*Ad A.*
Tomoko
Nomura stava guardando estasiata il set, il luogo dove si sarebbero svolte le
riprese dell'ennesimo spot pubblicitario in cui si faceva promotrice di un paio
di sci per la stagione invernale.
Oltre
le telecamere, oltre i fili delle luci e di eventuali macchinari per gli effetti
speciali c'era tanta, tanta neve autentica.
"Wow...
che bella!! A Tomoko piace molto la neve, sìììì!" esultò come una bambina, con
gli occhi che le brillavano, le braccia in alto, il petto prosperoso che
ondeggiava ad ogni piccolo salto che faceva.
"Sono
contento che ti piaccia. Mi raccomando, non farti distrarre troppo dalla scena:
vai, recita la tua parte e rendimi orgoglioso!" si raccomandò il manager,
aggiustandosi gli occhiali che si erano inclinati verso destra mentre la
guardava incantato.
Anche
in tenuta da sci, Tomoko faceva la sua bella figura.
"Sissignore!"
esclamò serenamente, allargando le braccia e correndo verso il manto di neve che
sul pavimento dello studio rimaneva intatto grazie all'aria gelida mandata dai
condizionatori.
Attese
che qualcuno le portasse gli sci da pubblicizzare, poi girò la scena - a volte
anche inciampando - e dopo un'ora il regista annunciò che avevano finito e che
si poteva smontare tutto.
In
camerino, mentre si cambiava con il solito abbigliamento, Tomoko Nomura si
chiese ingenuamente quando sarebbe arrivata davvero la neve.
Voleva
vederla sui tetti delle case, sui muretti, sugli alberi.
Voleva
prenderne una manciata e tenerla tra le mani, emozionata.
Voleva
stupirsi di quanto una cosa così bella potesse essere così fredda.
Voleva
giocarci con le amiche - soprattutto con Urumi... e magari anche con Miyabi.
Voleva
fare un pupazzo di neve e avvolgere una sciarpa rossa intorno al suo collo
bianco.
Non
vedeva l'ora che nevicasse... perché quei fiocchi di cotone che cadevano
danzando lievi sulla terra erano meravigliosi e ipnotici.
Arrivavano
inaspettati, senza fare alcun rumore o emettere alcun suono. Era proprio questa
la loro magia: non avvisare mai della loro prima caduta al suolo.
*Due
mesi più tardi*
"Ehi,
Urumi, guarda... guarda qui! C'è un fiocco di neve a forma di cuore, proprio
qui. E' davvero molto bello, non trovi?"
"Sì,
è bello. Non per fare la guastafeste, Tontako, ma penso che in realtà siano due
fiocchi di neve incastrati in questo modo sul ramo. I fiocchi di neve non
potrebbero prendere questa forma, altrimenti".
"Mh...
ma a Tomoko non importa. Tomoko è contenta di aver trovato questo cuore di neve.
Uffa, vorrebbe aver portato una macchina fotografica perché potrebbe non vederlo
mai più!"
Urumi
Kanzaki rise di fronte al comportamento dell'amica: era proprio da lei
sorprendersi per una cosa così semplice.
In
quanto a Tomoko, era davvero molto, molto felice di essere lì con tutti loro.
Urumi
le stava accanto, mentre il professor Onizuka e gli altri stavano organizzando
il campo per una battaglia a palle di neve in piena regola.
Murai
ghignava, mentre insieme a Kusano e a Fujiyoshi preparava le palle di neve: non
vedeva l'ora di far cadere in ginocchio quel dannato di Onizuka con la sua mira
infallibile.
Kikuchi
era seduto su una panchina con il computer portatile sulle ginocchia e Yoshikawa
parlava con il professore di un nuovo gioco che aveva acquistato e che, una
volta finito, gli avrebbe passato volentieri.
Voltandosi
a guardare quest'ultimo, Tomoko non poté fare a meno di pensare che se in quel
particolare momento della sua vita era felice, se era un'idol che stava
diventando sempre più apprezzata dalla gente, se aveva potuto rivedere
Urumi-chan e parlare con lei, il merito andava tutto al professor Onizuka.
Perché
era stato il primo ad avere fiducia in lei, a credere che anche un'imbranata e
una tonta come lei poteva farsi valere.
La
gratitudine che provava per lui era così grande che, se fosse neve, avrebbe
potuto farne un pupazzo enorme.
Per
questo non provò vergogna né timore ad urlare: "Professore, vieni a vedere anche
tu il mio cuore di neve!" e poi esultare, quasi urtando l'amica con il braccio,
mentre vedeva che le stava raggiungendo.
Tomoko
Nomura era semplice e sensibile come la si dipingeva.
Tomoko
Nomura era capace di fidarsi delle parole di chiunque.
Tomoko
Nomura era tonta, tanto da guadagnarsi il soprannome di Tontako.
Tomoko
Nomura era una studentessa imbranata.
Tomoko
Nomura era un'idol affermata.
E
forse, Tomoko Nomura era innamorata del suo professore, ma essendo troppo
ingenua probabilmente l'avrebbe scoperto solo più avanti.
Per
adesso andava bene così.
FINE
**
Disclaimer:
I personaggi
citati non mi appartengono e non ho scritto a scopo di lucro.
Noticina finale:
Per l'idea di
questa one-shot breve (730 parole in tutto) ringrazio indirettamente mia
sorella: ogni tanto mi coinvolge a rivedere quest'anime che adora, così ho
pensato a Tomoko Nomura come protagonista della fic, senza dimenticare di far
comparire in qualche modo anche i personaggi che le sono stati accanto...
Per lei ho
pensato a qualcosa di semplice, persino il linguaggio che ho usato - a mio
parere - si adatta alla sua personalità, quindi sulla caratterizzazione sono
abbastanza tranquilla.
Spero vi piaccia
e che sia tutto chiaro ^^
Rina
PS: Che bello
poter tornare a pubblicare di nuovo!! *_*