Vi preeego! Mi fareste infinitamente felice e più vogliosa di continuare. Un abbraccio Buona lettura BluCannella
Capitolo 1
Se c’era un posto che Chris Colfer
amava era sicuramente il suo camerino.
Era un po’ come una seconda casa,
per lui.
Lì nascondeva il suo rifornimento
di Diet Coke che sarebbe bastato per dissetare un esercito nel bel
mezzo di una
guerra nel Sahara con 40 gradi la notte.
Lì teneva le sue amate copie di
Vogue collezionate con tanta cura per tutta la sua vita.
Lì, dopo un’ estenuante
sessione
ininterrotta di prove, si rifugiava cercando pace a
tranquillità, che
ovviamente non poteva trovare se un anche un solo membro del cast di
Glee era
nei paraggi.
Ancora si chiedeva perché avesse
accettato di recitare in quel telefilm visto che il prezzo da pagare
era stato
dividere il resto dei suoi giorni con quel branco di sfaticati come
bradipi e
casinisti come i lemuri di Madagascar. E, ogni volta, dopo essersi
accorto che
i suoi pensieri gravitavano ormai attorno a bradipi e lemuri, sbatteva
la testa
contro il muro imprecando contro i suoi colleghi che avevano
notevolmente
ridotto la sua capacità di formulare un pensiero coerente
che non implicasse
qualche cretinata tipica di quei mammut.
Oh no. Di nuovo.
Perché cavolo doveva paragonare la gente ad animali di
cartoni animati?!
Comunque, come detto in precedenza,
Chris Colfer amava il suo camerino.
O per meglio dire, l’aveva
amato.
Di sicuro ora che era invaso da
quei buzzurri dei suoi colleghi più che un camerino sembrava
la sala torture di
un manicomo.
Povero, piccolo, dolce
innocente camerino, si ritrovava a pensare
spesso, questi ippopot-
Dannazione Chris basta
con gli animali!
“Dannazione Chris, basta con la
Diet Coke!”
Una voce lo distolse dai suoi
pensieri e Chris, per lo spavento, quasi non cadde dalla sedia facendo
rovesciare la sua amata Diet Coke per terra e facendogli fare una
figura
pessima davanti a tutti i suoi amici lì riuniti per una
riunione straordinaria
del Cast.
Riavutosi dal trauma di essere
andato così vicino a sprecare quel delizioso liquido che era
divenuto la sua
droga, alzò gli occhi verso il ragazzo che gli aveva appena
parlato,
guardandolo con un occhiata che avrebbe potuto incenerire chiunque.
Ma Darren Criss, decisamente, non
era chiunque, ed era ormai abituato a quella strana dipendenza che
aveva il suo
migliore amico.
“Non
parlare male di lei.”
sibilò Chris stringendo convulsamente le mani sulla sua
lattina “Non la
offendere.”
Il moro, per niente toccato dalla
scena, sfoggiò uno dei più malefici ghigni di
sempre e prese fiato come se
stesse per immergersi in acqua per il resto della sua vita.
“Non osare” cercò di
fermarlo Chris
sbiancando, sapendo perfettamente cosa stava per fare l’amico
“Darren,
non-”
Troppo tardi. Il ricciolo aveva già
aperto bocca.
“Ammassodizucchericammuffati”
“No”
“Liquidodellostessocolorecheavràiltuostomacosecontinueraiabernecosìtanta”
“Non farlo!”
“Causadellosfruttamentominoriledeibambinidelterzomondo”
“Darren-“
“Unadellemaggiornicausedell’inquinamentomodiale”
“Ti prego-“
“Quel liquido porterà solo
morte!”
“Oh santo ciel-“
“Distruzione”
“Bast-“
“Carestia”
“Dio mio smett-“
“Rovina!”
Il moro alzò le mani al cielo per enfatizzare
quell’ultima
parola, segno che stava ormai per giungere alla fine di quella sua
arringa e
sferrare il colpo finale.
“E sai che succede se il mondo va
in rovina Chris?” chiese quindi con fare filosofico.
Non aspettò la sua risposta.
“La gente va in rovina, le industrie
vanno in rovina, la Diet Coke va in rovina!” si
fermò un attimo per osservare
compiaciuto la reazione dei suoi colleghi a quel discorso.
“Chris, salva te stesso” lo
guardò
con espressione fintamente affranta “non bere più
Diet Coke se vuoi-“
“A Very Potter Musical fa
schifo”
Chris lo interruppe
improvvisamente.
