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Autore: Charlotte McGonagall    02/04/2012    6 recensioni
Hermione si lascia alle spalle il sesto anno delusa e sconfortata per un amore che avrebbe potuto essere ma non è stato e la paura di essersi ingannata.
Ma la verità non è sempre come si manifesta. Hermione/Severus.
Seconda classificata al contest "Ensnare the senses - SnapexGranger contest" di Jo_96.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La consegna del contest era di utilizzare vari elementi, ovvero, nel mio caso, la canzone "Shattered" dei Trading Yesterday, il Veritaserum e il luogo Espresso per Hogwarts.

Verità

Il tramonto protendeva i suoi raggi nella stanza di Villa Malfoy occupata da Severus Snape.
Benché si sentisse esausto, sapeva che non sarebbe riuscito a dormire, che sarebbe rimasto sveglio per tutta la notte.
Aveva ucciso Albus Dumbledore. Lo aveva fatto per dovere, eppure non gli sembrava giusto; eppure non riusciva a non sentirsi un assassino.

La luce calda gli batteva prepotentemente sul viso. Lui la schermò con la mano... Il vermiglio dei tramonti gli ricordava il sangue.
Tirò le pesanti tende scure con la rabbia dell'impotenza. Il buio non gli avrebbe dato conforto. Una parte di lui era morta la notte precedente, sulla Torre di Astronomia, e quella che restava agonizzava nel senso di colpa, nel terrore di ciò che lo avrebbe atteso e nel ricordo del viso luminoso di lei e di quello che avrebbe potuto essere.

Yesterday I died; tomorrow's bleeding
Fall into your sunlight

*

L'Espresso per Hogwarts serpeggiava scarlatto nel verde delle colline scozzesi, disegnando ricami di fumo dietro di sé.

Hermione sprofondò ancora di più nel sedile, accarezzando pigramente Grattastinchi, lo sguardo perso nel vuoto.
Harry e Ron erano altrettanto silenziosi. Lei poteva leggere la determinazione e il desiderio di vendetta negli occhi di Harry e, per un attimo, ne ebbe paura.

Li avrebbe seguiti, come sempre, li avrebbe supportati e aiutati; avrebbero combattuto insieme.
Sapeva che questo momento sarebbe arrivato, ma l'ignoto che le si apriva davanti la terrorizzava.
Un tempo sarebbe stata fiduciosa nelle loro capacità, ma, quell'anno, il suo giudizio l'aveva ingannata, l'uomo al quale aveva affidato la sua stessa vita si era rivelato per quello che era veramente.

Hermione aveva paura del futuro, aveva perso la speranza, aveva perso il suo amore.

The future's open wide beyond believing
To know why hope dies
And losing what was found, a world so hollow
Suspended in a compromise

Grattastinchi si spostò sul sedile accanto e iniziò a frugare in una delle tasche della giacca di Hermione, chei lo allontanò con un gesto della mano e avvicinò a sé la giacca. Sapeva cosa contenesse quella tasca e ne sfiorò la sagoma con la punta delle dita.
La boccetta di Veritaserum era lì, mai più toccata da quel giorno.
Se solo avesse avuto il coraggio di usarla per chiedergli di Voldemort e Malfoy, se fosse stata meno egoista, se non fosse stata così ostinata nel credere alla sua innocenza, forse Dumbledore sarebbe stato ancora vivo.

Le era mancato il coraggio: non aveva voluto sapere, non aveva voluto rischiare di scoprire una verità sgradevole.
Si era detta che lui era sincero, ma, in fondo, aveva sempre dubitato. Semplicemente, ignorare l'evidenza era stato più facile.

And finding answers
Is forgetting all of the questions we call home
Passing the graves of the unknown

La sua mano si strinse convulsamente attorno alla fialetta; affondò le unghie nel palmo, fino a non sentire nemmeno più il dolore, per reprimere l'istinto di piangere.

Gli avvenimenti dell'anno precedente sembravano appartenere a un'altra vita, una vita che avrebbe dato di tutto per rivivere.

