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Autore: Juliet    30/10/2006    9 recensioni
Ginevra Weasley si tolse il mantello pesante, lo gettò sul bracciolo di una poltrona seminascosta e si voltò in fretta verso il fratello.
“Che cosa è successo, Ron?”
Il fratello non le rispose ma la ragazza vide distintamente Hermione aggrapparsi con più forza al maglione di Ron, continuando a nascondere il viso fra le pieghe dell’indumento.
Genere: Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola quanto doverosa premessa; io non sopporto Mary Ginny Sue, solitamente

Piccola quanto doverosa premessa; io non sopporto Mary Ginny Sue, solitamente.

Tuttavia oggi ho ricevuto involontariamente uno spunto per una breve one – shot, protagonista della quale è proprio Ginevra Weasley. Spero possa piacere, quello che è certo è che io mi sono divertita a scriverla.

Buona lettura!



Categoria: Harry Potter

Titolo: Close Your Eyes and I’ll Close Mine

Autrice: Juliet

Personaggi&Pairings: Ginevra Weasley, Ron Weasley, Hermione Granger

Rating: Arancione (per stare sicuri)

Avvertimenti: One - Shot




Close Your Eyes And I’ll Close Mine




Hermione singhiozzava fra le braccia di Ron.

Il ragazzo la teneva stretta al suo petto, una mano fra quei riccioli castani le accarezzava dolcemente il capo. Poteva vedere solo gli occhi del fratello, asciutti ma persi nell’aria calda e polverosa di quella stanzetta arredata solamente da qualche armadio tarmato e un divano quasi completamente sfondato. La perdita della casa di Sirius Black quale Quartier Generale dell’Ordine della Fenice aveva inflitto un brutto colpo al fattore organizzazione.

Ginevra Weasley si tolse il mantello pesante e lo gettò sul bracciolo di una poltrona seminascosta nell’oscurità di un angolo e si voltò in fretta verso il fratello.

“Che cosa è successo, Ron?” domandò, mordendosi dolcemente il labbro inferiore in un gesto involontario.

Una ciocca rosso scuro le ricadde sul viso e lei la spostò subito dietro un’orecchia con le dita. Il fratello non le rispose ma la ragazza vide distintamente Hermione aggrapparsi con più forza al maglione di Ron, continuando a nascondere il viso fra le pieghe dell’indumento.

“Ron!” insistette Ginevra, facendo un altro passo verso di lui e stringendo una mano nell’altra con forza, quasi stesse cercando di scaldarle a vicenda. Il fuoco nel caminetto era morto da diverse ora, giudicando dalla cenere scura e dal gelo che regnava indisturbato nell’ambiente. La porta si aprì nuovamente alle spalle della ragazza e la signora Weasley si precipitò all’interno, individuò la figlia minore e le gettò le braccia al collo scoppiando in un pianto disperato.

“Oh, Ginny, per fortuna che stai bene! Se ti fosse successo… Arthur e Charlie avevano detto, giurato… ma stai bene, vero? Hai le mani ghiacciate, oh, povera la mia bambina!”

Le affannose parole che la donna pronunciava tra le lacrime sembravano rimbombare in quella stanza, nonostante le sue piccolissime dimensioni. Ginevra si lasciò stringere dalla madre, passandole la mano sulla schiena in una carezza che voleva provare a calmarla. Avvertì dei passi e una mano tiepida che le si posava sulla spalla destra. I singhiozzi di Hermione risuonavano ora più nitidi e disperati di prima.

“Mamma, lasciala. Lei non sa ancora… nulla” disse la voce di Ron, bassa, leggermente più roca del normale ma nonostante tutto ferma. Ginevra si liberò della stretta della madre con tutta la dolcezza a cui poté fare appello in quel momento e diresse lo sguardo al viso di Ron. Pallido, gli occhi cerchiati, la bocca serrata in una leggera smorfia, ma pur sempre Ron.

