron, adesso decisamente scarlatto.

“Abbi cuore di dire quello che pensi veramente, allora! Invece di…” ma s’interruppe perché Ron le aveva appena dato uno schiaffo.

“Ti ho detto di stare zitta.”

“E’ vero quello che dice tua sorella, Ron?” sussurrò appena Hermione.

“Lascia perdere, Herm. Non ho voglia di perdere altro tempo qui a farmi insultare da mio fratello. A dopo, Harry.” e Ginny si avviò verso il suo dormitorio, furiosa, trascinando Hermione con sé.

“Gin, io…” cominciò quest’ultima, purtroppo però non finì la frase che la rossa l’aveva già trascinata via, ma Ron potè distinguere una lacrima scorrere sul volto della sua migliore amica.

-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-

“Uff, ma perché finisce sempre così tra me e lei?” chiese Ron a Harry, una volta tornati in dormitorio.

“Perché siete due idioti” gli rispose.

“Hey! Dai pure dell’idiota a me, ma non alla MIA amata Hermione!”

“Va bene. Allora mi correggo: perché sei un idiota!” rise Harry.

“Ma perché, perché, perché, perchè, PERCHE’?”

“Ehm…cosa, Ron?”

“Perché sono così idiota?”

“Perché sei innamorato, Ron. Semplice ma, soprattutto, fatale per chi, come te, non è in grado di confessare i proprio sentimenti alla persona amata.”

“Giusto!” scattò Ron.

“Cosa è giusto?”

“Le dirò cosa provo veramente per lei!”

“Se credi che sia la cosa migliore da fare…” sussurrò Harry.

“Perché non dovrebbe esserlo, scusa?” domandò il rosso al suo migliore amico.

“E…se per caso non ti volesse? Come farai?”

“Io…oh, non lo so… proprio non lo so.”

-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-

“Va a finire sempre così! Non sopporto il fatto di dover litigare con Ron! E’ così ingiusto! Tu che ne pensi, Ginny?” chiese Hermione.

“…”

“Gin?”

“Scusa, Herm. Ma non voglio parlarne… Sono troppo triste.”

“Sì, ma… Aspetta un attimo: è vero quello che hai detto prima?”

“Cosa ho detto prima?” chiese Ginny, fingendo di non aver capito a cosa alludesse l’amica.

“Non fingere di non aver capito, Gin. Ed ora dimmi la verità: è vero che Ron viene a piangere da te?”

“Io… non so a cosa tu ti riferisca, ‘Mione.”

“Senti, Gin.” Cominciò Hermione, sedendosi sul letto, affianco alla rossa e prendendole le mani tra le sue “Siamo migliori amiche, e come tale ci diciamo sempre tutto. Ora, per favore, dimmi cosa significa quella frase.”

“Io… non posso, Herm. E’ un segreto tra me e mio fratello. Anche se abbiamo litigato, non me la sento di tradirlo.”

“Ma…”

“Ti dico solo una cosa: confidati con lui. E’ la cosa migliore da fare, anzi è l’unica cosa da fare.”

“Gin, io…”

“Fai così e basta. Ora, scusami, devo risolvere una questione familiare.” e si alzò dal letto, con l’intenzione di raggiungere il fratello e porgli le sue più sincere scuse.

-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-

Sotto un enorme albero ai limiti del parco, si poteva chiaramente distinguere l’ombra di un ragazzo dai capelli rosso fuoco, con la testa presa fra le mani a pensare e pensare agli avvenimenti accaduti appena qualche ora prima. Ron si alzò e s’incamminò verso il lago, con l’intenzione di sedersi in riva. Ma a quanto pare non fu l’unico ad avere quell’idea.

“Gin!” disse Ron, per la prima volta felice dopo l’ennesimo litigio. “Cosa ci fai qui?”

“Io stavo…hey, potrei farti la stessa domanda! TU cosa ci fai qui?” gli rispose la sorella.

“Pensavo…” e il ragazzo si sedette affianco alla sorella.

“A cosa pensavi?”

“A me e ad Hermione. Io…ecco, penso di non piacerle! Insomma… se davvero le piacessi, lei si sarebbe già confidata, no?”

“No.”

“Cosa no?” chiese ingenuamente Ron.

“Non l’avrebbe fatto. Sarebbe troppo timida per dichiararsi per prima. In quasi sei anni, ho imparato a conoscerla molto bene, più di quanto la conosciate tu e Harry insieme.”

“Sono un idiota. Per una stupidaggine, ho litigato con te e con Hermione! Sono proprio un fallito.”

“Non dire così, Ron! Io non sono arrabbiata con te!”

“Dici…dici davvero?” scattò su Ron.

“Sì, Ron. Dico davvero.”

Ron tese la mano per aiutare Ginny ad alzarsi, la quale accettò l’aiuto. Si guardarono per un attimo e poi si abbracciarono, come due fratelli che non si vedevano da molto tempo.

“Ti voglio bene, sorellina.” le sussurrò Ron all’orecchio.

“Anch’io, Ron.” rispose Ginny.

“Ora dimmi una cosa, sinceramente.” disse Ron, staccandosi dall’abbraccio.

