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Autore: MakieyoMela    04/04/2012    1 recensioni
(Non tanto) piccola storia su una ragazza.
Ispirata ad una canzone di un gruppo diverso, da far venire le lacrime.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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http://www.youtube.com/watch?v=VE3MJi6TxVY

Prima di tutto vorrei dire che è la mia prima one-shot, e mi sono ispirata alla musica, al testo e all'MV di haru haru dei Big Bang. 
Premetto che mentre scrivevo, piangevo come una bambina. Consiglio a tutte e tutti voi di ascoltarla mentre leggete. 

xoxo.



Haru Haru.

 


Quattordici anni buttati al vento per questa stupida malattia. Ero piccola ma riuscivo a capire in che situazione mi trovassi.
Quella veste bianca ospedaliera mi copriva dal collo alle ginocchia; mi dava fastidio, era fredda e quasi come se fosse fatta di carta.
Le mura che mi circondavano era azzurre a chiazze bianche, dovute alla vernice caduta; a mia madre piacevano.
Quel giorno di pieno inverno ero a letto, le coperte di lana mi coprivano fin sopra lo stomaco e davanti ai miei occhi c'era della minestra di un colore strano, sul verde, con fagioli bianchi e pezzi di pane gigante che ne fuoriuscivano.
Girai faccia a quella, che mia madre considerava, pietanza ospedaliera.
Hyuri correva nello corridoio urlando il mio nome, avrei riconosciuto quella voce tra mille.
Lei sì che era una bella ragazza e con problemi minori; era diventata la mia migliore amica non appena fui trasferita in quell'ospedale di Seoul. 
Arrivò al mio letto con il fiatone -Yurim, non sai chi verrà a farmi visita!- Strepitò prendendo la mia mano.
Feci una faccia da punto interrogativo -Chi?-
-Mio cugino e un gruppo di suoi amici- Arrivò un'infermiera che le chiese di abbassare il volume, eravamo in un ospedale dopotutto. Si ricompose, sedendosi al mio fianco e continuò il suo discorso -Forse non li conosci, ma sono famosi. Mio cugino però è un cucciolo, devo fartelo conoscere- 
Delle persone famose, nonché amici e parente di Hyuri sarebbero venuti a farci visita. Mi guardai attorno vedendo tutte le ragazze della camera esaltate; ero l'unica indifferente.
Mostrai un sorriso alla ragazza bruna di fronte -Hyuri, mi fa piacere- 
-Menti- Sbuffò -Dovresti ascoltarli, sono bravi- 
Tralasciai il discorso a parte -Hm, quando verranno?- 
Si girò verso l'orologio bianco attaccato al muro vicino alla piccola statua della madonna.
-Diciamo.. Tra un quarto d'ora- Si voltò verso di me sorridendo -Non vedo l'ora- 
Scese dal mio letto dandomi un bacio sulla guancia e scappò via saltellando come una bambina di tre anni. 
Era simpatica, rallegrava tutti i miei giorni, e spero avrebbe continuato anche per i pochi rimanenti. 
Mia madre era al fianco del mio letto, mi guardava con un espressione torva.
-Che c'è?- Alzai le sopracciglia.
La sua faccia si dimostrò in disapprovazione -Dovresti divertiti- Stava incomincia di nuovo lo stesso discorso di sempre -Solo prerché hai il cancro, non significa che devi tirarti giù. Goditi questi giorni, falli diventare indimenticabili- Notai una piccola lacrima caderle sul viso, la seguii, sgrutando; sotto i suoi occhi giacevano delle grandi occhiaie dovute al sonno mancato per colpa mia, il colorito della pelle era bianco e le sue labbra rosee screpolate. Era dimagrita parecchio da quando avevamo scoperto della mia malattia. 
Smisi di guardarla, abbassando lo sguardo sulle mie mani bianche.
-Sei una bella ragazza- Iniziò a toccarmi i capelli -Fin quando hai questi, fin quando hai un sorriso, fin quando riesci a sorridere- pronunciò l'ultima frase con un tono più alto -per favore, divertiti- Tolse la mano dai miei capelli.

