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Autore: Shanimallina87    02/04/2012    2 recensioni
Non è la prima fanfiction che scrivo, ma questa la voglio postare qui per condividerla con voi! Parla di me, o meglio della ragazza che vive dentro di me e del suo sogno di libertà unito a quello di conoscere l'uomo che le fa battere il cuore come nessun'altro.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per una volta nella vita voglio essere libera... Non voglio dar conto a nessuno delle mie azioni, quindi lo faccio! Prenoto il volo e l'hotel e parto; devo andare via da qui e allontanarmi dai sogni e dai ricordi che mi stanno intrappolando.
Faccio la valigia e vado in aeroporto; l'attesa è snervante così, fatto il check in, inizio a girovagare per il terminal, cuffie alle orecchie e la loro musica a tenermi compagnia.
Il volo per New York decolla fra un'ora; mi avvicino al gate e mi metto in fila. Salgo in aereo e mi siedo accanto al finestrino; il posto sull'ala è sempre il migliore! Puntuali come un orologio svizzero, partiamo; il volo più lungo della mia vita! Leggo, gioco con il computer, ascolto musica, scrivo; faccio di tutto pur di tenere la mente impegnata. Alle 13.30, ora locale, atterro a New York. Ritiro il bagaglio, prendo un taxi e vado in hotel. Una signorina super gentile mi da le chiavi della mia stanza, 6277, e salgo in ascensore con la mia valigia. Entro in camera e mi ritrovo in un piccolo paradiso: megaschermo, minibar, vasca idromassaggio in bagno e super vista della città. Ho fatto davvero un ottimo affare!
Decido di farmi una doccia e di uscire a passeggio per NY. Armata di macchinetta fotografica, occhiali da sole e documenti, esco dall'hotel, senza la minima idea di dove andare. Compro una cartina della città e inizio a girare; arrivo in centro e ne rimango affascinata. Guardo i grattacieli come incantata da tanta immensità e con lo sguardo rivolto verso l'alto continuo a camminare. Ad un certo punto, lo scontro.

"Oh mio Dio! Scusami!" dico al malcapitato
"Non mi hai fatto nulla, tranquilla!" e si gira. Quegli occhi! Dove li avevo già visti? "Tu piuttosto! Fatta male?"
"Io? No, almeno credo.... " mi tolgo gli occhiali da sole e mi ritrovo a guardare quel sorriso che tante volte mi aveva fatto emozionare.
"Meno male! Comunque sta più attenta la prossima volta!"
"Stanne certo! ... Che maleducata! Non mi sono neanche presentata! Piacere mi chiamo Christine"
"Piacere Christine, sono Shannon!"

"Lo so" penso, stringendogli la mano.

"Stavo andando a prendermi un caffè; posso offrirtene uno?"
COSA??? Ma sto sognando o è tutto vero?
"Volentieri!" mi apre la porta ed entriamo.
Ci sediamo ad un tavolino, uno difronte all'altra. Per un paio di minuti ci guardiamo, poi lui inizia a parlare...
"Come mai sei qui a NY?"
"Dovevo allontanarmi dal posto in cui vivo, evadere dalla routine di tutti i giorni e NY mi sembrava il posto ideale!"
"E' una città stupenda, è vero!" sorseggiò il suo caffè.
"E tu, come mai qui? Piacere o lavoro?"
"Tutti e due. Domani e dopodomani siamo in concerto..."
"In concerto? Perchè mi sono persa queste due date?"
"Sono state decise la settimana scorsa, così su due piedi. E i biglietti sono già sold out!"
"Capisco... " sorseggio anch'io il caffè e sposto lo sguardo verso la finestra.
"Sei un ECHELON?"
"Secondo te?" gli mostro la triad dietro l'orecchio sinistro e i glyphics sul polso.
"Lo sei" mi sorride... Capitan Ovvio...
Cavolo! Potrei morire per un altro dei suoi sorrisi!!

Un tizio con un cappotto nero lungo entra nel bar e si avvicina a noi. Anche lui con gli occhiali da sole, che prontamente toglie appena arrivato al nostro tavolo.
"Ciao!" dice rivolgendosi a me.
"Ciao!" rispondo, perdendomi nell'azzurro dei quei fari.
"Jared lei è Christine!"
"Piacere cara!" mi porge la mano.
"Piacere mio!" gliela stringo.
"Bro dobbiamo andare, le prove ci aspettano!"
"Due minuti e arrivo!"
Jared si alza, mi saluta ed esce di nuovo.
"Grazie per il caffè Shannon!"
"E' stato un piacere!" usciamo anche noi.
"Verrai domani sera?"
"Se riesco ad imbucarmi si! Hai detto tu stesso che è tutto sold out!"
"Aspettami!" e si allontana. Vedo una mano che gli passa qualcosa dal finestrino. "Ecco, tieni"
"Ma... ma io..."
"E' un regalo. Ora devo andare! Spero di vederti domani sera. Ciao!"
Mi saluta e sale in quella macchina.

Rimango per cinque minuti a fissare il vuoto, poi concentro la mia attenzione sul biglietto che ho in mano. E' un GOLDEN TICKET, uno di quei biglietti che costano un occhio della testa e che ti permettono di incontrarli prima e dopo il concerto. Perchè lo aveva dato a me? Che diavolo era successo quel pomeriggio? Lo avevo incontrato sul serio?
Torno in hotel con un taxi; non riesco né a camminare, né a parlare. Ho troppo pensieri per la testa... Entro in camera e mi faccio una doccia; ceno e torno in camera.
   
 
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