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Autore: RedBlackEM    28/10/2006    6 recensioni
Ecco la mia prima One Shot about Harry x Draco. Una giornata come le altre per il moretto... evitare gli sguardi indiscreti e scontrarsi con il proprio rivale di sempre, Draco Malfoy... ma uno scontro può riservare delle sorprese, con strane 'minacce'... ;D
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una promessa è una promessa.


Un giovane ragazzo sedeva in modo scomposto su quella poltrona di velluto cremisi, incurante degli avidi sguardi che si posavano sul bel volto abbronzato. Cioè, forse non troppo incurante. Infatti, nonostante sembrasse perso nei propri pensieri, non poté fare a meno di innervosirsi per tutte quelle particolari attenzioni. Dopo circa un'ora decise di esser giunto al limite di sopportazione, e si alzò impettito per dirigersi all’esterno della stanza. Dopo aver sceso numerosi gradini e imboccate varie scorciatoie, si ritrovò all’aperto. Davanti a lui, una fitta foresta in cui si era più volte rifugiato nei momenti di sconforto, e poco più in là un immenso lago che rifletteva la luce abbagliante del sole. A quella vista si sentì decisamente rilassato e si sistemò sotto le fronde di un’alta quercia ad osservare l’orizzonte.
Gli occhi verde smeraldo incorniciati da un paio di occhiali dalla montatura antiquata avevano sempre una scintilla di malinconia, che preferiva essere celata da lunghe ciocche di capelli corvini ribelli e perennemente in disordine. Ma non era soltanto lo sguardo a essere nascosto, ma gran parte del viso: dagli zigomi alti, alla fronte. Specialmente la fronte. Perché lì, dove un tempo riteneva ci fosse la caratteristica più bella del suo aspetto, ora si trovava una sottile cicatrice a forma di saetta che col tempo aveva ricevuto più di una maledizione da parte del proprietario.
Mentre osservava la superficie dell’acqua incresparsi, udì uno scricchiolare di foglie alle proprie spalle. Si alzò di scatto voltandosi e portando svelto la mano sotto la veste nera, ma non fece in tempo a reagire quando sentì la punta di una bacchetta di legno fra le costole. Appena vide il volto del proprio assalitore, le labbra carnose si contrassero in una smorfia di rabbia e gli occhi scintillarono pericolosamente.

“Male, male Sfregiato! Vedo che abbiamo i riflessi lenti…”
“Sparisci.”

Fu la fredda risposta a denti stretti.

“Come siamo scortesi… non sei nella situazione di dettare ordini Potty… quindi stai zitto e ascolta.”
“Non aspetto altro.”

Un leggero ghigno strafottente si dipinse sul volto dalla pelle diafana e lo sguardo d’argento incontrò quello dell’avversario.

“Seguimi.”
“Hai detto che dovevo ascoltare.”
“Beh? Paura?”
“Tzè! Non di te furetto!”
“Perfetto!”

Dopo aver assunto un’espressione incredibilmente grave, il biondino abbassò l’arma facendo al moro di seguirlo, per poi dirigersi all’interno del castello, che si stagliava imponente dinnanzi ai loro sguardi.
Mentre camminavano Harry Potter elencava tutte le cose che avrebbe preferito fare piuttosto che stare con Draco Malfoy nella stessa stanza, e fra queste c’era anche l’allevare uno Schiopodo.

Potresti andartene - sussurrò una vocina nella sua mente.
Così mi prenderà per vigliacco - si rispose - e NESSUNO dà del vigliacco a Harry James Potter.
Ma la vocina non si diede per vinta.
Qualcosa mi dice che tu non VUOI andartene.
Ma cosa dici!
Beh, dopotutto Malfoy è l’unico che non ti riserva un comportamento particolare.
Certo! Mi odia!
Sarà…


Decise di non voler sapere a cosa alludesse la voce e si impose di fissare davanti a sé.
Irritato dagli strani pensieri che lo avevano attraversato, si chiese infastidito il motivo per cui dava ascolto a Malfoy e non trovando una risposta (ragionevole) si fermò di scatto afferrando quel piccolo sbruffone per la camicia.

“Vacci piano Potter! Questi abiti valgono più della tua pellaccia!”

Infatti il tessuto non era di cotone come quello standard della divisa scolastica, ma di seta morbida e lucida.

“Si può sapere perché devi sempre distinguerti?”
“Perché non posso permettermi di essere confuso in questa orrenda falange di babbanofili e mezzosangue, San Potter!”

Un’espressione di puro disgusto si stagliò sul volto del moro mentre la rabbia continuava a salire incontrollata.
Senza accorgersene si ritrovò a rifilare un pugno sul naso dell’avversario con tutta la forza che possedeva.

“Dico Potter, sei pazzo? Che cazzo ti salta in mente?”

Gli uscì sangue dal naso, e Harry tornò in sé.