Un urlò si sentì dal corridoio fuori la mia camera; erano arrivati gli idols (?).
Chiesi a mia madre di darmi una mano a scendere dal letto e poi ci avvicinammo alla porta per vedere cosa fosse successo.
Cinque ragazzi attraversavano i corridoi come se fosse un palco da sfilata da moda, mancava solo il vento in viso, la musica e i riflettori dietro. 
L'atmosfera, però, si rovinò quando uno dei cinque cadde con la faccia sul pavimento liscio e bianco. 
-Hyung, sei sempre il solito- Pronunciò il biondo, il più magro di tutti forse il più piccolo. 
Tornai a letto, le gambe mi tremavano e non avrei sprecato le mie uniche forze per dei top model che pulivano il pavimento. 
Anche a questo mia madre fece un espressione di disapprovazione. 
Tenevo la testa ben poggiata sul cuscino morbido che profumava di vaniglia, avevo gli occhi chiusi. Stavo immaginando un mondo tutto mio, avevo un attimo di rilassamento assoluto.
Che finì dopo pochi secondi, visto che la porta della mia camera fu aperta da un uragano; Hyuri. 
Mi corse vicino, ma dietro i suoi passi ne sentivo altri -Yurim, svegliati, devo presentarti qualcuno- La sua mano mi scuoteva. Facevo finta di dormire -Lo so che non stai dormendo-
Beccata. Aprii i miei occhi e mi misi seduta, sbuffando. Hyuri era con quei cinque ragazzi che avevo visto poco fa. 
-Volevo presentarti mio cugino, Jonghyun- Uno dei ragazzi, il cui sembrava una scimmia liberata dallo zoo, mi porse la mano.
L'afferrai, da ragazza educata -Piacere mio, io sono Yurim-
-Si, Hyuri ci ha raccontato molto di te- Jonghyun smise di stringermi la mano e la ritirò.
Guardavo ogni singola persona, tutti avevano i capelli tinti -Ma è una moda tingersi i capelli?- 
Ci fu una risata generale e poi iniziarono a presentarsi tutti.
Il più normale del gruppo era senza ombra di dubbio Minho, se non erro il rapper. 
Passammo così la serata, tra risate. Vedevo mia madre sorridermi ogni volta che la guardavo per vedere come stava. Era felice, per la prima volta in quel periodo la vedevo contenta e per causa mia. Questo mi rendeva orgogliosa di me stessa. 
Ma arrivato un certo orario, tutti e cinque se ne dovettero andare.
Salutammo tutti con un inchino, ma Jong mi abbracciò sussurrandomi -Verrò a trovarti ogni giorno- La sua voce era calda. Assomigliava a quella di papà.
Quando tornai nel mio letto e chiusero la porta, io ero incantata nel guardare al di fuori di quella finestra.
Sentivo il cuore battermi, e sentii un senso di imbarazzo quando i battiti vennero registrato sul quello strano macchinario messo al mio dito. 
Mia madre mi guardò -Sei felice?- Mi accarezzò i capelli -Ho visto una bella affinità tra te e quel ragazzo- Sorrise.
-Quando mi ha sussurrato una frase all'orecchio, ho sentito la voce di papà, ho.. ho sentito lo stesso calore che papà ci metteva nel farmi e dirmi le cose, mi.. sono sentita protetta- Pronunciai tutto con calma, senza correre, riflettendo su ciò che stavo dicendo.
La mia umma continuava a sorridere, anche se alcune lacrime cadevano sul suo viso -Dormi, piccola- Mi fece stendere e mi coprì con delle coperte pesanti. 

