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Autore: gm19961    01/04/2012    7 recensioni
« Lui non è un coso, papà!»
« Ma davvero? Non fa per te, Bra.»
Come aveva potuto dire che lui fosse meglio di suo padre? Quelle parole l'avevano scosso, turbato. Era solo un incubo, un tremendo incubo. Pensava di esser l'unico essere sulla Terra che poteva rendere felice sua figlia, Bra. Invece si sbagliava, lei si era affezionata di più a un altro, al suo peggior nemico.
Goku.
Storia sospesa per mancanza d'ispirazione. Mi scuso con i lettori.
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goku, Un po' tutti, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi di Dragon Ball non mi appartengono, e la storia non è scritta a scopo di lucro.


Capitolo 1

Era una mattinata come tante alla Capsule Corporation. Il sole splendeva, gli uccellini cinguettavano, e ogni cosa aveva la sua perfetta ed inquietante armonia. In casa, sembrava che ognuno fosse normale: Bulma tornava dai negozi con i suoi nuovi acquisti, per poi chiudersi in laboratorio per inventario qualche altro marchingegno, apparentemente futile; Trunks sembrava preso dai combattimenti contro il suo migliore amico, Goten; Vegeta, invece, era riemerso dalla Camera Gravitazionale, per una brevissima pausa: doveva fare uno spuntino. Lo spuntino equivaleva a far fuori mezzo frigorifero, ma ormai, la famiglia sembrava essersi adattata al grande appetito dei due saiyan in casa. O per meglio dire, dei tre saiyan. Già, Bra stava attraversando un periodo piuttosto strano: non mangiava più di tanto, a scuola era sempre distratta, non era più presa a giocare con le sue belle bambole e sembrava ignorare spudoratamente qualsiasi membro della famiglia. Non che a Vegeta interessasse più di tanto, ma era piuttosto incuriosito da questo strano comportamento. Era pur sempre una mocciosetta, e voleva sempre stare con loro, sempre e comunque.

« Bra, quante volte ti ho detto di non rubare i miei vestiti?! Accidenti, come se non ne avessi abbastanza! E poi sei ancora troppo piccola per indossarli!»

Ecco, la quiete famigliare si era apparentemente dissolta in una nuvola di fumo. Vegeta aprì scocciato il frigorifero, cercando di non staccare l’anta e iniziò a tirare fuori delle misere razioni di cibo, per poi appoggiarle sul tavolo. Dalla cucina, entrò Bulma, con il caschetto spettinato e con il solito abito arancione, questa volta sgualcito. In mano teneva una canottiera rossa rubino, che probabilmente, era stata in ostaggio nell’armadio di Bra qualche minuto prima. E sembrava tenere in mano dell’altro in tasca.
 
« Quella bambina mi farà diventare matta… oh, buongiorno tesoro!» disse Bulma cambiando subito espressione e schioccando un piccolo bacetto sulla guancia di Vegeta, il quale impassibile, continuò a masticare la sua coscia di pollo di metà mattina.
 
« Oh, come siamo di malumore. Ma vedi di ascoltarmi, Vegeta. Ho trovato questi disegni in camera di nostra figlia, e non vorrei che fossero ciò che penso.»
 
Vegeta trangugiò la carne arrosto e, nuovamente impassibile, si degnò di guardare lo sguardo preoccupato della consorte. Come se gli affari di quella undicenne petulante gli interessassero. Beh, un poco, ma niente di più. Bulma, cautamente si sedette davanti a lui, e porse i fogli sgualciti sul tavolo, sbattendoli quasi con foga. Vegeta guardò quei fogliettini a righe, probabilmente strappati da qualche stupidissimo quaderno. E poi, un’altra cosa gli saltò all’occhio: una stupidissima faccia da schiaffi. Sì, più o meno era quello che gli sembrava era una tipetta dalla treccia azzurra che abbracciava un altro tipo, molto più grande di lei, dalla chioma folta e sbarazzina. 
 
« E quindi?» ripeté lui, completamente disinteressato all’apprensione della sua donna per quello sciocco disegnino di scarsa importanza. Bulma si sbatté una mano in fronte: possibile che Vegeta fosse così preso dal mangiare e non capire con un solo sguardo, ciò che effettivamente era quello che riteneva un semplice e puerile disegnino?
 
« Caro, non ti ricorda nessuno quel ragazzo abbracciato a Bra? Perché quella è Bra.» replicò Bulma, portandosi le mani ai fianchi e alzandosi di scatto dalla sedia. Vegeta prese in mano il soglio e con un'espressione scocciata guardò attentamente il foglio. Sì, era una ragazza dai capelli celesti che abbracciava un ragazzo dalla folta chioma. 
 
E sembrava muscoloso.
E sembrava stupido, davvero stupido.
E c'erano cuoricini dappertutto, sullo sfondo del pezzo di carta.
E poi, finalmente, capì.
Rivolse uno sguardo apparentemente apatico alla moglie, e lei annuì, convinta.
 
« Sì, esatto. Si è innamorata, e questo non è un male... ma è di chi si è innamorata. Non vorrei che facesse avventatezze, Vegeta. La conosco, mi ricorda molto me da giovane... » Bulma sospirò e scosse la testa. Era inammissibile che si fosse innamorata proprio dell'uomo sbagliato.
 