“I-Io… non lo so. E ora, se permetti, me ne vado, Malfuretto!”
“Non permetto proprio un cazzo, idiota! Adesso mi spieghi che diavolo ho fatto per farmi spaccare il naso!”
“Malfoy, sentimi bene perché non lo ripeterò due volte: lasciami il braccio, vattene in infermeria e vedi di non trovarti con il tuo brutto muso davanti a me. Mai più!”

L’interlocutore rimase un po’ spiazzato sulle prime, ma si riprese subito riacquistando l’espressione di sufficienza che lo accompagnava continuamente.

“Credi sul serio che mi farò dare ordini da te Potty? Non contarci, non sono uno dei tuoi amichetti leccaculo…”

Intanto il suo viso si avvicinava sempre si più a quello del moro confondendone le idee.
Continuò, sussurrando a pochi centimetri dal volto dell’altro.

“Non ti lascerò andare mai.”
“E’ una minaccia Malfoy?”

Fu la risposta glaciale.

“E’ una promessa.”

Dopodiché sfiorò le sue labbra con le proprie senza che il rivale avesse il tempo di reagire.
Harry infatti rimase come pietrificato, mentre il biondo si staccava lentamente e si allontanava sotto il suo sguardo attonito.
Confuso come non mai, il moretto tornò alla torre di Gryffondor camminando come un automa, per poi sedersi davanti al fuoco come in trance.


(…)


“Ha…Harry? Sei vivo…?”
“…”
“HARRY!!!”
“Come? No! Non è come pensi!”
“Harry ma di che diavolo stai parlando?”
“No, niente… scusa Ron ero distratto…”
“Beh, muoviti! C’è l’allenamento di Quidditch!”

Dopo aver recuperato frettolosamente la divisa e la scopa, i due amici si catapultarono negli spogliatoi maschili, dove la squadra che aveva appena concluso gli allenamenti si stava cambiando.

“Ti manco già Potty?”

Un sussurro alle proprie spalle fece voltare Harry di scatto.

“Stammi-lontano.”

Replicò a denti stretti.

“Non ci contare.”

Fu l’ultima risposta prima di allontanarsi, dopo aver sfiorato con la punta delle dita il fondoschiena del nemico.
Ron, che non si era accorto di nulla, stava litigando con Theodore Nott e riportò Potter alla realtà.

“RON! Piantala! Non ne vale la pena! Forza, andiamo.”

Si voltò per cercarlo con lo sguardo ma ormai Malfoy era uscito.
Durante l’allenamento il Gryffondor fu molto distratto facendosi sfuggire più volte il Boccino e colpire da un Bolide.
Dopo due estenuanti ore si diresse dolorante e stanco agli spogliatoi. Fu il più lento nel cambiarsi, immerso nei propri pensieri, e quando gli amici lo esortarono e sbrigarsi, sbiascicò uno svogliato:

“Vi raggiungo dopo.”

Che lo lasciò solo nella stanza piena di vapori.
Mentre si infilava la candida camicia, udì una voce e notò una persona seduta su una panca di legno.

“Hai allenato da schifo…”
“SPARISCI! Non sono cose che ti riguardino!”
“Oh… Io credo di si… Non solo perché questo fine settimana c’è il match Slytherin vs. Gryffondor, ma anche perché io SO cosa ti ha fatto allenare in questo modo.”
“Ma davvero sapientone? E cosa sarebbe?”

Lo sguardo di ghiaccio diventò incredibilmente serio, la voce sicura pronunciò una sola sillaba:

“Io.”

Potter rimase interdetto da quella sfrontata sicurezza, e cercò di riprendersi come meglio poté.

“M…ma… di che diavolo stai parlando?”

Disse tremante.
Malfoy si alzò dirigendosi davanti al viso dell’altro, avvicinandosi sempre di più, fino a sussurrare vicinissimo:

“Tu mi vuoi.”

Il moro sentì il cervello annebbiarsi, senza riuscire più a connettere i gesti con i pensieri.
Infatti, senza averci ragionato neanche un secondo, aveva afferrato il biondino per gli abiti facendolo cozzare contro il muro, e ora lo stava baciando possessivamente, prendendone le labbra in modo quasi ossessivo.

“Ha…Harry… asp…aspetta!”

Tentava di biascicare Malfoy.

“No! Ora sei mio!”

Replicò l’altro con decisione.
Fu come essere travolti da una tempesta implacabile, in un vorticare di mani, gambe e labbra che si sfioravano, scontravano e cercavano con passione prima sconosciuta.


(…)


Sudati e affaticati i due corpi si abbandonarono lentamente l’uno addosso all’altro.

“E… E ora?”
“Ora cosa?”

Rispose il biondo, passando delicatamente le dita fra i capelli corvini dell’amante.

“Draco… non possiamo…”
“I Malfoy mantengono sempre le proprie minacce… e promesse.”

Concluse con un ghigno sulle labbra fini scurite dai numerosi morsi.

“Sarà meglio per te… furetto!”

Fu l’ultima frase prima che i loro visi si riunissero con passione in un modo che non sarebbe stato né primo né ultimo.

The End.
  
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