Il giorno dopo venni svegliata da un respiro caldo sulle mie mani. Aprii di poco gli occhi e notai una chioma color castano chiaro respirarmi sulle mani. Aveva gli occhi chiusi e un respiro regolare. Ritrassi le mani, quando capii chi fosse. 
Muovendomi troppo bruscamente feci svegliare anche lui -Buon giorno, come stai?- Subito mi disse, riprendendomi una mano.
Non capivo che fosse successo. Mi guardai attorno; notai una bacinella ripiena di sangue sul mobiletto affianco al letto e tanti panni e asciugamani. 
-E' venuto di corsa appena ha saputo che avevi iniziato a vomitare sangue- Chiarì bene mia madre, entrando in camera.
Guardai, poi, lui -E.. Come l'hai saputo?- 
-Hyuri mi ha chiamato- Cercò di spiegare, abbassò lo sguardo  un pò imbarazzato e si grattò la testa. 
Passai una mano tra i miei capelli, e quando la guardai trovai ciuffi e ciuffi tra le mie dita -Allora è iniziato..-
Jonghyun si alzò dalla sedia -Giuro che ti farò passare gli ultimi giorni della tua vita in piena felicità- 
-Non hai nemmeno un pò di tatto, cugino- Disse Hyuri entrando in camera per sedersi vicino a me -Yurim, come va?- 
Abbracciai la mia migliore amica, con le lacrime agli occhi -Dio, scusami se sto piangendo ma non riesco a trattenermi- Cercai di dire tra i singhiozzi. 
Le braccia della bruna mia strinsero forte e sentii anche lei singhiozzare come una bambina -Non piangere, per favore, non piangere- 
Quell'abbracciò durò qualche minuto, anche se avrei preferito rimanerci di più, ci staccammo. 
La mia umma era in un angolo della camera, vicino al comodino, aggiustava dei fiori colorati in un vaso bianco di cera. I fiori venivano bagnati dalle sue lacrime, lacrime che scendevano senza aver nemmeno voglia di fermarsi un secondo. 
Il ragazzo tinto si trattenne. Era all'in piedi, al centro della stanza, con sguardo basso e i pugni stretti alle ginocchia. Non piangeva, non sorrideva, aveva solo uno sguardo torvo e le sopracciglia corrugate. 
Ci fu un minuto di silenzio. 
-Quanti giorni ho?- Sapevo che mi sarei pentita amaramente di quella domanda, mi aspettavo il peggio.
-Due mesi, se non meno- Umma non mi guardò, parlava solamente con un tono basso. 
Dopo svariati minuti alzai lo sguardo sorridendo -Allora in questi due mesi mi divertitò- 
Tutti e tre si girarono a guardarmi con fare sorpreso. Tutti e tre avevano la stessa epressione -Davvero?- dissero in coro. 
Accennai un altro sorriso -Certo- Tossii -Fate venire gli altri- 
Jonghyun non ci pensò due volte ad uscire dalla camera e telefonare il resto della boy-band. 
Hyuri mi accarezzò il viso -Sei sicura? Non ti vogliamo far sforzare- 
-Tranquilla- Le presi la mano -Sto bene, devo solo divertirmi- 