« Scostumata e avventata? Può darsi, donna. Comunque non capisco cosa centro io in questa... cosa
 
« Non mi ascolta. Dovresti parlarci tu e fargli capire che, beh, lui non può renderla felice! Ha solo undici anni, Vegeta.»
 
Vegeta si alzò dal tavolo e si mise a braccia conserte, e serrando gli occhi, iniziò a riflettere. Se quel pazzo avesse osato toccare sua figlia lo avrebbe ucciso quasi sicuramente. Ma in caso contrario? Se Bra si fosse avvicinata a lui e avesse iniziato a sfoderare il suo, come si dice... ah sì, fascino infantile... beh, sarebbero stati guai e si sarebbero create catene e catene di semplici rotture di palle per Vegeta. E lui odiava le rotture di palle.

« Donna, sappi che io non sono d'accordo, ma è una sfida che intendo vincere.»

Bulma sorrise vittoriosa e lasciò campo libero al marito, il quale, già scocciato per i suoi motivi, si alzò dal tavolo e si diresse con le mani in tasca verso la camera della figlia. Era da tempo che non ci entrava, e non era nemmeno attirato a quell'idea. Chissà che luogo losco era diventato.
Busso alla porta e si schiarì la voce, mantenendo l'espressione seria che da sempre lo aveva caratterizzato.

« Avanti.» 
 
Vegeta era lì per lì di sfondare la porta, ma volendo evitare le famigerate rotture di palle, si limitò ad aprire la porta con il minimo storico della sua forza. La serratura, però, si spezzò. Bra era sdraiata sul letto, con le cuffie nelle orecchie, a disegnare ancora e ancora quei disegnini inquietanti. Infatti sul suo letto dal copriletto rosa, vi erano sparsi diversi pennarelli e fogli di vario colore. La sua cameretta era tutta fucsia, rossa, bianca con fiorellini e fiorelloni imbarazzanti. Poster attaccati senza un criterio logico e i libri appoggiati alla rinfusa sulla scrivania. Con uno sguardo annoiato, Bra trapassò con gli occhi suo padre.
 
« Ehm, che cosa c'è papà?» 
 
Vegeta scosse la testa e poi tornò a guardare la figlia, con un espressione lievemente imbarazzata, ma impercettibile per Bra.

« Che cosa stai facendo?» le domandò, ancora con le mani in tasca e immobile, a pochi passi dalla porta. Bra alzò un sopracciglio. Da quando suo padre s'interessava di cosa stesse facendo?

« Hey papà, ti senti bene?»

« Che razza di domande sono, certo che sto bene.»

« E allora perché sei qui?»

Vegeta si rese conto che con Bra era impossibile avere l'ultima parola. Assomigliava a  Bulma, sì, ma più di tutti a lui.

« La donnaccia a trovato questo qui dentro, e mi ha chiesto di dissuaderti da questo tuo... coso.»

Bra saltò giù dal letto, e diventando rossa per la vergogna, spezzò in due la matita gialla che teneva dietro all'orecchia. Come si era permessa di guardare le sue cose? E come si era permesso suo padre a venire a farle la predica su ciò che poteva e non poteva fare?

« Lui non è un coso, papà!» 

« Ma davvero? Non fa per te, Bra.» 

« Invece sì, papà! Ed è anche cento volte migliore di te! Almeno dimostra di volere bene alle persone.» concluse lei amareggiata e stralunata. Potevano toccarle tutto, ma non il suo lui. Bra, strappò dalle mani il suo prezioso disegno dalle mani del padre e scappò fuori dalla stanza, incontrando nel percorso verso l'uscita di casa, sua madre Bulma, la quale però, non riuscì a fermarla. Vegeta, rimase immobile ad osservare la stanza della figlia e amareggiato nel profondo, e dissimulando i suoi sentimenti, riuscì a far emergere dalla bocca un misero “Tsk”.

« Mi sa che hai perso, Vegeta.» sospirò poi la donna di casa, strofinando la mano sulla spalla del marito, ancora immobile davanti alla stanza della bambina. Come aveva potuto dire che lui fosse meglio di suo padre? Quelle parole l'avevano scosso, turbato. Era solo un incubo, un tremendo incubo. Pensava di esser l'unico essere sulla Terra che poteva rendere felice sua figlia, Bra. Invece si sbagliava, lei si era affezionata di più a un altro, al suo peggior nemico.
Goku.


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Non so neanche io cos'è questa. Ma volevo uscire fuori dagli schemi con una Fan Fiction che sto svilluppando nel mio cervellino piccino picciò.
Beh, sì, sto scrivendo una Goku/Bra. No, non datemi della pedofila. Questo capitolo non rivela niente di ciò che accadrà, e di sicuro non farò un PedoGoku. O_O
E sì, questa storia si ambienta tra DBZ e GT. Insomma, negli anni che non ci hanno mai fatto vedere, e che io vi mostrerò ಠ___ಠ
Bene, bene, bene. Mi dileguo. Au revoir, bella ggenteH. :)
Se vi va, recensitela :D
Baci,
gm19961
   
 
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