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Autore: Ice_Love_Fire    01/04/2012    12 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Sarah finalmente è riuscita ad avere la sua rivincita: il lavoro dei suoi sogni,una vita perfetta, la migliore amica perfetta finchè un uragano dalla pelle ambrata non la sconvolgerà portando a galla molti ricordi. Lui,troppo immaturo per essere amato e lei, troppo orgogliosa per provare ad amare.
Dal Prologo:
-Ahia, accidenti ma vuoi stare attento!-Gridò furiosa la mora.
Il ragazzo si tolse il cappuccio della felpa indossato fino a quel momento.- Scusa, volevo solo essere gentile, non è colpa mia se hai una testona gigantes..- si fermò di colpo guardandola incredulo, ancora non si sporgeva bene, era troppo impegnata a massaggiarsi la testa dolorante- Sarah?!- disse sbalordito....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Possiamo innamorarci ancora una volta?
Ferma il nastro e premi indietro...
 

Prologo 

 

La sveglia cominciò a rimbombare incessantemente nella piccola ma accogliente camera rosa. Sarah bruscamente scaraventò tutti i peluche con i quali passava tutte le sue notti, abbracciandoli come una bambina indifesa così da sentirsi meno sola in un appartamento troppo grande per un’unica persona. Colpì violentemente quell’affare infernale e tornò a dormire dopo aver mugugnato qualcosa di incomprensibile. Circa un quarto d’ora dopo aprì con molta fatica gli occhi impastati di sonno, si stiracchiò lentamente le braccia e saltò giù dal letto osservando l’orologio che indicava le 7:45. – Che cosa?! Oddio è tardissimo Penelope mi uccide!- corse subito in bagno, si lavò di fretta i denti, si vesti più velocemente possibile e si raccolse i lungi capelli neri in uno chigon quasi decente che avrebbe poi sistemato meglio in metropolitana. Corse verso la porta d’ingresso, si mise il cappotto in malo modo a dopo aver preso le chiavi uscì sbattendo la porta di casa. Tutte le mattine era la stessa storia, sveglia alle 7.30, metropolitana, corsa verso l’ufficio preparandosi ad affrontare la solita stressante giornata lavorativa che la costringeva a sbrigare una montagna di commissioni per poi tornare a casa sfinita intorno alle 10 di sera, se tutto andava bene. Poteva sembrare una tortura e spesso lo era, ma per Sarah tutto questo era un sogno; passare dalla sua scrivania sulla quale da adolescente passava interi pomeriggi a scriveva storie su storie, a diventare la stagista di una delle riviste femminili più lette al mondo non era cosa da tutti, anche se il suo impiego consisteva principalmente nell’essere la schiava di Penelope Miller, la caporedattrice di Cosmopolitan. Ma quando la donna era di buon umore, e la cosa capitava raramente, la lasciava finire di scrivere i suoi articoli che indubbiamente faceva passare per suoi senza neanche citare la ragazza; Ma Sarah si accontentava e sapeva che un giorno sarebbe successo qualcosa di importante per la sua carriera. Dopo essere riuscita ad evitare che un paio di macchine la investissero arrivò verso la porta scorrevole dell’enorme palazzo luccicante con l’insegna gigantesca del nome del giornale. Come al solito l’ascensore era occupato e dopo aver percorso 3 rampe di scale si sistemò con il fiatone la maglietta stropicciata, indossò un bel sorriso ed entrò nell’ufficio del suo capo che come al solito era di cattivo umore.

-Sei in ritardo!- borbottò la donna seduta nella scrivania di fronte a quella della mora.

-Sono solo 5 minuti, scusami non ricapiterà più. Ecco il tuo caffè amaro con una bustina di zucchero a parte.- glielo porse cercando uno sguardo di approvazione senza riuscire ad ottenerlo.

-Il telefono non ha smesso un attimo di squillare quindi sei pregata di occupare la tua postazione ed iniziare il tuo lavoro, d'altronde sei pagata per questo- là zittì.

Senza aggiungere altro si sedette e cominciò a rispondere a quelle telefonate che nella maggior parte erano di insulto. Non si lamentava, in fondo si riteneva fortunata e grata per aver conosciuto la Miller. L’aveva incontrata per la prima volta da Starbucks in cui la ragazza aveva lavorato nel periodo estivo dopo il diploma. Vide la giovane parlare innervosita con il proprietario, rigata in viso da alcune lacrime che scendevano e senti quest’ultimo gridargli in faccia licenziandola, lei si tolse il suo grembiule da cameriera e con molta dignità si stava dirigendo verso l’uscita quando il braccio fu fermato da quella donna molto elegante. Si parlarono e dopo una mezzoretta la convinse ad accettare un lavoro per lei, aiutandola a perfezionare le sue capacità di scrittrice, a restaurare il suo look e ad aumentare la sua autostima. Già, al liceo Sarah non poteva essere definita una ragazza carina e popolare, era tutt’altro. Grassotta, sgraziata, con l’apparecchio e troppo ingenua per essere all’altezza delle sue coetanee; ad una sciocca festa preferiva un buon libro o prepararsi accuratamente per l’interrogazione del giorno dopo. La cosa che aveva colpito il suo capo era il suo carattere duro e orgoglioso, ritenedola una tosta e con la testa sulle spalle. 