Voleva la guerra, e guerra sarebbe
stata.
Certo, era anche vero che, se Chris
aveva un animo di ferro che sapeva tener duro ad ogni grave offesa
(differentemente dai suoi nervi) Darren Criss, appena sentiva qualcosa
di
cattivo, si demoralizzava subito ed i suoi occhioni da cucciolo si
facevano più
larghi tanto che avrebbero commosso il gatto degli stivali stesso.
No. No Chris. Non
un’ altra similitudine animalesca.
Stava per cercare un’ altra volta
uno spigolo dove sbattere la sua perfetta testa quando si
ricordò che aveva
cose più importanti da pensare.
Si veda la voce Darren
Criss con la faccia triste e le
lacrime che gli incorniciavano gli occhi.
“Ma-Ma-ma-“ iniziò
Darren incerto
con la voce flebile “tu mi avevi detto che ti piaceva. Io credevo che ti piacesse!”
“Darren-“ provò
Chris non
resistendo alla vista di quei meravigliosi occhi dolci “Su-
stavo scherzand-“
Ma l’altro lo interruppe urlando disperato
“Perché?! Perché sono così
solo?
Nessuno mi ama!”
Questo sciolse definitivamente il
cuore di Chris che posò le mani sulle spalle di Darren
massaggiandogliele, come
tanto gli piaceva, cercando di consolarlo.
“Shh, calma, non è vero, Darr,
non
è-“
“E’ FATTA!” Un boato
si levò
attorno a lui.
Si girò appena in tempo per vedere
il suoi colleghi acchiappare la Diet Coke che aveva momentaneamente
lasciato
sul tavolo e gettarla nel cestino, e Darren sorridere sornione ai suoi
compagni
mimando loro un “siete grandi” con le labbra e
mostrando i pollici all’insù.
Solo allora Chris capiì di essere
stato fregato.
“Che c’è?”
Chiese quindi il
ricciolo compiaciuto nel vedere l’amico boccheggiare
“Ancora ti stupisci delle
mie capacità di attore professionista?”
“No” rispose stringendo i denti
Chris “Mi stupisco solo di aver stupidamente permesso a me
stesso di aver
preferito consolare te, piuttosto che bere la mia amata lattina di Diet
Coke.”
Darren fece una faccia fintamente
offesa, che si tramutò in spaventata a morte quando vide il
viso dell’amico
tingersi di rosso e urlare “Darren Everett Criss, ma io ti
ammazzo!”
Darren e Chris erano diventati amici
sin dalla prima volta che si erano visti.
Quando Ryan Murphy aveva chiamato
Chris nel suo ufficio per presentargli il futuro fidanzato di Kurt, non
si
sarebbe di certo aspettato l’amicizia che si sarebbe
instaurata fra i due.
Anzi, aveva quasi paura che si rifiutassero di lavorare insieme.
Insomma, era impossibile negarlo,
erano l’uno il contrario dell’ altro.
Se Chris era cresciuto troppo in
fretta, più maturo dei suoi coetanei, tranquillo, riflessivo
e fanatico del
tenersi in forma, Darren era l’esatto opposto: lui adorava
ingozzarsi di tutto
ciò di più grasso che trovasse a portata di mano,
saltellava sempre al posto
che camminare, aveva sempre il sorriso sul viso, era più
paragonabile ad un
bambino che ad un adulto, per la sua ingenuità e per la sua
spensieratezza.
E invece, a dispetto delle peggiori
previsioni, potevano vantare di essere la coppia di attori
più affiatata di
tutto il cast.
Non passava week end che non si
ritrovassero a casa di uno o dell’ altro per passare una
delle loro serata a
guardare i cartoni della Disney (Chris continuava a chiedersi come
cavolo
Darren potesse sostenere di essere etero se, non appena vedeva
Cenerentola,
iniziava a fare commenti sul mancato abbinamento vestito-scarpe e se,
alla
fine, scoppiava a piangere come un bambino perché, testuali
parole, “è
così bello che vivranno per sempre felici
e contenti con tanti figli e animali e fiori e felicità e
amore e unicorni e
arcobaleni!”).
Non passava giorno che non si
vedessero o non si sentissero anche solo per telefono per comunicarsi
la
giornata o per raccontarsi i più improbabili aneddoti.
Ma non passava neanche giorno che
non venissero fermati per strada o intervistati da qualche giornalista
troppo
curioso sentendosi chiedere se stessero effettivamente insieme o se
fosse tutto
finto.