As reason clouds my eyes with splendor fading
Illusions of the sunlight
A reflection of a lie will keep me waiting
With love gone for so long

*

Hermione stava lasciando la biblioteca diretta a cena, un libro ancora aperto davanti a sé mentre camminava.
Non ebbe alcuna percezione della figura ammantata di nero che svoltava l'angolo finché non si ritrovò seduta sul pavimento e udì un rumore di vetri infranti.

Alzò lo sguardo e arrossì violentemente, scoprendo di essersi appena scontrata con il professor Snape.

"Oh, professore, sono davvero desolata," iniziò lei, alzandosi, "io...".
"Risparmiati le scuse, Granger, e pensa piuttosto a guardare dove vai," la interruppe lui, seccamente. "O hai bisogno di Potter e Weasley per schivare gli ostacoli?".

Hermione avvampò, stavolta per la rabbia.

"Guarda," proseguì lui, indicando il pavimento, dove una fiala in pezzi e un liquido simile ad acqua erano chiaramente visibili. "Questo, Granger, era Veritaserum, costato al sottoscritto tempo, denaro e fatica".

"Mi dispiace, io...".
"Ma a te non importa niente dei danni che puoi provocare - vero? - finché si trattadi tenere la tua bella testolina geniale sepolta dietro un libro!".

"Lei non può trattarmi così," sibilò Hermione, anche se un secondo dopo stava già rimpiangendo di averlo fatto.
"Come, signorina Granger? Potrebbe ripetere?", disse lui, acido.
Hermione raccolse tutto il suo coraggio e la sua rabbia.
"Quello che volevo dire, professore, è che lei abusa del suo potere, lo fa con me, con Harry e Ron e con molti altri, soprattutto con Neville".
Snape alzò un sopracciglio e la invitò a proseguire.
"Lei cerca di ottenere rispetto attraverso la paura e, invece, ottiene solo rabbia e risentimento. Lei avrebbe molto da insegnare, ma lo fa nel modo sbagliato e si comporta come se godesse nel metterci in difficoltà e...".

"Signorina Granger".
"No, mi lasci finire: lei non sa niente di me. Non capisce che studio per piacere personale e non per mettermi in mostra e che rispondo alle domande non per ottenere buoni voti, ma perché è giusto farlo, perché un insegnante merita che qualcuno gli risponda e dovrebbe esserne felice e...".
"Granger," la interruppe definitivamente Snape, alzando la voce, "stai sanguinando". Hermione lo guardò confusa; lui le esaminò la mano destra, dove un taglio ancora aperto le attraversava il palmo.
"Devi esserti tagliata con una scheggia di vetro, commentò lui. "Vieni nel mio ufficio, ho una pozione disinfettante," disse sbrigativo, raccogliendo da terra il libro di Hermione e avviandosi verso i sotterranei.

*

Severus le passò ripetutamente uno straccio imbevuto di liquido viola sulla ferita. Il suo tocco era più delicato di quanto Hermione non avesse sospettato.

"Ti piace Pozioni, Granger?", chiese il professore, in tono neutro, osservando il libro sugli antidoti che la ragazza aveva prelevato dalla biblioteca.
"Molto," rispose lei, "è una materia affascinante".
Lui annuì.
"Mi piace l'idea di creare qualcosa con le mie mani, mi piace il modo in cui ogni ingradiente interagisce con gli altri; occorrono grande precisione e prontezza se si sbaglia," continuò lei.
"Creatività," mormorò Snape, mentre il taglio sulla mano di Hermione si rimarginava al tocco della sua bacchetta.
"Come?".
"In Pozioni, la creatività è fondamentale: è l'inventiva che distingue un volgare esecutore da un artista. Quando lavori ad una pozione, devi usare sì la ragione, ma anche l'istinto. Se vuoi diventare una pozionista, Granger, studia pure sui libri, ma poi dovrai dimenticarli e sperimentare. Solo così sarai speciale".