“Cosa è successo?” Ginevra si rese conto di utilizzare sempre le stesse parole di prima, solo che ora suonavano più stridule e ansiose alle sue stesse orecchie. Gettò uno sguardo alla madre che era andata a sedersi accanto ad Hermione e le teneva un braccio sulle spalle mentre le sussurrava qualcosa all’orecchio. Le lacrime continuavano a scorrere anche lungo le guance della madre.

“I DeathEaters si sono Materializzati stamattina a Godric’ s Hollow. Sembra che qualcuno li avesse avvertiti che era lì che… che Harry sarebbe andato” iniziò Ron, parlando lentamente come soppesasse le parole prima di esprimerle ad alta voce. “Hanno controllato dove sorgeva la casa dei Potter e …”

Ginny scosse la testa, facendo sì che la voce di Ron si spegnesse. “Harry avrebbe dovuto andarci ieri mattina, a Godric’s Hollow. Ron, me l’aveva detto lui stesso!” protestò, senza smettere di scuotere la testa. I lunghi capelli rossi iniziavano a ricaderle sul collo e ai lati del viso, mano a mano che lo chignon in cui li aveva raccolti in fretta prima di uscire da casa quella mattina si scioglieva, disegnando linee di colore sul suo abito nero.

Ron abbassò impercettibilmente il capo. “C’è stato un cambio di piano all’ultimo secondo” confessò in poco più di un sussurro. “Sembrava che tutto fosse stato deciso per garantirgli un’assoluta sicurezza ma poi Malocchio si è Materializzato alla Tana ieri notte e ha detto che Lupin aveva riscontrato movimenti sospetti intorno alla cittadina e quindi… avrebbe dovuto controllare prima”.

Dal tono piatto e cantilenante in cui si esprimeva, Ginevra si rese conto subito che il fratello si era preparato mentalmente questo discorsetto in precedenza. Con un sospiro, aprì la bocca per parlare, rendendosi solo a quel punto conto che sia la madre che Hermione avevano smesso di piangere e che entrambe li guardavano. Aspettavano la sua reazione alle parole di Ron.

Ginevra si irrigidì. “Hanno trovato dei DeathEat… qualcuno in particolare là?”

Ron scosse il capo. Tutti i suoi movimenti sembravano propri di un personaggio dei sogni, lontano dalla realtà, ovattato e vibrante come in un ricordo brumoso. Ginevra moriva dalla voglia di scuoterlo, di farlo continuare a parlare affinché le raccontasse tutto quello che era successo una volta per tutte.

“Non hanno catturato nessuno? Non hanno nemmeno duellato con nessuno? Qualcuno è rimasto ferito?” lo bombardò di domande la sorella, fissando con determinazione i suoi occhi che guardavano qualche centimetro al di sopra della sua testa. “Guardami, maledizione!” sbottò furente per la sua esitazione innaturale.

Ron scosse la testa per l’ennesima volta. “No, Ginny loro… no. Nessuno…” bruscamente, voltò la testa vero il lato opposto della stanza. I suoi occhi si fermarono sulla figura fragile della moglie, accasciata sul divano, gli occhi arrossati dal pianto. “Sarebbe meglio se tu andassi dai tuoi per un po’ di tempo, ora…”

Ginevra allungò un braccio e afferrò il fratello per il gomito, girandolo nuovamente verso di sé. Lacrime di agitazione e rabbia luccicavano nei suoi occhi. “Dimmi che diavolo è successo, Ron! Dimmelo tu, ora, oppure dovrò farlo Hermione, o mamma, ma qualcuno lo farà entro un minuto! Sono stanca di essere giudicata troppo piccola, innocente, immatura per sapere le cose! Esigo che tu risponda ora alla mia domanda, Ron, una volta per tutte”. Continuò a fissarlo decisa, il petto che si alzava e abbassava velocemente.

La signora Weasley ed Hermione trattennero bruscamente il fiato nello stesso istante quando Ron si decise a ricominciare a parlare, dopo aver lanciato un’altra breve occhiata ad Hermione e al suo ventre ingrossato. Lei non aveva nemmeno dato segno di aver udito la frase che lui le aveva rivolto solo pochi attimi prima.

