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Autore: AloneAgainstZombies    03/04/2012    1 recensioni
Questa storia è ambientata nel 2012 in Giappone (inizialmente), dove è improvvisamente scoppiata una pandemia a causa di un virus che trasforma gli esseri umani in zombie. La storia ruota intorno a sei studenti giapponesi della “Mizu High School”, che sopravvivono allo scoppio iniziale della pandemia, ed occasionalmente la trama segue le vicende di altri personaggi.
La storia inizialmente segue i tentativi di fuga e sopravvivenza dei superstiti della “Mizu High School” e man mano che la storia va avanti vengono introdotti i temi legati al collasso della società, compreso il possibile abbattimento dei codici morali degli umani sopravvissuti.
[Interrotta causa divisione autori]
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore 12:06
•Scale antincendio ala ovest, secondo piano Mizu High School.
Ren Hiyama, 19 anni,  classe 5-B.

Ren come sue abitudine si trovava fuori dall'aula, affacciato alla ringhiera grigiastra della scala anti-incendio, per lui non aveva senso seguire quelle noiose lezioni dove un tizio spiegava di continuo cose che già lui sapeva, forse meglio dell'insegnante. "Sempre le solite cose, sempre la solita routine, la mia intelligenza è sprecata con questo branco di idioti, fanno sembrare complicati concetti banali e nozioni che pure un coglione imparerebbe....gentaccia..." diceva pensando tra se e se. Preso dalla noia infilò la mano nella tasca ed estrasse il suo pacchetto di sigarette, naturalmente delle Marlboro importate direttamente dall'Europa, le sue preferite, e accesosi l'ennesima sigaretta della giornata, si mise a fissare il panorama cittadino pensando ad alternative per quella monotona vita. Ad un tratto però, qualcosa di inaspettato si presentò ai suoi occhi…

Ore 12:06
•Aula numero 27 ala est, secondo piano Mizu High School.
Ayumu Hasegawa, 16 anni, classe 3-A.

Ayumu sbadigliò.
-Che giornata noiosa yaawn!- disse continuando a disegnare scarabocchi sul foglio davanti a lei. D'un tratto si alzò, gettando la matita sul banco e andò accanto alla finestra per respirare un po' d'aria fresca.
- Aaaah finalmente...- poi notò la sua amica accanto a lei immobile.- Ehi..ti senti bene?!-
Non ricevette risposta così la prese per le spalle in modo da scuoterla e sobbalzò notando i suoi occhi vitrei e spaventati guardare di sotto.
"Ma che diavolo...?!"
Diede un'occhiata anche lei e rimase impietrita dall'oscenità…

Ore 12:06
•Aula numero 14 ala ovest, primo piano Mizu High School.
Kaoru Hasegawa, 16 anni, classe 3-B.


"Che caldo assurdo!". Kaoru ormai ripeteva spesso questa frase nella sua testa, quasi ogni quarto d'ora. Odiava tantissimo il caldo,però nonostante questo era felicissimo.
Felice per il fatto che finalmente si avvicinava l'estate, felice poter assaporare l'amata libertà per cui ha lavorato un intero anno scolastico, felice di poter correre sotto quel cielo dipinto di arancione dall'alba.
Quel giorno era talmente preso da questi pensieri che quasi ignorava qualsiasi cosa stesse succedendo,voleva la sua libertà!
Ma il suo fantasticare fu interrotto da un grido smorzato di una sua compagna di classe che stava guardando la finestra. Cadde dalla sedia e inizio ad urlare e piangere disperatamente. "Cosa diamine sta succedendo?" pensò Kaoru.
Tutti si precipitarono su di lei e furono partecipi di uno spettacolo orrendo…

Ore 12:06
•Palestra della scuola, Mizu High School
Homura Akemi, 18 anni, classe 4-G.


Pratica, pratica, pratica. Serve soprattutto ciò per diventare migliori in qualcosa, ma non per Homura, o meglio, non per Homura negli sport. Era l'ora di ginnastica e la mora, intenta a cambiarsi per indossare la sua tenuta d'allenamento, era in disparte come sempre. Acconciò i suoi lunghi capelli in modo che non le dessero fastidio, doveva correre per quasi un quarto d'ora e non voleva avere caldo.
Tutte le sue compagne di classe entrarono nella grande palestra dell'edificio, lasciando che Homura le raggiungesse alla fine, sempre lontano da loro di qualche metro. L'insegnante, un uomo sulla quarantina dall'evidente calvizie, indossava la sua solita tuta blu e lo speciale fischietto al collo. Homura venne chiamata per prima a sostenere la prova di resistenza, ma le cose non andarono come previsto. Non appena la ragazza si era messa in posa per la partenza, la porta della palestra venne sfondata…

Ore 12:06
•Aula numero 18 ala ovest, primo piano Mizu High School.
Izaya Yamada, 18 anni, classe 4-B.