Hermione lo fissava, incantata dalla passione che vibrava nella sua voce. Aveva sempre saputo che il professor Snape era un uomo brillante, ma non aveva mai avuto l'opportunità di discorrere con lui.
Avrebbe voluto parlargli ancora, eppure, allo stesso tempo, qualcosa la tratteneva. Pensò a cosa avrebbero detto Harry e Ron se avessero saputo che aveva apprezzato la compagnia di quell'uomo, che l'aveva trovato interessante, quasi affascinante. Non avrebbero capito: per loro lui sarebbe sempre rimasto un Mangiamorte, non avrebbero mai scorto tutta la sofferenza che lei percepiva dietro al suo contegno. Quanto avrebbe voluto sondare quegli abissi.

"Come va la mano?".
Hermione si riscosse da quei pensieri, improvvisamente terrorizzata all'idea che lui avesse potuto intuirli.
"È tutto a posto, professore, grazie infinite," disse, tutto d'un fiato. "Ora devo andare a cena".
"Allora, immagino che ci rivedremo domani a lezione," disse Snape. "Spero che abbia già scritto il tema che avevo assegnato...".
"Naturalmente," sorrise lei.
"Lo immaginavo," commentò Snape, in tono neutro. "Allora, potrebbe farmi l'immenso piacere di aggiungere almeno le virgole al tema di Weasley, questa volta. Sinceramente è già abbastanza dura correggere i temi di Crabbe e Goyle.".
Hermione annuì, quasi divertita, e lasciò la stanza.

*

Severus sospirò, stringendo una fotografia tra le mani. Dalla cornice, Lily gli sorrideva con dolcezza.
Mai - prima di allora - gli era capitato di pensare ad un'altra donna; eppure Hermione gli aveva ricordato Lily in modo impressionante. Non era per l'aspetto, che era agli antipodi rispetto a quello di Lily, ma per la serietà, la fierezza, l'amore per lo studio, la schiettezza...

Scosse il capo; no, non doveva più pensare a lei: era una sua studentessa e aveva vent'anni meno di lui e, soprattutto, lui era una spia per l'Ordine, era condannato, per sua colpa, a rinunciare ad una vita vera in nome della causa. Avrebbe dovuto uccidere Dumbledore...

In fondo, dubitava che ciò che provava fosse amore: ammirazione, forse, senza dubbio stima, ma non amore. Il suo cuore lo aveva donato a Lily molti anni prima.
Allora perché si sentiva confuso?
Perché sentiva di aver tradito Lily?
Lui non amava Hermione.
O sì?

And this day's ending
Is the proof of time killing all the faith I know
Knowing that faith is all I hold

*

Hermione sentiva che quella sera nell'ufficio del professor Snape era stata speciale. Sapeva che non era da lui parlare in quel modo ad uno studente; si era in qualche modo aperto a lei, le era sembrato quasi amichevole, in qualche modo "dolce".
Tuttavia, dal giorno successivo, era tornato quello di sempre.
Eppure sentiva che il Severus gentile e affascinante che aveva conosciuto doveva essere ancora lì, sepolto il rancore e la sofferenza.

Non credeva ad Harry e ai suoi sospetti; lei si fidava di lui, non soltanto perché - come diceva sempre - anche Dumbledore si fidava, ma perché, seppure per un momento,  un altro uomo si era rivelato davanti a lei.

*

"Avanti," disse la consueta voce fredda e priva di espressione da dietro la porta dell'ufficio.
"Perdoni il disturbo, professore," disse Hermione, muovendo qualche timido passo verso la scrivania.
Severus, chino su alcuni rotoli di pergamena, non la guardava.
Lei attese che lui la invitasse a sedersi, ma così non avvenne.

"Signorina Granger, avrei molto lavoro da sbrigare, quindi, se volesse venire al dunque...".
"Ho preparato dell'altro Veritaserum," disse lei, porgendogli una fiala, "spero che possa bastare a rimediare al danno che le ho causato".
Snape le indicò la sedia con un cenno e lei si sedette.
Lui afferrò la fiala, la osservò contro luce, la agitò e, infine, la stappò e ne annusò il contenuto.
"Sembra perfetto, Granger," disse lui, senza riuscire a nascondere l'ammirazione. Lei sorrise.
"Tuttavia," proseguì l'uomo, "l'unico modo per accertarsi della sua efficacia è provarlo.

