Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: braver than nana    04/04/2012    5 recensioni
{ Larry is everywhere, even in the Harry Potter's world }
«Com’è solo possibile che tu mi piaccia, Tomlinson? Sei un Gryffindor.» sbiascicò tra un bacio e l’altro, mentre infilava le mani caldissime sotto la camicia, mentre gli allentava la cravatta e sbottonava con difficoltà e poca concentrazione i primi bottoni, per permettere alla sue labbra infuocate di baciare lembi del suo petto.
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Sarà il fascino della sfida.
Autore: braver than nana

Rating: rosso
Conteggio Parole: 1153
Riassunto
«Com’è solo possibile che tu mi piaccia, Tomlinson? Sei un Gryffindor.» sbiascicò tra un bacio e l’altro, mentre infilava le mani caldissime sotto la camicia, mentre gli allentava la cravatta e sbottonava con difficoltà e poca concentrazione i primi bottoni, per permettere alla sue labbra infuocate di baciare lembi del suo petto.
NoteNote: AU!Larry, Harry Potter world, 16!Harry + 18!Louis (periodo x factor quindi). Che il mondo si prepari, stiamo chiaramente degenerando se iniziamo a scrivere certi cross-over, ma una potterhead slash directioner non si tira mai indietro se zeroschiuma si scomoda anche di trovarti dieci prompt.

Prompt 1: Astronomy Tower.

Sarà il fascino della sfida.

Dalla torre di Astronomia, appena salite le infinite scale, si poteva vedere solo una minima parte della sconfinata Foresta Proibita, sporgendosi dal parapetto passo e freddo si poteva intravedere la capanna del custode, e tutto il Lago Nero, minaccioso e ribollente. In una delle feritoie troneggiava una luna calante, circondata da una miriade di puntini luminosi. Louis si strinse nel mantello e tirò la sciarpa rosso-oro fin sopra il naso, provando a non congelare in quella notte così fredda.

Quando aveva ricevuto quel gufo, quella mattina, era rimasto piacevolmente sorpreso. Si strofinò il dorso della mano con attenzione, sentendo ancora i graffi si era procurato cercando di estorcere la pergamena dalle zampe dell’uccello e sorrise.

A mezzanotte, sulla torre diceva. Non una firma, o un qualsiasi segno di riconoscimento, ma quando aveva alzato uno sguardo verso il tavolo degli Slytherin aveva trovato Harry che lo fissava, con le guance arrossate e un sorriso sghembo sulla faccia. Poi si era girato a parlare con Cher e non lo aveva riservato più di neanche uno sguardo.

Quel ragazzo era strano, non c’era altro da dire. Era il capitano della squadra di Quidditch, aveva ottimi voti e una famiglia Purosangue che lo viziava e venerava come un principe, eppure, ogni volta che lo guardava, non gli sembrava mai veramente contento. Sapeva che suo nonno era stato un mangiamorte, ai tempi della seconda guerra, e quindi molti lo temevano ma in realtà non aveva mai trovato nulla di spaventoso in lui.

Si appoggiò con le spalle al muro di pietra, fissando le scale tortuose, aspettando. Erano ancora le undici meno un quarto e magari non sarebbe venuto nessuno quindi tanto valeva mettersi comodi e provare a non addormentarsi fissando la luna.

Harry era un mistero, non c’era nulla da fare. Un giorno lo ignorava, poi si sedeva al suo tavolo ai Tre manici di scopa, lo buttava giù dalla scopa durante un allenamento combinato e poi lo baciava nei bagni del secondo piano. Non che gli importasse, che volesse dare un’etichetta al loro rapporto, ma un po’ si sentiva confuso.

Sbuffando prese la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, scivolando fino a sedersi per terra, e Avis, sussurrò, facendo apparire uccellini colorati che gli svolazzarono attorno. Sorrise, gli usciva bene quell’incantesimo.

«Che fai?»

La voce del ragazzo fu coperta dal suonare dell’orologio che annunciava la mezzanotte e il coprifuoco. Lo vide nella penombra delle scale, con ancora solo la divisa addosso. La cravatta era allentata e la camicia fuori dai pantaloni, come se si fosse vestito di fretta. Il suo petto si muoveva freneticamente e i suoi respiri erano rumorosi come se avesse fatto una corsa ma sulle labbra aveva un sorriso dolcissimo che gli fecero dimenticare il resto.

«Mi esercito. Oppugno.» disse puntando la bacchetta verso il muro e vedendo gli uccellino schiantarsi e scomparire. «Non hai freddo?»

