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Autore: E22    02/04/2012    9 recensioni
Liam James Payne si sarebbe ubriacato e il mondo avrebbe visto le riprese di tale evento, punto.
Lo aveva stabilito dopo che, in un’intervista, una giornalista si era imputata sul fatto che Liam non potesse bere nonostante, Louis prima e lo stesso Payne dopo, lo continuassero a negare. La storia dell’avere un solo rene era una scusa bella e buona che, il cosiddetto membro responsabile della band, tirava fuori per evitare feste, eventi o quant’altro non fosse di suo interesse, Louis lo sapeva ed era giunta l’ora che anche il resto del mondo lo sapesse.
Il piano “Facciamo ubriacare Liam” era iniziato e le due fasi, cioè farlo effettivamente ubriacare e trovare un nome più figo per il progetto, erano talmente facili che nel giro di un giorno Louis avrebbe potuto trovare un nuovo obbiettivo, magari avrebbe potuto finalmente imparare come si faceva una permanente liscia ed attuare il piano “No ricci, no capricci”, ma sinceramente non voleva illudersi troppo.
(Slash; il rating arancione c'è ma tanto per esagerare)
Genere: Demenziale, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Liam James Payne doveva ubriacarsi.
Ormai era deciso.
Niente e nessuno avrebbe potuto  distogliere Louis “The Tommo” Tomlison dal suo obbiettivo.

Liam James Payne si sarebbe ubriacato e il mondo avrebbe visto le riprese di tale evento, punto.
Lo aveva stabilito dopo che, in un’intervista, una giornalista si era imputata sul fatto che Liam non potesse bere nonostante, Louis prima e lo stesso Payne dopo, lo continuassero a negare. La storia dell’avere un solo rene era una scusa bella e buona che, il cosiddetto membro responsabile della band, tirava fuori per evitare feste, eventi o quant’altro non fosse di suo interesse, Louis lo sapeva ed era giunta l’ora che anche il resto del mondo lo sapesse.

Il piano “Facciamo ubriacare Liam” era iniziato e le due fasi, cioè farlo effettivamente ubriacare e trovare un nome più figo per il progetto, erano talmente facili che nel giro di un giorno Louis avrebbe potuto trovare un nuovo obbiettivo, magari avrebbe potuto finalmente imparare come si faceva una permanente liscia ed attuare il piano “No ricci, no capricci”, ma sinceramente non voleva illudersi troppo.
 





“Bevi.”

“Louis, sono astemio. Quante volte devo ricordartelo esattamente prima che tu la smetta di offrirmi da bere?”

Okay, erano ad una festa spaziale dedicata solo ed esclusivamente a loro e Liam aveva appena pronunciato una frase troppo articolata perché il più grande riuscisse seriamente a capirla, quindi si limitò a fissare le labbra del castano prima di riproporre la sua frase ad effetto.

“Bevi.”

Il daddy directioner iniziò a guardarsi in giro, sicuramente perché voleva cercare di scappare, lo stronzo, così il grande leader decise che era il momento di passare al piano B del progetto Drinkiam, che, come potete notare, aveva finalmente trovato un nome degno di nota.
Dopo un’attenta ed accurata analisi dell’ambiente circostante Louis prese la rincorsa e saltò in braccio al più piccolo, il quale perse l’equilibrio e si ritrovò semi sdraiato a terra, con una potenziale botta sul deretano, con un ubriaco e piagnucolante Tommo che lo implorava di bere dal bicchiere, che fino a pochi attimi prima conteneva il cocktail che ora si trovava sui pantaloni di Liam, in braccio.
Dopo pochi minuti Paul venne a recuperare il più grande e lo portò in camera, consolandolo, lasciando un allibito Payne con una grande macchia sui pantaloni ad affrontare, sobrio, il party.

La prima giornata del progetto “Drinkiam” era miseramente fallita.
 

 


“Scusami per ieri”, mormorò sommessamente il più grande mentre continuava a pungolare la guancia di Liam.
Durante un’intervista.
In diretta nazionale.
Perché ovviamente Louis non aveva idea di cosa fosse la privacy, il rispetto dello spazio personale o il rispetto delle persone in generale. No.
Per lui qualsiasi intervista si trasformava in uno show in cui fare i dispetti a colui che veniva riconosciuto come il più responsabile degli One Direction, e, sinceramente, non c’era altra motivazione se non la tenerezza che gli procurava Liam nel subire le sue provocazioni.
Aveva uno strano rapporto con il più grande, gli voleva tantissimo bene e voleva sempre essere al centro della sua attenzione, quindi pensava ce fargli i dispetti forse il miglior modo per essere sempre nei suoi pensieri. In più era gelosissimo di lui; inizialmente pensava che gli stesse solo un po’ antipatico, ma poi si era accorto che il fastidio che provava alla bocca dello stomaco non nasceva quando si comportava da “bravo bambino” o quando lo sgridava perché troppo irresponsabile, come una volta si era lasciato scappare in un’intervista, ma nasceva quando era troppo preso a coccolare Niall, Zayn o Harry, oppure quando le fans si divertivano a creare cose assurde e bruttissime come lo Ziam o il Niam. Bleah. Anche il Lirry era brutto e di solito Harry stava bene con qualsiasi persona volesse stare. Anche quando faceva il principe azzurro innamorato con quella Danielle era insopportabile. Troppo teneri, dolci e carini.