Ad un gesto della sua bacchetta, un bicchiere d'acqua apparve e Snape vi versò tre gocce di liquido trasparente.
"Lei vuole... ?", iniziò Hermione.
"Che lei lo beva, sì".
"Ma io...", mormorò lei.
"Cosa c'è? Ha forse paura di essere avvelenata? Credevo che avesse più fiducia nelle sue capacità," la schernì lui. "Credevo fosse più coraggiosa".
"Io bevo solo se beve anche lei," ribatté Hermione.

Per svariati secondi, il loro occhi si incontrarono.
Entrambi sostennero lo sguardo indagatore dell'altro, finché Severus disse: "E se rifiutassi?".
"Ha qualcosa da nascondere?", chiese Hermione. "Credevo che un occlumante abile come lei non temesse il Veritaserum".
Severus si irrigidì: aveva molti segreti da nascondere e la maggior parte non erano neppure suoi.
"Forse," disse.
"Non le chiederò segreti dell'Ordine, non si preoccupi," precisò Hermione.

In fondo, entrambi sapevano che quella situazione era del tutto personale e che nessuno dei due avrebbe rinunciato alla possibilità di interrogare l'altro, anche a costo di esporsi egli stesso.
Severus fece apparire un secondo bicchiere e vi versò altre tre gocce di pozione. "Alla sua salute, signorina Granger".
Bevvero entrambi guardandosi negli occhi, entrambi sconcertati da quanto stavano facendo.

"Ebbene," chiese Snape, senza preamboli, "cosa c'è esattamente tra lei e il signor Weasley?".
Hermione avvampò, mentre le sue labbra si schiudevano contro la sua volontà.
"Ron... è sempre stato l'unico ragazzo a cui avessi davvero seriamente pensato, anche se di recente ho iniziato ad avere dei dubbi. Gli voglio davvero bene, ma ora in modo diverso".
Hermione, tra l'imbarazzo e lo stupore, si sentiva curiosamente lusingata.
Se me lo ha chiesto significa che gli importa - pensò e questa consapevolezza le dava una forza immensa.

"E cosa é cambiato?".
"C'è un uomo al quale continuo a pensare, che mi affascina con la sua intelligenza, con la sua aura di mistero".

Un uomo? - pensò Severus, guardando la sua alunna arrossire.
"Lei cosa pensa davvero di me, professore?", chiese lei, improvvisamente.
Perso nelle sue riflessioni, la domanda di Hermione lo colse di sorpresa: anche se avesse voluto, non avrebbe potuto contrastare l'effetto del Veritaserum.
"Ti ritengo una ragazza molto intelligente e sagace, forse irritante a volte, ma attraente, sebbene il motivo sfugga anche a me," disse lui, stupito per quanto stava dicendo e soprattutto per averle dato del tu. Il Veritaserum sembrava aver portato totalmente alla luce sentimenti che lui stesso cercava di ignorare.
"Sono, mio malgrado, attratto da te," concluse, alzandosi di scatto dalla sedia, per andarsene.

Prevedendo quella reazione, Hermione lo afferrò per un polso.
"Granger".
"Chiamami Hermione," lo interruppe lei, stringendogli entrambe le mani. "Sapevo di non essermi sbagliata".
"Hermione, sai che non possiamo".
"Ora mi sta rifiutando?", chiese lei, gli occhi umidi.
"Sì," rispose lui, "e credo che tu comprenda perfettamente il perché".
Certo che lo sapeva.
"Io capisco, ma se tu... ?".
"No," ribadì lui.
Hermione lo abbracciò, in lacrime.

Lui non resistette alla tentazione di passarle una mano frai capelli, prima di separarsi da lei.
"Mi dispiace," le disse.
Le mise fra le mani la boccetta di Veritaserum e le strinse per qualche secondo prima di lasciarle.
"Tienilo tu, potrebbe servirti. Ora vai, Hermione".

And I've lost who I am,
and I can't understand
Why my heart is so broken,
rejecting your love,
without love gone wrong;
lifeless words carry on
But I know, all I know's that the end's beginning

"Io ti aspetterò," disse lei, prima di lasciare la stanza, "alla fine della guerra".