La mia camera era piena di persone, tutte sorridevano compresa io. Ero diversa dalle altre volte, non sapevo però se quei sorrisi fossero veri o di pietà; sia i miei che quelli delle persone che mi circondavano. 
Hyuri era stesa con me, sotto le coperte, al letto. 
Minho era alla mia destra, con Taemin. 
Onew e Key dall'altra parte. L'unico che non si faceva vedere era Jonghyun. Era scoparso. 
-Ma.. Jong?- Mi feci sfuggire tra le risate. 
Tutti si guardarono attorno per poi fare spallucce.
Riprendemmo a sorridere, ma ero preoccupata per quel ragazzo. Erano solo due giorni che ci conoscevamo e già mi faceva preoccupare. Mi alzai dal letto dicendo di dover andare in bagno e inizia a passeggiare per l'ospedale. Non che avessi davvero bisogno del bagno, ma era solo una necessità per rimanere sola. Non ero abituata ad essere circondata di persone "amiche". 
Notai Jjong seduto con le mani congiunte e i gomiti alle gambe su una sedie della sala d'aspetto. Mi avvicinai -Che ci fai qui?- 
Il ragazzo tinto alzò la testa guardandomi un pò spaventato -Oh, sei tu..- Riabbassò lo sguardo -Pensavo- 
Mi sedetti alla sedia affianco alla sua -A cosa?-
-Al fatto che hai solo due mesi di vita- 
Quella frase attraversò il mio cervello come una pallottola attraversa un cuore.
Mi guardò -.. Tu.. Mi piaci- Ancora, quella sensazione. La sensanzione di calore e protezione -Si, oddio, è vero ci conosciamo da meno di due giorni, ma solo sapere che riesci a sorridere in momenti così, solo sapere che riesci ad essere forte.. Ti ammiro, io non ci riuscirei mai- Cercò di sorridere. Io continuavo a tacere fissandolo -Sono uno stupido- Distolse lo sguardo da me -Ti sto dicendo tutto questo, ma è ovvio che sono le cose meno importanti al momento- 
Uscii dal mio stanto di trance e afferrai una sua mano, portandomela al petto, proprio sul cuore, su quel cuore che batteva come una martello -Spiegami questa sensazione, mi è nuova..- 
Mi guardò perplesso -Yurim..-
-Ogni volta che mi guardi, ogni volta che mi parli o che mi abbracci, il mio cuore inizia a martellare come non so che. E quando non ci sei mi sembra di essere sola, anche se c'è mia madre ai piedi del letto. Non ti conosco, che mi hai fatto?- Una piccola lacrima rigò il mio viso. Lasciai la sua mano e iniziai a guardare le mie pantofole.
Lui si alzò, pensai che volesse andarsene, aveva tutte le ragioni, aveva accanto a sè una pazza. Ma quando vidi il suo viso arrivare alla mia stessa altezza mi mancò un battito. Si era inginocchiato, solo per parlarmi.
-Ti piaccio?- Pronunciò quella domanda con un tono di voce tremolante. 
Avevo quegli'occhi color marrone scuri davanti ai miei, avevo quel viso perfetto a poco da me -Credo, si.. Non lo so..-
-Shh.. Basta così- Mi interruppe, abbracciandomi -D'ora in poi sarò la tua ombra..- 
Quando si staccò mi guardò per svariati minuti, avevamo entrambi le labbra bagnate, avevamo entrambi un pò di ansia e felicità che ci pulsava nelle vene. 
-Posso.. Provare a fare una cosa?- Mi domandò, non guardando più i miei occhi, ma le mie labbra. 
Non dissi nulla, non accennai nulla, abbassai anch'io gli occhi alle sue labbra rosee. Si avvicinò, piano come una piuma che cade su un suolo dal quinto piano di un palazzo. 
Sentii mancarmi l'aria, tenevo le labbra semiaperte di fuoco, stavo andando a fuoco.
Poi quelle morbidi labbra toccarono le mie, chiudemmo entrambi gli occhi. La sua mano passò sulla mia spalla e un'altra mi stringeva a lui. 
Eravamo immobili, mentre le nostre labbra si toccavano. Non volette andare oltre. 
Si staccò dopo pochi secondi, io continuavo ad avere gli occhi chiusi, ma sentivo i suoi scrutarmi. Quando fui sicura di aprire gli occhi lo trovai sorridermi. Trovai quei denti perfetti e bianchi che mi sorridevano. 