“Sono tutta orecchie.”

“Io piaccio a Hermione?” sputò fuori il rosso.

“Io… ecco… insomma… lei … Oh, Ron. Scusami, questo non posso dirtelo. E’ un segreto tra me e lei… da migliore amica le ho promesso di non dirti niente e…” ma Ginny s’interruppe subito, conscia di aver, seppur involontariamente, risposto alla domanda del fratello.

“Allora le piaccio!”

“Beh… inutile negare, ormai… Sì, Ron. Le piaci. E anche molto, visto com’era triste prima.”

Per l’emozione, Ron perse l’equilibrio, ma la cosa non gli dispiacque, e rimase sdraiato a terra per secondi che gli parvero ore.

“Rimane solo una cosa da fare per farvi mettere insieme.” iniziò Ginny.

“Illuminami” disse Ron, subito rialzatosi in piedi.

“Bene… hai presente la Torre Est del castello?”

“Quella da cui si dovrebbero veder meglio tutte le costellazioni che ci ha messo in testa la prof di astronomia?”

“Esatto. Ci sei mai stato?”

“No.”

“Bene… devi sapere che Hermione, quando è triste, ha l’abitudine di andare là su a pensare e pensare e pensare…”

“Cos’altro ti ha detto?” chiese Ron, sempre più incuriosito.

“Mi ha detto che è lì che vorrebbe trovarsi, in una notte dal cielo stellato, con la persona che ama. Ed è qui che entri in gioco tu.”

“E cosa dovrei fare?” domandò Ron, sempre più stupidamente.

“Seguila.”

“Quando?”

“Stasera stessa. Era molto triste prima, sono certa che anche oggi salirà alla torre.”

“Bene. Devo prepararmi un discorso.”

“Un discorso? E perché mai?” indagò Ginny.

“Perché sarà il momento perfetto per dirle che la amo.” disse Ron, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Ottimo, fratellino.  Adesso sì che ti riconosco!”

“Torniamo in dormitorio adesso?”

“Sì… devo convincere Hermione a salire alla torre.”

-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-

Ron e Ginny erano appena tornati in dormitorio, quando videro Harry seduto di fronte al caminetto della Sala Comune che, piano piano, cominciava a svuotarsi.

“Eccovi, finalmente! Ma dov’eravate?”

“A organizzare il più grande colpo nella storia di Ronald Weasley.” rispose il rosso.

“???”

“Vedrai, vedrai… non preoccuparti. Partitella a scacchi?”

“Va bene, ci sto. Gin, amore, che fai? Rimani qui con me e tuo fratello?” domandò Harry alla ragazza.

“Io… ecco, mi piacerebbe tantissimo ma ho una faccenda urgentissima da sbrigare. A dopo!” e salì in dormitorio.

“Chissà cosa sta macchinando quella furbetta…”

“Vedrai, Harry. Vedrai… allora, cominciamo sì o no questa partita?”

“Ok.”

 

Appena arrivata in dormitorio, Ginny entrò in stanza da Hermione e cominciarono a parlare del litigio, fino ad arrivare a quando la rossa si era incontrata con il fratello e avevano fatto la pace.

“Sali alla Torre anche oggi?” chiese Ginny alla migliore amica.

“Sì, Gin. Ho bisogno di riflettere.” rispose Hermione.

“Come sempre, d’altronde… quindi non ti dispiace se passoil resto della serata con Harry e mio fratello, vero?”

“Non preoccuparti, Gin. Tanto ci rivediamo quando torno, dopotutto dovrò raccontarti le conclusioni a cui sarò giunta.”

“Ok… tra una decina di minuti vado da Harry e Ron. Prima controllo una cosa in dormitorio…” disse Ginny, con fare non poco sospetto.

“Va bene… Io vado alla torre… A dopo, Gin!”

-*-.-*-.-*-.-*-.-*-.-*-

Harry e Ron erano impegnati a terminare la partita di scacchi anzi, in verità, Harry era a terminare il primo massacro di Ron.

“SCACCO MATTO!!! Ti ho battuto, Ron!” urlò Harry, nella Sala Comune ormai deserta.

“Sì, sì bravo. Anche se…” ma s’interruppe perché aveva appena visto Hermione scendere dal dormitorio e, come previsto dal piano, Ginny usciva pochi secondi dopo. Hermione uscì dal buco del ritratto e Ron scattò in piedi.

“Scusa, mi sono ricordato che devo fare una cosa importantissima!”

“Ehm…a quest’ora?” chiese Harry, incredulo.

“Sì. Assolutamente sì! A dopo…” e Ron si catapultò fuori, seguendo Hermione.

“Ma che…” e non finì, che Ginny gli aveva appena tappato la bocca.

“Zitto.”

“Mmm!”

“Ti ho detto di stare zitto! E adesso vieni.” e i due si lanciarono all’inseguimento di Ron.

“Si può sapere dove stiamo andando?” domandò Harry, non appena Ginny lo lasciò libero.

“Adesso vedi…” le rispose la rossa.