Who I am from the start, (i'm waiting)
take me home to my heart (and fading)
Let me go and I will run, (and holding)
I will not be silent

*

Severus guardò la ragazza di cui si era scoperto innamorato. Era pietrificata dal dolore e dalla sofferenza.
Stava morendo davanti a lei, non ci sarebbe stato un domani per loro.

All this time spent in vain; wasted years wasted gain
All is lost but hope remains and this war's not over (i'm dying tonight)

"Guardami".
Hermione capì che in realtà stava parlando a lei.
Lo sentì penetrare nella sua mente e lo lasciò entrare.
Sentì la sua voce: "Combatti anche per me, Hermione, non perdere la speranza... Addio".

*

Era strano tornare sull'Espresso per Hogwarts dopo tutto quello che era accaduto.
Severus era sempre stato dalla loro parte: in fondo, Hermione non si era sbagliata nel giudicarlo.
La boccetta di Veritaserum era ancora nella sua tasca, come ricordo di quello che era stato e che avrebbe potuto essere.

Tornando indietro, non avrebbe cambiato nulla di quello che era stato, anche se le era costato tante lacrime.
Lo avrebbe portato sempre nel suo cuore, anche se era pronta ad andare avanti, anche se era partita per il suo ultimo anno a Hogwarts lasciando a Ron una promessa.
Si sentiva incredibilmente più fiduciosa e speranzosa.

Il futuro sembrava pieno di promesse e di gioia.
Avrebbe continuato a studiare Pozioni e, dopo Hogwarts, sarebbe diventata ricercatrice al San Mungo, dove avrebbe continuato a studiare gli antidoti.

There's a light, there's a sun
taking all these shattered ones
To the place we belong
and his love will conquer all

Dopotutto, era certa che Severus sarebbe stato felice per lei.

Yesterday I died; tomorrow's bleeding
Fall into your sunlight

Seconda classificata - Verità di Charlotte McGonagall


• Grammatica e forma: 7/10 
Purtroppo hai commesso alcuni errori di battitura: Il buoi non gli avrebbe dato conforto. -Buio
L'Espresso per Hogwarts serpeggiava scarlatto mel verde delle colline scozzesi -nel verde.
...devi usare sì ls ragione, ma anche l'istinto. - la ragione.
Bevvero entrambi guardandosi neglio ochhi. -negli occhi.
Oltre che alcuni errori di ortografia: disegnando ricami di fumo dietro di .  -sé
...per un'attimo, ne ebbe paura  -un attimo.
E un errore di punteggiatura: O hai bisogno di Potter e Weasley per schivare gli ostacoli. - manca punto esclamativo e virgoletta di chiusura.
Parole come villa malfoy è meglio scriverle con le iniziali maiuscole.

• Lessico e Stile: 9,5/10
Io amo il tuo stile, lo sai. E' perfetto, quindi hai ottenuto un voto molto alto.

• Caratterizzazione dei personaggi: 10/10 
Essendo il pairing di per sé un OOC, tu sei riuscita a rendere entrambi i personaggi molto bene. Ti meriti il massimo.

• Originalità: 4,5/5
Il flashback che parte dalla boccetta di Veritaserum, il fatto che Severus e Hermione si amino ma non possano stare insieme è originale, come il fatto che sia ambientato al sesto anno (in quasi tutte le storie che ho letto si amano, si baciano -mi fermo qui per la mia sanità mentale-) quindi anche qui, il voto è elevato.

• Utilizzo canzone: 4/5
La canzone è stata utilizzata abbastanza bene, il testo si adatta a ciò che hai scritto in maniera adeguata.

• Utilizzo pacchetto: 5/5
L'intreccio dei vari elementi è molto buono. Meriti il massimo.

• Gradimento personale: 9/10
Io amo il tuo stile e le tue storie, il gradimento personale è alto ma meritato. Tuttavia se avessi controllato meglio la storia avresti potuto guadagnare qualche altro punto. L'hai consegnata all'ultimo e a volte mi sono trovata anch'io in queste situazioni, per cui capisco che in condizioni normali certi errori non li avresti commessi.

   
 
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