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Autore: BluHiro    04/04/2012    0 recensioni
SOSPESA!
Le lacrime scorrono veloci sulla mia guancia. Il polso sinistro brucia, è da mezz’ora ormai che tengo questo straccio, ma il sangue non ne vuole sapere di fermarsi. Merda, mi sa che stavolta ho esagerato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cos’è successo?” Mi chiese preoccupato.
Non risposi. Non sapevo che dire. Non potevo dirgli che mi tagliavo perché la mia vita faceva completamente schifo. Mi limitai a stringerlo più forte.
Appoggiò il mento sulla mia testa.
Non avrei mai detto che mi sarei sentita protetta fra le sue braccia. Ma era così. Se qualcuno mi avesse detto che sarebbe successo mi sarei messa a ridere.
Era davvero incredibile provare queste sensazioni per una persona che fino a cinque minuti fa odiavi. Bè, forse non era proprio odio. Il cuore mi batteva a mille. Forse era perché stavo male, o forse il motivo era lui… No. Non poteva essere.
Nel frattempo avevo smesso di piangere. I miei occhi si fecero pesanti. Ero stanca, gli occhi si chiusero in un secondo e mi addormentai.
Sentii una mano che mi stringeva i fianchi. Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti la faccia di Zayn. Sorrisi, per poi ritornare alla realtà. Ma cosa diamine era successo? Perché mi trovavo in un letto con lui, e perché lo stavo abbracciando? Mi guardai attorno e mi accorsi di essere in camera mia. Guardai di nuovo il suo viso, stava dormendo beato. Ripensai alla prima volta che lo vidi, avevo pensato la stessa identica cosa, sembrava un bambino. Non so perché, ma non sciolsi l’abbraccio, in fondo non mi dava poi così tanto fastidio.
BUM!
Sentii un rumore assordante che mi risvegliò di botto. Sfortunatamente mentre alzai di scatto la testa lo fece anche lui. Un’altra botta, non rumorosa ma sicuramente dolorosa. Mi massaggiai la fronte mentre abbassai la testa imbarazzata, anche lui era diventato rosso in viso. Passammo qualche minuto in un silenzio carico di tensione. Ma com’era possibile che, io e lui che non smettevamo mai di battibeccare, adesso stavamo completamente zitti? Volevo rompere quel silenzio, ma cosa avrei potuto dirgli? Alzai lo sguardo, e vidi che anche lui mi stava guardando. Ogni mio buon tentativo di parlare andò a farsi fottere quando i miei occhi incontrarono i suoi.
“Ehi, come stai og..” Rebecca aprì di scatto la porta e io e Zayn sobbalzammo, diventando completamente viola.
“Oh, scusate, pensavo te n’eri andato” Disse Rebecca. Zayn si alzò:
“Mi devo essere addormentato, comunque adesso vado.” Prese la sua giacca e si avviò, quando era ormai alla porta, si girò e mi disse: “Ci si vede, Panda.” Sorrise per poi chiudersi la porta alle spalle.
Il mio cuore fece un salto. Mi aveva dedicato uno dei suoi bellissimi sorrisi, e per la prima volta non era uno di quelli da furbetto, era un sorriso sincero.
Riflettei sul suo soprannome…Panda? Mi guardai allo specchio. Il trucco mi si era tutto sciolto e gli occhi erano completamente circondati dal nero. Oddio, chissà come lo avevo traumatizzato. Altro che panda, con queste occhiaie qua sembravo proprio uno zombie!
“Carino il ragazzo, eh?” Rebecca mi stava guardando appoggiata alla porta.
“Devi dirmi qualcosa? Portare una ragazza che sta male a casa, in braccio, e rimanere tutta la notte accanto a lei per la preoccupazione, non è un comportamento di tutti i giorni, no? Specialmente se poi si tratta di Zayn Malik” Continuò.
“Mi ha portato sul serio in braccio fino in camera mia? Oh Dio.” Ero più rossa che mai.
“Proprio così, quando è venuto da me con te fra le sue braccia mi è preso un colpo. Gli ho detto che lasciavo il lavoro e che ti riportavo a casa, ma mi ha risposto che non era il caso e che preferiva portarti lui. Così gli ho dato le chiavi e l’indirizzo di casa. Oh, ma non è stato dolce?”
