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Autore: Severa Crouch    03/04/2012    7 recensioni
Dolores Umbridge, dopo l'esperienza ad Hogwarts e la successiva inchiesta, ha subito un drastico ridimensionamento della sua carriera. Il giorno in cui le viene affidato un giovane tirocinante è anche quello in cui Dolores fa un acquisto molto importante per il suo futuro. Un ritratto di uno dei più odiati funzionari del Ministero della Magia.
Storia classificatasi quarta nel contest "Personaggi minori... dove trovarli" indetto da TheGhostOfYou sul forum di Efp
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dolores Umbridge, Percy Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa storia è arrivata quarta al contest "Personaggi minori... dove trovarli" indetto da TheGhostOfYou sul forum di Efp

Nick: Shallo (forum) Severa_Sha (EFP)
Titolo: Tirocinio con Dolores
Personaggi: Dolores Umbridge e Percy Weasley
Prompt usato: Passaporta
Rating: Verde
Genere: One-shot
NDA: Mi sono divertita tantissimo a scrivere questa storia: immaginare due personaggi ligi alle regole come Dolores Umbridge e Percy Weasley interagire per una mezza giornata è stato stimolante. La storia è ambientata durante l'estate tra il quinto e il sesto anno di Harry (il libro è il principe Mezzosangue), con il relativo clima da ante-guerra che si respira, ho cercato di ricostruire i rapporti che possono esserci all'interno degli uffici del Wizengamot. Per quanto riguarda Amelia Bones, sappiamo che viene uccisa da Voldemort nel luglio del 1996 (fonte HP-lexicon), la storia è ambientata poco prima della sua morte, anche per questo alla Umbridge secca parecchio ogni riferimento ad Hogwarts.
 
Tirocinio con Dolores
 
 
Dolores Umbridge amava le regole. Le aveva sempre amate, fin da piccola. Le regole dicono cosa è giusto e cosa è sbagliato, definiscono gli ambiti della nostra libertà e rendono la vita ordinata e pacifica. Dolores amava l'ordine. Il suo scranno, come tutti i giorni, era perfettamente ordinato: alla sua destra c'erano le piume, allineate in base alle dimensioni, sopra queste c'era il calamaio e al centro, perfettamente allineata con i fascicoli aperti al di sotto, era posata la sua bacchetta magica. L'ordine materiale le dava certezza, il patrono, appollaiato accanto a sé, la proteggeva dall'effetto dei dissennatori. Dolores sapeva che erano creature spregevoli, ma Azkaban era pur sempre l'extrema ratio e chi ci finiva doveva aver violato le regole in modo altrettanto spregevole, pertanto meritava di sentire l'influsso dei dissennatori. Ad ogni crimine corrisponde una pena, semplice.

Far rispettare le regole della società magica, amministrare la giustizia era un compito che la rendeva orgogliosa. Certo, avrebbe preferito occuparsi di casi importanti, come una volta, quando era all'interno del Wizengamot e lì si assistevano a processi interessanti, alle più gravi violazioni di legge, alle questioni più spinose, quelle che necessitavano studio e interpretazione della legge e ponevano dilemmi etici da risolvere nel confronto con gli altri membri. 

Niente a che vedere con il ruolo monocratico che le avevano dato: occuparsi di banali violazioni allo statuto di segretezza, che spesso consistevano in goffi tentativi di conciliare il mondo tecnologico dei babbani con quello magico, come se fosse possibile che un telefono cellulare abbia campo al Ministero oppure truccare un'automobile perché vada senza benzina. 
Dopo l'esperienza ad Hogwarts e l'inchiesta che aveva subito, doveva considerarsi fortunata ad avere ancora un posto di lavoro, Caramell si era dimesso e Scrimgeour era stato abbastanza clemente da permetterle di rimanere a svolgere le funzioni giudicanti, anche se in un ruolo meno importante: era chiaro che durante il compito ad Hogwarts lei stesse solo seguendo un po' troppo meticolosamente le direttive di Caramell.