LiLo. LiLo, era un bel nome invece. Ricordava tanto Lilo del film Disney e quel film, anzi i tre film, la serie di cartoni animati e i videogiochi per la playstation, erano molto belli. Quindi il LiLo andava bene. Ma solo per i film. Louis non era gay e non era certamente attratto da Liam.
 
“Louis, lasciami stare la guancia e ti perdono”, bisbigliò piano, per non attirare troppo l’attenzione delle telecamere e per evitare che l’indomani ci fossero mille mila gif su di loro in giro per il web.

Il più grande gli dedicò un sorrisone prima di allontanare la mano dalla guancia per rendere ufficiale il perdono dell’altro ragazzo.
Il fatto che due secondi dopo quella stessa mano si trovasse in prossimità del suo pacco erano solo dettagli.
 




“Tieni un cioccolatino!”, erano nel camerino a prepararsi per un servizio fotografico e Louis, dopo aver nascosto a Zayn tutte le sue spazzole causando il panico tra la band, si era avvicinato a Liam con una piccola pallina ricoperta da una cartina verde smeraldo.

L’ignaro protagonista del progetto Drinkiam si trovava in quel momento incastrato tra il muro e l’armadio mentre cercava di recuperare uno dei pettini di Zayn quindi non poté fare altro che rivolgergli uno sguardo sconcertato mentre, velocemente, scartava il cioccolatino e cercava di metterglielo in bocca. Il cioccolatino, si ritrovò a specificare nella sua mente Louis, ridacchiando.
Ad un attimo dal primo passo verso la realizzazione del piano, l’irlandese più inopportuno ed affamato del mondo pensò bene di appropriarsi del cioccolatino, mangiarlo e poi sputarlo.

“Bleah, ma è alcool allo stato puro”, gracchiò poi nell’andare verso il bagno, dove Harry cercava di far calmare il pakistano.

Secondo giorno, secondo fallimento.

 



Liam e Danielle si erano lasciati. Una piccola parte della mente di Louis cercava di convincerlo che non era un buon momento per portare avanti il piano, ma questa veniva subito zittita da tanti altri brillanti pensieri come il fatto che appena finita una relazione bisogna bere, che alla fine lui aveva lasciato lei quindi vabbeh e che Liam era single quindi bisognava festeggiare, perché sì!

Erano tutti nella camera di Niall mentre, tra un film ed una partita alla play, ascoltavano le varie motivazioni per cui la coppia perfetta si era lasciata. Era da settimane che Payne sembrava meno preso dalla relazione con la ballerina e a quanto pare la distanza e il poco tempo disponibile l’avevano portato alla decisione di lasciarla; dopotutto era un momento d’oro che bisognava godersi al massimo, non era il caso di tenersi ancorati a relazioni infelici.
In tutte queste confessioni, il piccolo irlandese era rimasto aggrappato al fianco del presunto astemio; stava iniziando a diventare insopportabile con quella sua mania di abbracciare le persone triste, quindi Louis decise che quando avrebbero incontrato Justin Bieber l’avrebbe abbracciato per primo. Così imparava.

Perso in questi piani di vendetta e con lo sguardo fisso sulla partita che Zyan ed Harry stavano facendo alla play, il maggiore iniziò a bere tutte le bottigliette che aveva nascosto nel minibar della stanza per farle bere a Liam. Erano buone, fresche e colorate. Ed inoltre l’alcool era il suo grande alleato in questo grandissimo piano, quindi l’acool era buono e gli voleva bene. Non l’avrebbe ferito.
Non come Niall che ora ridacchiava per una battuta detta da Harry. Un Niall ridacchiante che nascondeva la sua faccia nel petto di Liam. Che svergognato.

“Louis, sei ubriaco?”

“No. Tu devi essere ubriaco! Perché non sei ubriaco? BEVI!”

Quattro sguardi erano ora puntati scandalizzati verso di lui, quindi decise di alzarsi e di prendere le dovute distante da quel gregge di ignoranti per ritirarsi nelle sue stanze con la sola compagnia della sua genialità.

“Tommo, aspetta!”, perché doveva seguirlo proprio lui? Perché proprio il più stupido astemio che esisteva sulla faccia della terra?

“Non dovrei essere io quello sconvolto?”, pronunciò quelle parole quando ormai erano davanti alla porta della camera del più grande e questo stava già pensando a tutti gli insulti da rifilargli prima di fare un’uscita di scena in grande stile.

Insulti. Tanti insulti che subito si dimenticò quando vide le labbra del più piccolo così vicino a lui. Ed erano belle, sembravano morbide e lo stavano attirando come le bottigliette colorate piene d’alcool, quindi vi appoggiò sopra le sue labbra prima di sparire e mettersi in salvo dietro la porta.

Il terzo giorno del Drinkiam era miseramente fallito.
 




