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Autore: screaming_underneath    02/04/2012    5 recensioni
[Storia 2a classificata al contest "Drabble di emozioni" di Dali]
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Leah è la regina delle doppie facce. E’ orgogliosa, e testarda, e forte e indipendente – e anche un po’ scassaballe, alle volte – ma non solo. Sarebbe come giudicare uno cioccolatino solo dall’incarto e metterlo da parte solo perché ha la cartina poco colorata.
Leah non è colorata, non è viva, non si direbbe. Ha preso più batoste nella vita di chiunque altro, e molti di questi “altri” la considerano solo una rompiballe brevettata, pure se non è così... E non riescono vedere altro.
Perché se è acida, e piena di amarezza e rabbia così come c’è l’ha descritta la Meyer, vuol dire che qualcosa, là dentro, ai tempi della Grande Batosta, si è rotto.
Leah è double-face, una vera faccia da poker. Ti fa credere che tutto sia ok, anche quando nulla è fottutamente giusto e niente va come dovrebbe andare, perché se c’è una cosa che odia è mostrarsi debole.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Sam Uley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Lupus in fabula'
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Nick: oOo LaViSvampita oOo (EFP) / Virgyblackina (forum)
Titolo: Poker Face
Genere: Introspettivo, Triste;
Avvertimenti: Double Drabble;
Rating: Verde;
Personaggi: Leah Clearwater, Sam Uley;
Introduzione: Leah è la regina delle doppie facce. E’ orgogliosa e testarda e forte e indipendente – e anche un po’ scassaballe, alle volte – ma non solo. Sarebbe come giudicare uno cioccolatino dall’incarto e metterlo da parte solo perché ha la cartina poco colorata.
Leah non è colorata, non è viva, non si direbbe. Ha preso più batoste nella vita di chiunque altro, e molti di questi “altri” la considerano solo una rompiballe brevettata, pure se non è così... E non riescono  vedere altro.
Perché se è acida, e piena di amarezza e rabbia così come c’è l’ha descritta la Meyer, vuol dire che qualcosa, là dentro, ai tempi della Grande Batosta, si è rotto.
Leah è double-face, una vera faccia da poker. Ti fa credere che tutto sia ok, anche quando nulla è fottutamente giusto e niente va come dovrebbe andare, perché se c’è una cosa che odia è mostrarsi debole. 


 




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Poker Face

 

 

[Orgoglio]

«Non serve, sul serio. Faccio da sola» ringhi, e mi scappa da ridere, anche se la situazione non è tra le più felici.

Perché ti conosco. Perché sei la solita, anche mentre raccogli anni di magliette e lucidalabbra e CDs dalla mia camera, accatastandoli con malagrazia in una vecchia scatola.

Mentre trattieni le lacrime.

E vorrei poterti stringere e dire che tutto andrà bene, ma non posso.

Io ho avuto l’imprinting; tu non me lo hai permesso mai.

Non lo merito più, e fa male e lo accetto.

«Allora, ciao.»

Esci, piegata dal peso di vecchi ricordi inscatolati ormai più tuoi che miei, senza voltarti e chiedere aiuto.

«Ciao, Lee.»

 

 

 

[Dolore]

Ciao, Lee.

La pioggia disfa il cartone tra le mie mani e non me ne frega nulla.

Forse fa freddo, forse è già buio; forse Sam mi guarda dalla finestra o forse non gliene frega davvero più un cazzo nemmeno a lui. Forse è con lei.

Emily.

C’è solo la pioggia.

Scende sulle mie guance e mi taglia la pelle, calda e gelata come quel bacio, l’ultimo.

Ciao, Lee.

Come se fosse tutto normale.

Come se la voglia di vomitare che sale dal petto, lì dove il cuore non batte, fosse solo per la giostra dove andavamo da piccoli, girando veloci.

Come se fossi forte.

Come se non fosse dolore.






 

{Questa storia si è classificata seconda al contest indetto da Dali sul forum di EFP "Drabble di emozioni".
Grazie, giudiciA, per le belle parole!

   
 
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