Ovviamente, a parte qualche battuta
velata ed esclusivamente ironica da parte di entrambi, tra loro due non
c’era
niente che li potesse coinvolgere su quel
piano.
Certo, Chris era consapevole che
Darren fosse un bel ragazzo. E non poteva dire di non aver mai pensato
a lui in
quei termini. Dannazione,
lui era gay, e
come era normale per un ragazzo provare attrazione per una bella
ragazza, così
lo era per lui provare attrazione per Darren. Solo a livello fisico, ovviamente.
Ma, dato che, nonostante tutto
dicessero il contrario, Darren continuava a sostenere la sua
eterosessualità a
bandiere spiegate, Chris aveva accantonato qualsiasi pensiero avesse
fatto su
di lui e si era deciso a vivere a loro amicizia normalmente, cercando
di
reprimere quelle strane fitte al bacino che continuava a provare sempre
più
spesso quando aveva anche il più piccolo contatto con il suo
migliore amico.
“Allora, stasera tutti a casa
Darren per il più grande pigiama party di sempre!”
Urlò Lea quando entrò in
sala prove, provocando a tutti, ancora mezzi addormentati, un mal di
testa
incredibile.
Mark sogghignò. “Tutta questa
finta
innocenza mi fa venire i brividi.” Disse rivolgendosi a Lea
“Non capisco come
tu faccia a chiamarlo ancora pigiama party dopo l’orgia in
cui si è trasformato
l’ultima volta. A casa tua,
per
giunta. Era talmente ubriaca che stavi cercando di sedurre il cane dei
vicini,
e quando ti sei accorta che non era disponibile, hai ripiegato su Cory
dicendo
che non era come Toby ma che poteva andare.”
Lea diventò improvvisamente rossa e
balbettò qualcosa sul fatto che il cane non si chiamasse
Toby e poi si voltò a
cercare l’appoggio dei suoi colleghi, che nel frattempo
stavano ridacchiando
per il ricordo della scena.
“Allora?” chiese speranzosa,
sapendo
comunque che avrebbero detto sì, perché il mega pigiama party il Venerdì sera
era una tradizione portata avanti sin
dall’ inizio delle riprese di Glee.
I suoi colleghi annuirono
mugugnando, ancora troppo insonnoliti per poter comporre una frase di
senso
compiuto, e Darren, il quale aveva il turno di ospitare la festa, fece
un cenno
affermativo con la mano che stava reggendo la sua testa facendo
così cadere
quest’ ultima sul divano provocandogli un gemito di dolore.
La musica assordante rimbombava tra
le pareti di casa Criss, Mark aveva montato luci colorate su tutti i
lampadari,
che non smettevano di muoversi aumentando la confusione ormai sovrana.
Naya era un cucina ad insegnare a
tre paurosamente concentrate Lea Heather ed Amber come si creasse il
drink più
alcolico che conoscesse, Mark e Chord stavano suonando come dei pazzi
la
chitarra elettrica in mezzo al salotto seguiti a ruota da Cory che
aveva
improvvisato una batteria con dei vasi di porcellana cinese ed una
confezione
di spaghetti.
Ovviamente non ci era ancora
arrivato che gli spaghetti non potevano essere usati a tale scopo,
perché sennò
avrebbe smesso di provare a batterne uno, romperlo, e poi tentare con
un altro
che, puntualmente, si rompeva in mille pezzi.
Darren girava per la casa
rincorrendo il porcellino d’india che Heather aveva portato
dicendo che se ne
doveva curare finchè sua nonna (non era dato sapere se del
porcellino o della
ragazza) non si fosse rimessa in forma e Chris era placidamente seduto
sul
divano con una lattina di Diet Coke in mano ad osservare divertito Cory
che
imprecava contro gli spaghetti inutili che Darren aveva in casa.
Quella sera, sarà stato forse per
il fatto che gli amici di Chris avevano aggiunto alla sua amata Diet
Coke una leggera, secondo gli
standard di Mark,
correzione alcolica, sarà stato per il fatto che Darren
indossava un
maglioncino leggero blu che gli cadeva così bene sulle
spalle, sarà stato per
quel pantaloni neri che gli fasciavano il fondoschiena senza ritegno, Chris non riusciva a
togliergli gli occhi di dosso.