“Peter McDouglas, 39 anni, bacchetta 13 pollici, ulivo e corda di cuore di drago, rigida. Imputato di guida senza il rispetto delle norme babbane, ha truccato l'auto, i babbani hanno visto l'auto muoversi da sola mentre l'imputato leggeva il giornale. Si è reso necessario l'intervento del Ministero.” la voce atona di Camilla Binley, sua assistente, la distrasse dai pensieri, per fortuna questo era l'ultimo caso di oggi: la pila di fascicoli sul tavolo di Camilla era esaurita.

Dolores prese il fascicolo che la sua assistente le stava porgendo ed esaminò le relazioni della squadra rimozione della memoria: “Allora, sig. McDouglas, ci racconti come sono andati gli eventi.”, era sempre la stessa domanda di routine, lei sapeva perfettamente come erano andati gli eventi, le carte parlavano chiaro, per qualche strana ragione, tuttavia, bisognava rispettare il diritto di difesa dell'imputato anche in questi casi, dargli modo di spiegarsi. Se non lo avesse fatto, gente come quel garantista di Silente le sarebbe saltato al collo e l'avrebbe fatta rinchiudere in chissà quale ufficio, magari anche in compagnia di quel filobabbano di Weasley! Silente era troppo comprensivo, vedeva il buono, le scusanti e le attenuanti in tutti, fosse per lui Azkaban sarebbe vuota, mentre secondo lei, Dolores Umbridge, Azkaban non era abbastanza piena: un'esperienza tra i dissennatori sarebbe stata una lezione che avrebbe fatto rigare dritto chiunque, così passava la voglia ai maghi di giocare a fare i babbani o, peggio ancora, disturbare il Ministero per delle bazzecole.

“Sig. McDouglas, sulla base delle prove assunte e della sua confessione, questa Corte la condanna al pagamento di una multa pari a 150 galeoni. E' tutto, la Corte si ritira.”
Camilla notò il modo seccato in cui Dolores chiuse il fascicolo, per una volta tanto scorse sul viso del magistrato un cenno di contrarietà, l'assenza del solito sorriso di circostanza. Fu solo un istante, Dolores si ricompose, quasi che quel gesto svogliato avesse rivelato troppo del suo intimo, quasi che potesse renderla vulnerabile. Porse il faldone in cui erano contenuti i fascicoli delle udienze del giorno a Camilla con uno dei suoi soliti sorrisi: “Camilla, cara, anche per oggi abbiamo finito.”

Camilla rispose a sua volta con un sorriso, mentre finiva di verbalizzare sui registri d'udienza vide con la coda dell'occhio Dolores uscire dall'aula.

Sulla porta, Amelia Bones, Capo dell'Ufficio di Applicazione della Legge sulla Magia, aspettava Dolores. Camilla dal suo banchetto osservava l'incontro e già sapeva che una volta rientrata in ufficio avrebbe sentito qualche commento acido sulla Bones, che secondo la Umbridge era di vedute un po' troppo larghe perché si confacessero agli stretti dettami della legge. Ogni volta rimarcava il tono sugli aggettivi per sottolineare la diversità delle loro vedute. 

Camilla era convinta che sotto ci fosse molto di più: Amelia Bones era nelle grazie di Silente e questa sua affinità di vedute con il Preside di Hogwarts, nonché illustre Presidente del Wizengamot, l'aveva fatta preferire a Dolores Umbridge per la direzione dell'Ufficio. Dolores non aveva mai mandato giù questo rospo, anche perché effettivamente il suo curriculum e i suoi studi in tema di applicazione della legge magica erano decisamente superiori a quelli della Bones. Ovviamente, Camilla non avrebbe mai detto ciò che pensava, altrimenti, conoscendo Dolores, sarebbe finita nel giro di dieci minuti a curare il registro degli Animagus, uno dei lavori più noiosi dell'intero Ministero, nel cui ufficio finivano i casi disperati.