Ora di matematica: ora di noia, ora pesante, questo pensava ogni volta che aspettava il cambio d'ora e vedeva arrivare quella specie di donna, più simile ad un ammasso di grasso che un'anziana. Mentre la professoressa disegnava con il gesso sulla lavagna strane forme geometriche, che lui non ha mai capito a cosa servissero, lui era impegnato troppo a giocherellare con la matita, facendosela passare tra le dita, dal pollice e l'indice fino a toccare contemporaneamente l'anulare e il mignolo, restando affacciato alla finestra a guardare il giardino della scuola, l'unico posto che veramente gli piaceva di quel grottesco edificio (oltre al suo amato dojo ovviamente). A un tratto sentì un rumore provenire dal portone della scuola…

Ore 12:06
•Aula numero 5 ala est, piano terra Mizu High School.
Yoko Kimura, 18 anni, classe 4-D.


Oh bhe, perchè seguire un'importante lezione di chimica senza la quale non potresti capire l'argomento che l'anno successivo sarà inserito negli esami finali, quando puoi tranquillamente nasconderti dietro il ciccione della classe e giocare beatamente ad uno sparatutto non ancora uscito sulla tua PSP dai tasti ormai consumati?
Yoko non era mai stata molto dedita allo studio, su questo non ci piove, ma faceva del suo meglio. Per non essere bocciata, ovvio. La mediocrità le stava a pennello anche se non rifletteva la sua intelligenza brillante.
Quando fu uccisa per la terza volta in missione speciale, decise che forse era meglio fare una pausa, distaccarsi da quel gioco. Alzò la mano ed andò a farsi una passeggiatina fino al bagno, sicura che a quell'ora non ci fosse nessuno. Tuttavia vide Homura-kun, un novellino della classe A venirle contro dondolando, le braccia ciondolanti sui fianchi e la schiena curva. Corrugò le sopracciglia "Hey, nabbetto, che ci fai quì?" esordì incrociando le braccia, ma fu come se il ragazzo non l'avesse sentita. Continuò ad avanzare ed avanzare finchè non le fu davanti e allora capì che c'era qualcosa che non andava…

