Allora,
ci tengo a precisare che questa ff è stata in assoluto la
prima che ho scritto.
È stata “sfornata” esattamente il 30
marzo del 2005. In quel periodo avevo
iniziato ad appassionarmi alle ff, soprattutto alle Draco-Harry.
Sì, lo so,
dovrei solo lasciarvi leggere in pace, ma sono logorroica…
non è colpa mia…
Comunque,
adesso vi lascio alla storia. E, per favore, recensite!! E inoltre, per
tutti coloro che stessero seguendo "Tra sogno e realtà",
credo che domani dovrei riuscire a postare il prossimo
capitolo...
«Potter…»
dice. Io lo guardo. Poi torno a guardare te. E improvvisamente
riaffiorano i
ricordi. Il primo giorno che ci siamo conosciuti da Madama McClan. Il
primo
giorno sul treno. La mano che mi porgevi. Io che non la strinsi.
La
rivalità tra di noi quel primo, secondo, terzo, quarto e
quinto anno.
Solo
lo scorso anno, il sesto per l’esattezza, iniziammo a
discorrere civilmente.
Iniziò tutto quando mi chiedesti se avevo una pergamena
nuova, la tua l’avevi
scordata.
Ricordi…?
Una
parola tira l’altra. Parlammo, ma non troppo. Non potevamo
essere amici. Solo
qualche parola a lezione o nei corridoi, ma niente di più.
Eravamo
da sempre nemici, due poli opposti. io il Sole e tu la Luna. Tu il Nord
e io il
Sud. Io il caldo e tu il freddo.
Eppure
sapevamo. Non potevamo evitare che
succedesse. E ne eravamo consapevoli.
Una
parola a pranzo, una a Divinazione. E poi…
Quel
giorno in cui, a Pozioni, la tua mano sfiorò la
mia…
Rabbrividii
a quel contatto. E lo facesti anche tu.
Era
una sensazione nuova, mai provata prima. In quell’istante
capii. Compresi che
insieme a te avrei potuto fare qualsiasi cosa.
Nei
giorni che seguirono i nostri sguardi si incrociarono spesso. Pieni di
passione. E amore.
Ora
lo so. È tardi ma me ne rendo conto solo adesso. Ti guardo
lì, sdraiato. Come
sei bello, amore mio! Sarai per sempre il mio unico grande amore.
Quest’anno
era iniziato diversamente. Sul treno ci scambiammo un cenno. Davanti al
portone
di scuola, una stretta di mano.
Sapevo
che tuo padre ti aveva picchiato. Lo vedevo dalla tua camminata. Lo
aveva fatto
perché tu gli avevi disubbidito. Non è
così, amore? Non volevi essere come lui.
E io ti avrei aiutato.
Ma
quella notte… ieri notte…
Erano
mesi che tuo padre non si faceva sentire. Lo sapevo anch’io.
Ma ieri… Eravamo
in corridoio, a fare il giro notturno. Ci guardavamo, come facevamo da
tempo
ormai. Quando ci voltammo, Bellatrix e Lucius erano davanti a noi.
I
Mangiamorte. Avranno usato una passaporta. Subito ci furono addosso.
Tu
e tuo padre vi guardaste, un secondo, negli occhi. Poi…
l’inferno.
Erano
trascorsi solo dieci minuti. Credo che Silente stesse radunando gli
altri
insegnanti per aiutarci e proteggerci. Ti battevi come una furia. Non
ti avevo
mai visto così.
Io
tenevo a bada quella puttana di Bellatrix; tu eri di fronte a quel
bastardo di
tuo padre.
Ero
in difficoltà. Le mie forze scemavano. Non avevo pranzato,
né cenato. Con la
coda dell’occhio ti vidi lanciare un incantesimo di
protezione su di me. Ma
quella piccola distrazione, amore, ti fu fatale. Tuo padre ne
approfittò e ti
lanciò un incantesimo potentissimo. Era come se un tornado
si fosse abbattuto
su di te… Non un classico Avada Kedavra. Quel bastardo di
Lucius voleva farti soffrire.
Mi fiondai su di te. Bellatrix mi scagliava addosso un po’ di
tutto, ma il tuo
incantesimo su di me era potentissimo. Alimentato dalla forza
dell’amore.
Mi
inginocchiai accanto a te, e presi il tuo volto tra le mie mani. Mi
chinai,
fino a esserti appiccicato. I
nostri
nasi si sfioravano. Sentivo il tuo respiro irregolare farsi sempre
più fioco.
Fu
allora che mi guardasti con dolcezza e mi sorridesti, sfiorandomi il
volto con
una mano insanguinata. Ricambiai il sorriso, tra le lacrime. Senza
smettere di
sorridere mi sussurrasti: «Ti amo». I tuoi occhi
grigi si chiusero. Per sempre.
Ti
baciai la fronte. Ero furioso. Mi diressi verso tuo padre e scagliai su
di lui
la peggiore delle Maledizioni Senza Perdono. Lo vidi, spaventato,
venire
investito dalla luce verde e accasciarsi al suolo.
Il
resto è confuso…
Adesso
sono qui, davanti al tuo corpo esangue. Mi mancherai, amore mio.
Piano
mi alzo. Mi avvicino a te. Ti accarezzo la guancia gelata.
Lacrime
silenziose scorrono sul mio viso. Mi avvicino di più. Nessun
altro potrà
prendere il tuo posto.
Poggio
un lieve bacio sulle tue labbra, ormai fredde e senza vita. Sono belle
come
sempre.
Anche
così riesci a essere bellissimo. Ti guardo per
l’ultima volta. Un sussurro esce
dalle mie labbra. «Ti amo».
Okay,
anche questa è fatta. È un po’ triste,
vero? Considerando che è stata la prima
storia che ho scritto, però, non è venuta tanto
male. Voi che ne pensate?
(Io
che vorrei volentieri ucciderti per averci fatto finire
così!
ndHarry-con-tanto-di-occhi-iniettati-di-sangue.
Sì,
concordo in pieno! E poi, perché dovrei morire sempre io,
scusa?!
ndDraco-che-si-avvicina-con-una-sega-elettrica-di-dimensioni-spropositate).
Ehm…okay…credo
sia il momento di tagliare la corda…!!!
Un’ultima
cosa e vado via.
Idra,
scema che non sei altro, lo vedi che l’ho pubblicata? Ah
ah… ci vediamo più
tardi, zocchi. Tatt.
Ecco,
ho finito. (rumore di sega elettrica e soffio di luce
verde…).
Meglio
che vada… un bacio a tutti,
Blaise