“Dolores, cara, perdonami, devo chiederti un favore.” disse Amelia Bones che non amava essere in debito, specie con la Umbridge. Dolores sorrise teneramente, sistemandosi il golfino rosa e, mentre giocava con la bacchetta, chiese nel suo tono falsamente cordiale: “Amelia, cara, dimmi tutto, in cosa ti posso essere utile?”

L'imbarazzo della Bones era palpabile, tanto che se ne accorse anche Camilla che scosse la testa e fece finta di controllare dei documenti all'interno di un fascicolo. Camilla non si sarebbe persa questa scena per nulla al mondo, sarebbe stato l'argomento di discussione con le sue colleghe in pausa pranzo: tutte amavano malignare sui loro superiori e Dolores Umbridge aveva un posto di tutto rispetto nella classifica dei loro pettegolezzi.

“E' per questa storia dei tirocinanti al Ministero. Il Ministro ha emanato una circolare in cui dispone la rotazione, vuole che il tirocinante faccia esperienza in tutti i settori del Ministero stando dietro ad un illustre funzionario. Io ho pensato che tu, con la tua esperienza, anche il recente passato da insegnante, ecco tu potevi essere perfetta per accogliere un giovane tirocinante.”

Dolores si irrigidì, la bacchetta si fermò nelle sue mani, tornò a sistemarsi il golfino, la gonna, si toccò persino i capelli, per vedere che tutto fosse in ordine, sorrise e disse: “Certamente, Amelia cara, sarò lieta di accogliere questo giovane aspirante collega, lo aspetto pomeriggio nel mio ufficio.”

Amelia Bones si sentiva sollevata, si era liberata di quel rompiscatole, era certa che lui e Dolores sarebbero andati d'accordo, sembravano fatti della stessa pasta. “Sul punto, Dolores, è arrivata una comunicazione da Odgen, dovresti andare a Nocturn Alley, pare che ci siano attività illegali e tutti gli altri dell'ufficio sono impegnati in missione, puoi portare con te il tirocinante, sarà istruttivo per lui.” Si mosse solo un angolo della bocca di Dolores in un accenno di sorriso: “Perfetto, Amelia.”

“Grazie, Dolores, sono tempi così complessi, grazie tante.” Dolores vide la Bones allontanarsi con una rapidità tale che lasciava trasparire la paura che lei potesse rinnegare gli impegni presi, eppure doveva saperlo che Dolores Umbridge porta sempre a termine i suoi incarichi.

Dolores era furiosa: quell'insopportabile della Bones aveva usato la sua autorità per appiopparle un piantagrane che sicuramente a lei non andava bene, inoltre le aveva intenzionalmente rievocato la faccenda di Hogwarts, come per dirle che non era nella condizione di rifiutare nulla, il tutto accompagnato da quella finta adulazione “illustre funzionario, con la tua esperienza”, l'esperienza che non era stata sufficiente per farla nominare Capo di quell'Ufficio, evidentemente, perché come al solito il curriculum non basta, ci vogliono anche i contatti e lei e Silente avevano punti di vista troppo diversi.

Segretamente, Dolores sperò che, se erano vere le voci, che il Signore Oscuro era tornato, allora c'era solo da sperare che le cose al Ministero cambiassero presto e poi finalmente lei avrebbe avuto il ruolo che le spettava di diritto e avrebbe smesso di annoiarsi con quei casi banali, voleva un ruolo dirigenziale di tutto rispetto.

Entrò nel suo ufficio, i gattini dei suoi piatti la salutarono e lei ricambiò con un sorriso, si sistemò i capelli, si rifece il trucco e iniziò a mangiare il pranzo che un elfo aveva provveduto a farle trovare in ufficio: Dolores odiava mangiare alla mensa con gli altri dipendenti, dove non si faceva altro che spettegolare. Finito il pranzo, si sistemò nuovamente l'aspetto e attese l'arrivo del tirocinante sfogliando qualche rivista specialistica. Su Diritto&Magia c'era un interessante articolo su un nuovo provvedimento di restrizione alle Arti Magiche per i Minorenni che stavano sperimentando in Spagna, a quanto pare con discreti risultati.