“Sì, qualcuno hanno preso. La Parkinson, del mio stesso anno, di Slytherin. La hanno obbligata a rivelare dove si trovavano tutti i suoi compagni all’interno di Godric’s Holllow. Lei li ha mandati al cimitero. Harry era con loro”.

Ginevra tremava; tuttavia strinse i pugni e si costrinse a rimanere in silenzio e lasciare che le parole del fratello le rivelassero che esito aveva avuto la faccenda. Che cosa era accaduto. Chi era morto, perché ne era sicura, qualcuno era stato ucciso. La domanda era chi.

La domanda era quanti.

“Al cimitero non c’era nessuno. In tre erano rimasti con la Parkinson e in tre sono stati trovati morti quando gli altri sono tornati indietro.” Fece una breve pausa, mentre i singhiozzi di Hermione risuonavano nuovamente all’interno della stanza. Più soffocati di prima ma non meno pieni di dolore. “La Parkinson era stata aiutata da qualcuno, probabilmente. Non è mai stata abbastanza sveglia da poter… insomma, era gente dell’Ordine. E a quel punto si sono accorti che Neville non c’era più. Lo hanno cercato e lo hanno sentito urlare. Sono corsi nella sua direzione”.

Ginevra strinse le labbra con forza, costringendosi a rimanere ritta in piedi in quella stanza che sembrava muoversi troppo per i suoi gusti.

“E loro erano là…”

Ginevra abbassò la testa, gli occhi fissi sul pavimento di pietra consunta. “Quanti morti?” soffiò rivolta ai suoi piedi.

Ron le si avvicinò e la abbracciò, nonostante lei fosse rimasta rigida nella posizione in cui si trovava. Notò che il fratello aveva le mani congelate come le sue.

Molti…

“Molti” confermò lui. Un respiro profondo. “Anche Harry”.

Il silenzio nella stanza sembrava finto, irreale, impalpabile. Ron si scostò dalla sorella minore. Ginevra non alzò nemmeno lo sguardo, quando parlò.

“Neville?”

La voce roca.

Ron rispose dopo un attimo di esitazione. Non si aspettava di certo questo, e lei poteva capirlo benissimo. Ma aveva bisogno di saperlo.

“Vivo. Anche se… ma vivo”.

Fortunatamente, non si azzardò a chiederle come si sentiva. Fece quello che sapeva di dover fare ora. Si diresse verso la porta di ingresso e la spalancò. Uscì nella neve senza il suo mantello, dimenticato su una poltrona logora. Sembrava che lo avesse lanciato là così tanto tempo prima. Solo pochi minuti.

Asciugò una lacrima che le rigava una guancia, mentre ascoltava la dolce voce di Hermione che diceva a Ron che ci avrebbe pensato lei. Sapeva che lo avrebbe fatto.

Come la conosceva…

Corse verso gli alberi non appena la sentì avvicinarsi troppo. Correva e non poteva impedirsi di piangere, suo malgrado. Ma non poteva fermarsi, non ora.

Poi lo vide.

Aveva calcolato che Ron sarebbe stato troppo distrutto per ragionare a sangue freddo. Per ragionare, semplicemente. Aveva visto bene.

“Era necessario” le disse solamente, prima di spostarsi dietro un tronco. Hermione si avvicinava. “Ora porta al termine il tuo compito. Sei stata una Parkinson molto convincente. L’Oscuro Signore manterrà la sua parola”.

Ginevra deglutì a vuoto.

“Lascerà stare il resto della mia famiglia? Tu, anche tu lo farai?” sussurrò al vento gelido. I suoi capelli iniziavano a riempirsi di fiocchi di neve.

“Era il nostro patto…” sussurrò il vento.

Draco era sparito. Ginevra si voltò verso il punto dal quale sentiva Hermione avvicinarsi. Estrasse la bacchetta da una tasca dell’abito e respirò a fondo.




***




Ecco qua!

Vi è piaciuta? Non vi è piaciuta? Tutte le recensioni motivate sono ben accette!^^

Grazie per essere arrivati alla fine di questa breve one –shot.

A presto,

Juliet

  
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