Passò una settimana, Jonghyun veniva tutti i giorni a trovarmi con il resto dei suoi amici; strinsi molto con Minho. Mi trovavo bene, leggevamo gli stressi libri, ascoltavamo la stessa musica.
Un giorno qualcunque trovai quei cinque davanti al mio letto con un foglio bianco che sventolavano tra le mani -Sei nostra per una giornata intera- Dissero in coro prima che potessi chiedere qualcunque cosa. 
Mia madre aveva già preparato dei vestiti. Mi vestii in pochi minuti nel bagno dell'ospedale, erano dei bei vesititi; delle converse rosse, un fuson nero, una maglia lunga tipo felpa bianca e nera e un cappello con visiera della NY rosso. Era il mio stile. 
Quando tornai in camera e mia madre mi vide sorrise -Sei bellissima- 
L'abbracciai -Lo so quando ci tieni che mi vesta così- Quando staccammo l'abbraccio il gruppo di ragazzi mi prese e mi portò via salutando educatamente mia madre. 
Uscimmo dall'ospedale e mi fermai di botto proprio davanti ad esso chiudendo gli occhi e inspirando come se fossi uscita da un carcere. 
Jong mi prese per mano facendomi entrare nel furgone bianco davanti a noi.
Ci stavamo dirigendo al mare, per quel che avevo capito. Iniziai a criticare questa scelta per via che fosse inverno e faceva un freddo cane fino a quando non ci ritrovammo davanti un grande capannone proprio sulla spiaggia. Il sole spiccava in cielo e le onde erano grandissime. 
-Allora?- Mi domando Key -Ancora a criticare?- Tutti mi sorrisero.
Onew mi prese la mano -Prego principessa- E mi aiutò a scendere dalla furgone un pò alto. 
Ci avvicinammo al capannone -Cibo, film, musica, videogames- Taemin contava tutto ciò che diceva sulle dita.
Alla parola Videogames i miei occhi si illuminarono. 
Entrammo e tutti iniziarono a ridere quando mi videro avvicinarmi al grande scaffale ripieno di manga e videogames -Ragazzi, mi avete portato in paradiso?- Domandai retorica. 
Quando tutti decisero di vedere un film, avvicinandomi ai DVD, saltò all'occhio il mio preferito; Koizora. 
Lo presi tra le mani, rigirandolo -Wow, è in lingua originale- Commentai da sola. 
Minho mi venne vicino -.. Davvero vuoi vedere questo?- Esitò. Lui aveva molto più tatto di Jong, questo era sicuro. Gli accennai un sorriso -Eh vabbene, guarderemo Koizora- 
Ci metto tutti sul divano, alla mia destra Jong, alla mia sinistra Minho.
Appena iniziò il film, mi accucciai al petto di Jonghyun seguendo attentamente ogni scena, come se non le sapessi già a memoria per le tante volte visto il film. Ci passavamo tutti dei popcorn, ma Jong era intento a capirci qualcosa del film. 
Alla fine di tutto ciò accendemmo le luci; io, Taemin, Onew e Jong eravamo in preda alle lacrime. Key commentava il film negativamente dicendo che fosse troppo superficiale e Minho mi guardava. 
Non detti peso al suo sguardo, iniziai solo a sorridere -Si, ma io adesso ho fame- Non appena finii la frase, Onew andò a prendere il pollo fritto dal forno; il mio preferito.
Ci mettemmo a tavola, tutti seduti ma mangiavamo come dei porci. 
Mi faceva stare bene con loro. Quando finimmo di mangiare tutti andarono a giocare ai videogames, io uscii fuori per prendere un pò d'aria. Notai solo quando uscii dal capannone che fosse il tramonto. Si poteva intravedere la luna dall'altra parte del cielo. 
Una mano sulla mia spalla mi fece sobbalzare -A che pensi?- Minho si mise al mio fianco iniziando a guardare anche lui il mare calmo -Prenderai freddo-
-Tra poco tutto finirà..- Mi lasciai sfuggire con un filo di malinconia -Vi dovrò lasciare tutti- Abbassai lo sguardo sorridendo, ma delle lacrime iniziarono a scendere sul viso pallido -Dovrò lasciare Jonghyun-
Mi abbracciò.
-E' dura.. Lo so- Sospirò. Ricambiai l'abbraccio.

Tornata in camera mia, la umma stava preparando le lenzuola per andare a dormire. Mi ero già rimessa quella vestaglia dell'ospedale.
Quando mi misi stesa, mamma notò il mio viso triste -Che c'è? Non ti sei divertita?-
-Non è questo. Ma sto iniziando davvero a pensare che..- Lasciai la frase in sospeso e poi alzai lo sguardo -Devo lasciare Jonghyun prima di morire- L'ultima parola quasi non si sentii.
La mia umma mi strinse a se -Non ti voglio condizionare o farti stare male, ma se lascerai quel ragazzo prima di tutto, starete male inisieme e con questo cosa concluderai?- 
-.. Ma almeno si inizierà ad abituare alla mia assenza- Piangenvo, ancora. Gli occhi mi bruciavano, e le braccia di mia madre non erano tanto confortevoli come quelle dell'oppa. 
La porta della camera si aprì sbattendo -Ah.. Quindi mi vuoi lasciare?- Jonghyun entrò in camera un pò infuriato. Aveva il viso incazzato e si avvicinò a me. La mia umma uscì di camera dicendo che sarebbe stato meglio se ci avrebbe lasciati da soli. 
-Allora? Mi vuoi lasciare?- Continuò a domandare. 
Iniziai a singhiozzare -Lo sai che lo faccio per il tuo bene-
-No! Lo fai per il tuo bene. Stai cercando di far del bene a te senza importarti di me!- Aveva alzato leggermente il tono della voce. Ma poi espirò calmandosi. Mise una mano nel giubotto di pelle e ne cacciò una scatolina nera che lanciò sul comodino bianco affianco al mio letto -Sii felice- Disse con disprezzo uscendo dalla camera a grandi passi. 
Con le lacrime agli occhi afferrai la scatolina nera, conteneva un anello argentato, simile al suo. Lo misi al mio dito e chiusi il pugno addormentandomi con gli occhi gonfi.