Sentì bussare alla porta, “Avanti”, alzò gli occhi dalla rivista e vide un giovane ragazzo, alto, con i capelli rossi e un paio di occhiali, vestito in modo impeccabile. Non appena chiuse la porta dietro di sé, il ragazzo si sistemò gli abiti prima di parlare. Dolores pensava che dopo tutto il ragazzo sembrava promettere bene. “Buonasera Dottoressa Umbridge, mi chiamo Percy Weasley ed è un onore per me essere affidato a lei.”

Dolores Umbridge scrutò il giovane, chiuse la rivista che ancora teneva tra le mani, con un cenno della mano fece accomodare il ragazzo e sorridendo gli chiese: “Weasley, eh? Sei figlio di Arthur?” Gli occhi del ragazzo si riempirono di imbarazzo, si sistemò la cravatta, gli occhiali e poi disse: “Si, dottoressa Umbridge, anche se con mio padre ho, come dire, una visione differente delle cose. Lui, a mio avviso, interpreta le leggi con troppa elasticità.” 

Questa presentazione conquistò Dolores, fece comparire un set da tè e invitò il giovane Weasley a berne una tazza in sua compagnia. Dolores cercava di inquadrare il suo tirocinante, avrebbe passato i prossimi giorni in sua compagnia, in più, avrebbe dovuto redigere una relazione sul suo andamento e non avrebbe mai voluto candidare al suo ufficio qualcuno che non era portato, quindi fece apparire la cartelletta che conteneva il profilo di Percy Weasley, il curriculum scolastico, le passate esperienze e le relazioni che avevano fatto gli altri membri del ministero.

“E' un fascicolo piuttosto corposo per un tirocinante” disse Dolores mentre sfogliava ammirata il curriculum impeccabile di quel giovane. L'unica nota stonata era l'affiliazione a Grifondoro, probabilmente quello stupido Cappello Parlante avrà visto un Weasley e l'avrà collocato nella Casa dei suoi fratelli senza farsi troppe domande.

“Sei stato l'assistente di Caramell, ora mi ricordo di te”, “Si, è stato entusiasmante affiancare il Ministro, sono sinceramente desolato per le sue dimissioni. Insomma, chi poteva immaginare che...”, Dolores guardò il ragazzo con tenerezza: “Già, chi poteva immaginarlo.”, poi, cambiando il tono della voce che da caldo e comprensivo divenne squillante, disse: “Bene, giovane Weasley, oggi verrai in missione con me. Andiamo a Nocturn Alley, il Ministero ha preparato una passaporta.”

Percy guardò sorpreso la Umbridge, si alzò di scatto aggiustando la giacca, la cravatta e sistemandosi gli occhiali sul naso nell'evidente imbarazzo dovuto alla curiosità che serpeggiava in lui: “Una passaporta? Il... il Ministero ha preparato una passaporta? Perché non usare la Metropolvere?”, Dolores ridacchiò in un modo che sembrava lo squittio di un topo e guardò con tenerezza il suo giovane assistente: “Percy caro, il Ministero sa benissimo che la Metropolvere sporca gli abiti e brucia l'effetto sorpresa. La passaporta è più utile per i nostri fini! Seguimi, caro.”

Lungo il corridoio Percy ebbe modo di tastare il potere e l'autorità che la Umbridge conservava nonostante le tristi vicissitudini di Hogwarts presso i dipendenti del Ministero, sembrava che molti la temessero, quando passava lungo i corridoi, i dipendenti si facevano da parte intimoriti, mentre lei rivolgeva sorrisi cordiali a tutti coloro che incontrava. Percy continuava a domandarsi come si potesse aver paura di una strega gentile e preparata come lei.