 

Hermione era appena arrivata in cima alla torre e, stanca per tutte le scale che aveva dovuto fare, si sedette. Ron arrivò, ma si fermò perché non voleva farsi vedere; guardò verso il cielo e capì perché a Hermione piacesse tanto quel posto: si vedevano tantissime stelle e molte costellazioni erano riconoscibili e, in quella notte dal cielo stellato e dall’atmosfera così romantica che aleggiava appena nell’aria, Ron non potè resistere e uscì allo scoperto.

“Allora è vero che qui si vedono benissimo le stelle!” disse piano il ragazzo.

Hermione si girò di scatto e riconobbe l’amico, e cominciò a parlare:

“Non sono bellissime? Se guardi a destra puoi riconoscere la costellazione del Capricorno e poco lontano c’è Orione.” cominciò Hermione, tutta d’un fiato, non appena si fu alzata. “La vedi quella stella luminosissima, più o meno al  centro?  Quella è la Stella Polare, con essa puoi orientarti ovunque ti trovi, è bellissima e…”

“Non quanto te.” disse Ron.

“Come hai detto?” chiese Hermione, incredula, fingendo di non aver capito a cosa alludesse l’amico.

“Tu hai detto che la Stella Polare è bellissima, e hai ragione. Io ho detto che è bellissima ma non lo è quanto te.” ripetè il ragazzo, in tutta calma.

 

Nel frattempo Harry e Ginny erano appena arrivati e stavano assistendo alla scena da dietro la porta.

“Ora capisco perchè abbiamo seguito tuo fratello.” Disse Harry.

“Sssh!” sussurrò Ginny. “Fai piano, non dobbiamo farci scoprire!”

“Oh, grazie…” disse piano Hermione, decisamente rossa in viso.

“Non sto scherzando, ‘Mione. Tu sei bellissima.” le rispose Ron, avvicinandosi piano piano alla ragazza. “Mi dispiace se prima abbiamo litigato. Non volevo, solo che in questo periodo sono un po’ strano, sai…”

“Cosa vorresti dire con questo?” chiese Hermione che stava indietreggiando man mano che Ron le si avvicinava. Ammirava quel ragazzo, sia fisicamente che caratterialmente: Ron era alto e col tempo si stava facendo sempre più muscoloso e gli allenamenti di Quidditch contribuivano a migliorare il suo fisico. Aveva capelli rossi poco sotto l’orecchio e dei bellissimi occhi blu, che gli conferivano un che di misterioso. Se Hermione ammirava quel ragazzo, l’ammirazione di Ron per la ragazza non era da meno: lei aveva capelli castani con qualche riflesso più chiaro, piuttosto ricci, che le arrivavano all’altezza della vita, gli occhi erano nocciola chiaro, tendenti al miele, e il fisico era paragonabile a quello di una giovane modella. In più Hermione era anche molto intelligente, il che la rendeva ancora più bella agli occhi del più piccolo dei ragazzi Weasley.

Ron si avvicinò ancora di più e ancora più pericolosamente a Hermione. Ormai era spalle al muro e, notando questo particolare, il ragazzo appoggiò le mani contro il muro, come per voler impedire un’eventuale fuga della ragazza, e cominciò a fissarla negli occhi e lei fece altrettanto, sentendo per la prima volta un’emozione diversa alla vista di quei profondi occhi blu. La ragazza sentì il freddo gelo della pietra del castello contro la sua schiena e rabbrividì, ma non perché fosse freddo, ma perché ormai solo 3 centimetri separavano le labbra dei due.

“Sai perché sono stressato?” chiese lui.

2 cm.

“Il motivo sei tu” continuò il ragazzo.

1 cm.

“Ti amo” concluse Ron.

“Co…” ma Hermione non potè finire che Ron aveva totalmente annullato quei pochi centimetri che separavano le loro labbra.

 

Harry rimase letteralmente a bocca aperta assistendo alla scena e Ginny, al suo fianco, sorrideva raggiante.

“Finalmente si sono decisi.” disse Harry.

“Già.” Rispose Ginny. “Devo dire che stanno davvero bene insieme. Erano anni che entrambi aspettavano questo momento e finalmente quel momento è giunto. E c’è anche un altro vantaggio: non li vedremo più litigare!”

“E possiamo fare le uscite a quattro nei fine settimana a Hogsmeade!” esclamò Harry.

“Purché non mi porti da Madama Piediburro, odio quel posto!” concluse Ginny.

“Non preoccuparti ,Gin! Sarà l’ultimo posto in cui metterò piede!”

“Grazie.” disse Ginny, stampando un bacio nelle labbra di Harry. “Andiamo, adesso. Lasciamoli un po’ soli!”

“Ma non vuoi vedere come va a finire?” si lamentò Harry.

“Andiamo! E poi li vedremo sicuramente domani.”

“Uffi.”

 

Ron e Hermione si staccarono, senza smettersi di guardarsi negli occhi, felici per essersi finalmente baciati.

“Ecco cosa succede, quando non si comanda al cuore.” disse Ron. “Ti amo, ‘Mione.”

“Ti amo anch’io, Ron.”

E i due ripresero a baciarsi, sotto quel bellissimo cielo stellato in una fredda notte d’inverno.

  
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