Alcuni minuti prima:
Era una calda giornata di Maggio e la primavera stava lentamente dando spazio all’estate, nell’aria vi era un’atmosfera di serenità e spensieratezza. Per questo motivo molti alunni si trattenevano “clandestinamente” fuori dall’aula, e Ren era tra questi; ma non avrebbe mai potuto immaginare che tutto questo sarebbe potuto finire da un momento all’altro.
All’improvviso un uomo sulla trentina si presentò davanti al cancello della scuola, rimanendo fermo per alcuni secondi, per poi iniziare, senza un apparente motivo, a prendere violentemente a pugni il cancello. Questo attirò l’attenzione di alcuni professori che sollecitarono l’individuo ad allontanarsi minacciando di ricorrere alle autorità.
Ren intanto osservava la scena, incuriosito dallo strano comportamento di quell’uomo.
Ad un tratto accadde l’impensabile: l’uomo dietro al cancello afferrò una professoressa mordendola al braccio e quest’ultima, dopo essere rimasta per terra qualche secondo, si rialzò e anch’essa incominciò a mordere coloro che le stavano vicino.
Ren alla vista di quella scena fece due passi indietro e deglutì.
I professori rimasti "umani" vennero morsi da i professori che ormai erano diventati tutt'altro che umani e il loro urlo disumano echeggiò in tutto l'istituto scolastico.
Fu in quel preciso momento che la maggior parte degli studenti, tra cui Ayumu, Kaoru e Izaya, volsero lo sguardo all'esterno e videro il bagno di sangue che quei mostri stavano compiendo.
Ci volle poco tempo per propagarsi il panico in tutta la scuola. Molte persone, tra cui anche professori, fuggirono dalle aule, spingendo e scalciando chiunque gli si fosse parato davanti.
Molti studenti, dopo essere inciampati, morirono pestati dalla folla in delirio. Moltissima altra gente venne morsa e poco dopo la scuola si ritrovò brulicante di quelle creature.
Arrivò un annuncio dagli altoparlanti e diceva agli alunni di uscire tutti dalla scuola e raggrupparsi nei punti di ritrovo prefissati per incendi,terremoti e varie catastrofi naturali.
In quel momento Kaoru era l’unico tra Ren,Ayumu,Izaya,Homura e Yoko che era rimasto in classe insieme al professore e a molti suoi compagni, che non erano fuggiti come la maggior parte della folla un po’ per paura e un po’ per autocontrollo, anche se sarebbe bastato un soffio per varcare la soglia tra autocontrollo e panico.
Kaoru non sapeva cosa stesse succedendo, ed era molto preoccupato per Ayumu ma per il momento era costretto a seguire gli ordini datogli dal proprio professore, che era notevolmente agitato e ignaro della situazione e sicuramente non avrebbe tollerato una minima obiezione ai suoi "ordini". Insieme a varie classi e ai professori si stavano avviando verso il punto di raduno quando d’un tratto si sentì un urlò orribile provenire dall’altoparlante e una di quelle grida disumane, come quelle sentite da quei mostri poco prima. Erano tutti fermi, pietrificati da quello appena sentito nell’altoparlante. Erano tutti come appesi ad un filo. Tutto d'un tratto comparve davanti agli occhi di tutti un ragazzo sanguinante. Era strano,aveva un colorito grigiastro e la testa bassa. Kaoru aveva capito:S-scappate!!! Vi morderà e diventerete come quei mostri! urlò. Tutti lo guardarono come se fosse un pazzo. Ma poi quando quel ragazzo inizio a mordere tutti facendoli crollare a terra senza vita,si scatenò l'inferno.
Kaoru vide i suoi compagni morire,rialzarsi e mordere gli altri,la folla iniziò a correre nella direzione opposta in preda alla disperazione e al panico. Kaoru riuscì a salvarsi da quella carneficina solo perchè correva più veloce della folla, a quanto pare correre ogni pomeriggio aveva dato i suoi frutti. Il suo pensiero in quel preciso momento oltre a mettersi in salvo era mettere in salvo anche Ayumu, la sua sorellina.
Mentre correva cercava con gli occhi la scritta "3-A". “La sua classe” pensò sbarrando gli occhi. Entrò dentro sperando con tutto il cuore di trovarla...ma non fu così...
"Cosa diavolo sta succedendo?!" Il suo sguardo tremava dalla paura e dalla disperazione.
"Ayumu..."
Abbassò lo sguardo mentre era appoggiato con le spalle alla porta chiusa della classe.
Tutto d'un tratto sentì spingere e bussare dalla porta e sobbalzò dallo spavento, era intento ad aprirla, almeno prima di sentire un verso orrendo che sembrava provenire proprio da i comunissimi zombie di ogni videogame o film horror e stavano per sfondare la porta. Kaoru, spaventato, si guardò intorno e vide delle scale d'emergenza che arrivavano sicuramente al tetto e iniziò a salirle sperando portassero davvero al tetto. "Spero che Ayumu abbia avuto la mia stessa fortuna" disse sottovoce.

•Pochi minuti prima
- Ayumu Hasegawa
 Ayumu uscì di corsa dalla classe dopo aver visto la carneficina compiutasi nel cortile dell’istituto. Sentì la voce dell'altoparlante annunciare questa profonda pazzia nell'edificio e obbligare gli alunni a ritrovarsi nei punti di sicurezza al di fuori della scuola.
"Ma non ci penso neanche!"
Doveva andare da suo fratello che si trovava in qualche aula prima.
Entrò ma c'erano tutti tranne lui."Accidenti!" ringhiò.
Corse per le scale cercando aiuto ma non c'era nessuno che non fosse spaventato oppure già fuori di senno.
"Dove diavolo sei finito Kaoru!?" pensò ormai in panico ma doveva darsi una calmata e subito, altrimenti non ne sarebbe uscita.
tutti andavano ai piani inferiori e sicuramente ai piani inferiori non era sicuro così decise di salire di sopra, verso il tetto, sperando che suo fratello Kaoru avesse avuto la sua stessa idea.
"Speriamo di trovare qualcuno, altrimenti giuro che mi butto di sotto” pensò. Mentre correva provò a vedere di riuscire a chiamare Kaoru al cellulare, ma come temeva la linea mancava ancora. Varie ore prima dell’incidente, nessun cellulare aveva linea telefonica. “Che abbiamo infestato tutta la città quei mostri?” pensò Ayumu per poi scuotere la testa levandosi questi pensieri negativi dalla testa e cercando solo di sbrigarsi ad arrivare a quel maledetto tetto.