La passaporta non era altro che una piuma d'aquila. La presero e scomparvero, riapparendo molti metri più sopra, nel mezzo di un vicoletto che univa Diagon Alley a Nocturn Alley. Appena atterrati, Dolores e Percy sistemarono gli indumenti e Percy si raddrizzò gli occhiali. Dolores indossava un cappellino rosa sotto al quale si intravedevano i suoi boccoli perfettamente curati. Una giacca e un abito della stessa tonalità del cappello completavano la figura di questa strega dalla corporatura tozza. 

Percy notò che anche in giro per Diagon Alley molti sembravano temere Dolores Umbridge, le rivolgevano saluti reverenti: questa doveva essere l'aura che un prestigioso membro del ministero esercitava nel mondo dei maghi. Dentro di sé Percy si augurò di poter ricevere un giorno lo stesso sguardo pieno di ammirazione quando camminava in giro per la strada, invece degli sguardi pieni di disappunto che i colleghi rivolgevano a suo padre: lui non avrebbe mai fatto la fine di suo padre, i suoi figli non avrebbero studiato su libri usati e avrebbero indossato uniformi nuove, senza andare a quell'orribile negozio di vestiti usati.

“Tutto bene, Weasley?” chiese Dolores che non mancò di notare la distrazione del suo assistente, “Certo, dottoressa Umbridge.”

Svoltarono in Nocturn Alley, quella via dava i brividi, anche se di quei tempi, anche Diagon Alley non era il massimo: piena zeppa di ciarlatani che vendevano amuleti e protezioni contro i Mangiamorte e il Signore Oscuro, come se fosse possibile fermare la magia oscura di Tu-Sai-Chi. Lungo la via incontrarono il peggiore di questi ciarlatani, tale Mundungus Fletcher, un ladruncolo e un ricettatore della peggior specie, tuttavia abbastanza abile da non superare mai la linea che lo condurrebbe ad Azkaban.

Percy notò gli occhi di Dolores illuminarsi non appena vide quell'essere, lei si voltò verso Percy e gli disse: “Weasley, caro, ora assisterai a come noi del Ministero trattiamo con certa gente. Sono tempi difficili, non possiamo sbattere tutti ad Azkaban, i dissennatori ci servono per i casi più gravi, tutto sta nel metterli in difficoltà e spaventarli a dovere. Seguimi”, sorridendo Dolores si avvicinò al banchetto di Mundungus, impegnato nel nascondere i galeoni che aveva appena intascato da una vendita. Dal suo sguardo soddisfatto aveva dovuto fare un buon affare.

“Ehm.. Ehm..” esordì Dolores con la sua finta tosse per richiamare l'attenzione, “Buon uomo, cosa vende di preciso?”, Mundungus, vedendo un'ingenua signora di mezza età che palesemente sembrava non frequentare quei posti e non essere abituata a contrattare, fiutò la possibilità di concludere un ottimo affare, forse il migliore della giornata. 

Il tono di voce untuoso, tipico del commerciante che vuole incantare la propria clientela esaltando la mercanzia e stuzzicando la vanità della signora che aveva d'avanti, era indicativo della scelta della strategia del seduttore da parte di Mundungus, perché a giudicare dall'abbigliamento curato la signora doveva essere non poco vanitosa: “Cara signora, abbiamo di tutto, qualsiasi cosa che possa soddisfare le esigenze di una strega d'alta classe come lei.”

Percy storse il naso nel sentire questo patetico tentativo di conquistare le simpatie della clientela, persino i suoi fratelli erano più abili in questo. Dolores ridacchiò come al suo solito, si guardò con fare circospetta e poi chiese: “Per caso, avete anche qualche oggetto oscuro? Con i tempi che corrono...” 

