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Autore: margheritanikolaevna    04/04/2012    7 recensioni
Con queste 330 parole "pesate" ho partecipato al bellissimo contest "330 Il peso delle parole", indetto su efp ha Artemis Hide.
La storia si è classificata PRIMA e si è aggiudicata, con mia enorme gioia, il Premio Stile.
In sintesi: il contest richiedeva la stesura di tre drabble - ciascuna di 110 parole - che descrivessero, rispettivamente con un inizio, uno sviluppo e una fine, uno SCONTRO, verbale o fisico. La trama ruota tutta intorno ai tre protagonisti, Peter, Elizabeth e Neal, colti un un momento drammatico che rischia di sconvolgere per sempre le loro vite.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Grazie ovviamente ad Artemis per la bellissima occasione, ma anche a chi avrà voglia di leggere e lasciarmi il suo parere.
 
 
LAMPO
 
Prima ci furono il silenzio e il rapido pulsare del sangue nelle vene.
Poi, un lampo accecante.
Un profondo muggito di tuono che incominciò rosso,  divenne bianco e infine si dissolse nello spostamento d’aria.
Neal cercò di respirare, ma il respiro non volle venire.
Si sentì scagliare lontano e indietro; tentò di muoversi, ma era come incatenato.
E di nuovo ci fu il silenzio, con l’odore acre del fumo e la durezza della terra sotto di sé.
Il rosso e l’arancio dietro gli occhi chiusi.
E qualcosa che lo gravava; nelle narici un profumo familiare.
Un liquido caldo sulle mani e sulla faccia.
E l’oscurità che l’annegò come un’acqua torbida.
 
OSCURITA’
 
Bianco. Luce fredda. Odore di disinfettante.
Il dottore ha un’aria seria.
Dice: “La signora Burke? Abbiamo fatto tutto il possibile, ora non rimane che aspettare”.
Il viso di Elizabeth è una maschera di angoscia. E di rabbia.
Quando Neal le si avvicina, ha un moto di ripulsa.
“Non toccarmi!” sibila, la voce fredda e tagliente come una lama.
Tre parole.
Una condanna.
“E’ colpa tua”.
Neal sgrana gli occhi, il cuore un groviglio di spine.
“Non è giusto!” ribatte, tremante.
“Non posso accettarlo”.
Il cervello che pensa: “Io lo amo quanto te”.
Le labbra che dicono: “Io gli voglio bene quanto te”.
Con gli sguardi si trafiggono l’un l’altra.
Nell’attesa.
 
LUCE
 
Nessun dolore. Niente più rabbia, né paura.
Solo tepore e una dolce, meravigliosa stanchezza.
La corrente che mi trascina verso il fondo.
Io sono la corrente.
Io sono il fondo.
All’improvviso, Neal, Elizabeth, riesco a vedervi.
Siete davanti a me.
Riesco a sentire l’angoscia, la disperazione che vi dividono.
Non voglio.
Non posso permetterlo.
***
“Sta meglio”.
Le parole del dottore sono come un sorso d’acqua fresca per un uomo che sta morendo di sete.
La mano di Neal che stringe le dita di Elizabeth.
E il sorriso.
Un sorriso puro, vergine, come quando le nuvole si disperdono in un soffio, lasciando apparire il cielo azzurro e la luce.
La luce.
 
 
Mi fa piacere inserire sia il raffinato bannerino creato da Artemis, sia il giudizio con il quale mi ha attribuito il Premio Stile: Premio Stile Un lavoro impeccabile e dallo stile maturo, consapevole, che sa passare con disinvoltura ed efficacia estrema dall’azione concitata alle parole di rabbia ed ai pensieri vacui indotti dal coma. Un perfetto equilibrio di tempi e frasi a scandire una vicenda toccante, incredibilmente umana nel suo mettere a repentaglio in un attimo le certezze ed i legami che uniscono fra loro i protagonisti.
Per gli amanti della serie, una piccola perla da tenere fra le storie preferite
 
 



  
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