•Yoko Kimura

Yoko in quel momento si trovò nel bagno a giocare ai videogiochi al massimo volume e con le cuffie nelle orecchie, dopo che perse per l’ennesima volta decise di spegnere la sua psp. Era intenta a ritornare in classe quando vide Homura-kun, un novellino della classe A venirle contro dondolando, le braccia ciondolanti sui fianchi e la schiena curva. Corrugò le sopracciglia "Hey, nabbetto, che ci fai quì?" esordì incrociando le braccia, ma fu come se il ragazzo non l'avesse sentita. Continuò ad avanzare ed avanzare finchè non le fu davanti e allora capì che c'era qualcosa che non andava proprio nella sua faccia ormai priva di muscoli e dal colorito olivastro. La bocca da cui pendevano lievi filamenti di bava si spalancò rivelando i denti ingialliti dalla putrefazione accellerata che si accanirono su di lei, cercando un modo per dilaniare la carne del suo braccio. Colpo di fortuna o semplice istinto, Yoko si curvò appena lo vide lanciarsi contro di lei, allontanandosi poi strisciando sui calcagni "Ma... ma che cazzo succede?!" ansimò quasi terrorizzata.
Le bastò alzare di poco lo sguardo per poter assistere ad un numeroso gruppo tra studenti ed insegnanti che avanzavano verso di lei nella stessa maniera. Tra l'altro il ragazzo di poco prima si stava rialzando dalla rovinosa ruzzolata che aveva subito perdendo l'equilibrio. Non c'era tempo. Yoko si alzò con velocità incredibile e corse via, cercando un posto sicuro. Vide che tutti andarono verso i piani inferiori ma sapeva che non era sicuro con tutta quella folla impazzita, quindi decise di correre verso il tetto.


•Ren Hiyama

Rientrato nella scuola dopo l'annuncio, Ren si rese immediatamente conto della drammatica situazione: ondate di pseudo umani impazziti stavano uccidendo a morsi la gente, che dopo poco si rialzava diventando anch'essa come loro. "Che gli è preso a questa gente? Un virus?" pensò, assomigliava tanto ad un film che aveva visto qualche anno prima, "Io sono Leggenda", anche li un virus aveva trasformato gli umani in pseudo zombie, e questa drammatica situazione era tremendamente simile, ma reale purtroppo. Ad un tratto vide alcune creature avvicinarsi a lui.
“ Statemi lontano puttane!” gridò lanciando verso di loro una scarpa che era li per terra tra la confusione e i cadaveri. Fu in quel momento che intuì un dettaglio fondamentale: la scarpa mancò di pochi centimetri la testa di una delle creature e urtò la finestra rompendola, e in quell'istante tutti gli pseudo zombie si voltarono verso di essa cominciando ad andare in quella direzione. Ormai era chiaro, non potevano vederlo ma solo sentire rumori.
Mentre era li fermo ad osservarli d'istinto si ricordò della scala d'emergenza che portava al tetto. Senza pensarci due volte iniziò a salirla, una volta al sicuro avrebbe pensato ad una soluzione per fuggire via da li.

• Infermeria scolastica:
• Infermeria scolastica: Dopo che la porta della palestra fu sfondata, uscirono un mucchio di persone che iniziarono a mordere altre. "Cosa diavolo sono?! Zombie?!" pensò Homura, in quello stesso momento una di quelle creature cercò di afferrarla ma lei riuscì a scivolare via e scappò dalla palestra per correre verso l'infermeria, fortunatamente non era stata ferita ma doveva esserci pur qualcuno che capisse ciò che stava succedendo. correva sempre più velocemente raggiungendo l'infermeria in poco tempo. Durante il suo percorso alcuni studenti dai comportamenti strani, come quelli dei precedenti entrati in palestra, cercarono di afferrarla. Grazie a qualche schivata e a qualche colpo qua e là riuscì a metterli al tappeto.
Aprì la porta dell'infermeria, si guardò attorno alla ricerca di qualcuno, ma anche lì il deserto totale.
Dove sono finiti tutti? E soprattutto, chi c'è ancora di normale? Era questa la domanda che le rimbombava nella testa.