Mundungus si irrigidì, non era solito ricevere richieste così dirette, in ogni caso quel giorno era senza oggetti oscuri, convinto di fare bella figura le disse: “Oh, mia signora, io non tratto quella roba, soprattutto di questi tempi, ma sono certo che una signora come lei potrà apprezzare questi amuleti. Guardi, pare che abbiano dei poteri sorprendenti.”

Dolores si chinò sopra gli amuleti sorridendo disse: “Certo, certo, dicono tutti così ma darò un'occhiata lo stesso, non si sa mai.”, “Certo, guardare non costa nulla bella signora, guardi questo medaglione, per esempio, è bellissimo e il venditore mi ha assicurato che ha degli immensi poteri benefici.” 

Mundungus sapeva mentire benissimo, risultava molto convincente quando non credeva per nulla in quello che diceva. Quel medaglione, preso in Grimmauld Place, mentre Sirius urlava di voler buttare tutti i cimeli di famiglia fuori di casa, non doveva valere un granché, tuttavia era molto bello, e antico, e sperava di liberarsene perché ogni volta che lo teneva in tasca gli provocava un gran mal di testa, così che i suoi affari andavano male. Mundungus sospettava che qualche Black avesse lanciato il malocchio su quel medaglione, pertanto erano giorni che cercava di liberarsene, mostrandolo ad ogni strega che gli capitasse a tiro, perché di quei tempi, con tutti i problemi che c'erano da affrontare, era meglio non avere a che fare con il malocchio.

Dolores parve la prima strega incuriosita da quell'oggetto, era convinta di averlo già visto da qualche parte, ad un tratto si illuminò, nascondendo la sua trovata a quel commerciante da strapazzo: stava provando a spacciare come amuleto da due soldi l'antico medaglione di Salazar Serpeverde. Dolores esaminò l'oggetto e tenendolo tra le mani disse: “Dubito che abbia qualche potere, tuttavia è molto bello, quanto vuole?”

Mundungus Fletcher non credeva alle sue orecchie, alla strega piaceva quell'amuleto pidocchioso, avrebbe tentato di lucrarci il più possibile: “E' molto antico e prezioso, tuttavia vorrei proprio che lo indossasse una bella signora come lei. Le faccio un prezzo di favore, per lei, e solo per lei, sono 300 galeoni.” Il sorriso mellifluo di Mundugus era orribile, i suoi occhi trapelavano avidità e falsità, Percy era disgustato, non avrebbe mai immaginato di accompagnare Dolores Umbridge a fare shopping a Diagon Alley, cosa piuttosto umiliante per uno con il suo curriculum, finire a fare da portaborse a questa strega e sorbirsi tutta questa scena patetica, tuttavia, una parte di sé, quella più intransigente, si disse che se Dolores Umbridge gli aveva detto che avrebbe imparato qualcosa, doveva essere assolutamente vero, perché Dolores Umbridge era una da prendere sul serio.

“300 galeoni? Per darle una cifra del genere dovrei vedere prima la sua licenza. Ha una licenza del Ministero?” disse Dolores che a questo punto poteva uscire allo scoperto. Mundungus si irrigidì, indietreggiò e iniziò a raccogliere la sua paccottiglia: “N-non.. non capisco, quale licenza? Chi è lei?”, Dolores ridacchiò: “Oh, è molto spiacevole, allora. Sono Dolores Umbridge, funzionario del Ministero della Magia. Temo, signor Fletcher, che dovremo sequestrarle la mercanzia, o farle una multa, perché, insomma, non si può vendere senza autorizzazione, lo sa bene.”

Mundungus faceva fatica a deglutire, quella vecchia megera era una del Ministero, con il suo fare cortese non l'aveva proprio immaginato, lui, Mundungus Fletcher, si era lasciato fregare come un pivellino. Forse era ancora possibile sistemare le cose, anche se il ragazzo dietro, quel rosso sfigato con gli occhiali non sembrava promettere nulla di buono, lui azzardò lo stesso: “Signora Umbridge, senta, lei mi rovina se mi prende tutto, facciamo un patto: io tolgo le tende e lei può avere questo medaglione che le piace tanto. E' come se avessi pagato la multa al Ministero, che ne dice?”, la Umbridge guardò duramente il commerciante, oramai tremante, chiese con la sua voce stridula: “Signor Fletcher, sta tentando di corrompere un funzionario del Ministero?”

