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Autore: _Megan_    02/04/2012    5 recensioni
Ok, scusate se l'ho pubblicata di nuovo, ma mi sono accorta solo ora che prima ero ancora nell'account della mia amica (rachel07). Siamo un po' sbadate, eheh! :D
Una ScottxDawn sulla mia festività preferita. Recensite!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra tutti i 365 giorni dell’anno, Scott amava solo due giornate in particolare.
La prima era il suo compleanno. Quello era il giorno migliore di tutti gli altri, poco ma sicuro, perché alle 20.55 precise di quella sera, 16 anni prima, lui era venuto al mondo, lui, la volpe, il più astuto essere umano che sia mai esistito, e non c’era niente di più importante al mondo della sua nascita.
A primo impatto, chiunque avrebbe detto che l’unica giornata amata da Scott sarebbe stata quella, da presuntuoso e cinico DOC che era, ma in realtà era un’affermazione totalmente sbagliata.
Scott amava prendersi gioco degli altri, vederli soffrire, ridere di loro. Scott adorava illudere le persone, fargli credere ciò che non era vero, vederli affondare dopo aver scoperto la verità.
E, anche se faceva tutto ciò quotidianamente, c’era una giornata speciale, in tutto l’anno, che si specializzava proprio in questo campo.



Il 1° aprile.




                                                                                            *




Quella mattina si era svegliato con un ghigno sulle labbra, aveva osservato uno ad uno i suoi compagni di baracca e aveva cominciato a ridacchiare.
Tutti ignari di ciò che li aspettava, poveri fessacchiotti.
Si era vestito in tutta fretta, aveva accuratamente evitato di entrare nella cucina di Chef (non si sa mai, avrebbe potuto fargli qualche scherzo presentandogli davanti un piatto ancora più disgustoso di quello che era normalmente…) e si era diretto verso la boscaglia.
La sua prima vittima fu facile da selezionare: quel giorno doveva vendicarsi di chi aveva “scherzato” con lui tutto il resto dell’anno, e chi poteva essere il primo della lista se non Zanna, lo squalo mutante?
Cominciò a costruire la sua trappola, pregustando la sensazione di divertimento che si sarebbe propagata in lui non appena Zanna ci sarebbe cascato.
Fu più facile del previsto: quando lo squalo cominciò la caccia per riappropriarsi del suo dente perduto, urtò subito la corda piazzata scrupolosamente al centro di due grossi alberi, e in men che non si dica l’animale si ritrovò bloccato in una grossa gabbia di ramoscelli freschi, accolto calorosamente dalle risate isteriche del rosso. “Pesce d’aprile!” gridò quest’ultimo, osservando con divertimento lo sguardo assassino dell’animale. “…O forse dovrei dire squalo d’aprile!” si corresse, ridendo superbamente della propria battuta.


E questo era solo l’inizio.


In meno di un quarto d’ora, tutti i videogiochi di Sam si ritrovarono ad abbrustolire nelle fiamme, le proteine di Lightning finirono dritte dritte in fondo alla cascata, gli occhiali di Cameron diventarono mille pezzettini di vetro, i cosmetici di Anne Maria e di Dakota furono sprecati per imbrattare il muro della stanza di lusso di Chris, che con un grido aveva svegliato tutti gli animali mutanti della foresta, compreso il coniglio a tre teste che con una trappola Scott aveva sistemato precisamente sul letto di Mike.
Erano scherzi un po’ crudeli, era vero, ma erano esilaranti. Che importava se Zoey rischiava di morire per colpa della torma di scarafaggi velenosi sistemati intorno al suo letto? Qual era il problema se Jo e Brick cadevano in una fossa profonda 6 metri durante la loro corsa mattutina? E neanche la sparizione di tutti gli aggeggi meccanici di B contava qualcosa, soprattutto se poi questi ultimi venivano utilizzati per catapultare Staci sul tetto della baracca dei ragazzi.
Fu una mattinata piena di svago per Scott, che era quasi svenuto dal divertimento alla vista di un Chester frustrato che lottava contro un coniglio mutante e aveva sentito scivolare sulle guance lacrime burlesche per colpa delle risate che si era fatto quando Anne Maria e Dakota avevano cominciato a prendersi per i capelli, accusando l’altra di aver rubato la propria trousse.
Aveva teso una trappola ad ogni concorrente del reality, ma mancava ancora qualcuno.
Nel suo lettino ordinato e ben pulito, ad occhi chiusi e a gambe incrociate, incurante del completo baccano e del frastuono che alleggiava tutt’intorno, meditava tranquilla la piccola, dolce bambolina di porcellana, Dawn, il raggio di luna, la stramboide che aveva inquietantemente rivelato in diretta mondiale la presenza di un’infanzia difficile nel passato di Scott.
Per lei ci voleva un trattamento doppio, ovviamente. Lo aveva costretto a rinchiudersi nel confessionale, lasciando che i ricordi angoscianti e malinconici di ciò che era avvenuto durante la sua fanciullezza gli attraversassero la mente, liberi di timbrare su di lui qualsiasi impressione desideravano.
Ma quale scherzo era abbastanza adatto per aiutare anche lei a festeggiare allegramente un buon Pesce D’Aprile? Dawn era una tipetta facile, certo, ma Scott era un tipo originale: non voleva di certo cadere sul banale.
Pensò quindi ad un classico per eccellenza della giornata degli scherzi: il secchio d’acqua sulla porta.
Preparato il tutto, si appoggiò al muretto esterno della casetta per aspettare l’uscita della vittima dalla stanza. Sorrideva spudoratamente immaginando già la ragazza inzuppata d’acqua, i capelli morbidi e inumiditi che le accarezzavano languidamente il viso, i vestiti bagnati che si restringevano e si attillavano, lasciando intravedere meglio le forme delle gambe, della pancia, del…