Erano a questa stupida intervista e tutti erano stupidi. Tutti. E Louis aveva un grande mal di testa quindi non voleva che il mondo fosse stupido ma voleva che fosse dolce, che lo amasse e che lo venerasse.

Liam aveva preso a sfiorargli la gamba, per attirare la sua attenzione, ma era anche lui troppo stupido per rivolgergliela quindi decise di ignorarlo.
Anche quando prese a solleticargli la pancia, quando ignorò palesemente le avances di Zayn che cercava di passargli un braccio intorno al collo ed anche quando ebbe l’ardire di lasciargli un piccolo bacio sulla guancia. Forse era solo un po’ arrossito, ma proprio poco.

“Louis, possiamo parlare un attimo?”, perché veniva trattato come un bambino? Solo perché tornati in albergo era corso in camera sbattendo i piedi per terra non significava che fosse un bambino!

“No.”

“Louis, non fare il bambino. Dobbiamo parlare di ieri notte.”

Non era un bambino e di sicuro non avrebbero parlato di ieri, quindi aprì la porta per poterlo sgridare faccia a faccia. E poi legare al letto. E poi baciarlo mentre era legato al letto. E poi, beh, poi.

“Perché non vuoi bere?”, ecco. Questa non era la frase ad effetto a cui aveva pensato.

“Co…Eh?”

“Perché non vuoi bere?”

“Perché vuoi che beva?”

“Non fare lo stronzo!”

“Tu non fare lo stronzo!”

Louis decise di vincere quell’impasse spingendolo sul letto e cercando di colpirlo con dei pugnetti sullo stomaco, prontamente fermati dal più piccolo che lo ribaltò sotto di lui fermandogli i polsi con una mano.

“Louis, è una settimana che sei strano. Cosa ti importa se sono astemio o no? E cosa significava … quella cosa di ieri?”

Con tutta la sua famosa maturità, il più grande girò la testa di lato, così Liam scese a dargli dei piccoli bacini sulla guancia, un po’ come avrebbe fatto con un bambino e come faceva sempre quando Louis aveva mal di pancia o sentiva la mancanza della madre o delle sorelle.
Era il più grande ed era anche quello che li difendeva davanti a tutti, ma era anche incredibilmente delicato e bisognoso di cure.

“Nei film …”, prese a bisbigliare il più scuro, come se però cercasse di trovare le parole giuste, “quando la persona che ti piace è un po’ sbronza riesci meglio a dirgli la verità.”

Liam si bloccò, in quella posizione resa compromettente dalla dichiarazione appena fatta, e prese a riflettere su queste parole, perché infondo era davvero stupido, Louis lo sapeva.

“Ti piaccio?”, ecco. Stupidississimo.

“Sì, stupido!”

E di nuovo lo fissa. Ecco perché serviva l’alcool. Perché con l’alcool ci sarebbero stati meno sguardi e più toccamenti. Dopotutto Louis era un tipo fisico, necessitava delle sue mani, della bocca e, beh, di quello, non degli sguardi.

Cercò di alzare il collo per arrivare a baciarlo ma il grande, responsabile ed astemio Liam Payne lo rispedì sul letto.

“Io ti piaccio”, okay, forse era meglio tenergli lontano realmente l’alcool, tanto per preservargli i pochi neuroni. E pensare che la gente vedeva in lui quello intelligente.

Tommo iniziò ad agitarsi per cercare di scappare da quella trappola, così facendo risvegliò Liam dal trance in cui era caduto.

E finalmente ci fu il bacio. Un vero bacio. Non un bacio stupido. Uno di quelli in cui non capisci più niente. E poi ci furono i morsi sul collo, le mani sotto la maglietta e dentro i boxer. E poi i vestiti non c’erano più ed il letto era un macello disordinato. Ed i corpi erano in strani incastrasti, scoprendosi ed adattandosi l’un l’altro. E i sospiri, i gemiti ed un po’ di urla soffocate. Ed ancora baci, morsi ed infine l’orgasmo. Ma c’erano stati anche pizzicotti, tirate di capelli e dispetti.

Ed era stato tutto veloce, sembrava un attimo rispetto a tutto il tempo speso da Louis a fantasticarci sopra ma era stato fantastico. Era stato perfetto e la stupidità di Liam non l’aveva rovinato neanche un po’, quindi il più grande poté tirare un sospiro di sollievo mentre, per infastidire il compagno, iniziava a disegnare piccoli cerchi sulla macchia di sperma che era rimasta sulla pancia del più piccolo.

“Sai, se fossi stato ubriaco molto probabilmente mi sarei dimenticato tutto e la nostra prima volta non sarebbe stata così perfetta.”

Stupido astemio. Aveva di nuovo rovinato tutto con la sua stupida sdolcinatezza, ma Louis non riuscì a nascondere un sorriso mentre lo pensava.




“Sei, per caso, capace a fare una permanente liscia?










Note: LOL. E' stupidissima e senza senso. Però boh, invece di studiare è venuta fuori questa cosa qua!
Come al solito vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate e ringrazio tutti coloro che hanno seguito/letto/recensito qualcosa di mio (ps: oggi ho pubblicato anche una Narry, se volete passare a dare un'occhiata).


 

   
 
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