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Autore: CharlieBb    28/10/2006    8 recensioni
Iniziò tutto quando mi chiedesti se avevo una pergamena nuova, la tua l'avevi scordata. Ricordi...? Una parola tira l'altra...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora, ci tengo a precisare che questa ff è stata in assoluto la prima che ho scritto. È stata “sfornata” esattamente il 30 marzo del 2005. In quel periodo avevo iniziato ad appassionarmi alle ff, soprattutto alle Draco-Harry. Sì, lo so, dovrei solo lasciarvi leggere in pace, ma sono logorroica… non è colpa mia…
Comunque, adesso vi lascio alla storia. E, per favore, recensite!! E inoltre, per tutti coloro che stessero seguendo "Tra sogno e realtà", credo che domani dovrei riuscire a postare il prossimo capitolo... 
Buona lettura!



TI AMO

 Sono qui seduto, a guardarti. A guardare il tuo corpo bianco e freddo come il ghiaccio. Una lacrima mi solca il viso. Qualcuno si avvicina, non so chi sia. Mi poggia una mano sulla spalla.
«Potter…» dice. Io lo guardo. Poi torno a guardare te. E improvvisamente riaffiorano i ricordi. Il primo giorno che ci siamo conosciuti da Madama McClan. Il primo giorno sul treno. La mano che mi porgevi. Io che non la strinsi.
La rivalità tra di noi quel primo, secondo, terzo, quarto e quinto anno.
Solo lo scorso anno, il sesto per l’esattezza, iniziammo a discorrere civilmente. Iniziò tutto quando mi chiedesti se avevo una pergamena nuova, la tua l’avevi scordata.
Ricordi…?
Una parola tira l’altra. Parlammo, ma non troppo. Non potevamo essere amici. Solo qualche parola a lezione o nei corridoi, ma niente di più.
Eravamo da sempre nemici, due poli opposti. io il Sole e tu la Luna. Tu il Nord e io il Sud. Io il caldo e tu il freddo.
Eppure sapevamo. Non potevamo evitare che succedesse. E ne eravamo consapevoli.
Una parola a pranzo, una a Divinazione. E poi…
Quel giorno in cui, a Pozioni, la tua mano sfiorò la mia…
Rabbrividii a quel contatto. E lo facesti anche tu.
Era una sensazione nuova, mai provata prima. In quell’istante capii. Compresi che insieme a te avrei potuto fare qualsiasi cosa.
Nei giorni che seguirono i nostri sguardi si incrociarono spesso. Pieni di passione. E amore.
Ora lo so. È tardi ma me ne rendo conto solo adesso. Ti guardo lì, sdraiato. Come sei bello, amore mio! Sarai per sempre il mio unico grande amore.
Quest’anno era iniziato diversamente. Sul treno ci scambiammo un cenno. Davanti al portone di scuola, una stretta di mano.
Sapevo che tuo padre ti aveva picchiato. Lo vedevo dalla tua camminata. Lo aveva fatto perché tu gli avevi disubbidito. Non è così, amore? Non volevi essere come lui. E io ti avrei aiutato.
Ma quella notte… ieri notte…
Erano mesi che tuo padre non si faceva sentire. Lo sapevo anch’io. Ma ieri… Eravamo in corridoio, a fare il giro notturno. Ci guardavamo, come facevamo da tempo ormai. Quando ci voltammo, Bellatrix e Lucius erano davanti a noi.
I Mangiamorte. Avranno usato una passaporta. Subito ci furono addosso.
Tu e tuo padre vi guardaste, un secondo, negli occhi. Poi… l’inferno.
Erano trascorsi solo dieci minuti. Credo che Silente stesse radunando gli altri insegnanti per aiutarci e proteggerci. Ti battevi come una furia. Non ti avevo mai visto così.
Io tenevo a bada quella puttana di Bellatrix; tu eri di fronte a quel bastardo di tuo padre.
Ero in difficoltà. Le mie forze scemavano. Non avevo pranzato, né cenato. Con la coda dell’occhio ti vidi lanciare un incantesimo di protezione su di me. Ma quella piccola distrazione, amore, ti fu fatale. Tuo padre ne approfittò e ti lanciò un incantesimo potentissimo. Era come se un tornado si fosse abbattuto su di te… Non un classico Avada Kedavra. Quel bastardo di Lucius voleva farti soffrire. Mi fiondai su di te. Bellatrix mi scagliava addosso un po’ di tutto, ma il tuo incantesimo su di me era potentissimo. Alimentato dalla forza dell’amore.
Mi inginocchiai accanto a te, e presi il tuo volto tra le mie mani. Mi chinai, fino a esserti appiccicato.  I nostri nasi si sfioravano. Sentivo il tuo respiro irregolare farsi sempre più fioco.
Fu allora che mi guardasti con dolcezza e mi sorridesti, sfiorandomi il volto con una mano insanguinata. Ricambiai il sorriso, tra le lacrime. Senza smettere di sorridere mi sussurrasti: «Ti amo». I tuoi occhi grigi si chiusero. Per sempre.
Ti baciai la fronte. Ero furioso. Mi diressi verso tuo padre e scagliai su di lui la peggiore delle Maledizioni Senza Perdono. Lo vidi, spaventato, venire investito dalla luce verde e accasciarsi al suolo.
Il resto è confuso…
Adesso sono qui, davanti al tuo corpo esangue. Mi mancherai, amore mio.
Piano mi alzo. Mi avvicino a te. Ti accarezzo la guancia gelata.
Lacrime silenziose scorrono sul mio viso. Mi avvicino di più. Nessun altro potrà prendere il tuo posto.
Poggio un lieve bacio sulle tue labbra, ormai fredde e senza vita. Sono belle come sempre.
Anche così riesci a essere bellissimo. Ti guardo per l’ultima volta. Un sussurro esce dalle mie labbra. «Ti amo».

 

 
Okay, anche questa è fatta. È un po’ triste, vero? Considerando che è stata la prima storia che ho scritto, però, non è venuta tanto male. Voi che ne pensate?
(Io che vorrei volentieri ucciderti per averci fatto finire così! ndHarry-con-tanto-di-occhi-iniettati-di-sangue.
Sì, concordo in pieno! E poi, perché dovrei morire sempre io, scusa?! ndDraco-che-si-avvicina-con-una-sega-elettrica-di-dimensioni-spropositate).
Ehm…okay…credo sia il momento di tagliare la corda…!!!
Un’ultima cosa e vado via.
Idra, scema che non sei altro, lo vedi che l’ho pubblicata? Ah ah… ci vediamo più tardi, zocchi. Tatt.
Ecco, ho finito. (rumore di sega elettrica e soffio di luce verde…).
Meglio che vada… un bacio a tutti,
Blaise

   
 
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