In quei giorni di tristezza mi fu vicino Minho. 
Passò un mese e mezzo, non mi rimaneva molto se non niente. 
Un giorno Minho tornò in ospedale col viso ricoperto di lividi. 
Balzai dal letto -Che t'è successo?- Cercai di accarezzarlo ma avevo paura di fargli male. 
-Jonghyun- Bastò quel nome a farmi venire una morsa allo stomaco. Sospirai triste rimettendomi a letto. 
-Devo darti una cosa- Dissi. Si avvicinò al mio letto aspettando. Mi guardai la mano, il dito cui faceva d'appoggio all'anello. Lo tolsi e glielo diedi -Ridaglielo- 
-Ma.. Yurim..- Borbottò Key con gli occhi sbarrati. 
-Si, è suo..- 
Minho lo mise in tasca senza fare obiezione -Quando è l'operazione?- 
-Stasera- guardai l'orologio, erano le sette di sera -Ancora un'ora e dovrò lasciarvi- Non si capii quasi nulla di ciò che avevo detto, era un miscuglio di mugugni e singhiozzi causati dal pianto. 
Tutti mi abbracciarono, iniziarono a dirmi di non preoccuparsi, iniziarono a cercar di farmi ridere senza alcun risultato. Mia madre era ai piedi del letto che mi sorrideva con gli occhi rossi dalle lacrime. 
Era giunto il momento di dire addio anche a lei.
-Ragazzi, potete lasciari un attimo sole?- Come se mi avesse letto nel pensiero, mia madre chiese educatamente a tutti di uscire. 
I ragazzi non obiettarono e uscirono dalla camera.
Si mise al mio fianco prendendomi la mano -Come ti senti?- 
-Mamma non ti voglio lasciare- L'abbracciai, mi ci buttai addosso. 
-Devi stare calma, ok?- Come potevo calmarmi se la prima ad essere triste fosse lei? Stringeva le sue piccole braccia alla mia schiena e io alla sua -Hai parlato con Jonghyun?-
Mi staccai da lei -Non si è fatto sentire per un mese, avrà già un'altra ragazza- 
-O starà piangendo.. per te- Optò mia madre.
Presi un fazzolettino dal comodino bianco e mi pulii il naso. 
-Faccio entrare i ragazzi- Mia madre si alzò dal letto e uscì fuori. 
Guardai fuori dalla finestra; pioveva. 
Chissà cosa stesse facendo Jonghyun, chissà con chi era. Mille domande invasero la mia testa. 
Non gli ho detto nemmeno addio, pensai. Un'altra lacrima rigo il mio viso.
Un gruppo di infermiere entrarono nella mia camera -Possiamo andare- Mi dissero. 
I quattro ragazzi entrarono nella mia camera, piangendo. Tutti e quattro. Mi faceva stare male quella visuale. Mi fecero stendere e chiusi gli occhi mentre le lacrime cadevano sulle mie tempie. 
Il letto iniziò a muoversi. Più passavo il tempo su quel lettino e più singhiozzavo dal pianto. 
Sentii le porte scorrevoli aprirsi e poi richiudersi. Quando aprii gli occhi mi ritrovai un faro puntanto su di me. 
Addio, oppa.


  
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