Così, nel giro di pochi mesi fu assunta ufficialmente come assistente/stagista di Penelope, cambiò radicalmente il suo modo di apparire e cominciò finalmente a considerare il sesso maschile, dato che a scuola non veniva nemmeno guardata ma soltanto presa in giro dai più “fighi” che in realtà erano degli idioti falliti. Oh, come avrebbe voluto che uno di loro la vedesse ora, tre anni dopo e dargli quello smacco morale facendolo sentire come lei si era sentita durante tutta l’adolescenza, inutile e ingombrante…

-Stevens? Muoviti non ho tutto il giorno, vai a ritirarmi quegli abiti per il servizio fotografico, e ti prego non combinare disastri come al solito..- sentenziò la bellissima ma acidissima caporedattrice

-Subito Penelope, puoi stare tranquilla non succederà niente e farò in fretta!- Sapeva benissimo quanto odiasse essere stressata, così incaricava lei di fare il lavoro “sporco” concedendole poco più di un’ora anche se doveva raggiungere l’altra parte della città.

Uscì di corsa dall’edificio, chiamando un taxi con un fischio, dopo 3 anni aveva dovuto inpararlo a fare per essere almeno degnata di considerazione da quei mezzi troppo frenetici. Cercando di non scaraventare a terrai il suo telefono che non smettere un attivo di tartassarla ritirò gli abiti realizzati da uno stilista londinese emergente e notando che era in anticipo decise di andare nel suo vecchio bar di famiglia, che le permetteva di fare un break e di salutare il suo adorato nonno paterno; era un locale tranquillo, poco appariscente, che richiamava molto lo stile anni 50’ e frequentato da pochissimi ragazzi.

-Salve bellezza! A cosa devo questa visita? Sei più impegnata di un vip!- scherzò l’adorabile signore sfoggiando un dolcissimo sorriso.

-Ciao nonno, la tua nipotina preferita ti implora di fargli un caffè super forte, sono a pezzi.- rispose la mora schioccandogli un sonoro bacio per poi appoggiarsi sul bancone quasi per dormire.

-Subito bell’addormentata,e per questa volta offre la casa, non resisto alle belle ragazze!- le fece un sorriso che fu subito ricambiato dalla nipote.

Mentre sorseggiava quella bevanda che la fece risanare, sentì il rumore del campanello che suonava ogni volta che la porta veniva aperta da un cliente. Lo intravide con la coda dell’occhio sedersi accanto a lei appoggiando le braccia sul bancone lasciando in bella vista un tatuaggio vicino al polso, un simbolo cinese. Sarah non ci fece molto caso, era troppo occupata a cercare di tenere gli occhi aperti quando gli cadde il suo amato BlackBerry da lavoro provocando un tonfo sul pavimento. Oh no, non poteva essere proprio il suo. Se quel telefono si fosse rotto significava solo una cosa: la sua morte era vicina. Con gli occhi ancora chiusi, speranzosi in un miracolo si abbassò di scatto per raccogliere quell’aggeggio che stranamente non squillava, ‘probabilmente si è spento, non deve essersi rotto per forza..’ pensò la ragazza, quando la sua testa andò a sbattere bruscamente con quella che doveva essere del ragazzo accanto a lei, facendo ricadere nuovamente il cellulare appena raccolto.

-Ahia, accidenti ma vuoi stare attento!-Gridò furiosa la mora.

Il ragazzo si tolse il cappuccio della felpa indossato fino a quel momento.- Scusa, volevo solo essere gentile, non è colpa mia se hai una testona gigantes..- si fermò di colpo guardandola incredulo, ancora non si sporgeva bene, era troppo impegnata a massaggiarsi la testa dolorante- Sarah?!- disse sbalordito.

-Come diavolo fai a sapere il mio nom..- si sbloccò di scatto. No, non poteva essere vero, doveva essere un brutto sogno. –Zayn?!- in quel momento le sue guance troppo chiare si colorarono di rosso, come una sciocca ragazzina.

 

 

 

 

#AngoloAutrice: Eccoci con una nuova storia. Fateci sapere cosa ne pensate , aggiungeremo dei particolari interessanti, per noi è molto importante. RECENSITE :) Ice & Fire xoxo 

  
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