Ogni volta che gli passava accanto
non poteva fare a meno di immaginare come sarebbe stato immergere le
sue mani
in quei ricci morbidissimi, avvolgergli le braccia intorno al torace,
rifugiarsi al caldo del suo abbraccia-
“Ehi” Darren si sedette accanto
a
lui con in una mano, schiacciato contro il petto, il porcellino
d’india, e
nell’ altra una lattina di Diet Coke con arrangiato attorno
ad essa un fiocco
rosso sbilenco. Chris sussultò, preso alla sprovvista.
“Ti vedo un po’
pensieroso” disse
Darren porgendogli la lattina “ti va di uscire all’
aria aperta?”
Chris non se lo fece ripetere due
volte e, afferrando la lattina che Darren gli stava porgendo come se
fosse la
sua unica speranza di vita, si alzò un po’
barcollante e si diresse fuori,
sedendosi sull’erba sempre curata del giardino
dell’ amico, la schiena contro
un albero.
Darren lo raggiunse, dopo aver
sistemato il porcellino in un posto non definito della casa (Lo si sta
ancora
cercando).
“Allora, me lo dici cosa
c’è che
non va?” chiese
dunque gentilmente
sedendosi accanto a Chris e posando distrattamente la testa sulla sua
spalla.
“Niente” mugugnò
quest’ultimo. L’ultima cosa che
voleva era che Darren scoprisse quello a cui stava pensando.
“Certo, e tu ti aspetti che io ci creda.
Tu, Chris
Colfer, famoso per la serenità che il suo viso esprime anche
quando è sull’orlo
della morte, con un broncio che sembra che Versace ti abbia appena
annunciato
che si ritirerà dal mercato della moda.”
Chris, a quell’ insinuazione, fece
un’ espressione
a dir poco scioccata.
“Sappi” sibilò
“Che se mai io ricevessi una
notizia del genere dovresti rassegnarti al mio suicidio,
Darren.”
Il ricciolo sorrise teneramente e si
avvicinò
ancora di più all’amico, che rabbrividì
per l’effetto che la vicinanza del
ragazzo gli provocava.
“Se non vuoi dirmi cosa
succede” disse quindi
Darren “allora promettimi che domani, considerato che
è Sabato e che dobbiamo vederci,
come tradizione, mi
farai vedere Cenerentola e non mi prenderai in giro se mi
commuovo.”
Il più piccolo strabuzzò gli
occhi con espressione
spaventata, no, forse è meglio dire, terrorizzata.
“Non cenerentola un’altra
volta, ti prego!”
Implorò.
“O mi dici che succede o
Cenrentola” rispose
deciso il moro.
“Cenerentola” asserì
sicuro l’altro, cercando di
nascondere la disperazione.
Era almeno la duecentesima volta che guardavano
quel maledetto film, la duecentesima.
“Va bene” disse quindi Darren
“Ma sappi che non la
passerai liscia, sai che prima o poi scoprirò cosa ti
succede”
E gli sorrise furbescamente.
“Conosco tutti i metodi possibili per far
confessare Chris Colfer, e sappi che non esiterò ad
usarli.”
Chris capì cosa stava per fare prima
ancora che
finisse la frase.
“Oh no” implorò
flebilmente.
“Oh sì!”
esultò l’altro.
“Oh no!”
“Oh, sì sì
sì!”
E, dopo essersi avvicinato al suo migliore amico e
dopo averlo guardato negli occhi, puntò velocemente con le
mani alle sue
ascelle e iniziò a fargli il solletico.
D’istinto Chris scartò di lato
ma Darren non si
fece sorprendere e si gettò sopra di lui solleticandolo a
tradimento.
“Ahah- no- aha- bast- ahah- ti
preegoo!” urlava
Chris contorcendosi a terra.
“Non mi fermo, Chris” disse
seriò il ricciolo
“finché non mi avrai raccontato tutto.”
“Non lo farò ma- ahah- ahah-
aha- MAI!”
Il moro non desisteva ed ormai era completamente
steso sopra il più piccolo dei due, i bacini pericolosamente
vicini ed i
respiri affaticati che accarezzavano la pelle di entrambi.
Si fermarono un attimo, consapevoli dell’
intimità
di quel momento, della tensione presente nell’aria.
I visi che si facevano via via più
vicini, i fiati
che si mescolavano.
“Hai vinto. Te lo dico. Ho
visto un bradipo in
vasca da bagno che se la spassava con il porcellino d’india
di Brittany.”
Maledizione Chris,
ancora similitudini
sugli animali?