Ma che cosa stava pensando?!

Scosse la testa velocemente, cacciando via dalla mente quei pensieri così poco consoni per lui.
Ora doveva concentrarsi sullo scherzo. Da quando in qua le sue riflessioni ricadevano su Dawn?
Si riappoggiò bene sulla parete (si accorse di essere lentamente scivolato verso il basso durante le sue riflessioni) e riprese ad aspettare. E ad aspettare… e ad aspettare…
“Ciao Scott” disse una vocina, con una punta d’orgoglio, sbucando dal nulla dietro alle sue spalle. Il ragazzo sussultò; poi si accorse che la padrona della vocina era Dawn.
“E tu che ci fai qui?!” quasi gridò, in preda alla sorpresa.
“Oh, niente. Sono venuta a vedere come te la cavi aspettando la mia uscita dalla casetta” rispose tranquilla la ragazza, incrociando le mani dietro la schiena e alzando le spalle.
Scott si intimidì. “Ma io non sto… emh… aspettando la tua uscita dalla casetta, no, per carità! Perché dovrei farlo?” balbettò.
“Perché sulla porta c’è un secchio pieno d’acqua.”

Il ragazzo sbarrò gli occhi. Come aveva fatto a scoprirlo?

“Non riuscirai ad abbindolarmi, Scott” rispose sorridendo la bionda, come se avesse intuito i suoi pensieri. Poi si allontanò indifferente, abbandonando uno sbalordito Scott a rimuginare sul come la ragazza avesse potuto capire il suo piano.
Ma il rosso non gliel’avrebbe data vinta.
Dopo quell’episodio, provò con rabbia a cercare nella camera della bionda il suo acchiappasogni fortunato (che, aveva sentito dire da Zoey, la ragazza appendeva alla parete ogni sera prima di andare a letto) per poterlo bruciare, ma, dopo che lui ebbe svuotato per bene la baracca delle ragazze, Dawn si presentò alla porta con l’oggetto colorato tra le mani, sussurrando un “Stavi cercando questo?”; tentò quindi di farla cadere in una delle sue gabbie-trappole, ma lei evitò accuratamente il punto in cui era sistemato il tranello senza problemi, come se ne fosse già a conoscenza; cercò anche di coglierla di sorpresa mentre meditava intrappolandola in un sacco, ma non riuscì nell’impresa neanche questa volta, perché la ragazza se ne andò proprio nel momento in cui lui si stava avvicinando. In pratica le provò tutte, ma la bionda riuscì ogni volta a sfuggirgli, come se avesse la capacità di entrare nella sua mente, estrarre le sue idee e leggerle con facilità. I suoi occhi lo scrutavano ogni volta, come se potessero infiltrarsi attraverso il suo corpo, visualizzare tutto ciò che andava oltre la semplice persona, e si spalancavano, come se avesse appena osservato qualcosa di orrendo, di nuovo, di importante. E lui se ne stava lì, come un idiota, a lamentarsi sul suo scherzo mal riuscito, sulla capacità della ragazza di sfuggirle, e poi ad autoconvincersi che il prossimo sarebbe andato meglio. E dopo rifletteva, e si rassegnava, e capiva che lei era l’unica ad averlo mai fregato.
“Lo leggo dalla tua aura” diceva, come se potesse davvero leggere l’aura di una persona.
Ma non era possibile, ovviamente. O forse si?


Ed infine, quando Scott si sedette sul suo letto, quella sera, stanco di tutti i suoi inutili tentativi di incastrare la bionda, e gli cadde un barattolo di burro d’arachidi in testa, non fu sorpreso di sentirsi dire, da una vocina dolce e molto divertita: “Buon Pesce D’Aprile, Scott!”











Angolo dell'autrice


Allora? Come vi sembra?

Coro: “E’ una schifezza -.-“

Scusate se l’ho postata oggi, ma ieri tra feste e festicciole varie per la Domenica delle Palme non sono riuscita a connettermi…
Beh, mi piaceva l’idea di pubblicare qualcosa su questa festa (che è una delle mie preferite), e in più fantasticavo da settimane su Dawn che si vendica di Scott (*faccina pucciosa*).
Cosa ve ne pare?

Coro: “L’abbiamo già detto, è una totale stupidaggine!

Vi ringrazio -.-“
  
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