“Il giorno più brutto della mia vita!”
Voci
indistinte continuano a parlarmi ...
Non mi interessa sapere chi sono …
Osservo la
muffa tra gli scalini …
Non mi interessa nemmeno pulirla …
Sto solo qui …
… immobile …
Non so nemmeno da quanto tempo …
Non mi interessa saperlo ...
Sto solo qui …
… a sperare in qualcosa di positivo.
Noto una
figura esile inginocchiarsi di fronte a me e prendermi il viso tra le mani,
facendomi alzare lo sguardo.
Inizio a
mettere a fuoco, chi ha interrotto l’oblio nel quale ero caduto.
Due occhi
porpora mi guardano lucidi e preoccupati.
- Takasu che
è successo? Per favore rispondimi! – chiese supplicante Kushieda, in preda alla
disperazione.
Non so cosa rispondere, vorrei
dimenticare ciò che è accaduto, vorrei cancellare questa giornata e tornare a
quando tutto andava bene, a quando tutto sembrava perfetto.
-Non vedi
come sta? Non ti risponderà mai.- rispose una voce femminile familiare,
anch’essa preoccupata.
-Voglio
sapere com’è successo Ami e … solo lui può rispondere!- insistette la ragazza
dai capelli fucsia, prendendomi per il colletto della giacca e iniziando a
scuotermi, per farmi reagire in qualche modo. – Per favore … anzi … te ne prego.- aggiunse con voce rotta
quasi sull’orlo delle lacrime.
-Signorina
per favore si fermi, non vede che il suo amico è ancora sotto shock?-
intervenne un infermiere che era lì con noi. Kushieda si ferma senza mollare la
presa dal mio indumento e abbassa il capo.
-Lascialo
stare Minori, è tutto inutile!- disse Kawashima con un tono agitato.
-C’è … c’è
stato un … un incidente, lei era al volante, siamo … siamo andati fuori strada
… c’era … c’era tanto sangue … - spiego
cercando di trovare la forza per continuare a parlare, provo ad aprir di nuovo
bocca, ma Kushieda mi tira verso di lei e mi abbraccia dolcemente, intuendo la
mia difficoltà ad esprimermi.
Ma il vero abbraccio che desidero è
quello di una altra persona …
-Perdonami,
non dovevo forzarti .- si scusa lei rendendosi conto di aver esagerato.
Io continuo
a restare impassibile.
Apprezzo che lei, da buona amica, cerchi
di darmi supporto … forse è l’unica che potrebbe davvero capire come mi
sento …
-Mi scusi
infermiere, ci sono novità?- domanda la ragazza dai capelli blu, all’infermiere
che era lì con noi.
-Mi spiace
signorina io non so nulla, sono rimasto tutto il tempo qui a tener d’occhio il
vostro amico, che si rifiuta di farsi visitare.- rispose l’uomo.
-Ci porti da
chi può darci informazioni allora, senza perdere altro tempo!- suggerisce Ami
con ansia. Noto con la coda dell’occhio il tizio in uniforme annuire, allora,
la fucsia mi lascia andare e si alza.
E io che farò? Li seguirò?
… Ho paura …
Paura di quello che potrei scoprire …
A interrompere
i miei pensieri è la mano di Minori tesa verso di me, si aggiunge anche quella
di Kawashima.
Grazie per il vostro appoggio …
-Forza
alzati Takasu … Taiga non sarebbe contenta di svegliarsi senza te al suo fianco
… sicuramente finirà col pensare: “ dov’è finito quel bastardino di mio marito
Ryuuji?... se mi ha lasciata sola in questo schifo di posto, giuro che lo
prendo a calci, quando lo vedo!” – disse la fucsia, facendo l’imitazione della
voce della tigre palmare e mostrando così la sua solita facciata.
Del resto lei ha ragione …
Prendo le
mani delle ragazze, mi alzo e silenzioso le seguo dentro l’ospedale.
Assurdo! Non so nemmeno come ho fatto
a ritrovarmi fuori dalla struttura.
Da quanto sono qui?
Da quanto camminiamo?
Ogni passo sembra eterno.
Al momento so solo che sto guardando il
pavimento sporco dell’ospedale …
E’ davvero uno schifo! Si vedono
tutte le impronte delle scarpe, oltre che ci sono un paio di cartacce per
terra, sicuramente qualcuno non avrà centrato il cestino.
In altre circostanze non avrei esitato a fare
qualcosa per questo ambiente, ma ora mi interessa ben poco …
Penso solo a lei …
al mio piccolo angelo …
non voglio perderla!
Le ragazze
si fermano.
Mi guardo
intorno, mi accorgo che siamo nella sala d’attesa di terapia intensiva.
Inizia a
mancarmi l’aria … vedo tutto sfocato … tutto è come ovattato …
mi poggio
contro la parete, sento l’ansia crescere dal profondo delle viscere.
BASTA!
Devo riprendermi!
-CHE
DIAMINE! QUALCUNO VUOLE DARCI UNA RISPOSTA DEL CAVOLO?- grida esasperata Ami.
-Signorina
la prego si calmi! Purtroppo, non le posso dire molto, le condizioni della
vostra amica sono gravi e i dottori stanno facendo il possibile. –interviene un
infermiera – posso solo suggerirle di sedersi ed aspettare, appena ci saranno
novità vi informeremo.- aggiunse infine, tornando nella sala dove stavano
operando Taiga.
-Che razza
di incompetenti! – sbotta la modella arrabbiata.
-Su restiamo
calmi … a essere nervosi non si ottiene nulla! … e siccome non sappiamo quanto
tempo dovremmo restare qui, che ne dite di un caffè o un tè? – intervenne la
fucsia, risoluta come hai vecchi tempi. – … Bene allora vado a prenderli
insieme a qualcosa da mettere sotto i denti.- aggiunse senza attendere risposte
ci da le spalle e si allontana con un passo particolarmente veloce.
Per un attimo ho creduto di scorgere
delle …
-E’ sempre
la solita esagitata … ma almeno ti ha
fatto reagire, quando ci ho provato io eri peggio che in uno stato vegetativo!-
rivela la blu con un sorriso triste, mettendosi a sedere, interrompendo il filo
dei miei pensieri.
-Da quanto
siete qui? Chi vi ha chiamate?-domando curioso, in modo da tenere impegnata la
mente, da tutti i pensieri di questa giornata.
-Ci ha
informate tua madre, che penso arriverà a momenti con la tua piccola Miyu … io sono arrivata circa un ora fa, ero in zona,
per fortuna, mentre Minori, che era in trasferta con la squadra, è arrivata
quindici minuti fa, Yūsaku purtroppo non sarà qui prima di domani!- spiega Ami,
guardandosi i piedi.
-Grazie … -
spezzo il silenzio che si stava creando - … per essere qui ... e per tutto l’appoggio!- aggiungo con un
lieve sorriso, che si interrompe, sentendo il cigolare della sala dove si
trovava la mia tigre. Ci voltiamo di scatto a guardare verso quella direzione.
Un dottore spunta da lì, ha uno sguardo indecifrabile.
Ti prego … non abbandonarmi … Taiga!