“Smettila.” Risposi per poi rifugiarmi in camera mia.
***
In quei giorni non parlai molto con i ragazzi. Con Zayn c’era una situazione davvero imbarazzante, appena ci guardavamo arrossivamo entrambi. Con gli altri bè, non lo so, ma mi stavo allontanando. Senza accorgermene mi stavo richiudendo di nuovo in quelle mura buie, che mi allontanavano tutti gli amici. Era quello il mio problema, era quello il motivo per cui nessuno mi voleva. Ma la domanda ora era: Perché mi richiudevo in queste mura? Perché mi comportavo così?
Fin da piccola avevo sempre isolato le persone, lo facevo per non avere poi delle batoste, ferite, delusioni. Lo facevo per proteggermi.  E ora mi veniva istintivo mettere le barriere a chiunque cercasse di avvicinarsi, come i ragazzi.
Mi dispiaceva molto per quel mio stupido comportamento, ma non riuscivo a farne a meno.
Sapevo che loro ci erano rimasti male, perché appena mi si avvicinavano trovavo una scusa per andare via.
Stavo pulendo il bancone del bar, erano le 5 del mattino e il mio turno era appena finito.
Mi girai e per poco non urlai dallo spavento. Dietro di me c’era Harry che mi stava aspettando con le braccia incrociate. Qualcosa mi diceva che non avevo scampo. Dovevo affrontarlo.
“Ciao” Gli dissi
“Ciao” Cazzo! Era arrabbiato, e anche tanto.
“Mi dici che cos’hai?” Mi chiese con un sorrisino triste. Che bello che era, sembrava un cucciolo.
“Io…io non…Non lo so Harry.” Istintivamente mi toccai i capelli, lo facevo sempre quando ero nervosa.
“Vieni” Uscimmo fuori e ci sedemmo sugli scalini. Restammo in silenzio per una decina di minuti. Sapevo che stava aspettando che io parlassi, così dopo un po’ iniziai.
“Ho dei problemi con i miei genitori. Per loro sono solo un peso, e non si trattengono dal dimostrarlo. Mi hanno sempre sgridato per cose che non avevo fatto. Se faccio qualcosa di sbagliato è la fine del mondo, e se invece faccio qualcosa di buono è lo stesso sbagliata. Non sai com’erano felici quando mi hanno mandato qui. Di solito le famiglie piangono per la tristezza che i loro figli vadano in un luogo così lontano, ma loro hanno pianto di felicità. Chissà, magari hanno anche dato una festa per la liberazione. Per quanto riguarda i miei parenti, non ne so nulla. Non si sono mai preoccupati a venire a trovarmi qualche volta. Per loro non esisto. È per questo che ho iniziato a costruirmi queste mura attorno, per evitare che qualcun altro mi facesse male. Tu non sai quanto fa male essere invisibile agli occhi di tutti, soprattutto dei tuoi genitori, della tua famiglia. Essere a casa, ma sentirsi fuori luogo, in un posto pieno di sconosciuti. Insomma vivo in un posto che non posso chiamare casa. La mia vita finora è stata un vero schifo e sono venuta qui per cambiare aria, per capire..”
La voce mi si smorzò e scoppiai a piangere. Harry subito mi strinse in un forte abbraccio.
“Perché sono così sbagliata? Cos’ho che non va?” Chiesi guardandolo negli occhi. Non ci potevo credere, aveva gli occhi lucidi.
“Non c’è niente che non va in te. Tu non sei sbagliata. Tu sei meravigliosa, credimi. Secondo te, io mi sarei avvicinato così tanto a te se non lo pensassi davvero?”
Ecco, in quel preciso istante sentii il suono delle barriere accanto a me crollare e rompersi in mille pezzi. Ormai Harry era entrato nel mio cuore, e non avrei potuto fare niente per contrastarlo.


Lo so, è orrendo. Mi dispiace per la tortura che vi ho inflitto gacendovelo leggere. Ringrazio chi è riuscita ad arrivare fin qui, e prometto che mi impegnerò di più.
Avete dei consigli da darmi? O pareri, aspettative?
   
 
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