Mundungus adesso aveva proprio paura, Percy capiva cosa volesse dire la Umbridge quando alludeva allo spaventare i ladruncoli e i ricettatori, quel ladruncolo era nel panico: “Non oserei mai, mia signora, non penserei mai di corrompere un membro del Ministero, pensavo solo che potesse essere un modo alternativo di pagare la multa. Ecco, questo medaglione vale moltissimo, cosa ne dice?”

La Umbridge ci pensò e poi disse: “Sa benissimo che il medaglione non basta, tuttavia, voglio essere buona con lei, mio caro signor Fletcher, perché la trovo decisamente simpatico. Ecco, quello che voglio in cambio è che lei collabori con il Ministero: di tanto in tanto passeranno dei miei colleghi e vogliamo essere informati sulle attività illegali che ci sono nei paraggi. Ovviamente nessuno rivelerà la sua attività, può contare sulla più totale discrezione.”

Mundungus non credeva alle proprie orecchie, si sarebbe liberato del medaglione, non gli avrebbero fatto la multa e in cambio avrebbe dovuto eliminare la concorrenza denunciandoli al Ministero: non poteva essere più fortunato di così, in un gesto di eccessiva simpatia, mise il medaglione tra le mani della Umbridge, le strinse le mani e le disse: “Grazie, grazie, mia signora! Il ministero potrà contare sui miei servigi, non tema!”

La Umbridge gli sorrise disgustata: quelle mani sporche e appiccicaticce la stavano toccando! “Bene, bene, signor Fletcher. Arrivederci! Weasley, seguimi!” disse allontanandosi dal banchetto, mentre Mundungus guardava stupito il giovane rosso con gli occhiali: quello doveva essere il figlio di Arthur.

Percy si avvicinò alla Umbridge e lei gli disse: “Hai osservato? Adesso il Ministero ha un informatore. E' così irritante doversi prestare a queste pratiche semi corruttive, in realtà serve solo a questi ladruncoli perché si convincano che siamo come loro, solo così collaborano. Abbiamo anche evitato che vendesse a 300 galeoni questa paccottiglia.”

Percy guardava il medaglione, non ne aveva mai visto uno di quella foggia: “Pensa di tenerlo?”, “Certo Weasley, non vedo come possa interessare al Ministero questa roba che non vale niente, però è molto bello, non trovi?”, “Sì, decisamente bello, anche se...”, Dolores guardò Percy, che si affrettò ad aggiungere: “anche se nel tenerlo in mano mi è venuto mal di testa, è sicura che non abbia qualche strano potere?” Dolores indossò il medaglione, si fermò e poi disse: “Non dire sciocchezze Weasley, io non avverto nulla.”, Percy allora tirò un sospiro di sollievo e concluse sorridendo: “Se ha qualche potere, può darsi che il medaglione voglia stare con lei.”

“Percy Weasley, tu non sei come tuo padre: tu farai strada, se non ti perdi!” disse Dolores Umbridge soddisfatta del suo nuovo tirocinante, per Percy quelle parole furono uno dei più bei complimenti che gli fossero mai stati rivolti. Decisamente quella era una giornata fortunata e Dolores Umbrigde era una delle migliori a cui poteva essere affidato, con lei avrebbe imparato molto, anche se il comportamento di Dolores Umbridge, il trattenersi una cosa che avrebbe dovuto essere confiscata, aveva scalfito l'indomita fiducia che  il giovane Weasley riponeva nelle virtù dei funzionari del Ministero della Magia ma di questo si sarebbe accorto solo a guerra scoppiata.
   
 
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