•Pochi minuti prima
Dopo aver visto i professori mordersi a vicenda, Izaya sussultò e cadde dalla sedia, cercò di avvertire la propria classe e la professoressa ma lo presero per idiota e corse via.

ho bisogno di un'arma, devo difendermi

Dando ascolto ai suoi pensieri corse verso il dojo della scuola per prendere la sua bokken. Una volta recuperata la sua arma Izaya si ritrovò con alcuni di "quelli" nel dojo.
STATE LONTANI! - gridò
Ma quelli non fecero altro che continuare ad avanzare verso di lui, con degli occhi spenti e una carnagione anomala, quasi grigiasta.
Non capiva cosa stesse succedendo, ma una cosa l'aveva capita: “Devo andare via da qui, in un luogo sicuro...”pensò
Diede un paio di colpi con la sua bokken a "quelli" davanti a sè, in modo da scaraventarli di lato per riuscire a passare, riteneva che un combattimento fosse solo una perdita di tempo e di energie.
Uscì dal dojo, e vide una sagoma entrare nell'infermieria della scuola e chiudere la porta dietro di sè.
Non credo che questi cosi saprebbero chiudere una porta, forse è qualcuno ancora "normale", meglio andare a controllare”
Si diresse verso l'infermieria, scansando e colpendo, quando necessario, quelli che gli si paravano davanti, le sue abilità si stavano rivelando veramente utili e fu contento di questo, aprì la porta e trovò una ragazza, snella e con dei capelli corvini, che si aggirava lì dentro.
Hey...sei..."viva"? - lo disse prendendo in mano la sua bokken.
Homura era talmente concentrata nel cercare qualcosa di utile tra gli armadietti che sussultò sentendo una voce porle una domanda. Si girò velocemente verso quest'ultima, la sua espressione era terrorizzata, non voleva ritrovarsi uno di quegli esseri a pochi metri da lei. Il suo volto si rilassò notando che era solamente un ragazzo come tutti gli altri.
Niente pelle grigiastra, niente occhi privi di pupilla... normale.” pensò
"Si, sono viva" rispose semplicemente, ritornando alla ricerca di medicinali.
Izaya posò la bokken al fianco e spostò un mobile davanti la porta, bloccandola.
Dobbiamo andarcene da qui, cosa stai cercando? Aspetta, ti do una mano.
Fece una pausa mentre si tirava su le maniche per poi ricominciare a parlare.
Mi chiamo Izaya Yamada, 18 anni...single
Disse l'ultima parola scherzando, tentando di alleviare un po' la tensione, e mentre le dava una a mano a frugare tra i medicinali notò la sua agitazione e cercò di incrociare il suo sguardo per sorriderle.
 Homura era una ragazza che viveva spesso dissociata da gruppi e non aveva nessun amico, e nella sua testa iniziava a pensare cosa volesse quel ragazzo da lei? Voleva aiutarla? “Nessuno ha mai provato ad aiutarmi”, pensò chiudendo la borsa piena di medicinali e bende e antidoti e siringhe e. Se la mise a tracolla, la cinghia scompariva quasi in mezzo all'ambondante seno. Fissò Izaya con il suo solito sguardo glaciale, senza alcuna emozione: "Homura Akemi" si presentò a sua volta. Afferrò un tubo metallico lì accanto:"Andiamo, dobbiamo trovare una via d'uscita." Aprì la porta, guardandosi intorno sperando di non trovare nessun... essere."Yamada-san, andiamo" lo chiamò, iniziando a correre.
Hey, calma!  Disse il ragazzo mentre colpiva uno di quei cosi che le stava andando addosso.
Non essere così avventata!! Sta dietro di me!
La prese per un braccio continuando a correre verso le scale di emergenza per salire sul tetto.
Lei  pensò che la presa di quel ragazzo fosse salda e sicura, nessun ragazzo le si avvicinava a causa del suo carattere e di conseguenza nessun ragazzo l'aveva mai toccata. Arrossì impercettibilmente guardandolo mentre salivano le scale di corsa.

   
 
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