«Un po’»

Louis si tolse il mantello e batté poco la mano per terra, invitandolo a sedersi di fianco a lui. Il riccio lo guardò con un sopracciglio alzato e la sua storica espressione da Slytherin, dovrei poggiare le mie regali chiappe su tanta sporcizia?  dicevano i suoi occhi, ma poi si sedette facendo sfiorare i loro fianchi e lo coprì. Avrebbe voluto mettergli un braccio attorno alle spalle ma lui lo precedette, appoggiando la testa al suo petto e respirando piano.

«Non ti sei chiesto perché ti ho invitato qua?»

«Sinceramente non mi piace farmi troppe domande.» rispose, allungando il braccio e tirandoselo più vicino, respirando direttamente dai suoi capelli che sapevano di miele –diamine, pensò, ecco perché quell’odore di miele nell’amortensia!– e appoggiò il mento sulla sua testa guardando fuori la torre.

Le mani del più piccolo erano calde sopra la camicia della divisa, quando iniziò ad accarezzargli la schiena e il ventre durante quello strano abbraccio, quasi timidamente anche se sapeva che non c’era nulla che potesse imbarazzare quel ragazzino, e il suo respiro era bollente sulla pelle sensibile del collo, e il primo bacio a bocca aperta, bagnato e rumoroso, che gli posò sulla giugulare era rovente, consapevole.

«Se non fai le domande però non avrai mai le risposte.» sussurrò pianissimo, mentre si muoveva poco e lentamente, posando baci un po’ ovunque, prima di alzarsi sulle ginocchia e sedersi sul bacino di Louis. Lo guardò per pochi istanti, prima di perdersi nel bacio che tutto il suo corpo stava implorando, e lo trovò semplicemente bellissimo. I ricci sulla fronte, la pelle lucida e bianca resa quasi eterea dalla luce della luna, le ombre che la torre rendeva più profonde e oscure sul suo viso, gli occhi di un verde quasi accecante, che facevano scomparire qualsiasi altro colore. E che qualcuno lo affatturasse se quella visione non era la cosa più bella che i suoi occhi mezzosangue non avessero mai visto.

«Com’è solo possibile che tu mi piaccia, Tomlinson? Sei un Gryffindor.» sbiascicò tra un bacio e l’altro, mentre infilava le mani caldissime sotto la camicia, mentre gli allentava la cravatta e sbottonava con difficoltà e poca concentrazione i primi bottoni, per permettere alla sue labbra infuocate di baciare lembi del suo petto. Avrebbe potuto offendersi per quella affermazione ma il modo in cui la sua bocca stava beando la sua pelle, mordendo e leccando una clavicola come un vampiro per provocare e lenire il dolore, lo faceva sentire come sotto l’effetto di un confundus potentissimo.

«Sarà il fascino della sfida.»

«Sarà che hai un culo da paura.»

Finì di sbottonargli la camicia e si tolse il golfino con lo stemma della sua scuola, buttandolo lontano insieme alla sua sciarpa e al mantello, che ormai non serviva più. Ecco, si ritrovò a pensare mentre lo guardava, mentre si spogliava così sensualmente da costringerlo a premersi una mano sul cavallo dei pantaloni per alleviare un po’ l’impazienza, ora non abbiamo più niente delle nostre case, ora non dovrebbe importare più.

Allungò un po’ il collo, premendo una mano contro il retro del suo collo e tirandoselo addosso, premendo con forza le labbra sulle sue, stringendo il suo sedere ancora coperto dai pantaloni ruvidi e spingendo tutto il corpo, ogni terminazione nervosa, ogni singolo lembo di pelle per farlo coincidere con il suo. Sospirò, alzò lo sguardo verso il tetto circolare della torre e si morse l’interno delle guance mentre Harry lo torturava con le mani e la bocca. E non aveva senso preoccuparsi di nulla perché lo Slytherin stava chiaramente scendendo sul suo corpo fino a ritrovarsi con il viso all’altezza del suo cazzo duro dall’aspettativa. E se stanno per farti un pompino, se una persona con la faccia, con gli occhi, le ciglia, le guance, i denti di Harry Styles sta per prendertelo in bocca non importa se indossa una divisa rossa-oro o verde-argento, tu metti le mani tra i suoi capelli morbidi che sanno di miele e cerchi di tenere gli occhi il più aperti possibile per non perderti la scena.

Cinquanta punti a Slytherin.

Fine.

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: braver than nana